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  Quella gioia che si moltiplica

Laura Galimberti

C’era da aspettarselo. La gioia incontenibile espressa dai giovani in Piazza San Pietro e San Giovanni a 24 ore dall’inizio ufficiale della Giornata mondiale si è moltiplicata. Roma in festa, ha assistito attonita e compiaciuta al raccontarsi dei ragazzi, che ha fatto seguito all’incontro di benvenuto. Non erano solo 300 i luoghi in cui si sono narrate storie di conversione, esperienze autentiche di comunione con il canto, la musica o con passi di danza, mostre e preghiere. Roma è stata un unico grande Incontragiovani. Ogni luogo e ogni momento ha scatenato la gioia degli oltre 700mila, o forse più, ragazzi della Giornata mondiale, che con una spontaneità che ammutoliva anche i più scettici, hanno danzato e cantato la gioia di percepirsi insieme in cammino.  Un sorriso spontaneo era il biglietto d’ingresso. Abbiamo assistito il 16 agosto, correndo da un luogo all’altro della città, al moltiplicarsi di questo incredibile fenomeno. La cronaca comincia dalla basilica di San Clemente: al caffè ecumenico allestito da Jubilatio centinaia di giovani seduti intorno ai tavolini conversano tra di  loro, sorseggiando una bevanda fresca. Alcuni navigano con i PC visitando i siti ecumenici o scambiando in conversazione elettronica alcuni pensieri con giovani in fondo non più così lontani. Una visita alla mostra sulle icone allestita nell’atrio, dai fondamenti teologici alle tecniche di esecuzione, mentre alcuni giovani e una suora sono alle prese con colori e legno per offrire una dimostrazione. A San Giovanni le prove di “Forza Venite Gente”, in programma la sera, proseguono serratissime, calamitando l’attenzione di migliaia di pellegrini. Poco più avanti presso la basilica di S. Croce i ragazzi della Repubblica Ceca propongono uno spettacolo di danze e canti tradizionali. Ci trasferiamo dall’altra parte della città in Piazza Euclide, tra fiumi di ragazzi in cammino. Stesso identico spettacolo. Nella Chiesa del Sacro Cuore Immacolato di Maria centinaia di giovani di tutte le provenienze danzano ai ritmi dell’Alleluja band, un gruppo di giovani, in costumi tradizionali, del Malawi. Su un banco in fondo alla chiesa li guarda commossi Padre Mario Pacifici, il loro “manager”. Sì perché ha iniziato nel ‘77  la missione nel loro villaggio e già nel ‘78, intuendo la passione e il talento di questi giovani, ha cercato di incoraggiarli e sostenerli. Riscoperta delle danze tradizionali e messaggio evangelico la loro formula. “Oggi dopo il viaggio del Papa nel ‘94 in Malawi è il gruppo più conosciuto. Vedi tra di loro c’è anche una bambina”. Ha dieci anni, racconta. “Ieri ha gridato la sua gioia al Santo Padre per tutto il tempo. Poi si è addormentata per terra. Una poliziotta le ha regalato il suo braccialetto d’oro. Guarda come lo indossa con fierezza”. Lasciamo commossi l’ennesima testimonianza ricevuta in dono, a pochi passi Villa Borghese in festa accoglie i giovani che partecipano a “il coraggio di vivere questo nostro tempo”. Agesci, FSE, Azione Cattolica e Gioc insieme ai giovani che nei cammini impegnativi loro proposti fanno esperienza viva della Chiesa, esprimono la ricchezza della diversità, che diviene luogo di comunione alla luce di Cristo. Torniamo a San Giovanni. Nella Basilica è iniziato da poco l’incontro dei fidanzati. A guardar bene la basilica è stracolma di giovani coppie “in cammino” convinte, ognuna nella propria povertà, che “forte come la morte è l’amore”. Coppie di giovani fidanzati o sposati si raccontano, svelando difficoltà e paure, ma anche il segreto della gioia racchiusa nelle fedi dorate che hanno un peso e un valore incommensurabile solo insieme. Tornando verso San Pietro ci fermiamo alla Chiesa Nuova: vogliamo anche noi unirci a quella catena di preghiera di ringraziamento e di lode insieme a migliaia di giovani che vi sostano ininterrottamente per l’adorazione eucaristica, ai tanti “grazie” di chi ha incontrato e ricevuto.
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