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Il Giubileo viaggio nella storia, 1675 Una regina pellegrina

A cura di Vittorino Grossi

Il Giubileo del 1675, indetto da Clemente X, va collocato nell'acuirsi della questione giansenista, la venuta a Roma della regina Cristina di Svezia convertitasi al cattolicesimo, l'abbellimento della città di Roma ad opera del Bernini. Ad Innocenzo X succedettero due papi: Alessandro VII e Clemente IX. Il primo, Alessandro VII (Fabio Chigi, 1655-1667), fece fronte alla peste del 1656 in cui morirono 15.000 cittadini riducendo il già limitato numero dei 120.000 romani ed accolse a Roma in privato, la sera del 19 dicembre del 1655, la convertita al cattolicesimo Cristina di Svezia (Bruxelles 1654). La regina di Svezia fece poi la sua entrata solenne in Roma il 23 dicembre su un cavallo bianco scortata dal Collegio cardinalizio. Partendo da Porta del Popolo il corteo giunse in San Pietro, dove la regina fu poi accolta in concistoro.  Cristina di Svezia era una regina coltissima, la cui corte era stata frequentata anche da Renato Descartes. A Roma pose la sua dimora a Palazzo Farnese, messole a disposizione dal duca di Parma. Il suo cattolicesimo tuttavia lasciò molto a desiderare. Essa divenne infatti la regina delle feste del gran mondo romano, polarizzando attorno a sé le manifestazioni del carnevale romano del 1656. Quindi soggiornò a palazzo Riario alla Lungara, facendone un grande museo e centro culturale da cui nel 1662 prese inizio la celebre Accademia dell'Arcadia. Sotto Alessandro VII si acuì anche la questione giansenista. Il Papa ribadì la condanna del giansenismo fatta da Innocenzo X con una nuova Bolla il 16 ottobre 1656. Diveniva intanto pressante presso i teologi la questione del rapporto tra il pensiero del dottore della grazia, S.Agostino, e quello di Giansenio. Alessandro VII contribuì non poco ad abbellire Roma facendo restaurare l'università "La Sapienza", risistemare la piazza del Pantheon, ed infine portare a compimento il peristilio che circonda Piazza San Pietro, ovvero il famoso colonnato del Bernini, iniziato nel 1656. Il suo successore, Clemente IX (Giulio Rospigliosi, di Pistoia 1667-1669) ne continuò l'opera di abbellimento commissionando al Bernini molte statue che ornano il colonnato e il ponte di accesso a Castel S.Angelo. Politicamente contribuì alla pace di Aquisgrana tra il re di Francia Luigi XIV e l'imperatore Carlo II; ebbe meno fortuna nell'affidare al nipote Vincenzo Rospigliosi la difesa contro i turchi dell'isola di Candia, che capitolò il 6 settembre del 1669. Lui è benemerito anche per aver abolito a Roma la "corsa degli Ebrei". Dopo di averli fatti saziare li facevano correre, a sollazzo della gente, sino a San Pietro nei giorni di carnevale e, in riferimento ai giansenisti, si parlò di una "pace clementina" a proposito di quattro vescovi che non avevano voluto sottoscrivere una formula di fede proposta dal Papa. Si concludeva in realtà la prima fase della polemica culminata con le Lettere Provinciali di Pascal. Seguirà poi la seconda fase della controversia giansenista legata alla persona di Quesnel. A Clemente IX successe sul soglio di Pietro il card. Emilio Altieri che prese il nome di Clemente X. Nato a Roma il 13 luglio 1590, già anziano venne eletto papa controvoglia il 28 aprile del 1670. Lui si era mantenuto neutrale tra le correnti dei cardinali filofrancesi e spagnoli. Di animo mite e consapevole dei suoi limti di uomo di governo affidò gli affari amministrativi dello Stato della Chiesa al card. Paluzzo Paluzzi. Toccò a lui di celebrare il XV Giubileo della storia della Chiesa, l'Anno Santo del 1675, l'ultimo del sec.XVII. Lo indisse alla veneranda età di 84 anni con la Bolla "Ad apostolicae vocis oraculum" il 16 maggio del 1674, proclamandolo due volte secondo l'usanza introdotta da Gregorio XIII nel 1574: all'ascensione, perché ai peccatori pentiti vengono aperte le porte del paradiso; alla IV domenica dell'avvento perché alla fine dell'avvento muore il vecchio anno e subentra il nuovo, l'anno giubilare. La Settimana Santa era il tempo più intenso dedicato a solenni cerimonie, all'accoglienza e all'assistenza dei pellegrini. La regina Cristina ad esempio si recava in quel tempo alla Confraternita della Trinità accompagnata da altre dame della nobiltà, e le varie Compagnie organizzavano ogni giorno una solenne processione portando anche macchine con sopra raffigurati i misteri del Signore. Queste, al tempo di Clemente X, venivano per lo più commissionate all'architetto Fontana. Il Venerdi Santo del 1675 la Confraternità della Trinità guidata dal card. Paluzzo Altieri, figlio adottivo del papa, offrì la cena a ben 13.000 pellegrini. Durante l'Anno Santo venne riconsacrato il Colosseo, ritirando il permesso dato dall'Altieri nel 1671, di tenervi lotte di tori. Il Papa, che era già stato nunzio in Polonia, fece anche una grossa sovvenzione a Giovanni Sobiescki, divenuto re di Polonia, dopo la vittoria contro i turchi. Morì il 22 luglio del 1676, all'età di 86 anni. Clemente X portò anche a compimento la causa di molte canonizzazioni, tra le quali quelle dei santi Gaetano di Thiene, Francesco Borgia, Filippo Benizi, Rosa da Lima, e si distinse per la particolare cura prodigata nei riguardi dei pellegrini che, nell'ultimo Anno Santo del 1600, accorsero nel numero di circa un milione e mezzo.

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