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UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE
DEL SOMMO PONTEFICE

 

Magnum Iubilæum. Trinitati Canticum

Magnum Iubilæum - Trinitati Canticum

PREFAZIONE 

1. Conservare la memoria del Giubileo

Il Grande Giubileo del 2000 si è concluso il 6 gennaio 2001 con la chiusura della porta santa della Basilica Vaticana. Da allora la porta santa è rimasta la principale memoria dell’evento giubilare. Lo stesso evento, atteso con trepidazione prima e vissuto poi nel suo svolgimento a partire dalla notte di Natale del 1999, è ora conservato soprattutto nella memoria. E’ proprio il desiderio della memoria che spinge i numerosi pellegrini che ogni giorno fanno visita alla Tomba dell’Apostolo Pietro nella Basilica Vaticana a soffermarsi davanti alla Porta Santa. Gli anonimi pellegrini della Basilica nel fissare il loro sguardo sulla Porta Santa dicono il desiderio di voler ricordare l’evento giubilare.

Quel vero e proprio memoriale che è la Porta Santa e con esso l’esperienza straordinaria degli eventi di grazia vissuta dal Natale 1999 alla Epifania 2001 ha bisogno di essere raccontata, come il Papa Giovanni Paolo II esortava:. «Quanto è avvenuto sotto i nostri occhi chiede di essere riconsiderato e, in certo senso, decifrato, per ascoltare ciò che lo Spirito, lungo quest’anno così intenso, ha detto alla Chiesa (cf. Ap 2, 7. 11. 17 ecc.)» (NMI, 2). Per questo l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, come ha già fatto per l’Anno Mariano 1987/88 (cf. Liturgie dell’Oriente Cristiano a Roma nell’Anno Mariano 1987-88, LEV 1990), desidera far conoscere a tutta la Chiesa la ricchezza e il valore dei misteri celebrati perché continuino ad alimentare la vita ecclesiale e non finiscano, con il passare del tempo, per cadere nell’oblio.

Il presente volume dal titolo Magnum Iubilæum - Trinitati Canticum vuole così narrare l’esperienza del Giubileo attraverso le liturgie presiedute dal Santo Padre. Si tratta pertanto di un strumento per conservare e rinnovare la memoria dell’anno giubilare riproponendo i testi liturgici, le indicazioni rubricali e gli altri elementi rituali, così come era stato fatto per ogni singola celebrazione. Con questa pubblicazione si desidera mettere in rilievo non solo la varietà delle diverse liturgie ma anche la ricchezza teologica e pastorale che le tematiche giubilari, attuate nelle celebrazioni pontificie, hanno portato a tutta la Chiesa. «”Un fiume d’acqua”, quello che perennemente scaturisce “dal trono di Dio e dell’Agnello” (cf Ap 22, 1) si è riversato sulla Chiesa. È l’acqua dello Spirito che disseta e rinnova (cf. Gv 4, 14). È l’amore misericordioso del Padre che, in Cristo, ci è stato ancora una volta svelato e donato» (NMI, 1). L’esperienza dell’anno giubilare infatti va ricordata perché l’evento di grazia annunciato da Gesù di Nazaret e celebrato nel Giubileo continua nella vita della Chiesa, vita nella quale il popolo santo di Dio prosegue il suo cammino di conversione e di ritorno al Padre. Collocare le celebrazioni al centro del Giubileo significa infatti ribadire la centralità della liturgia nella vita della Chiesa e il particolare ruolo assunto, per le Chiese locali, dalle celebrazioni presiedute dal Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale.

Il lettore attento, infine, aiutato dalle Presentazioni alle singole celebrazioni, potrà facilmente rendersi conto dell’attenzione e della cura con cui sono stati preparati dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice i testi e le sequenze rituali che hanno fatto delle celebrazioni liturgiche il principale punto di riferimento del Giubileo.

2. La preparazione del Giubileo 

Nessun Giubileo della storia è stato preparato con tanta cura e illustrato con tanta ricchezza e profondità come il Grande Giubileo del 2000. Il Papa Giovani Paolo II vi ha dedicato quattro documenti pontifici: la  Lettera Apostolica Tertio Millennio Adveniente (TMA), sulla preparazione e il contenuto del Giubileo (10 novembre 1994); la Bolla di indizione Incarnationis mysterium (IM), sulle modalità di svolgimento (29 novembre 1998); la Lettera sul pellegrinaggio ai luoghi legati alla storia della salvezza, sul senso del cammino e del viaggio interiore (29 giugno 1999) e infine la Lettera Apostolica Novo millennio ineunte (NMI), sul futuro di speranza aperto all’umanità all’inizio del nuovo millennio (6 gennaio 2001).

