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Giubileo con i disabili

Solidarietà, per promuovere la qualità della vita

Mario Carrera

Un nervo scoperto nella nostra società della comunicazione, è il divario tra la vita narrata e l’esistenza vissuta concretamente della povera gente. Questa denuncia è stata pronunciata dal Santo Padre nella celebrazione del Giubileo dei Giornalisti nello scorso mese di giugno. In una società guidata dagli “interessi economici, dai profitti e dagli interessi di parte” il compito del giornalista – affermava Giovanni Paolo II – diventa “sacro”, poiché egli usa dei mezzi straordinariamente potenti quali sono gli strumenti moderni della comunicazione a difesa della persone più deboli. Il Papa in quella circostanza parlava dei bambini sfruttati e senza istruzione, dei malati e delle persone emarginate e discriminate. Il Sommo Pontefice come sempre ha espresso la volontà della Chiesa di stare “dalla parte di Abele”, il che significa affacciarsi sul terrazzo della storia per disegnare e costruire una visione integrale dell’uomo nella quale tutti hanno pari dignità al di là di quanto si possa quantificare il valore di una vita in moneta corrente. Il Comitato promotore del Giubileo con le persone disabili, in questi mesi di preparazione, sta lanciando una sfida alla società e alla comunità ecclesiale perché in questo anno giubilare nessuno venga dimenticato e tanto meno lasciato indietro lungo il cammino di una storia di salvezza, in cui Cristo è al centro della festa come il grande protagonista, soprattutto perché si pone di fronte a noi come il “buon samaritano dell’umanità”. Dalla vita e dall’insegnamento di Gesù nella terra della Palestina, duemila anni fa, sino all’ultima iniziativa dell’ONU di dedicare il prossimo anno sociale alla sensibilizzazione per le persone disabili, nella storia cammina filo rosso di solidarietà che tende a riscaldare il terreno della storia, anche se dobbiamo confessare che non sempre questa corrente sotterranea riesce a tradurre le parole in azioni, i propositi in gesti e a far sì che ogni creatura umana, al di là della sua condizione fisica, ogni ambito della società gli sia accessibile, che le politiche sociali abbiano un’attenzione puntuale nel campo della disabilità, che tutti si adoperino affinché tutte le persone abbiano pari opportunità, valorizzando la presenza di persone con disabilità nel tessuto sociale, che i molteplici organismi nazionali ed internazionali in una catena di solidarietà per le persone disabili. Il Giubileo, dalla sua origine ad oggi ha una caduta sul sociale: l’anno giubilare per la Bibbia non è altro che rimettere Dio al primo posto, affinché l’uomo ritrovi il primato nella storia. I primi cinque libri della Bibbia, che formano per il popolo ebraico un tutt’uno indicato con il nome di “Torà”, rivelano sostanzialmente tre realtà: dopo la creazione Dio si preoccupa di vestire l’uomo; l’ultimo capitolo dell’ultimo libro della “Torà”, il Deuteronomio, parla della morte di Mosé. Dentro questi due avvenimenti: una nascita e una morte , c’è un popolo solidale che lotta, cammina, si fa adoratore dell’unico Dio, ma anche idolatra, tuttavia sempre e comunque cantore della misericordia di Dio e tessitore di quel comandamento sigillato nel libro del Levitico che recita: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Tutto il messaggio di Gesù è chiuso dentro a queste parole; al maestro della legge che gli domandava chi fosse il suo prossimo, Gesù non espone una teoria sul comandamento dell’amore, ma nella parabola del Samaritano descrive un comportamento amoroso. La nostra umanità in molte parti del pianeta terra si sta ancora chiedendo chi sia il suo prossimo, mentre la comunità cristiana dovrebbe essere all’azione per farsi prossimo delle persone in difficoltà. La Giornata giubilare con i disabili ha come fine il cancellare la paura del diverso per scoprire quella misteriosa ricchezza che ogni anima nasconde nel suo più intimo segreto. Il vincere la paura consiste nell’accettazione cosciente dell’altro come portatore di un valore cristiano ed inevitabile punto di partenza per ogni autentico rapporto umano. Se la persona con disabilità è il punto centrale della partecipazione solidale, lentamente questo contatto apre una serie di cerchi concentrici coinvolgendo i rapporti con i familiari, gli amici è una catena che si fa sostegno a tutto il mondo circostante la persona con disabilità permettendogli la partecipazione a tutte quelle forme di vita collettiva che riescono a fornire una qualità dignitosa alla vita. I mesi che separano la Giornata Giubilare con le persone disabili del 3 dicembre prossimo sono un invito alle comunità cristiane a rimettere al centro della propria storia comunitaria e delle singole persone il dono della carità che si fa Vangelo di speranza per molti feriti nella vita. Alle Conferenze episcopali, alle diocesi, alle congregazioni religiose maschili e femminili, alle associazioni cattoliche di volontariato è stato lanciato il messaggio di un’azione collettiva per riportare al centro della storia quotidiana le persone con menomazioni sensoriali o fisiche. Il Comitato di preparazione, attraverso il contributo di specifiche commissioni di lavoro, ha prodotto delle schede di sensibilizzazione su tematiche di ordine pastorale, socio-culturale, liturgico come contributo alle singole comunità per fare della Giornata giubilare con i disabili non una sola celebrazione nella città di Roma, ma un evento che coinvolga con un sussulto di carità l’anima stessa delle singole comunità parrocchiali. Le schede sono su internet sia sul sito “Chiesa cattolica” come in quello del “Giubileo”. Questo vale anche per le sistemazioni logistiche con punto di riferimento il Servizio di Accoglienza Centrale (SAC)

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