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UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE
DEL SOMMO PONTEFICE

NOTA LITURGICA

V domenica di Pasqua
Celebrazione Eucaristica con il Rito di canonizzazione

 

Il Rito di canonizzazione – È il momento definitivo e conclusivo di un processo lungo e accurato attraverso il quale il Sommo Pontefice, con atto solenne che coinvolge la sua infallibilità, stabilisce che un Beato/a possa essere iscritto/a nell’Albo dei Santi, ossia l’elenco ufficiale di coloro che sono venerati come tali nella Chiesa Cattolica e che la sua memoria sia celebrata nella Chiesa universale.

Nella storia – La Chiesa, sin dalle origini, ha sempre tributato una speciale venerazione agli Apostoli e ai Martiri, «celebrandoli con particolare venerazione insieme con la beata Vergine Maria e i santi Angeli, e ha implorato piamente l’aiuto della loro intercessione» (Giovanni Paolo II, Cost. ap. Divinus perfectionis Magister). Nel corso dei secoli la comunità cristiana estese la memoria liturgica ad altri suoi figli che, pur non avendo versato il sangue, testimoniarono in grado eroico gli impegni del Battesimo con un “martirio” (“testimonianza”) spirituale e quotidiano. Così entrarono nella venerazione del popolo di Dio, insieme ai Martiri, altri confessori della fede: Pastori, Asceti e Vergini che realizzarono l’idea originaria e costitutiva della santità battesimale come conformità a Cristo vergine, povero e obbediente (cf. Introduzione Litanie dei Santi) e infine tutti gli altri, che il singolare esercizio delle virtù cristiane e i carismi divini raccomandano alla pia devozione e imitazione dei fedeli (cf. Giovanni Paolo II, Cost. ap. Divinus perfectionis Magister).

Il Rito – Il solenne atto conclusivo della canonizzazione avviene all’interno della celebrazione eucaristica, sacramento nel quale il popolo santo di Dio è riunito in assemblea santa per celebrare il Mistero Pasquale di Cristo, il “Tre volte Santo”. Il rito prevede:

– Inno Veni, creator Spiritus: è l’inno indirizzato al Datore di ogni santità; il dono di nuovi santi è come “una nuova epiclesi” sulla Chiesa.

– Petitio: il Prefetto della Congregazione dei Santi, accompagnato dai postulatori, domanda al Santo Padre che si proceda alla Canonizzazione dei Beati dei quali tratteggia biografia e virtù eroiche.

– Litanie dei Santi: nella liturgia il cielo si apre e l’assemblea terrena si unisce all’assemblea celeste nell’intonare quell’inno eternamente cantato nelle sedi celesti; si chiede l’intercessione dei Santi tra i quali saranno annoverati i nuovi canonizzati.

– Formula di Canonizzazione: il Santo Padre, attraverso questo atto ufficiale e solenne, dichiara e definisce “Santo/a” il Beato/a, autorizzandone la celebrazione della memoria liturgica per la Chiesa universale.

– Inno di lode e di ringraziamento: rivolto a Dio, per il dono dei nuovi Santi. 

– Ringraziamento: il Prefetto della Congregazione dei Santi, insieme ai postulatori, ringrazia il Santo Padre e chiede che proceda alla redazione della Lettera apostolica circa l’avvenuta Canonizzazione.

I segni

– I fiori accanto alle reliquie: per ricordare che i santi, soprattutto i martiri, sono il seme dei nuovi cristiani e dalla loro testimonianza, innestata nel sacrificio di Cristo (cf. Gv 12, 24-26), fiorisce la freschezza del messaggio evangelico e la vitalità della Chiesa oggi.

– La venerazione delle reliquie: fatta attraverso l’offerta dell’incenso da parte di alcuni rappresentanti del popolo di Dio, per dire che la santità è “la” chiamata per tutti i battezzati e che il “Santo”, riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa, proviene dal popolo santo di Dio nel quale ha esercitato le sue virtù.

– Il drappo con il volto: il Santo, che ora fa parte della schiera celeste dei Santi, ha un nome e un volto. Ciò che il rito vuole ricordare «è soprattutto la chiamata alla santità che il Signore fa a ciascuno di noi, quella chiamata che rivolge anche a te: ‘Siate santi, perché io sono santo’» (Lv 11, 44; 1 Pt 1, 16) (Francesco, Es. ap. Gaudete et Exsultate 10).