UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE
DEL SOMMO PONTEFICE
L’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis
Una nuova edizione
L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha curato la
redazione e la pubblicazione della seconda edizione tipica dell’Ordo
Exsequiarum Romani Pontificis, approvata il 29 aprile 2024 da Papa Francesco
ex audientia Summi Pontificis, concessa a S.E.R. Mons. Diego Giovanni
Ravelli, Arcivescovo tit. di Recanati e Maestro delle Celebrazioni Liturgiche
Pontificie.
Il Santo Padre ha ricevuto la prima copia del volume stampato il 4 novembre
scorso.
Si tratta di un libro liturgico dedicato alle esequie del Romano Pontefice, cioè
il rito con il quale la santa madre Chiesa raccomanda il suo Pastore defunto a
Dio pregando affinché, dopo il lavoro apostolico e le fatiche spese per la
salvezza di tutti, egli venga accolto con i Santi e gli eletti nel cielo, mentre
il suo corpo aspetta la beata speranza della venuta del nostro Redentore e la
risurrezione dei morti.
In seguito alla pubblicazione nel 1969 dell’editio typica dell’Ordo
Exsequiarum riformato a norma del Concilio Vaticano II e, nel 1975, della
Costituzione Apostolica Romano Pontifici eligendo di Papa San Paolo VI,
fu redatto nel 1978 il De funere Summi Pontificis, contenente il rito
delle esequie che venne usato per i Romani Pontefici San Paolo VI e Beato
Giovanni Paolo I. Con la promulgazione, nel 1996, della Costituzione Apostolica
Universi Dominici Gregis sulla sede vacante, da parte del Papa San
Giovanni Paolo II, si rese necessario rivedere completamente il rito delle
esequie del Vescovo di Roma. Il lavoro di redazione, a cura dell’Ufficio delle
Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, allora guidato da S.E.R. Mons.
Piero Marini, comportò una ridefinizione delle sequenze rituali, con norme per
una migliore e più ordinata partecipazione dei fedeli. Furono opportunamente
aggiunte al testo delle premesse liturgico-teologiche ovvero i prænotanda.
La prima editio typica dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis
venne approvata nel 1998 dal Papa San Giovanni Paolo II ed edita nel 2000. Fu
utilizzata nelle esequie dello stesso Pontefice nel 2005 e, opportunamente
adattata, in quelle del Pontefice emerito Benedetto XVI nel 2023.
A poco meno di venticinque anni dalla pubblicazione di questo libro liturgico,
per mandato di Papa Francesco, l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo
Pontefice ha preparato una nuova edizione dell’Ordo Exsequiarum Romani
Pontificis, procedendo a notevoli cambiamenti pur restando in
continuità con il rituale precedente, del quale si configura quindi come una
editio typica altera. Si è mantenuta la traduzione italiana a fronte al
testo ufficiale latino. A questo approfondito lavoro di revisione hanno
collaborato anche i Consultori dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del
Sommo Pontefice, in qualità di esperti.
Una seconda edizione si è resa necessaria anzitutto perché Papa Francesco ha chiesto,
come dichiarato da Lui stesso in diverse occasioni, di semplificare e adattare
alcuni riti in modo che la celebrazione delle esequie del Vescovo di Roma
esprimesse meglio la fede della Chiesa in Cristo Risorto, eterno Pastore, che a
Pietro ha detto: «Pasci le mie pecore» (Gv 21, 17). Pertanto, la liturgia
esequiale del successore di Pietro avrebbe dovuto rafforzare la speranza e
testimoniare la fede che i battezzati, partecipi del mistero pasquale di Cristo,
risorgeranno con lui a vita nuova. Il rito rinnovato, inoltre, doveva
evidenziare ancora di più che le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un
pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo. Per questo
motivo si è proceduto a una revisione approfondita dell’intero libro, poi, con
interventi che hanno interessato il lessico, i testi liturgici e i singoli riti.
L’intero testo è stato adeguato al nuovo ordinamento della Curia romana in
vigore con la pubblicazione della Costituzione Apostolica Prædicate
Evangelium del 19 marzo 2022 la quale, pur mantenendo in vigore l’ufficio di
Camerlengo di Santa Romana Chiesa, abolisce la Camera Apostolica.