In particolare la Lettera Apostolica TMA, del 10 novembre 1994, ha segnato per tutta la Chiesa l’inizio della preparazione del giubileo del 2000. La preparazione portata avanti dall’Ufficio delle Celebrazioni è stata caratterizzata anzitutto dallo studio e dalla ricerca scientifica. Da alcuni decenni, infatti, a seguito dell’importanza assunta dalle celebrazioni presiedute dal Papa, dovuta anche ai mezzi delle comunicazioni sociali e ai viaggi apostolici dei Sommi Pontefici nelle diverse chiese particolari, accanto al lavoro rubricale si era reso necessario privilegiare sempre più, nell’attività dell’Ufficio, il lavoro di preparazione delle celebrazioni: incontri di esperti, impostazione generale delle celebrazioni, preparazione dei testi, dei sussidi, dei canti, attenzione alla disposizione del luogo e alle diverse esigenze e mentalità. Anche per la preparazione del Giubileo del 2000 l’Ufficio ha seguito lo stesso metodo. 

I Seminari di studio 

In vista del Giubileo, sono stati convocati nella Città del Vaticano tre Seminari di studio cui hanno partecipato vari esperti provenienti da diverse nazioni. Il primo si tenne dal 1° al 3 febbraio 1996 ed ebbe come titolo: «Le celebrazioni liturgiche pontificie del Giubileo del 2000, alla luce della Tertio millennio adveniente. Orientamenti e proposte». Il secondo Seminario, dal 5 al 7 ottobre 1998, trattò il tema: «Testi e musica nelle celebrazioni presiedute dal Santo Padre in vista del grande Giubileo del 2000». Il terzo Seminario infine, dall’11 al 13 febbraio 1999 ebbe per titolo: «La televisione e le celebrazioni liturgiche presiedute dal Santo Padre nel Grande Giubileo del 2000». A quest’ultimo Seminario, organizzato d’intesa con il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, vennero invitati i rappresentanti di tutte le reti televisive interessate a trasmettere e a commentare le celebrazioni pontificie.

Le conclusioni dei Seminari [cf. Rivista Liturgica, Anno 83° (1996) n. 2; Rivista Liturgica, Anno 86° (1999), n. 2-3; Rivista Liturgica, Anno 87° (2000) n. 1] hanno permesso all’Ufficio di affrontare con maggior sicurezza e consapevolezza la preparazione concreta del Giubileo. Vennero cioè poste le basi per l’impostazione generale del Giubileo e in particolare delle celebrazioni liturgiche che lo avrebbero caratterizzato. 

Il Calendario

Il primo Seminario di studio, trattando specificatamente delle celebrazioni liturgiche del Giubileo, costituì la base e il punto di riferimento di tutta l’attività dell’Ufficio e in particolare delle celebrazioni dell’intero anno giubilare. Inoltre, le conclusioni del Seminario furono molto utili per la redazione del Calendario del 2000 pubblicato dal «Comitato Centrale del Grande Giubileo dell’anno 2000» il 21 maggio 1998. Il Calendario, che ebbe una nuova edizione il 1° novembre 1999, si componeva da una Introduzione e dall’Elenco delle celebrazioni distribuite nei vari mesi dell’anno a partire dal 24 dicembre 1999 fino al 6 gennaio 2001.

