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  Migranti, pellegrini dell’Assoluto

Nicola Nicoletti

“La vostra presenza ricorda che lo stesso Figlio di Dio, venendo ad abitare in mezzo a noi si è fatto migrante: si è fatto pellegrino nel mondo e nella storia.” Le parole pronunciate dal Santo Padre il 2 giugno, nell'omelia agli oltre 40mila fedeli presenti in piazza San Pietro per il Giubileo dei Migranti e Itineranti, hanno indicato la condizione di mobilità vissuta, oltre che dal popolo dell'Alleanza da Gesù stesso. Una folla variegata, in rappresentanza della grande "mobilità umana" ha celebrato la festa giubilare in una moltitudine di lingue ed espressioni. Il colpo d'occhio in Piazza San Pietro era veramente spettacolare: bandiere e cappelli colorati, striscioni in varie lingue e soprattutto loro, i pellegrini provenienti dai posti più remoti, a partecipare attentamente, nonostante il gran caldo, alla celebrazione del Giubileo. Giovanni Paolo II ha più volte sottolineato il dovere di accoglienza presente nelle Scritture, compito primario del cristiano. "Gesù afferma che si entra nel Regno di Dio solo praticando il comandamento dell'amore e non per privilegi razziali, culturali o religiosi ma per aver compiuto la volontà del Padre: 'Venite, benedetti dal Padre mio, … perché ero forestiero e mi avete ospitato(Mt 25, 34-35)'". Il Santo Padre ha poi ricordato la lettera di San Paolo agli Ebrei dove è scritto "Non dimenticate l'ospitalità; alcuni praticandola hanno accolto degli angeli senza saperlo"(Eb 13,2). Un invito quindi alla solidarietà ed all'accoglienza come guida del comportamento cristiano. All'inizio della Concelebrazione Eucaristica il Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e Itineranti, Mons. Fumio Hamao, aveva parlato della grande folla dei fedeli presenti in piazza che stavano a ricordare la condizione esistenziale dell'umanità: di pellegrina dell'Assoluto alla ricerca di Dio. Mons. Hamao ha presentato al Papa più pellegrino della storia coloro che dall'1 al 3 giugno stavano celebrando il proprio Anno Santo: migranti, rifugiati, studenti esteri, funzionari di istituzioni internazionali, marittimi, aeronaviganti, nomadi, pellegrini, turisti, lavoratori del settore, fieranti e circensi. All'offertorio sono stati presentati molti doni simbolici: un piccolo quadro della Vergine di Guadalupe, una trombetta, un modellino di una ruota da Luna Park, la bandiera dell'Apostolatus maris, un pane con le bandiere dei luoghi toccati dai pellegrini della Terra Santa ed il modello della barca degli Apostoli, offerta dal Comitato Maris a Portus per il Giubileo del mare. Il modello della barca degli Apostoli è stata trasportata da Haifa(Terra Santa) a Roma via mare da un equipaggio composto da cinque pellegrini di varie nazionalità e culture. Un rifugiato ha portato al Papa la Carta Giubilare dei Diritti dei profughi che il giorno prima era stata letta nell'Oratorio del Caravita. Giovanni Paolo II non si era dimenticato di loro ricordando che "tra voi vi sono migranti di diversi paesi e continenti; rifugiati sfuggiti a situazioni di violenza che chiedono di vedere riconosciuti i loro diritti fondamentali". Augurandosi che al centro del villaggio globale "sia posto sempre l'uomo e il rispetto dei suoi diritti. Il Papa ha concluso il suo discorso dicendo "Nella Chiesa non vi sono stranieri né ospiti, ma concittadini dei Santi e famigliari di Dio".
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