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Appunti di viaggio

Vittorio Citterich

Visitare i carcerati

Per la legge evangelica che invita a visitare i carcerati (“ero prigioniero e mi avete visitato...”) il Papa del Grande giubileo del Duemila è entrato nel carcere romano di Regina Coeli, sulle tracce dei suoi precedessori Giovanni XXIII e Paolo VI, così manifestando, ancora una volta, la continuità dei Vescovi di Roma.

Il caro parente

Papa Giovanni, eletto da due mesi, dopo aver incontrato gli ammalati, e specialmente i bambini infermi, andò fra  carcerati di Regina Coeli ancora in tempo per confermare gli auguri di Natale, il 26 dicembre del 1958. Incontro memorabile anche per la spontanea commozione e felicità dei detenuti. Con il romano pontefice che raccontò le sue impressioni di bambino quando un suo “caro parente ”, andato a caccia senza licenza, venne preso dai carabinieri e portato in prigione. Ci sono le leggi – disse – e chi le viola, l’intenzione sua potrà anche non essere malvagia,  deve in qualche modo pagare e riparare... E, prima di accomiatarsi, così alla buona, pregò tutti che nella prossima lettera a casa, annotassero che il Papa è andato a trovarli e assicurava di pregare per le loro intenzioni (buone, s’intende) e per quelle dei loro familiari

Il tesoro

Paolo VI varcò la soglia con passi più svelti del solito, quasi nervosi. Trattenne a stento le lacrime di fronte ad una accoglienza festosa. “Vedo che siete più retti di quanto apparite, e che ciascuno di voi conserva dentro di sé un cuore, un cuore umano. Basta questo ad annunciare un tesoro: la capacità di un bene immenso, il riavvicinamento a Dio, la somiglianza a Lui, la speranza in Lui”.

Fratelli e sorelle

Giovanni Paolo II ha chiesto un gesto di clemenza verso tutti i carcerati del mondo. Ha celebrato la Messa con i detenuti che gli facevano da chierichetti. “La pena e la prigione hanno un senso – ha detto – se, mentre affermano le esigenze della giustizia e scoraggiano il crimine, servono al rinnovamento dell’uomo... Lasciate dunque che io vi chieda, fratelli e sorelle, di tendere con tutte le vostre forze ad una vita nuova,  nell’incontro con Cristo”. Molti commenti, naturalmente, all’iniziativa del Papa e persino qualche controversia politica e giuridica. Chi ha capito, mi sembra, meglio degli altri è chi ha commentato: “Nessuno ci aveva mai definiti fratelli e sorelle”. Un commento dietro le sbarre
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