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Unità, Unité, Unity - Il grande segno della Settimana di preghiera

John Baycroft

+Chiesa Anglicana di Roma

Lo straordinario evento dell’apertura a “sei mani” della Porta Santa della Basilica di San Paolo ha mostrato la strada da percorrere per vincere le sfide del nuovo millennio. Un fremito di emozioni ha scosso il mondo. Ma è ancor più emozionante osservare che quel gesto è ora al centro di una vasta e importante riflessione sul futuro dell’unità dei cristiani.

Anche prima che iniziasse la liturgia, si poteva percepire che l’apertura della Porta Santa a San Paolo sarebbe stato un evento molto speciale. I rappresentanti di molte delle più importanti Chiese cristiane, in rappresentanza della gran parte dei cristiani nel mondo, si sono radunati e salutati. Mi sono sorpreso nel vedere quanti di noi già si conoscevano e si stimavano reciprocamente. Era proprio come ciò che sembrava, un incontro di amici, vecchi e nuovi, che si riunivano nel segno del rispetto reciproco. Oltre l’atmosfera dei buoni rapporti, c’era la forte consapevolezza di unione nel battesimo e nell’essere discepoli, e del nostro amore e lealtà verso il comune Salvatore e Signore. Migliaia di credenti si sono riuniti per partecipare all’evento pregando e testimoniando insieme. Alcuni momenti sono stati talmente speciali che sono sicuro che non li dimenticherò mai. Ne citerò solamente quattro. Il Papa Giovanni Paolo II ha generosamente invitato l’arcivescovo di Canterbury e il rappresentante del patriarcato ecumenico ortodosso ad aiutarlo ad aprire la Porta Santa. Questo bellissimo gesto simbolico è diventato per me un segno ancora più potente mentre lo osservavo. Le porte non si sono aperte facilmente con una spinta leggera. Alle prime spinte non si aprivano affatto. Quindi questi tre capi delle chiese mondiali hanno dovuto spingere insieme più forte. E così hanno fatto. E le porte si sono aperte. Sono certo che molti di quelli che hanno testimoniato questo momento hanno ben compreso il messaggio che se vogliamo aprire la strada ecumenica, ed aprire le porte della chiesa a tutti, dobbiamo spingere insieme e spingere più forte! Cristo è la porta. Gesù stesso ce lo ha detto. Camminare attraverso la Porta Santa con i leaders cristiani di così diverse tradizioni è stato sia testimoniare che comprendere la nostra fondamentale unità in Cristo. Poiché condividiamo un impegno comune a seguire Gesù, dobbiamo camminare insieme sulla via di Cristo. Camminare attraverso la porta insieme è stato per me come un rinnovare l’impegno a camminare insieme sulla via dell’amore di Cristo, sulla via della giustizia, del perdono e della pace di Dio. Questa generazione di leaders, che ha simbolicamente iniziato il nuovo secolo e millennio seguendo Cristo nell’unità, sicuramente non oserà dimenticare questo momento di fede, speranza e amore ritornando alle vecchie divisioni e diffidenze. Ora dobbiamo fare ulteriori passi insieme muovendoci verso la piena comunione. Lo scambio della Pace è stato un altro momento speciale. Tutti gli ospiti ecumenici hanno abbracciato il Santo Padre. Un gesto di per sé prezioso. Solamente lui poteva riunire un gruppo del genere, e noi lo sapevamo e gliene siamo grati. Poi, in maniera totalmente libera, i leaders si sono scambiati la Pace l’uno con l’altro. Ciò che sarebbe stato impensabile, nonché impossibile, appena pochi secoli o decenni fa, è successo ora davanti ai nostri occhi. Membri da tempo distanti dalla famiglia cristiana hanno fatto in quel momento ciò che dovranno fare in paradiso – incontrarsi e salutarsi come fratelli e sorelle. Abbiamo fatto una comune Professione di Fede e recitato il Padre Nostro insieme. Ho provato sia gioia che vergogna per questo. Se possiamo essere uniti nella preghiera e nel credo fondamentale, perché impieghiamo così tanto a superare gli ostacoli che ci impediscono di condividere il corpo e il sangue di Cristo nell’Eucaristia? L’apertura della Porta Santa è avvenuta all’inizio della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani ed all’inizio dell’Anno Santo del Grande Giubileo. La restante parte della Settimana di Preghiera mi ha incoraggiato a credere che l’impegno alla riconciliazione delle chiese è sincero e porterà a rinnovati sforzi da parte nostra. La porta aperta, tuttavia, è più di un incoraggiamento agli sforzi umani. E’ anche un simbolo potente dell’apertura e generosità dell’amore di Dio verso tutti. Tutti sono invitati a raggiungere Dio attraverso Cristo. Naturalmente, una chiesa divisa sminuisce tale messaggio e scoraggia la fede nel Vangelo consegnato a noi per essere creduto. Tuttavia, nonostante le nostre divisioni persistenti, dolorose e colpevoli, Dio continua ad offrirci l’unità. Ho lasciato San Paolo sentendomi  molto più ottimista sul fatto che stiamo avvicinandoci ad accettare ciò che Dio ci sta offrendo.

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