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La Festa del Perdono al Circo Massimo

David Murgia

Sono arrivati dai quattro punti cardinali. Ordinati, in fila, hanno cantato tutti insieme l’ “Emmanuel”, l’inno ufficiale del Giubileo dei giovani. Sono scesi al Circo Massimo, l’antico circo romano, luogo di martirio dei primi cristiani, attrezzato per l’accoglienza, ed hanno celebrato la “Festa del Perdono”. Sono i ragazzi della Giornata Mondiale della Gioventù che, a turno nei tre giorni precedenti la veglia a Tor Vergata con Giovanni Paolo II (il 16, 17, 18 agosto) si sono ­accostati al Sacramento della Riconciliazione. A scaglioni i gruppi prima hanno partecipato alle catechesi ed hanno varcato la Porta Santa della Basilica di San Pietro, poi hanno completato con la confessione il proprio pellegrinaggio giubilare. Per tre giorni il Circo Massimo si è trasformato in una grandissima chiesa all’aperto. Al centro del campo è stata posta la Croce dell’Anno Santo, mentre al lato un grosso palco ha ospitato le celebrazioni eucaristiche. Cartelli e segnali hanno guidato i giovani pellegrini verso il proprio settore. Ad attenderli c’erano sacerdoti e religiosi che nei bianchi e nei semplici confessionali allestiti sotto i 13 capannoni, sono stati a disposizione per la confessione, per un consiglio. A fianco dei piccoli confessionali era scritta la lingua parlata dal sacerdote. C’erano tutte le lingue. Dalle più comuni alle più diverse: il magiaro, il malesiano, il mandarino. I confessori vestiti con i paramenti sacri hanno ascoltato, dialogato, consolato.  Tutto si è svolto con ordine, grazie anche all’aiuto dei volontari che hanno smistato i penitenti a secondo della lingua e della provenienza. Alcuni volontari hanno preparato i giovani alla confessione, indicando dei passi biblici, preghiere, giaculatorie. I testi della liturgia della Parola sono stati letti e commentati sotto forma di esame di coscienza. Duemila i sacerdoti impegnati a confessare. Più di 300 i confessionali. Ecco la cronaca della giornata di giovedì 17 agosto. I protagonisti della Giornata Mondiale sono cominciati ad arrivare nelle prime ore del mattino. Verso le 8 si sono radunati al centro del Circo Massimo. Si sono preparati alla celebrazione della Messa Internazionale (celebrata 4 volte al giorno: due celebrazioni nella mattinata, due nel pomeriggio). Tra canti universali e preghiere, sono state lette in più lingue le letture. Ha iniziato a leggere uno scout di lingua italiana, poi è salito sul palco un giovane irlandese, un polacco, un tedesco, un francese. Così anche per il Vangelo. L’omelia, un pensiero di riflessione ripetuto dai sacerdoti concelebranti, ognuno nella propria lingua. La liturgia è stata animata dai ragazzi. Tutti hanno pregato insieme. Tutti hanno partecipato alla medesima Eucaristia. Nel frattempo erano iniziate le prime confessioni. A mezzogiorno i sacerdoti erano già impegnati a confessare. Gli altri hanno aspettato il proprio turno. Si è cantato, si è pregato, ci si è confrontati. Fino a mezzanotte è stato possibile confessarsi. “Il Perdono è una festa – ha detto Andrea, che viene da Genova e studia lettere – e il buon cristiano non può essere triste. La gioia del Vangelo, della buona notizia, ti da forza di vita, voglia di crescere”. L’entusiasmo è stato coinvolgente. Si è letto  negli occhi delle migliaia di giovani che hanno aspettato di confessarsi. “Sono venuta qui – ha commentato Simona di Venezia – preparata e pronta a vivere una forte esperienza di fede”.
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