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I reclusi degli ospedali psichiatrici: un gesto di attenzione per i più dimenticati

Nicola Nicoletti

Giovanni Paolo II nel suo Messaggio per il Giubileo nelle carceri ha voluto ricordare tutti coloro che sono privati della propria libertà: uomini, donne, minori e malati psichici, forse gli ultimi di una categoria di ultimi. Il Papa ha preso a cuore coloro che soffrono negli ospedali psichiatrici giudiziari, OPG, come vengono comunemente chiamati oggi. Sono gli eredi dei manicomi, le ultime spiagge per tante persone che, malate di mente, vengono ad essere ospitate fra le mura di queste particolari prigioni. Costituiscono sicuramente un caso anomalo non essendo né ospedali né case circondariali. In Italia gli infermi di mente sono alloggiati oltre che all’interno di appositi ambienti presenti in alcuni istituti penitenziari, in strutture interamente dedicate a questo tipo di persone. Reggio Emilia, Montelupo Fiorentino, Napoli, Aversa e Barcellona Pozzo di Gotto sono gli istituti OPG tuttora attivi: anche a questi malati, spesso ignorati e dimenticati da tutti, il Santo Padre ha voluto rivolgere un affettuoso pensiero pregando nell’Anno Santo, l’anno della Grazia per tutti. Forse “in questi luoghi l’incontro con Gesù risulta ancora più facile agli occhi del credente: qui si trova l’ultimo, il fratello più povero ed indifeso”. Sono le parole di don Daniele Simonazzi, cappellano nell’OPG di Reggio Emilia. “L’incontro con il Cristo Crocifisso fa parte della realtà di chi opera in queste particolari strutture, viviamo a contatto con dei fratelli che spesso sperimentano la dura realtà della sofferenza”. Don Daniele incontra settimanalmente i circa 200 reclusi e con loro tiene degli incontri di catechesi per la preparazione della Liturgia domenicale. Spesso all’interno di questi luoghi dove è facile sperimentare la solitudine e l’abbandono, operano anche delle associazioni di volontariato che contribuiscono con la loro opera ad evitare che i pazienti si chiudano in se stessi. La presenza del cappellano e dei volontari contribuisce a portare, anche negli ospedali psichiatrici giudiziari, realtà spesso ignorate o dimenticate da tutti, la proposta salvifica del Vangelo. La parola che il Papa ha pronunciato nel suo Messaggio vuole essere un richiamo affinché non ci si dimentichi che l’Anno Santo è tempo di grazia per tutti i figli di Dio, anche per i nostri fratelli malati.              

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