Il contributo dell’Ufficio è stato dato in due momenti successivi e ha riguardato sia l’elenco delle celebrazioni che il testo della «Premessa». Il 4 giugno 1996 l’Ufficio comunicava alla Segreteria del Comitato Centrale dell’Anno Santo alcuni orientamenti e proposte proprio in vista della stesura del Calendario del 2000. Dopo alcune indicazioni circa l’apertura e chiusura della Porta Santa della Basilica Vaticana - che doveva essere aperta per prima nel Natale 1999 e chiusa per ultima a conclusione del Giubileo -, si ricordava la necessità di rispettare la struttura e il contenuto dell’Anno Liturgico della Chiesa. Si insisteva poi sulla varietà delle celebrazioni: celebrazione dei Sacramenti; Liturgia delle Ore; celebrazioni vigiliari; celebrazioni della Parola e penitenziali; pii esercizi del popolo cristiano. Si consigliava anche di limitare il numero delle celebrazioni giubilari presiedute dal Papa: a lui si dovevano riservare solo le grandi celebrazioni dell’Anno liturgico e quelle specifiche dell’anno giubilare. Occorreva inoltre evitare di impostare le celebrazioni del Giubileo prevalentemente in base alle categorie di persone, come invece venne fatto in occasione dell’Anno Santo del 1983 (cf. Calendario delle principali celebrazioni previste durante l’Anno Santo, in L’Osservatore Romano, 23 marzo 1983, p. 2). Si davano poi indicazioni sulle celebrazioni nei Riti delle Chiese Orientali, sui Riti di Canonizzazione e Beatificazione, sui Congressi internazionali. Si insisteva sulla necessità di una catechesi relativa alle indulgenze che trattasse soprattutto della conversione personale e comunitaria e della infinita misericordia di Dio, su alcuni gesti di carità che dovevano accompagnare le celebrazioni del Giubileo. Si accennava infine anche ai luoghi delle celebrazioni e alla necessità di prevedere un servizio liturgico adeguato nelle basiliche romane. A conclusione delle proposte si raccomandava lo spirito di accoglienza a tutti i livelli: «Il Giubileo sarà un’occasione per testimoniare e comunicare in qualche modo a tutti, pellegrini e non, il ministero di accoglienza del Vescovo di Roma “che presiede all’universale carità”».

In realtà, dopo il primo Seminario, il Calendario delle celebrazioni presiedute dal Santo Padre nell’Anno Santo era già delineato. Oltre alle grandi celebrazioni dei tempi forti che caratterizzano il ciclo annuale dei misteri di Cristo erano elencate ed illustrate le celebrazioni tipiche di ogni Giubileo e in particolare del Giubileo del 2000 tratte dai grandi temi indicati dalla TMA. Le celebrazioni riguardavano sia l’Anno Giubilare vero e proprio che i tre anni di preparazione. Tra le celebrazioni presiedute del Santo Padre si dovevano poi aggiungere quelle dell’apertura della Porta Santa delle Basiliche di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore che personalmente suggerii al Santo Padre alla fine dell’estate del 1999. L’apertura della Porta Santa della Basilica di San Paolo era già stata prevista martedì 18 gennaio 2000, per sottolineare il peculiare carattere ecumenico del Giubileo, in occasione dell’inizio della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani presieduta dal Santo Padre (cf. «Calendario dell’Anno Santo del 2000» del 21 maggio 1998).

L’elenco delle celebrazioni dell’Anno Giubilare compilato dal Comitato Centrale dell’Anno Santo con la collaborazione dell’Ufficio venne pubblicato il 21 maggio 1998 con il titolo «Calendario dell’Anno Santo del 2000».

Il testo della «Premessa» del Calendario era stato preparato dal P. Ignazio Calabuig, O.S.M., Consultore dell’Ufficio, recentemente scomparso, che già aveva dato un notevole contributo al Seminario di Studio del 1996. Il testo, chiaro, completo e in sintonia con lo spirito e le norme dell’Anno liturgico, rimase punto di riferimento per le celebrazioni del 2000. Anche i futuri Anni Santi potranno trovare nel testo una guida sicura per la stesura del Calendario giubilare nel rispetto del ciclo annuale del mistero di Cristo. Nell’elenco delle celebrazioni che seguiva la «Premessa» furono inclusi alcuni elementi non sempre in sintonia con lo spirito e il primato delle celebrazioni liturgiche volute dall’Ufficio. Si noti ad esempio l’indicazione ripetuta più volte nel Calendario circa i concerti di orchestre filarmoniche; il saluto ai partecipanti  alla Maratona la solennità del 1° gennaio; l’Udienza generale il Mercoledì delle Ceneri. Inoltre, come rammentato a suo tempo dall’Ufficio, si sarebbe dovuto maggiormente contenere la tendenza a moltiplicare l’indicazione di celebrazioni di giubilei per categorie di persone. Se a ciò si aggiunge l’inserimento di vari riti di Beatificazione e di Canonizzazione, l’indicazione circa i vari Congressi internazionali e le varie giornate mondiali, si comprende come le celebrazioni dell’Anno Liturgico e le celebrazioni giubilari vere e proprie abbiano finito per essere alquanto oscurate nell’insieme delle molteplici indicazioni di altri eventi. In altre parole, l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice avrebbe preferito un calendario dell’Anno Santo basato sul dato misterico: anno liturgico e anno giubilare.

