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Il Giubileo di Michelangelo

Dario Busolini

Nel 1550 Michelangelo Buonarroti, pur essendo sempre oberato di lavoro e già in là con gli anni, volle unirsi ai pellegrini che, a Roma, visitavano le tradizionali “sette chiese”. Il Papa gli concesse un’indulgenza speciale: un “perdono doppio” del quale si giovò pure Giorgio Vasari, il noto pittore e storico dell’arte aretino. Ecco come, nella sua “Vita di Michelangelo”, il Vasari descrive il loro Giubileo:

“In quel tempo ogni giorno il Vasari stava

con Michelangelo; sicché, una mattina, il Papa concesse per amorevolezza ad ambedue che,

nel fare le sette chiese a cavallo, poiché si era nell’Anno Santo, ricevessero il perdono a doppio.

E mentre facevano questo pellegrinaggio, tra una chiesa e l’altra, essi discussero tra loro di arte, facendo dei ragionamenti belli e molto utili,

che il Vasari trascrisse in un dialogo”.

Sappiamo che Michelangelo gradì molto il doppio perdono concessogli dal Papa. Perché con l’avanzare degli “affanni”, come scrisse in una quartina del 1552-54, sentiva di avere bisogno da Dio di un “doppio aiuto”:

“Di giorno in giorno, insin dai miei prim’anni,

Signor, soccorso Tu mi fosti e guida,

onde l’anima mia ancor si fida

di doppio aiuto nei miei doppi affanni”.

 

Il blocco dei fitti per il Giubileo del 1550

Pochi mesi prima di morire Paolo III, in previsione del Giubileo, era intervenuto con un interessante decreto che ordinava, a vantaggio della povera gente, il blocco dei fitti e dei subaffitti per l’intera durata dell’Anno Santo, insieme con il divieto di cacciare gli inquilini per affittare ad altre persone disposte a pagare un canone più elevato: “Decreto di Guido Ascanio Sforza di Santa Fiora, cardinale diacono di Sant’Eustachio, camerlengo della Santa Chiesa Romana. Da tempo nella Camera apostolica ci fu esposto, non senza dispiacere del nostro animo, da parte di inquilini e subinquilini della città la querela che gli stessi in vista dell’anno santo o giubileo ogni giorno vengono molestati dai padroni delle case da essi affittate per un’annua pigione. Sia perché i padroni presentano loro, al fine dell’aumento della pigione, finti offerenti che offrono un affitto maggiore, sia anche perché adducono, al fine dello sgombro dell’appartamento, pur perdurando la locazione,  di voler avere le predette case a loro uso. Sicché gli inquilini vengono espulsi dalle case prese in affitto contro la norma del diritto ed i padroni affittano ad altri le predette case per un prezzo maggiore a grave danno degli inquilini e dei subinquilini contro la norma del decreto camerale sugli affitti, la loro promessa, l’obbligo e il giuramento di adempiere il contratto. Noi quindi.... dietro mandato del nostro santissimo signor papa Paolo III... stabiliamo e ordiniamo che in futuro in vista dell’anno santo o giubileo, sempre quando ricorrerà un anno del genere, per un anno prima e per il detto anno santo o giubileo la pigione delle case non possa essere aumentata agli inquilini da parte dei padroni delle medesime, né essere alterato il modo di pagare la pigione. Inoltre...al fine di evitare liti e controversie... ordiniamo che sia l’inquilino stesso, sia il subinquilino del medesimo non può essere espulso dalla casa affittata o subaffittata ai medesimi dal padrone di essa ... a meno che questi non ne abbia veramente bisogno e si sia obbligato, a tal fine, a giurare di non affittarla ad altri ma di abitarla lui stesso per un anno, pena, in caso di spergiuro, la perdita per due anni della pigione della casa di cui si tratta”.

I Papi del Giubileo

Clemente VII (1523 - 1534)

Eletto il 18 novembre 1523, il fiorentino Giulio de’Medici è chiamato il “Papa malanno” per le catastrofi che avvengono durante il suo travagliato pontificato, che coincide con uno dei periodi più critici della storia europea. Quattro anni dopo la sua elezione, Roma viene messa a ferro e fuoco dai Lanzichenecchi che lo costringono a rifugiarsi nella fortezza di Castel Sant’Angelo. Una sua decisione è il motivo scatenante dello scisma anglicano. Clemente VII nega al re d’Inghilterra Enrico VIII il permesso di divorziare da Caterina d’Aragona per poter sposare, in seconde nozze, l’amante Anna Bolena. Il sovrano inglese risponde con il clamoroso gesto dell’uscita dalla Chiesa romana. Enrico VIII si autoproclama capo della chiesa britannica. Facendo pace con Carlo V di Spagna, che incorona imperatore a Bologna, favorisce il ritorno dei Medici, cioè dei suoi parenti, alla guida del governo di Firenze.

Paolo III (1534 - 1549)

A 46 anni, dopo una gioventù movimentata, Alessandro Farnese decide di abbandonare la vita gaudente, le concubine e gli intrallazzi, per dedicarsi esclusivamente alla causa di Cristo. Alla morte del Papa Clemente VII viene eletto, dopo appena 24 ore di conclave, successore di Pietro. Paolo III mette mano alla riforma della Chiesa convocando il Concilio di Trento, riconoscendo l’ordine dei Gesuiti e operando, senza sosta, in favore della pace. Grande mecenate, spende grandi cifre per migliorare la viabilità a Roma, per fortificare le mura, ammodernare Castel Sant’Angelo, costruire la Cappella Paolina e la Sala Regia (situata accanto alla Cappella Sistina) in Vaticano e restaurare il Campidoglio. È lui che affida a Michelangelo il completamento di San Pietro nominandolo architetto della basilica. Indice l’Anno Santo ma muore prima dell’apertura del Giubileo.

Giulio III (1550 - 1555)

L’Anno Santo indetto dal Papa Farnese è gestito dal successore che viene eletto l’8 febbraio 1550. Appartenente alla famiglia Del Monte di Roma, era stato uno dei presidenti della prima sessione del Concilio di trento. Irascibile e nepotistaarriva al punto di nominare cardinale un giovane di diciassette anni che era stato adottato dal fratello. Ma il suo pontificato non è solo dominato dalle ombre degli scandali. Giulio III riconvoca il Concilio di Trento e porta avanti la Controriforma. Riesce persino, seppure per breve tempo, a riavvicinare a Roma la giovane Chiesa inglese nata sotto il suo predecessore. Cerca di portare avanti una politica di conciliazione ma viene travolto dagli aspri contrasti con gli spagnoli e con i francesi. Proprio a causa di queste controversie è costretto a sospendere, dopo quattro sessioni, il Concilio di Trento.

Dalla Storia dell’Anno Santo di Dante Alimenti, Editrice Velar, Bergamo 1983
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