PRESENTAZIONE DEL SIGNORE
(2 Febbraio 2010)

Il significato della festa
Festa delle luci (cf Lc 2, 30-32), ebbe origine in Oriente con il nome di Ipapante, cioè Incontro. Nel sec. VI si estese allOccidente con sviluppi originali: a Roma con carattere più penitenziale e in Gallia con la solenne benedizione e processione della candele, popolarmente nota come la candelora. Al riguardo è da ricordare linteressante interpretazione simbolica di SantIvo di Chartres e di SantAnselmo: la cera (opera dellape virginea) è la carne virginea di Cristo, che nascendo non ha intaccato lintegrità della Madre; lo stoppino, che sta dentro la cera, è lanima umana di Cristo; la fiamma, che brilla nella parte superiore, è la divinità di Cristo.
La presentazione del Signore chiude le celebrazioni natalizie e con lofferta della Vergine Maria e la profezia di Simeone (Lc 2, 33-35) apre il cammino verso la Pasqua.
La valorizzazione di elementi presenti nel racconto evangelico della festa (cfr. Lc 2, 22-40), quali lobbedienza di Giuseppe e di Maria alla Legge del Signore, la povertà dei santi sposi, la condizione verginale della Madre di Gesù, la simbologia della cera vergine (Cristo vergine e Maria vergine) hanno suggerito di fare del 2 febbraio anche la festa di coloro che sono dedicati al servizio del Signore e dei fratelli nelle varie forme della vita consacrata.
La celebrazione
A differenza degli ultimi anni, in San Pietro non è prevista la celebrazione della Messa presieduta dal Card. Franc Rodé, ma la celebrazione dei Vespri presieduta dal Santo Padre.
Tale celebrazione si svolgerà come di consueto, rimanendo però inserita allinterno delladorazione eucaristica. Si inizierà con lesposizione del SS. Sacramento, quindi si procederà al canto dei Vespri. La celebrazione si concluderà con ladorazione e la benedizione eucaristica.
Svolgeranno il servizio allaltare come ministranti gli studenti religiosi dellOrdine di SantAgostino.
Alcuni brevi spazi di silenzio, dopo il canto dei salmi e dopo lomelia del Santo Padre, intendono sottolineare la dimensione del raccoglimento orante, come parte integrante della celebrazione liturgica.