Il Calendario dell’Anno Santo, infatti, non doveva né poteva contenere tutte le celebrazioni e tutti gli eventi che di fatto avrebbero avuto luogo nel tempo giubilare. Si pensi ad esempio alle celebrazioni quotidiane e domenicali delle varie comunità ecclesiali che hanno avuto luogo nelle basiliche romane e in particolare nella Basilica Vaticana. Quasi tutti i sabati dell’anno giubilare l’Ufficio delle Celebrazioni è stato impegnato nell’organizzare in piazza San Pietro la celebrazione della Santa Messa di più comunità diocesane raggruppate insieme e guidate dai rispettivi Vescovi. Di grande aiuto per le celebrazioni è stato l’Ufficio Liturgico del Giubileo istituito dal Comitato Centrale. L’Ufficio ha provveduto a coordinare e a seguire lo svolgimento delle innumerevoli celebrazioni giubilari e iniziative di preghiera, soprattutto quelle quotidiane, settimanali e mensili.

3. Struttura e contenuto del volume

Il presente volume è articolato in tre parti. La prima parte riporta i testi delle celebrazioni; la seconda, gli studi; la terza, la documentazione.

La prima parte si apre con l’elenco cronologico delle celebrazioni. Vengono riportate le celebrazioni più importanti che si sono succedute nel corso dell’Anno Giubilare nella Basilica Vaticana e nelle altre Basiliche Patriarcali, a Roma e anche nei due pellegrinaggi che il Santo Padre ha compiuto nel 2000. L’elenco, oltre alle celebrazioni indicate dal Calendario ufficiale, riporta anche le celebrazioni più rilevanti per la partecipazione dei fedeli e per la risonanza che esse hanno avuto. Il titolo di ogni celebrazione è arricchito da alcune note essenziali. L’elenco è indispensabile per vedere non solo il cammino celebrativo che ha accompagnato l’Anno Giubilare, ma anche la presenza nelle basiliche romane delle comunità ecclesiali provenienti dalle diverse parti del mondo. L’elenco, infine, aiuta a comprendere il lavoro di accoglienza, di preparazione e di organizzazione che è stato svolto.

Dopo l’elenco cronologico delle celebrazioni sono riportati i testi delle celebrazioni maggiormente caratteristiche dell’Anno Santo del 2000.

I testi delle celebrazioni, che comprendono: la presentazione, i testi eucologici, i testi biblici, le rubriche e i testi musicali, sono tratti dai sussidi per i fedeli e dai libri liturgici per il Santo Padre preparati durante l’Anno Santo dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice.

I testi delle singole celebrazioni sono arricchiti ogni volta da alcune immagini fotografiche.

Le celebrazioni abbracciano sia il periodo di preparazione che il periodo di svolgimento dell’Anno Giubilare, comprendendo anche alcuni momenti rituali che riguardarono le Porte Sante: la recognitio prima della loro apertura e la muratura dopo la conclusione del Grande Giubileo.

Le menzionate celebrazioni, riportate in ordine cronologico, comprendono:

a) Celebrazioni proprie alla tradizione o  allo spirito degli Anni Giubilari:

Apertura e Chiusura della Porta Santa delle quattro Basiliche Patriarcali; Giubileo nelle carceri; Giubileo con i disabili.

b) Celebrazioni peculiari del Grande Giubileo del 2000:

Celebrazione di inizio di ciascuno dei tre anni di preparazione al Giubileo; Commemorazione di Abramo; Pellegrinaggio al Monte Sinai; Pellegrinaggio in Terra Santa; Giornata del Perdono; Commemorazione Ecumenica dei Testimoni della fede.

c) Le Celebrazioni che, in occasione del Giubileo, sono state arricchite da alcune particolarità rituali, come ad esempio:

La Santa Messa della Risurrezione del Signore e la Celebrazione del Sacramento del Matrimonio nel Giubileo delle Famiglie.

La seconda parte del volume, dedicata agli studi, è quella più articolata.

