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San Giovanni in Laterano

È la chiesa più antica dell'Occidente, precede San Pietro di circa tredici anni; è rimasta per più di mille anni, fino al XIV sec., residenza papale; è la sede del vescovo di Roma. Qui Bonifacio VIII da dato solenne avvio al primo Giubileo della Storia, affacciandosi dalla loggia delle Benedizioni nel 1300, come ricorda un frammento di un affresco di Giotto conservato all'interno della basilica. Qui si tennero ben cinque Concili Ecumenici dal 1123 al 1512 e fino al XIX secolo vi si celebrava la cerimonia d'incoronazione del Papa. Per questo sui due lati dell'ingresso incontriamo la fierissima iscrizione: "Sacrosanta Chiesa madre e corpo di tutte le Chiese di Roma e del mondo". Fu poi papa clemente VI nella bolla d'indizione per il secondo Giubileo (1350), ad indicare che per ottenere l'indulgenza giubilare, sarebbe stato necessario visitare, oltre alle due chiese principali di San Pietro e San Paolo, anche quella del Laterano

La Porta santa

Fu Martino V ad istituire per la prima volta in questa basilica per il Giubileo del 1423 la cerimonia di apertura della Porta Santa, successivamente estesa alle altre basiliche romane. Sopra le cinque porte della basilica sono  scolpite storie tratte dalla vita di S. Giovanni Battista, del XVIII sec.

Da vedere

La Scala Santa

La Scala Santa, situata sul lato orientale della Piazza, è una delle parti rimaste dell’antico Palazzo del Laterano. Quando nel 1586 Sisto V decise di costruire l’attuale Palazzo, affidò all’architetto Fontana il compito di separare la cappella dal Patriarchio e di monumentalizzarla, disponendo anche che, per l’accesso al Sancta Sanctorum, la cappella papale, fosse messa in opera la scala d’onore del vecchio palazzo, costituita da 28 gradini di marmo e identificata con la metà del secolo XV, con la scala del Praetorium di Pilato, salita da Gesù durante il processo: da qui l’appellativo di Scala Santa. I fedeli cominciarono a percorrerla in ginocchio per deferenza alla Passione di Cristo, di cui rimane comunque una memoria.

La catechesi

Il dono del Battesimo per rinascere alla vita nuova

Papa Melchiade, per la prima volta nel 313 amministrò qui il Sacramento del Battesimo. Come la chiesa di Roma dell’epoca intendeva istruire i fedeli, sottolineando l’importanza di questo Sacramento, così anche oggi nella basilica il messaggio è espresso pienamente dal mosaico dell’abside; ricevendo il Battesimo, la croce di Cristo diviene per ogni cristiano il segno della vittoria e il pegno della vita soprannaturale. Per questo vi sono ritratti il Battesimo di Gesù, (nel centro della croce gemmata), la figurazione del Sacro Monte, (il Paradiso), e sotto di esso la città di Dio (la Chiesa), custodita da un angelo munito di spada e protetta dai principi degli Apostoli, Pietro e Paolo. Come uomini nuovi, siamo membra della Chiesa e germinalmente profeti, re e sacerdoti chiamati ad annunciare, con la parola e con la vita, il Vangelo di Gesù, come ricordano nella navata centrale i dodici dipinti ovali, i 12 bassorilievi in stucco e le12 possenti statue che rappresentano gli Apostoli.

Un po’ di storia

La chiesa nasce dalla donazione di case e di terreni, appartenenti alla famiglia dei Laterani, che Costantino il Grande fece a papa Melchiade (311-314), secondo la leggenda dopo la guarigione dalla lebbra, in forza del Battesimo. Così l’aula del tribunale della casa dei Laterani venne adattata a chiesa, e dal ninfeo si ricavò il fonte battesimale. La primitiva basilica, venne con il tempo devastata dalle invasioni barbariche e poi più volte danneggiata da incendi e terremoti, ma puntualmente ricostruita, restaurata, ampliata ed ornata di pitture e mosaici.  Ma quando dal 1304 al 1377 i Papi decisero di trasferire la loro residenza in Francia, il Laterano rimase in uno stato di abbandono, e così al loro ritorno a Roma i Pontefici preferirono stabilirsi prima in Santa Maria in Trastevere, poi in Santa Maria Maggiore ed infine in Vaticano. Furono Martino V, Sisto V e Clemente VIII a promuovere grandi restauri. Nel XVII secolo poi Innocenzo X ne affidò al Borromini gli interventi, a quattro anni dal Giubileo del 1650. A lui si deve l’aspetto secentesco dell’interno della basilica, in cui impose unità di stile anche a frammenti di monumenti antichi.
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