La continuità di questa edizione con la precedente è stata assicurata dal
mantenimento sia delle tre stazioni classiche delle esequie del Romano Pontefice
(nella casa del defunto, nella Basilica Vaticana e al luogo della sepoltura),
rispondente alla struttura tipica dell’Ordo Exsequiarum del 1969, sia di
molti elementi rituali particolari, come la constatazione della morte e la
traslazione nella Basilica Vaticana per l’omaggio dei fedeli, sia di alcuni
testi di tradizione ormai consolidata quali la supplica della Chiesa di Roma e
quella delle Chiese orientali durante la Messa esequiale. Tuttavia, la struttura
interna delle stazioni e dei testi sono stati rivisti alla luce dell’esperienza
maturata con le esequie di San Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI,
dell’attuale sensibilità teologica ed ecclesiale e dei libri liturgici
recentemente rinnovati.
Presentiamo ora brevemente le novità più rilevanti di questa nuova edizione
dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis.
In primo luogo è stato necessario semplificare e uniformare i titoli pontifici:
nei testi eucologici è stata ripresa la terminologia usata nella terza edizione
del Missale Romanum (2008), cioè gli appellativi di Papa, di
Episcopus [Romæ] e di Pastor, mentre nei prænotanda e
nelle rubriche del Rituale si è optato per l’uso dell’espressione Romanus
Pontifex, in conformità al titolo del libro liturgico. Nella traduzione
italiana è stato ripreso il lessico usato nella seconda edizione del Rito
delle Esequie (2010) a cura della Conferenza Episcopale Italiana, a partire
dalla quale è stata aggiornata gran parte della terminologia nella versione
italiana del Rito, per esempio preferendo il termine feretro per indicare
il corpo già chiuso nella bara, mentre salma e corpo sono stati
riservati in riferimento alle spoglie del defunto in senso stretto.
La struttura del nuovo Ordo è stata semplificata rivedendo o eliminando
diversi elementi rituali difficili da coordinare oppure ritenuti ormai
inadeguati. Inoltre ogni sequenza rituale è stata resa più chiara e precisa,
così come sono state definite meglio le competenze e i ruoli di coloro che sono
coinvolti nella preparazione e nello svolgimento dei riti.
La prima stazione «nella casa del defunto» prevede le novità della constatazione
della morte del Romano Pontefice nella sua cappella privata, anziché nella
camera del Defunto, e la deposizione della salma nell’unica bara di legno e in
quella interna di zinco, prima di essere traslato nella Basilica di San Pietro.
È stata eliminata, invece, la prima traslazione nel Palazzo apostolico, prevista
nel rito precedente. È stata poi indicata la tempistica dei necessari
adempimenti e meglio precisati alcuni passaggi che non erano del tutto definiti
nell’edizione precedente. Ciò ha comportato una rimodulazione anche della
seconda stazione: poiché la deposizione nella bara è già avvenuta dopo la
constatazione della morte, la sera prima della Messa esequiale si procede alla
sua chiusura.
La seconda stazione «nella Basilica Vaticana» considera un’unica traslazione
nella Basilica di San Pietro in Vaticano, la chiusura della bara e la Messa
esequiale con l’ultima raccomandazione e il commiato. Nella Basilica Vaticana il
corpo del Pontefice defunto è esposto direttamente nella bara e non più su un
alto cataletto e, in conformità con quanto stabilisce il Cæremoniale
Episcoporum per le esequie del vescovo diocesano (cf. n. 1160), durante tale
esposizione non sarà posto accanto alla bara il pastorale papale. Anche in
questa stazione sono stati ordinati meglio i passaggi rituali e date indicazioni
più precise per la chiusura della bara.
Infine, la terza stazione «nel luogo della sepoltura» include la traslazione del
feretro del Pontefice al sepolcro e la tumulazione. Questa stazione ha subito un
significativo snellimento a causa dell’eliminazione della deposizione e chiusura
della bara di cipresso in una seconda di piombo e in una terza di rovere o di
altro legno. Un altro elemento di novità consiste nell’introduzione delle
indicazioni necessarie per l’eventuale sepoltura in un luogo diverso dalla
Basilica Vaticana.