Gli studi sono raggruppati in varie sezioni. La prima tratta delle cinque celebrazioni caratteristiche del Giubileo del 2000: l’Apertura e la Chiusura della Porta Santa della Basilica Vaticana; l’Apertura della Porta Santa e la celebrazione ecumenica nella Basilica di San Paolo; la Commemorazione di Abramo; la «Giornata del Perdono»; la Commemorazione Ecumenica dei Testimoni della fede del secolo XX. Sono celebrazioni che si riferiscono ai grandi temi sottolineati dal Papa nella Lettera Apostolica sulla preparazione del Giubileo, nella Bolla di Indizione e nella Lettera sul pellegrinaggio ai luoghi legati alla storia della salvezza.

Le altre sezioni della seconda parte del volume sottolineano aspetti importanti delle celebrazioni giubilari:

- gli elementi simbolico- rituali (i luoghi, la gestualità, le icone, le vesti e le insegne);
- la preghiera, la parola e il canto (aspetto pastorale, spirituale, mistagogico, ecumenico);
- le riprese televisive.

La terza parte del volume, infine, è dedicata alla documentazione. Sono riportati i documenti ufficiali del Papa sul Giubileo e il testo del Calendario dell’Anno Santo 2000.

Un utile sussidio per facilitare l’utilizzazione del volume è costituito dall’indice analitico-tematico.

Gli studi sono opera dei Consultori dell’Ufficio o di coloro che insieme con essi hanno collaborato alla stesura dei testi e delle sequenze rituali. Ogni autore in qualche modo è stato coinvolto nella preparazione e nello svolgimento delle celebrazioni.

A tutti costoro e ai Consultori giunga l’espressione di profonda e cordiale gratitudine da parte dell’Ufficio. Un particolare ricordo nella preghiera al Signore come segno di riconoscenza è dovuto a Don Achille Triacca, S.D.B., Consultore dell’Ufficio, scomparso il 4 ottobre 2002, che ha ideato l’impostazione generale del Volume.

4. Il primato del mistero celebrato

I temi più importanti del Giubileo, illustrati dal Papa nei documenti sopra citati, hanno trovato concreta espressione soprattutto nelle celebrazioni liturgiche presiedute dal Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale, sia nei tre anni di preparazione che nel corso del Giubileo stesso. Con le celebrazioni, cioè con il dato misterico, le tematiche giubilari sono diventate eventi di grazia per il popolo cristiano. Vari Giubilei nella storia della Chiesa, sia nel medioevo che nell’epoca recente, sono stati soprattutto momento di espressione di devozione popolare. Il Grande Giubileo del 2000 ha testimoniato il primato delle celebrazioni liturgiche sia per il Giubileo stesso che per la vita cristiana secondo lo spirito e nella mens del Concilio Vaticano II, che proprio nella Liturgia ci ha indicato il culmine e la fonte della vita della Chiesa. Senza l’esperienza della riforma liturgica del Vaticano II, la centralità delle celebrazioni liturgiche del Papa nel Grande Giubileo del 2000 non sarebbe stata la stessa. Si può pertanto affermare che le celebrazioni del Giubileo sono state uno dei frutti del Concilio e rimangono nella storia della Chiesa il segno che lo Spirito Santo, secondo l’espressione fatta propria dai Padri conciliari, continua a passare nella sua Chiesa.

Veramente le celebrazioni hanno fatto dell’Anno Santo un unico e ininterrotto canto di lode alla Trinità, un segno del pellegrinaggio del popolo di Dio, un segno del cammino ecumenico intrapreso dalla Chiesa dopo il Concilio, un segno della misericordia di Dio e della purificazione della memoria nel riconoscimento delle mancanze compiute da quanti hanno portato e portano il nome di cristiani e infine un segno della memoria dei Testimoni della fede. I temi giubilari hanno trovato all’interno della celebrazione il loro pieno valore contenutistico e hanno ricevuto la garanzia ecclesiale. Inseriti nella tradizione liturgica e basati sul fondamento della Sacra Scrittura sono entrati a far parte della lex orandi della Chiesa.

Con il Giubileo del 2000 la traditio degli Anni Giubilari è stata arricchita da una progressio qualitativa sia di contenuti teologici che di aspetti più propriamente liturgici.

