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Il 2000, un anno “intensamente eucaristico”

+ Crescenzio Sepe

“Essendo… Cristo l’unica via di accesso al Padre, per sottolinearne la presenza viva e salvifica nella Chiesa e nel mondo, si terrà a Roma, in occasione del Grande Giubileo, il Congresso eucaristico internazionale. Il duemila sarà un anno intensamente eucaristico: nel sacramento dell’Eucaristia il Salvatore, incarnatosi nel grembo di Maria venti secoli fa, continua ad offrirsi all’umanità come sorgente di vita divina”. Ancora una volta, le parole del Santo Padre, che cito dal n. 55 della Lettera Apostolica Tertio Millennio adveniente, illustrano con mirabile chiarezza il valore di una delle tappe fondamentali poste lungo il percorso del Grande Giubileo del 2000. In questo caso il 47° Congresso eucaristico internazionale. Non potrebbe essere diversamente: senza un riferimento esplicito al Sacramento dell’Eucaristia, anzi, senza la presenza costante di Gesù-Eucaristia in ogni incontro, in ogni celebrazione, in ogni preghiera o atto di carità dell’Anno Santo - oltreché, in maniera particolare, in un evento come il Congresso, scandito lungo un’intera settimana, con un programma estremamente ricco ed interessante - il Grande Giubileo dell’anno duemila non potrebbe dirsi tale e sarebbe altra cosa. Questo, infatti, è il Giubileo dell’Incarnazione, il grande avvenimento spirituale che commemora i duemila anni dalla misteriosa irruzione di Dio, attraverso suo Figlio Gesù Cristo, nella storia dell’uomo, che da allora è diventata la storia della nostra salvezza. Ora, l’Eucaristia altro non è che il segno il quale, meglio di ogni altro, esprime questo “mistero della fede”, rinnovandolo nel tempo ogni volta che viene celebrata la Santa Messa. Pertanto, senza l’Eucaristia, Gesù Cristo sarebbe un Dio più lontano, la sua Incarnazione sarebbe un fatto limitato ad un tempo altrettanto lontano, ed anche il suo Giubileo, allora, avrebbe solo il valore di un ricordo. Invece, con l’Eucaristia, Gesù Cristo è un Dio vicino, presente e operante nella vita di ogni giorno di ciascuno di noi; la sua Incarnazione, e quindi la sua opera di salvezza, continua tuttora e questo Giubileo è un Giubileo vivo; lo strumento per mezzo del quale la Chiesa, anziché volgersi indietro verso il passato, agisce attivamente nel presente dell’umanità e si proietta con entusiasmo verso il suo futuro, annunciando con rinnovato vigore il messaggio evangelico di liberazione. Il Santo Padre esprime bene questa perenne giovinezza della Chiesa, che trae alimento proprio dall’Eucaristia, nella bolla Incarnationis Mysterium, quando scrive: “il passo dei credenti verso il terzo millennio non risente affatto della stanchezza che il peso di duemila anni di storia potrebbe portare con sé; i cristiani si sentono piuttosto rinfrancati a motivo della consapevolezza di recare al mondo la luce vera, Cristo Signore. La Chiesa, annunciando Gesù di Nazareth, vero Dio e uomo perfetto, apre davanti ad ogni essere umano la prospettiva di essere ‘divinizzato’ e così diventare più uomo. È questa l’unica via mediante la quale il mondo può scoprire l’alta vocazione a cui è chiamato e realizzarla nella salvezza operata da Dio” (n.2). E più avanti, al n.11: “da duemila anni, la Chiesa è la culla in cui Maria depone Gesù e lo affida all’adorazione e alla contemplazione di tutti i popoli. Che attraverso l’umiltà della Sposa possa risplendere ancora di più la gloria e la forza dell’Eucaristia, che essa celebra e conserva nel suo seno. Nel segno del Pane e del Vino consacrati, Cristo Gesù risorto e glorificato, luce delle genti, rivela la continuità della sua Incarnazione. Egli rimane vivo e vero in mezzo a noi per nutrire i credenti con il suo Corpo e il suo Sangue”. Ecco, in breve, il significato giubilare del Congresso Eucaristico. Un evento dal quale, ne sono certo, tutta la Chiesa saprà trarre, attraverso la riscoperta del prezioso dono del Pane e del Vino eucaristici, la forza di vivere con maggiore intensità lo spirito missionario che deve animarne la testimonianza nel nuovo millennio. “Lo sguardo, pertanto, sia fisso sul futuro - ha scritto ancora il Papa - …Si rinfranchi, dunque, la fede, cresca la speranza, diventi sempre più operosa la carità”. Questo è l’obiettivo del Giubileo, questa è la mèta che raggiungeremo non per i nostri meriti, ma grazie al sacrificio di Cristo, cioè grazie all’Eucaristia.

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