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Malati, la speranza in prima fila
Massimo Aquili
Grazie allÂaiuto dei volontari, dieci Âfratelli e sorelle malati superano i gradini del palco papale col proprio carico di dolore e speranza. Uno alla volta, il Santo Padre li attende in piedi davanti allÂaltare, impone loro le mani poi li unge con lÂOlio santo. Giuseppe, trentÂanni su una lettiga, stringe le mani del Papa e le bacia. NellÂalbum di immagini offerto dalla Celebrazione eucaristica del Giubileo degli ammalati e degli operatori sanitari dellÂ11 febbraio, quelle dellÂUnzione degli Infermi sono forse le più simboliche per il valore della testimonianza di fede e di solidarietà: dal Âportare la persona malata in carrozzina su per le scale, un gesto per molti Âbarellieri davvero quotidiano e qui per la prima volta celebrato, al cercare in Cristo la Risposta. ÂIl Verbo incarnato si è fatto incontro alla nostra debolezza assumendola su di sé nel mistero della Croce. Da allora ogni sofferenza ha acquistato una possibilità di senso, che la rende singolarmente preziosaÂ, ha spiegato il Santo Padre allÂomelia, ricordando che lÂunica Âchiave per leggere il disegno di Dio quando la sofferenza bussa alla nostra porta è la ÂCroce di CristoÂ. Sfogliando lÂalbum, altri gesti, altre immagini, tutte nate dallo scambio di senso e cura che nasce tra i malati e i loro accompagnatori, dalle Âcarezze infinite alla fatica del quotidiano. Quante famiglie, e quanti bambini. I gruppi dellÂUnitalsi erano innumerevoli. Composti, consapevoli, nella Piazza vi erano 35mila pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, come ha ricordato Mons. Javier Lozano Barragán presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale della salute. Tra di essi un vero reggimento di assistenti e volontari, circa 10mila e migliaia di medici, infermieri, sacerdoti e religiosi impegnati accanto alla sofferenza. Inconfondibili con le loro cuffie bianche e i mantelli blu, le Âdame dellÂUnitalsi si muovevano con premura tra le circa 2500 Âsedie a ruote disposte in Âcorsie ai piedi del sagrato, per accudire amorevolmente i malati. Soltanto la distribuzione dellÂEucaristia ha scompaginato quelle file ordinate. La mattina di sole e tramontana ha messo in gara per distribuire tè caldo e coperte anche centinaia di volontari del Giubileo impegnati nella Piazza, insieme a quelli dellÂOrdine di Malta, delle Misericordie, dellÂHospitalité, della Croce Rossa. Tutti pronti nelle loro divise, tra i malati, vicini alle ambulanze e alle tende da campo schierate in Piazza Pio XII. ÂNon è consentito Âpassare oltre di fronte a chi è provato dalla malattia  ha affermato il Santo Padre, facendosi portavoce del sentimento - Occorre piuttosto fermarsi, chinarsi sulla sua infermità e condividerla generosamente, alleviandone i pesi e le difficoltàÂ. |