Attraverso le celebrazioni del Grande Giubileo, di cui il presente volume ripresenta i testi, le sequenze rituali e gli elementi non verbali, si vuole far rivivere, ad alcuni anni di distanza, la memoria degli avvenimenti e delle grandi tematiche ecclesiali vissute in quel periodo di grazia, non solo per evitare che essi siano coperti dalla patina del tempo, ma anche e soprattutto per ricordare ai credenti che i segni forti del Giubileo fanno parte della Liturgia e continuano ad accompagnare il popolo di Dio nel suo cammino verso il Regno. Le celebrazioni liturgiche infatti, come ha affermato il Card. Roger Etchegaray, Presidente del Comitato Centrale e del Consiglio di Presidenza del Grande Giubileo dell’Anno 2000, «sono state il cuore del Giubileo» e continuano ad essere il cuore e la vita della Chiesa. Rivivere le celebrazioni e le grandi tematiche del Giubileo significa dunque per il credente riscoprire la propria identità cristiana e le motivazioni della propria missione nel mondo.

5. I protagonisti del Giubileo

Il volume Magnum Iubilæum - Trinitati Canticum racconta a suo modo gli eventi del Grande Giubileo del 2000. Il lettore attento nell’esaminare i testi e le sequenze rituali delle varie celebrazioni giubilari, non mancherà tuttavia di scoprire il filo conduttore che lega tutti gli eventi giubilari. Si tratta di individuare i protagonisti del Giubileo e delle liturgia che lo hanno scandito, ovvero tutti coloro che hanno reso possibile fare del Giubileo del 2000 un evento di grazia.

Il primo protagonista da scoprire è il Signore Gesù. I testi e i riti di ogni celebrazione ricordano che Cristo Signore è stato il «protagonista per eccellenza» del Giubileo. «Christus heri et hodie, principium et finis; Christus Alpha et Omega. Ipsi gloria in sæcula». L’acclamazione cantata nei momenti più significativi del Giubileo ha ricordato a tutti la presenza di Cristo nella sua Chiesa fino alla fine dei tempi (cf. Eb 13, 8). In ogni celebrazione sono stati messi in evidenza i segni della sua presenza: la Croce, il Libro dei Vangeli, l’Altare. Spesso un’icona del Salvatore ha ricordato che Lui era e rimane l’autentico e unico Sacerdote del popolo della Nuova Alleanza. La stessa porta giubilare è stata oggetto di venerazione sia nell’ambito della celebrazione che della pietà popolare proprio perché egli è la porta della salvezza.

Protagonista è stato il popolo santo di Dio. Riunito in assemblea, esso ha reso visibile il sacramento della Chiesa. Una Chiesa capace di chiedere perdono, una Chiesa in cammino verso la celebrazione dell’Eucaristia e dei Sacramenti, una Chiesa capace di accogliere le varie culture e aperta a tutti nel segno della Porta Santa attraversata ogni giorno da folle innumerevoli di fedeli.

Protagonista è stata anche la Chiesa di Roma chiamata a presiedere all’universale carità. Attorno al Successore di Pietro si è raccolto, infatti, il popolo santo dell’Urbe e dell’Orbe per celebrare l’unica fede nell’Eucaristia e nei Sacramenti. Le celebrazioni giubilari sono diventate il momento più alto dell’esercizio del ministero petrino e l’espressione più evidente della sollecitudine pastorale del Vescovo di Roma per la Chiesa sparsa nelle diverse parti della terra. Ogni celebrazione presieduta dal Papa è stata un momento forte e indimenticabile di comunione ecclesiale universale. 

6. Nostalgia e profezia

Magnum Iubilæum - Trinitati Canticum è dunque un volume che narra eventi e persone solo perché siano ricordati con nostalgia? In realtà gli eventi narrati testimoniano la presenza della vita nella Chiesa in cammino verso il Regno. La vita della Chiesa si chiama liturgia e la liturgia è nostalgia e profezia insieme. Per questo gli eventi narrati rimangono nella memoria come nostalgia ma sono anche profezia per il futuro. Infatti, come scrive il P. Jesús Castellano, «La nostalgia della memoria è propria di quei momenti straordinari nei quali si avverte il desiderio che il tempo non passi e non inghiottisca nel passato momenti che non potevano essere solo effimeri, ma avevano in sé qualcosa del mistero dell’eternità, proprio delle celebrazioni liturgiche. Profezia di un momento vissuto come un sogno di rinnovamento della Chiesa, di speranza di un’epoca nuova, di una Chiesa capace di vivere sempre in stato spirituale di Giubileo, come è proprio della sua vocazione e della sua missione, come continuità di quella di Cristo, affrontando le novità e le sfide dell’avvenire». 

Città del Vaticano, 6 dicembre 2005.

 † Piero Marini
Arcivescovo tit. di Martirano
Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie

    

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