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UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE
DEL SOMMO PONTEFICE

 

Vivere la Messa

Rinnovare l’Alleanza d’amore

 

“L’Eucaristia è un avvenimento meraviglioso nel quale Gesù Cristo, nostra vita, si fa presente. Partecipare alla Messa è vivere un’altra volta la passione e la morte redentrice del Signore. È una teofania: il Signore si fa presente sull’altare per essere offerto al Padre per la salvezza del mondo” (Papa Francesco)

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Senza la Messa?

Nell’anno 304, durante le persecuzioni di Diocleziano, un gruppo di cristiani, del nord Africa, furono sorpresi mentre celebravano la Messa in una casa e vennero arrestati. Il proconsole romano, nell’interrogatorio, chiese loro perché l’avessero fatto, sapendo che era assolutamente vietato. Ed essi risposero: “Senza la domenica non possiamo vivere”, che voleva dire: se non possiamo celebrare l’Eucaristia, non possiamo vivere, la nostra vita cristiana morirebbe.

La testimonianza di quei cristiani costituisce per noi una sfida: se la Messa è la vita per il cristiano, perché non provare a partecipavi più spesso, anche durante la settimana? “Il giorno è più luminoso quando si celebrano i misteri” (Sant’Ambrogio)

Il tempo della Vita e dell’Amore

Vivere la Messa significa entrare nel tempo della Vita e dell’Amore, la Vita e l’Amore del Signore. Quella Vita e quell’Amore ci vengono donati, diventano nostri. E così anche a noi è possibile affermare: “Per me vivere è Cristo” (Fil 1, 21-26). La vita di Gesù diviene la mia, l’Amore di Gesù diviene il mio. Sono salvato, trasformato. E ancora con San Paolo possiamo dire: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me” (Gal 2, 20). Questa è la vita cristiana. Come è possibile vivere senza la Messa?

Il grande Protagonista

“La liturgia è viva in ragione della presenza viva di Colui che «morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita» (Prefazio pasquale I). Senza la presenza reale del mistero di Cristo, non vi è nessuna vitalità liturgica” (Papa Francesco).

Il Signore Risorto è il grande protagonista di ogni celebrazione eucaristica. Egli è presente e vivo in mezzo a noi, rinnova per noi l’opera della salvezza, ci raggiunge con il Suo amore di misericordia, trasforma la nostra vita nella logica del Vangelo.

La Sposa

E’ la Chiesa che, nella celebrazione dei santi misteri, si rivolge al suo Sposo traboccante di meraviglia, di gratitudine e di gioia: “Una voce! L’amato mio!” (Ct 2, 8). In lei, la Chiesa, tutti noi entriamo nella gioia di un amore sponsale, per il quale coltiviamo il desiderio ardente di aderire sempre di più alla voce dello Signore. In un atto di adorazione, la Chiesa sposa esprime il proprio stupore per l’amore dello Sposo e, da amata, condivide in tutto la vita dell’Amante, per divenire una sola cosa con Lui: “Il mio amato è mio e io sono sua” (Ct 2, 16).

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Riti di introduzione

Il segno della croce. E’ il segno della nostra fede in Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo. E’ il segno che ci aiuta a ricordare la grazia del nostro Battesimo. Tutta la preghiera si muove nello spazio della Santissima Trinità, che è amore infinito, rivelato e donato a noi nella croce del Signore Gesù.

Il saluto liturgico. “Il Signore sia con voi” del celebrante invita l’assemblea a rispondere: “E con il tuo spirito”. Il saluto liturgico si rinnova altre volte nella Messa e sempre invita a ricordare che siamo riuniti dal Signore e che desideriamo tutti che la Sua presenza cresca nella nostra vita.

L’atto penitenziale. La confessione delle proprie colpe, davanti a Dio e alla Chiesa, purifica il cuore e dispone a celebrare con frutto i divini misteri. Ci battiamo il petto e usiamo parole di pentimento perché la nostra preghiera possa essere più accetta al Signore.

Il “Gloria”. Dall’incontro tra la nostra miseria e la misericordia di Dio scaturisce il canto gioioso, tipico del Natale, che annuncia l’abbraccio d’amore tra il Cielo e la terra.

L’orazione Colletta. In questa preghiera viene espresso il carattere proprio della celebrazione. Il breve silenzio che la precede aiuta tutti noi a fare memoria delle intenzioni che desideriamo presentare al Signore a nostro favore e a favore di altri. Tutte queste intenzioni vengono poi raccolte nella preghiera del celebrante.

La liturgia della Parola

L’ascolto della Parola di Dio. E’ il momento in cui il Signore entra in dialogo con il Suo popolo. Egli parla e noi ascoltiamo. Egli parla e noi rispondiamo con l’aiuto dei salmi. Egli parla e noi meditiamo per custodire nel cuore la parola che è stata proclamata, per tradurre nella vita di ogni giorno la volontà di Dio che ci è stata affidata.

