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La teologia del cuore che ama

+ Paolo Maria Hnilica

“Misericordia” è la parola più usata nel Vecchio Testamento perché vuol dire “Amore di Dio verso noi peccatori, amore misericordioso”. Perciò la tenerezza, la pietà, la clemenza, ecc. sono segno della Misericordia di Dio verso di noi. Dio ha tanto amato il mondo da darci il Suo unico figlio. È Gesù quindi la Misericordia del Padre. Dio ha sempre liberato il suo popolo attraverso la Sua Misericordia che è stata così celebrata fin dagli inizi: “Celebrate il Signore perché è Buono, Eterna è la Sua Misericordia”. Suor Faustina, una semplice suora che non aveva frequentato alcuna scuola di teologia, parla di questo grande mistero come un grande dottore della Chiesa; a Lei il Signore ha rivelato gli abissi della Sua Misericordia attraverso la quale si comprende tutta la storia della Redenzione. Io ho avuto la grazia di conoscere negli anni 50 il carissimo Don Carlo Vivaldelli, la cui conoscenza del massaggio di Suor Faustina mi affascinò. Attraverso questo sacerdote anch’io sono diventato un discepolo del messaggio della Divina Misericordia. Venivo, infatti, da una scuola dura: quella della persecuzione, durante la quale ero stato ordinato clandestinamente vescovo. Il comunismo aveva devastato la mia patria, la Slovacchia, come tante altre nazioni, come aveva profetizzato la Madonna di Fatima. Sarebbe troppo lungo raccontare questa dolorosa esperienza.  Eravamo carcerati per la fedeltà al Papa, chi ci ha dato la forza? Un vescovo carcerato, beffato dai comunisti che gli gridavano la loro vittoria sulla Chiesa, rispondeva: “Si è vero, i comunisti hanno calcolato ogni elemento per distruggerla; ma hanno dimenticato l’elemento più importante di tutti: lo Spirito Santo e perderanno questa battaglia”. Lo Spirito Santo, l’Amore di Dio, la Sua Misericordia sono stati il nostro conforto, la nostra forza proprio come Gesù ci aveva promesso durante la persecuzione. Sembra un assurdo, eppure, proprio in quelle circostanze estreme di persecuzione, abbiamo imparato a diventare Apostoli della Divina Misericordia. Infatti, l’unico rimedio contro la menzogna comunista, o meglio, contro il padre della Menzogna, Satana, è il perdono e la preghiera per i nostri nemici. Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha testimoniato più volte che il messaggio della Divina Misericordia è, in realtà, il rimedio celeste dato per questo secolo devastato da due guerre mondiali. La potenza di questo messaggio, alla luce della persecuzione sia nazista che comunista, risplende in modo tutto particolare; non a caso questo messaggio proviene proprio dall’est: la terra dei dolori e dei martiri di questo secolo. Per me, che sono stato ordinato vescovo in clandestinità, il messaggio di Fatima è sempre stato una grande luce e guida. Le parole della Madonna: “infine il mio cuore Immacolato trionferà, la Russia si convertirà” sono state sempre una certezza; ero convinto, anche nei periodi più bui sia nell’est, sia qui a Roma da profugo, che queste parole si sarebbero realizzate. Non c’è niente che possa vincere l’amore di una Madre, anche l’uomo più crudele non potrà mai sopprimere dentro di sé l’amore per la mamma. Per questo progetto di Misericordia e Redenzione la Madonna ha chiesto il nostro aiuto, la nostra collaborazione, la nostra sofferenza, la nostra preghiera, la nostra fiducia ed adorazione. Il messaggio della Divina Misericordia si colloca nello stesso progetto di quello di Fatima, cioè il piano misericordioso di Dio, che vuole la salvezza di tutta l’umanità. Infatti la Madonna ha preparato Suor Faustina a questa missione, lei è figlia di una congregazione tutta mariana. Si comprende allora perché sia il messaggio di Fatima che quello di Cracovia sono rivolti al Santo Padre, alla Chiesa ed al mondo. Entrambi i messaggi chiedono la collaborazione di tutti ed hanno un unico fine: la conversione dei peccatori e la pace del mondo: “L’umanità non troverà pace fino a quando non si rivolgerà con fiducia alla mia Misericordia”; questa promessa di Gesù misericordioso a Faustina fa eco a quella di Fatima. Papa Giovanni Paolo II, figlio del nostro Est, porta dentro di sé il segno di questi due messaggi e di queste due promesse. Lui è il Papa di Fatima, del trionfo promesso a Fatima, Lui è il Papa promesso e preparato dal messaggio della Divina Misericordia. “Fatima ci aiuta a vedere la mano di Dio, Padre Misericordioso, anche in questo ventesimo secolo”, sono parole che il Santo Padre ha scritto nella lettera al vescovo di Leira, in occasione dell’ottantesimo anniversario delle apparizioni di Fatima, il 1 Ottobre 1997. Per noi perseguitati nei campi di concentramento, la mano Misericordiosa di Dio brillava attraverso la luce del messaggio di Fatima. Noi soffrivamo e offrivamo per i nostri persecutori e ci sentivamo come il popolo eletto in Babilonia, quando Daniele pregava: “Ci hai dato in potere dei nostri nemici, ingiusti, i peggiori tra gli empi, e di un re iniquo, il più malvagio su tutta la terra. Non ci abbandonare fino in fondo, per amore del tuo nome, non rompere la tua alleanza, non ritirare da noi la tua misericordia, fa con noi secondo la tua clemenza, trattaci secondo la tua benevolenza, secondo la grandezza della tua misericordia. Salvaci con i tuoi prodigi, dà gloria, Signore, al tuo nome”. Veramente la liberazione dell’Est è coincisa con l’avvento di questo Pontificato consacrato a Maria, consacrato alla Divina Misericordia. Egli è stato il massimo strumento del crollo del comunismo nell’Est, nella sua enorme e potente struttura. Anche lo stesso Gorbaciov ha riconosciuto questo.

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