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I giornalisti al servizio della verità

Massimo Tarantino

Il Giubileo dei Giornalisti si è aperto giovedì 1 giugno nell’Auditorio di Santa Cecilia, dove il Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Mons. John Patrick Foley, ha rivolto agli operatori dell’informazione un caloroso saluto di benvenuto. Nell’occasione i giornalisti convenuti hanno anche ricevuto un messaggio scritto di saluto da parte del Segretario Generale del Comitato Centrale del Grande Giubileo, l’Arcivescovo Crescenzio Sepe. Nel messaggio Mons. Sepe li ha ringraziati, attribuendo “una parte del merito agli operatori del mondo della comunicazione se da più di cinque mesi il Grande Giubileo del 2000 è una splendida realtà che dispiega i suoi benefici effetti spirituali sulla Chiesa e sulla società a Roma, in Terra Santa e in tutto il mondo”. Successivamente ha preso la parola il Presidente dell’Unione Internazionale della Stampa Cattolica, la signora Theresa Ee-Chooi, di Kuala Lumpur in Malesia, per una riflessione sul tema “La Chiesa all’alba di un nuovo millennio: una sfida per i comunicatori”. La signora Ee-Chooi ha affermato, tra l’altro, che i giornalisti di ispirazione cattolica “esprimono la loro fede cristiana attraverso il lavoro giornalistico, ma per far questo devono essere inseriti più profondamente nella nostra società, operando in essa più attivamente”. Separare la religione dalla vita “è troppo facile, e questo è un pericolo non solo per quelli che lavorano nella stampa cattolica, ma anche per i giornalisti cristiani che lavorano nella stampa ‘secolarizzata’”. I lavori della seconda giornata, venerdì 2 giugno, sono stati aperti dal saluto di benvenuto di Mons. Pierfranco Pastore, Segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, che si è rivolto ai giornalisti “impegnati ormai da mesi a raccontare l’Anno Santo”, invitandoli “a viverlo”, con l’augurio che possano “rispondere con entusiasmo e generosità a questo invito”. Il Cardinale Darío Castrillón Hoyos, Prefetto della Congregazione per il Clero e Membro del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, ha tenuto l’intervento centrale della mattinata, parlando sul tema “Verità e testimonianza”. Il Porporato ha affermato, tra l’altro, che leggendo il Vangelo “noi ci rendiamo conto della capacità che aveva Cristo di comunicare la Buona Notizia alla grande massa”, e in questo senso si può anche dire che Gesù “era un giornale aperto”. Ma Cristo, ha aggiunto il Cardinale, possedeva anche “la facilità di sintetizzare i grandi temi, basti pensare alle parabole”. La seconda giornata ha avuto il suo culmine nel pomeriggio, sempre presso l’Aula Paolo VI, con la conferenza internazionale che, in collegamento telefonico con Manila, Washington, Johannesburg, Mexico City, ha visto protagonisti il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato di Sua Santità, S.E. Mons. Francois Xavier Nguyen Van Thuan, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, S.E. Mons. Diarmuid Martin, Segretario dello stesso Pontificio Consiglio, e Mons. Celestino Migliore, Sottosegretario per i rapporti con gli Stati. Introducendo i lavori, il Cardinal Sodano ha pronunciato un intervento sul tema “L’opera della Santa Sede in favore della pace”, assicurando che l’impegno in tal senso “non diminuirà mai”. E, in chiusura, ha poi affermato che tutti i giornalisti, cattolici o laici, e tutti i mass media di qualunque estrazione “non possono sottrarsi a una legge elementare, quella del rispetto della verità e della libertà”. E di giornalisti al servizio della verità ha parlato anche il Cardinale Edward Idris Cassidy, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, che ha presieduto la Celebrazione Ecumenica “Festa della Parola” nella mattinata di sabato 3, presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura. La cerimonia è stata aperta dal passaggio processionale della Porta Santa. Il Porporato ha indicato le prerogative necessarie a chi esercita la professione di informare gli altri: coltivare la preparazione e la formazione, essere al servizio della verità e dell’unità, essere ambasciatori di Cristo. E quindi promuovere il bene anziché il male, la verità anziché la menzogna, la riconciliazione anziché la divisione. Tutto ciò, ha aggiunto il Cardinale, “non limita la libertà di stampa”.
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