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Religiosi, una vocazione al servizio

Guido Bossa

La conferma della fedeltà ai consigli evangelici non costituisce una rinuncia ma “una scelta che libera”. L’omaggio del Papa alle vittime della persecuzione.

Vergine Maria, Madre

di Cristo e della Chiesa, volgi lo sguardo sugli uomini e sulle donne che il tuo Figlio ha chiamato a seguirlo nella totale consacrazione al suo amore: si lascino sempre guidare dallo Spirito,  siano instancabili nel dono di sé e nel servire il Signore, così da essere fedeli testimoni della gioia che sgorga dal Vangelo e annunciatori della Verità che guida l’uomo alle sorgenti della Vita immortale. Amen

(Giovanni Paolo II  Omelia della Celebrazione)

“Essendo stato pellegrino in tante parti del mondo, ho potuto rendermi conto del valore della vostra presenza profetica per l’intero popolo cristiano

Sono passati appena quaranta giorni dall’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro, e sono ancora vive nella memoria le immagini dell’appuntamento ecumenico di San Paolo fuori le mura, eppure con il 2 febbraio, Giubileo della Vita Consacrata, siamo già al centro dell’Anno Santo. Centrale è infatti il ruolo dei consacrati nella vita della Chiesa, esemplare la loro dedizione ed il loro stile di vita, che hanno molto da insegnare anche all’uomo moderno, soprattutto per il tratto di sobrietà e di distacco che li distingue; insondabili le risorse che la loro preghiera, le loro opere, il loro sacrificio mettono al servizio dell’evangelizzazione. Lo ha voluto sottolineare lo stesso Santo Padre, nell’omelia rivolta ai ventimila religiosi e religiose che affollavano piazza San Pietro nel momento centrale della giornata giubilare, quando ha esaltato il valore di una “presenza profetica per l’intero popolo cristiano”, che spesso è la via attraverso la quale uomini e donne di ogni parte del mondo incontrano Cristo e il suo liberante messaggio di salvezza. Una testimonianza profetica disposta a spendersi senza riserve, ha notato il Papa, ricordando nella preghiera quanti, religiosi e religiose, “hanno pagato, anche in questi anni, con la suprema testimonianza del sangue la loro scelta di fedeltà a Cristo e all’uomo, senza cedimenti e senza compromessi”. Al loro Giubileo i consacrati si sono preparati in tutto il mondo con un triduo di riflessione e di preghiera scandito dal ringraziamento per il dono della vocazione, dalla penitenza, dall’adorazione eucaristica comunitaria. I ventimila che il 2 febbraio affollavano piazza San Pietro erano dunque un’avanguardia impegnata e ben preparata; e il loro passaggio attraverso la porta santa, con in mano la candela accesa, ha voluto evocare lo stesso Cristo, “vera luce di tutte le genti” e guida verso la “luce che non ha fine”. Numerose e ricche le suggestioni della liturgia, che nel giorno della Presentazione di Gesù al Tempio fa memoria insieme del gesto di obbedienza alla Legge compiuto da Maria e Giuseppe, e del primo incontro di Gesù col suo popolo. “Anche noi riuniti dallo Spirito Santo in questa celebrazione dell’Anno Santo, ha detto il Papa durante la benedizione delle candele, andiamo incontro al Cristo che troveremo e riconosceremo nello spezzare del pane, nell’attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria”. Centrale, durante la celebrazione della Messa, è stato il ringraziamento a Dio per il dono della vita consacrata, e la conferma dell’impegno di fedeltà  assunto con la professione religiosa, “in una stupenda varietà di vocazioni ecclesiali”, visivamente ben  rappresentate sulla piazza. “Voi, ha detto il Santo Padre, rinnovate l’impegno di seguire Cristo obbediente, povero e casto, affinché, per la vostra testimonianza evangelica, splenda nella Chiesa e illumini il mondo Cristo Signore, luce delle genti”. “Avere il cuore, gli affetti, gli interessi, i sentimenti polarizzati su Gesù, ha detto Giovanni Paolo II all’omelia, costituisce l’aspetto più grande del dono che lo Spirito opera in voi. Vi conforma a Lui casto, povero e obbediente. Ed i consigli evangelici, lungi dall’essere una rinuncia che impoverisce, costituiscono una scelta che libera la persona ad una attuazione più piena delle sue potenzialità”. Infatti, “il servizio al Vangelo reso dagli Istituti di Vita Consacrata e dalle Società di Vita Apostolica, nella varietà di forme che lo Spirito Santo ha suscitato nella Chiesa, nasce sempre da un’esperienza di amore e da un incontro vivo con Cristo. Nasce dalla condivisione della sua fatica e della sua incessante offerta al Padre”; e trasforma i consacrati in “primi e qualificati membri della nuova famiglia, testimonianza e profezia per tutti coloro che Dio vuole chiamare e introdurre nella sua casa”.

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