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Il cuore dei giovani è il palpito del mondo

Card. J. Francis Stafford

Cari giovani fratelli e sorelle in Cristo,

benvenuti a Roma! Benvenuti nella Città Eterna! Avete raggiunto infine la meta del vostro pellegrinaggio: la Giornata Mondiale della Gioventù del 2000 vi ha portato alla Città che appartiene a tutti i tempi e al mondo intero. Siete venuti rispondendo a un preciso invito del Papa Giovanni Paolo II, il quale, nel Messaggio che vi ha indirizzato in occasione di questa Giornata, vi aveva detto che attendeva «di incontrarvi... a Roma»(Messaggio del Santo Padre ai giovani e alle giovani del mondo in occasione della XV Giornata Mondiale della Gioventù 2000, 4). Il tema da Lui scelto per questa Giornata mette ancora una volta in evidenza come il Santo Padre abbia mantenuto intatta la gioventù soprannaturale del suo Battesimo. Infatti, nel medesimo testo, vi rivolge il suo saluto iniziale con un preciso riferimento alla nascita di un Bambino: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi»(Ib. 1). La Giornata Mondiale della Gioventù del 2000 coincide con l’alba del terzo millennio. Ora il mattino è tradizionalmente il tempo dei bambini e della speranza. Anche il pellegrinaggio è stato paragonato ad un inizio, quello della primavera, allorché le pioggerelle penetrano nella terra arida, bagnandone ogni vena con l’acqua benefica «da cui scaturisce  la nascita del fiore». La primavera e la gioventù sono entrambe sinonimi di speranza e vanno mano nella mano. Anche voi dovete spargere nuovi semi, con tutti i rischi connessi alla semina, e prepararvi all’attesa del raccolto, con tutti i rischi che esso comporta. E il «seme» altro non è se non la parola di Dio, come ha detto Gesù. Il vecchio millennio è finito. Nel suo ultimo secolo una fitta oscurità, mai vista prima, ha avvolto il mondo intero con ben due guerre mondiali. Interi patrimoni culturali sono stati distrutti e milioni e milioni di persone sono state deliberatamente uccise. Eppure tutti - i carnefici come le vittime - erano stati creati ad immagine e somiglianza di Dio. Questo schema di violenza non può e non deve essere perpetuato. A voi il compito di evitare i terrificanti abomini del passato. Basta con la fede astratta! Il vostro è un pellegrinaggio unico nel suo genere, perché in nessun altro Anno Santo la forza trascinatrice della gioventù vi ha riuniti in così tanti. Voi siete i futuri leaders di molte nazioni e molti popoli, convenuti qui come tra estranei. Alcuni dei vostri paesi sono nemici tradizionali di altri, parimenti qui rappresentati. Ma la comunità dei credenti non conosce nemici. Chiamando «amici» coloro che lo seguivano, Gesù ha reso l’amicizia il paradigma della Chiesa e l’infanzia spirituale l’espressione della santità. In questo pellegrinaggio dunque, le amicizie  nella Chiesa dovrebbero farsi più rispettose, più giuste, più «infantili» nella loro speranza, nonché maggiormente ispirate alla  gratitudine. In centinaia di migliaia varcherete la Porta Santa, entrando così nella «Casa di Pietro» per raccogliervi sulla tomba del Principe degli Apostoli, che è il fondamento della Chiesa. E colà, davanti alla presenza sacramentale di Gesù, professerete il Credo originario di Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16). Molti giovani vi hanno preceduto nella Basilica Vaticana, come il giovinetto San Francesco d’Assisi nel ‘200, la giovane Santa Caterina da Siena nel ‘300 e il giovinetto Beato Pier Giorgio Frassati nel ‘900. Ognuno di loro divenne un romeo, termine che all’epoca medievale designava colui che «compiva una visita alle soglie dei Santi Pietro e Paolo». Insieme a Francesco, Caterina e Pier Giorgio, gli angeli e i santi stanno ora pregando affinché il vostro pellegrinaggio a Roma sia una vera avventura spirituale. Ma come ogni romeo sa, ogni avventura spirituale è un Calvario. L’esterno della «Casa di Pietro» ne è un chiaro riflesso. Nel disegnarlo infatti, Michelangelo aveva in mente la tensione cinetica di un corpo umano in movimento. Esso risponde quindi a leggi biologico/spirituali più che a norme strutturali. E’ qui che è sgorgato il sangue di Pietro, nobilitando così Roma. Il gioco delle masse delle tre absidi poi si presta bene ad una riflessione spirituale tanto sulle sofferenze di San Pietro che delle lotte dell’anziano architetto del sedicesimo secolo, nonché dei giovani pellegrini di oggi. Soffermatevi in particolare a contemplare la sommità della cupola. Michelangelo l’ha sormontata con una lanterna, «un tempietto celestiale», il cui disegno è così armonioso da togliere il fiato. La sera, allorché, circondata dalle stelle si staglia contro l’azzurro del cielo, la lanterna offre una visione indimenticabile. Vi servirà a ricordare l’amore meraviglioso del Padre celeste e illuminerà gli angoli più remoti del vostro cuore e della vostra mente, laddove il vostro spirito si libra sul limitare dello spazio, anelando al Dio tre volte santo, che è Padre al di là di tutti i tempi. I giovani pellegrini dovrebbero essere particolarmente attenti all’impronta del Verbo incarnato del Padre, incisa su ogni spazio ed ogni tempo. Gli occhi della fede devono abituarsi a vedere il suo sigillo in tutto l’universo. Esso informa infatti la vita interiore dell’università, della politica, dell’economia, dell’agricoltura, della fatica fisica, delle scienze, del matrimonio e della famiglia e parla dell’infinita libertà dell’amore che Dio ha per tutti in Cristo Gesù. Per vedere quest’impronta divina, ci vuole una conversione del cuore. Conversione significa vivere secondo la libertà mediante la quale «Cristo ci ha liberati»(Gal 5,1). E’ la libertà che si annichilisce in risposta all’»amore di Dio che è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). Cari giovani, voi siete le persone veramente libere del nuovo millennio! Prima del Battesimo eravate schiavi dell’ingratitudine, non sapevate come usare il dono della libertà, vi ritrovavate incapaci di ringraziare adeguatamente il Signore. Il Battesimo nella morte di Cristo segna il miracolo di un nuovo inizio. Le sue acque lustrali vi hanno lavato e il crisma vi ha confermato con il Dono dello Spirito Santo. Con la visione resa più acuta da una seconda purezza infantile, scoprite che il mondo naturale è stato reso nuovo. Nel miracolo battesimale di una genesi assoluta, i figli di Dio scoprono che il cuore giovane è il palpito del mondo. L’atto di ringraziamento a Dio diventa così la confessione suprema della libertà finita. Siete infatti chiamati ad essere Eucarestia in Cristo Gesù. Ogni cosa è dono. Tutto il vostro essere, la vostra libertà, la vostra esistenza, la vostra gioventù, la vostra auto-realizzazione, la vostra auto-determinazione, la vostra incomunicabile soggettività, il vostro stesso essere, in una parola tutto ciò che è vostro, è dono tutto dell’infinita libertà di Dio e del suo amore. Tutto ha la propria origine in Dio. Nulla è di vostra esclusiva proprietà, né vi è stato meramente prestato. «Tutto è grazia». Possa questo incontro romano spingervi a compiere lo sforzo straordinario di modellarvi in una parola di ringraziamento a Dio. E’ questa la sorte dei forti. Nel primo mattino del nuovo millennio nulla può dare più speranza  al mondo.
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