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Fare di Cristo il cuore del mondo

Antonietta Luccitti fmgb

L’incontro di preghiera, riflessione e testimonianza “Mi hai chiamato per nome”

Insieme a tutto il popolo cristiano per ringraziare del dono della vocazione religiosa, espressa nella Chiesa con una molteplicità di carismi al servizio dei fratelli, e per rinnovare la propria fedeltà, piena e incondizionata, al Signore che chiama: questo il significato dell’appuntamento a cui i Religiosi di tutto il mondo sono stati convocati con un triduo di preparazione alla Giornata Giubilare della Vita Consacrata programmata per il 2 febbraio, a Roma come nelle Chiese locali. E’ stato proprio Giovanni Paolo II, nell’anno 1997, a volere questo giorno, festa della Presentazione al Tempio di Gesù, per i profondi significati spirituali che la caratterizza, come Giornata mondiale della Vita Consacrata. “La vocazione è anzitutto dono di Dio: non è scegliere, ma essere scelti; è risposta ad un amore che precede e accompagna” (Giovanni Paolo II). Una verità di fondo che solo motiva una vita totalmente dedicata a Dio e ai fratelli e che rilancia la vita consacrata ad entrare con rinnovato entusiasmo e coraggiosa speranza nel nuovo millennio, con la consapevolezza di essere nel mondo “il segno del tempo di Dio e della sua grazia”, richiamo escatologico (cfr. VC n.40). A questa realtà e consapevolezza interiore ha voluto condurre l’Incontro di preghiera, riflessione e testimonianza “Mi ha chiamato per nome”, svoltosi nell’Aula Paolo VI, il 31 gennaio,  e teletrasmesso da Raiuno. Un raduno che ha visto l’Aula Paolo VI stracolma; molti erano anche in piedi. Ma oltre un milione di consacrati, sparsi nelle varie parti del mondo, dai silenziosi monasteri alle comunità di vita apostolica, ai missionari, ai laici consacrati degli Istituti secolari operanti nel mondo … si sono ritrovati spiritualmente uniti ai 9mila presenti in Aula per la Celebrazione penitenziale della “Via Crucis - Via Lucis”. Uno stuolo di persone, uomini e donne, testimoni dei carismi più svariati suscitati dallo Spirito nella sua Chiesa, lungo i venti secoli di storia cristiana e nei contesti socio-ambientali più diversificati… tutti accomunati da un unico ideale: “la totale donazione” di sé e della propria vita a Dio nel servizio ai fratelli per “fare di Cristo il cuore del mondo”. E’ stato questo fondamentalmente il messaggio corale che i teleschermi hanno veicolato nelle due ore di trasmissione tra suoni, canti, danze orientali, luci e testimonianze di “esperienze di vita”. Una “rivisitazione” della vita consacrata in tutte le sue varie espressioni: dalla vita claustrale, attraverso la testimonianza di una clarissa del Monastero S. Lucia di Città della Pieve, alla Comunità ecumenica di Taizé - dove persone in particolare giovani di ogni fede si ritrovano a pregare insieme, a cercare la pace del cuore -,  a comunità di vita apostolica e missionaria, animate da un servizio di carità operosa e umanizzante che può culminare anche con il martirio. La testimonianza della carità è la vera, autentica profezia del nostro tempo, quella che tocca gli animi e fa intravedere la carità e la misericordia di Dio per l’uomo, di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Più volte ce lo ha ricordato Giovanni Paolo II. E questo hanno significato le toccanti testimonianze di vita: da quella del francescano missionario tra i poveri del Ruanda, a quella della religiosa benedettina in Pensilvanya, alla “Casa Don Bosco” dei religiosi in una zona poverissima della baia del Paraguay, al dramma recente vissuto nel Timor Est, ex colonia portoghese, dove la minoranza cattolica costituisce una “piccola isola di cristianità” in una Indonesia a maggioranza musulmana. Una situazione dove i religiosi e la Chiesa sono diventati precisi obiettivi di attacco da parte della guerriglia. Condizioni terribili sotto tutti i punti di vista presentati dal reportage e ben evidenziate dalla testimonianza di una religiosa italiana, che ha vissuto sulla propria pelle il dramma “dei cristiani martoriati”, dopo aver assistito anche alla morte di due sue consorelle. Una fedeltà siglata con il sangue: gioiosa, tenace, luminosa. Questa volontà di impegno di fedeltà hanno voluto testimoniare tutti i consacrati presenti ma con loro anche gli assenti, nell’ Aula Paolo VI, in un crescendo di emozioni e di coinvolgimento interiore, con l’esplosione gioiosa del Canto del Magnificat e dello Jubilate Deo cantato dal Coro e dall’Assemblea, mentre il luccichio delle mille e mille “candeline” accese facevano dell’Aula Paolo VI uno scenario stupendo “dalle mille e una notte”: Cristo è la luce del mondo e chi di Lui vive non può non essere luce per i fratelli.

  Breviario del nuovo millennio

  Il vaticanista del TG1Giuseppe De Carli ha curato per tre anni, dal 1996 al 1998, una rubrica religiosa intitolata “Le parole del terzo millennio”, nella quale sei cardinali (Biffi, Martini, Puljic, Ruini, Tettamanzi e Tonini), il mariologo René Laurentin, il rabbino capo di Roma Elio Toaff e il rettore dell’Università islamica di Fez Tazi Saoud si avvicendavano, per poco più di un minuto ciascuno, a spiegare con poche parole le verità della fede. Il testo integrale delle interviste da lui raccolte è ora pubblicato nel libro “Breviario del nuovo millennio. Pensieri su un mondo che verrà” (San Paolo, 2000, pp. 167, Lit. 20.000). De Carli vi ha aggiunto dei saggi dove i medesimi autori approfondiscono temi d’attualità come il rapporto tra l’economia e la morale, la redenzione di Cristo e i tentativi di autoredenzione dell’uomo, la libertà e l’impegno, il senso delle apparizioni mariane, l’esperienza di Dio nell’ebraismo e nell’Islam oltreché, naturalmente, il significato del Giubileo.

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