È evidente, quindi, la notevole semplificazione del rituale, soprattutto nella
prima e nella terza stazione. Ciò rende molto più gestibile la regia celebrativa
e migliora la partecipazione ai riti, rendendoli più intelligibili e aderenti
alla nobile semplicità richiesta dalla riforma liturgica del Concilio
Vaticano II. Inoltre, sono state aggiunte, nelle rubriche, le indicazioni per la
pubblicazione delle Notificazioni da parte dell’Ufficio delle Celebrazioni
Liturgiche del Sommo Pontefice, con le quali si offrono le informazioni
necessarie per regolamentare e rendere ancora più ordinata la partecipazione
alle esequie.
L’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis è stato sottoposto a una revisione
approfondita anche per quanto riguarda i testi rubricali, eucologici e biblici.
È stato necessario in particolare uniformare l’eucologia latina alla terza
edizione tipica del Missale Romanum del 2008 e alla traduzione biblica
della Nova Vulgata, mentre la traduzione italiana è stata allineata alla
terza edizione del Messale Romano del 2020 e del Lezionario della
Conferenza Episcopale Italiana in vigore dal 2008.
Per lasciare maggiore libertà nella scelta del repertorio da eseguire, si è
preferito eliminare la notazione musicale – presente invece nell’edizione
precedente – inserendo però riferimenti puntuali alle pagine del Graduale
Romanum del 1979, in quanto libro liturgico ufficiale del canto della Chiesa
romana. Anche in questo caso, i testi dei salmi sono stati uniformati alla
Nova Vulgata.
Tale riesame generale dell’Ordo ha reso possibile pure l’individuazione e
la correzione di errori di natura tipografica, refusi e corrispondenza difettosa
fra testo latino e traduzione italiana. Dov’è stato possibile è stato migliorato
e precisato il testo latino, specialmente nelle rubriche.
Sempre a proposito della revisione dei testi, è da notare l’aggiornamento delle
Litanie dei Santi (cf. Calendarium Romanum, pp. 33-39), cantate durante i
riti esequiali in due occasioni: mentre il corpo del Pontefice defunto viene
traslato nella Basilica Vaticana, nella forma più lunga, e durante la
tradizionale supplica della Chiesa di Roma, al termine della Messa esequiale,
per la quale è stata scelta la forma breve. Entrambi i testi sono stati
aggiornati con l’inclusione di tutti i santi celebrati con il grado di festa o
memoria obbligatoria, indicati nel Calendario generale, e completati con
l’inserimento di tutti i santi Papi presenti nel Calendario generale con il
grado di memoria facoltativa e di alcuni santi della Chiesa di Roma.
Un quarto e ultimo capitolo dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis è
dedicato alle disposizioni per i novendiali, cioè le Messe in suffragio del
Romano Pontefice defunto, celebrate, secondo un’antica consuetudine, per nove
giorni consecutivi a partire dalla Messa esequiale. Nel rituale viene riportata
l’eucologia propria di quattro – e non più tre – formulari a scelta, in quanto
sono stati ripresi tutti i formulari offerti dal Missale Romanum per il
Papa defunto e quello per il Vescovo diocesano defunto. A differenza
dell’edizione precedente, vengono omessi i testi del Lezionario, di cui si
offrono invece soltanto le indicazioni bibliche, come nell’Ordo Lectionum
Missæ.
Infine, a differenza dell’edizione precedente, l’attuale Ordo non
presenta la corposa appendice con l’ordinario della Messa, le raccolte di salmi
penitenziali e graduali e i canti dell’ordinario con la notazione gregoriana. L’Ordo
Exsequiarum Romani Pontificis, infatti, non è pensato come un “messale
plenario”, quanto come un Ordo nel senso proprio del termine, che cioè
contiene le indicazioni rituali, lo svolgimento di riti e i testi propri, ma
rimanda per tutto il resto ai libri liturgici in uso, vale a dire il messale, il
lezionario e il graduale.
Ne risulta, dunque, un volume più snello, di facile consultazione e preciso
nelle indicazioni rituali, strumento essenziale per la preparazione e la
celebrazione delle esequie del discepolo di Cristo scelto come successore di
Pietro.

* Il volume è disponibile presso la Libreria Internazionale Giovanni Paolo II
(Piazza San Pietro, Città del Vaticano).