Il Credo. La professione comune della fede è la nostra risposta alla Parola di Dio che abbiamo ascoltato. Attraverso il Simbolo della fede tutta l’assemblea professa con gioia ciò in cui crede.

La preghiera universale o dei fedeli. La risposta dell’assemblea alla Parola di Dio si esprime anche nella supplica comune, che abbraccia le necessità della Chiesa e del mondo

La liturgia eucaristica

La presentazione dei doni. Vengono portati all’altare il pane e il vino, gli elementi che il Signore, alla vigilia della Sua Passione, prese nelle Sue mani. Quegli elementi diventeranno il Corpo e il Sangue del Signore. Nel pane e nel vino, presentati all’altare, siamo tutti chiamati a offrire la nostra vita, con il desiderio che divenga sempre più una lode a gloria di Dio. Ci consegniamo al Signore perché la nostra esistenza quotidiana sia un’offerta di amore e un inno di ringraziamento.

La preghiera eucaristica. Qualifica la celebrazione della Messa e ne costituisce il momento centrale, ordinato alla santa Comunione. Corrisponde a quanto Gesù stesso fece, a tavola con gli Apostoli nell’Ultima Cena, quando rese grazie sul pane e poi sul calice del vino: il suo ringraziamento rivive in ogni nostra celebrazione dell’Eucaristia, associandoci al suo sacrificio di salvezza.

Dopo la consacrazione, il sacerdote dice: “Mistero della fede” e noi rispondiamo con un’acclamazione che fa sintesi di quanto stiamo celebrando: “Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta”. Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del Signore, nell’attesa del suo ritorno glorioso, la Chiesa offre al Padre il sacrificio che riconcilia cielo e terra: offre il sacrificio pasquale di Cristo offrendosi con Lui e chiedendo, in virtù dello Spirito Santo, di diventare in Cristo un solo corpo e un solo spirito.

Il Padre nostro e la frazione del pane. Questa non è una delle tante preghiere cristiane, ma è la preghiera dei figli di Dio: è la grande preghiera che ci ha insegnato Gesù. Infatti, consegnatoci nel giorno del nostro Battesimo, il “Padre nostro” fa risuonare in noi quei medesimi sentimenti che furono in Cristo Gesù. Per questo, più di ogni altra preghiera, il “Padre nostro” ci dispone alla comunione sacramentale con il Signore.

Il gesto della frazione del pane ricorda i gesto compiuto da Gesù all’indomani della risurrezione. In quel gesto i discepoli lo hanno riconosciuto, perché è il gesto dell’amore, del dono totale di sé, il gesto della salvezza. Per questo viene accompagnato dall’invocazione “Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo”.

La comunione. E’ il momento in cui ci uniamo al Signore. La Sua vita diventa nostra e, come ricorda sant’Agostino, facendosi portavoce di Gesù: “Io sono il cibo dei forti: cresci e ti ciberai di me; non sarai tu a trasformarmi in te, come fai con il nutrimento per il corpo, ma tu, piuttosto, ti trasformerai in me”.

I riti di conclusione

Sono come un sipario che si alza sulla vita di ogni giorno. Preghiera conclusiva, infatti, benedizione e congedo diventano un invito a tornare nel mondo per portarvi l’annuncio del Vangelo della gioia. “Andate”: la stessa parola rivolta da Gesù agli apostoli, quale invio in tutto il mondo per rendere testimonianza della salvezza, oggi risuona per noi. Ritorniamo alle nostre case, alle nostre occupazioni, ai nostri ambienti di vita quotidiana con il desiderio ardente di testimoniare, con la parola e con la vita, quel Signore Risorto che abbiamo incontrato come Via, Verità e Vita, nostro Salvatore.

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Le processioni nella Messa

Processione iniziale. I ministri si dirigono verso l’altare e divengono segno dell’ingresso del Signore Risorto in mezzo al Suo popolo. Egli viene ad abitare in mezzo a noi per donarci la salvezza.

Processione al Vangelo. Il libro dei Vangeli è portato all’ambone, luogo da cui viene proclamata la Parola di Dio. Nella chiesa risuona quella Parola di verità, che oggi il Signore Risorto rivolge al Suo popolo.

Processione alla presentazione dei doni. I doni eucaristici vengono portati all’altare. Sull’altare, centro della celebrazione, si rinnova il sacrificio del Signore. Prendiamo parte al mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, nostro Salvatore, Risorto a vita nuova.

Processione alla comunione. I fedeli si dirigono verso il presbiterio per ricevere il Corpo e il Sangue del Signore. Egli, Risorto, si dona a noi come cibo e bevanda di Vita vera per trasformarci in Sé.

Processione finale. I ministri escono dalla chiesa. Escono per entrare nel mondo e divenire testimoni del Risorto. Tutti usciamo dall’edificio sacro, portando nel cuore il desiderio di rendere partecipi tutti della gioia della salvezza in Gesù.