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Una Pentecoste interiore

Dario Busolini

Un momento di raccoglimento e meditazione personale per interiorizzare, alla luce dello Spirito Santo, l’urgenza di comunicare il messaggio cristiano di salvezza a quanti non lo conoscono ancora.  È la “Giornata di riflessione e di preghiera sui doveri dei cattolici verso gli altri uomini: annuncio di Cristo, ­testimonianza, dialogo” che il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso ha posto nel calendario giubilare la domenica di Pentecoste. Mons. Michael Louis Fitzgerald , Segretario di tale Pontificio Consiglio, ce ne spiega il valore. “Attraverso questa Giornata abbiamo voluto evidenziare l’universalità della Pentecoste. La festa di Pentecoste non è solo una festa della Chiesa, non riguarda solo quanti appartengono visibilmente alla Chiesa. Ma è una riflessione sulla missione completa della Chiesa che si rivolge ad ogni persona. Il Santo Padre ha sottolineato nella ‘Redemptoris Missio’ che il dialogo interreligioso fa parte della missione evangelizzatrice della Chiesa. Dunque, nel giorno di Pentecoste, dobbiamo pensare anche al dialogo interreligioso. Al quale segue certamente l’annuncio di Cristo. Senza l’annuncio di Cristo la missione della Chiesa non sarebbe completa. E poi fa parte di questa missione anche la testimonianza. Noi vediamo che gli Apostoli, nel giorno di Pentecoste, non hanno paura: vanno, proclamano Gesù e danno la testimonianza della loro vita. Tale testimonianza richiama ciò che ha detto il Santo Padre nella commemorazione dei testimoni della fede del XX secolo ed anche questo fa parte della missione della Chiesa: rilevare e far capire a tutte le persone che Dio è al lavoro nel mondo, all’interno ed anche al di fuori della Chiesa, potremmo dire”. Come si celebra, a Roma e nel mondo, la Giornata di riflessione e preghiera sui doveri dei cattolici? “A Roma vi sarà la Messa solenne di Pentecoste presieduta dal Santo Padre la sera del sabato in Piazza San Pietro. Quanto alle Chiese locali, ognuna è stata invitata ad approfondire le diverse dimensioni della Pentecoste. Per esempio in Francia molte diocesi hanno scelto il giorno di Pentecoste per  celebrare il loro giubileo diocesano.  Quella di Saint Denis, presso Parigi, conclude il proprio sinodo diocesano la domenica di Pentecoste.  Cosa interessante perché Saint Denis è una diocesi abitata da una popolazione molto varia, che pratica diverse religioni, ed il dialogo interreligioso è diventato uno dei punti più importanti della riflessione sinodale e, penso, anche della celebrazione della Pentecoste”. Si tratta, dunque, di una Giornata da vivere nell’interiorità, senza grandi manifestazioni? “Sì, per questo non avevamo programmato assemblee interreligiose, ma solo una giornata di riflessione e di preghiera per i cattolici al fine di diventare più coscienti della chiamata, della vocazione, della spinta dello Spirito Santo ad incontrare tutte le persone”. Questa Giornata giubilare coincide con l’apertura della grande Mostra missionaria allestita all’Abbazia delle Tre Fontane… “Certo. La Mostra si apre il giorno di Pentecoste perché la Pentecoste rappresenta l’inizio della missione della Chiesa e del resto la dimensione  interreligiosa è presente all’interno dell’esposizione”. Pochi giorni dopo, il Santo Padre invita a pranzo un gruppo di poveri, richiamando così i cristiani ad un altro dovere: la carità… “La missione della Chiesa è composta da diversi elementi. Il primo è la presenza: la semplice presenza di un cristiano credente, individualmente o come comunità, è già annuncio di qualche cosa. Poi vi sono la liturgia e la preghiera, che fanno pure parte della missione della Chiesa, e quindi l’azione sociale, la carità. Quest’ultima non è un’aggiunta alla missione, ma una sua componente essenziale. Inoltre, dobbiamo ancora aggiungere il dialogo interreligioso: l’incontro con persone di altre religioni, e infine, come apice, l’annuncio di Gesù Cristo e l’invito a cogliere la salvezza che è in Gesù, a ricevere il Battesimo ed entrare nella comunità ecclesiale”. A proposito di Dialogo interreligioso, come valuta il contributo che il Giubileo sta dando alle relazioni tra i cattolici e i credenti in fedi diverse? “Vediamo che a Roma, in questo anno giubilare, arrivano anche gruppi di non cristiani. Un gruppo di buddisti, per esempio, arriverà dal Giappone proprio per prendere parte alla Messa di Pentecoste.  In un certo senso, la nostra Assemblea interreligiosa dello scorso ottobre ha anticipato il Giubileo. Mi pare che questo abbia creato un’aspettativa, un nuovo rapporto tra i cristiani e le persone di altre religioni”.

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