Index

  Back Top Print

UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE
DEL SOMMO PONTEFICE

 

Il Parato liturgico per il Giubileo del 2025

 

In occasione del Giubileo del 2025, l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha fatto appositamente confezionare il Parato “Giubileo della Speranza” (composto da Piviale, Mitria, Casula, Dalmatiche e Evangeliario), concepito per celebrare un momento di grande significato spirituale e religioso per la Chiesa Universale.

Realizzati con grande cura, questi paramenti non sono una semplice opera d’arte, perché in essi si uniscono tradizione e iconografia, per divenire un simbolo profondo della fede cristiana.

Pensato per accompagnare i fedeli in un anno di grazia, rinnovamento e speranza, ogni dettaglio di questo parato di grande raffinatezza artistica – dai ricami in filo d’oro ai colori scelti, fino alle immagini e ai simboli che lo adornano – è infatti carico di significato teologico, proprio per invitare chi lo osserva a un’esperienza liturgica che intrecci la bellezza con la spiritualità.

Fin dal delicato ricamo in oro e verde, ispirato a un decoro che incornicia gli affreschi seicenteschi del peribolo clementino delle Grotte della Basilica Vaticana e che s’intreccia in un gioco di luci e ombre, in questi paramenti sono infatti richiamati il divino e il sacro. Perché se l’oro, simbolo di gloria ed eternità, conferisce un carattere solenne e luminoso, al contempo il verde, associato alla speranza e alla vita, riflette il messaggio centrale di questo Giubileo: Spes non confundit!

Poiché l’Anno Santo ordinario del 2025 si inserisce nel novero dei precedenti ventisei eventi di grazia, che per tradizione vengono indetti dal Papa ogni venticinque anni, sono presenti sul Piviale le figure dei santi Pietro e Paolo, colonne della Chiesa di Roma; inoltre, essendo mutuate da quelle poste ai lati della Nicchia dei Palli della Basilica Vaticana – realizzate in mosaico su originali del IX secolo –, si è voluto rimarcare attraverso di esse anche la sinodalità nell’esercizio della giurisdizione papale.

Se san Pietro con le chiavi e san Paolo con la spada, sono rappresentati come pilastri della fede cristiana e testimoni dell’amore di Dio e del suo Vangelo, le loro immagini celebrano la santità e l’unità della Chiesa, fondata proprio sulla fede degli Apostoli.

Ricamate con straordinaria attenzione ai dettagli, le figure dei due grandi Apostoli che hanno dato forma alla Chiesa primitiva sono poste su uno sfondo viola, colore della penitenza e della trasformazione spirituale, perché il Giubileo è un pellegrinaggio di rinnovamento e di grazia.

Anche le àncore arricchiscono il Parato “Giubileo della Speranza” di un ulteriore simbolismo potente e consolante dato che, da antichi simboli cristiani di speranza, rappresentano sia la fede che ancoriamo in Cristo sia la certezza della salvezza in Lui. E poiché esse sono poste in asse con le figure degli Apostoli nel Piviale, così come un’altra sta a base dello stolone frontale della Casula, esse rappresentano anche il segno di un cammino che, nonostante le difficoltà e le tempeste della vita, rimane perseverante nella speranza.

I primi cristiani già nel primo secolo avevano meravigliosamente associato la doppia relazione simbolica che l’àncora rappresenta, essendo essa formata da una croce sulla parte sommitale e divenendo un simbolo escatologico dell’attesa, negli epitaffi esprimeva la fede nella vita eterna, in quanto è solo nella Croce di Cristo che sta la speranza della salvezza.

Un’àncora, realizzata in cammeo inciso, è presente anche al centro della coperta superiore dell’Evangeliario in argento, i cui decori in vermeil riprendono quelli dei paramenti in segno di unitarietà, mentre troviamo lo stemma di Papa Francesco, che con la bolla Spes non confundit ha indetto il Giubileo ordinario del 2025, sia inciso in cammeo al centro della coperta posteriore dell’Evangeliario, sia ricamato nelle infule della Mitria, sulla stola del Piviale e sullo stolone della Casula.

Il Piviale, la Mitria e l’Evangeliario rappresentano il cuore del Parato “Giubileo della Speranza” e come tale si distinguono dalla Casula e dalle Dalmatiche per la presenza di pietre di àgata verde naturale a cabochon, incastonate nell’artistico ricamo in oro e verde ispirato a un decoro del peribolo clementino delle Grotte della Basilica Vaticana.

L’Oro come simbolo di Gloria e Divinità

Il filo d’oro, con cui sono realizzati i ricami principali, non è solo una scelta estetica, ma rappresenta la regale gloria di Dio, la cui luce eterna illumina la nostra vita e la nostra fede.

Sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, l’oro è usato come simbolo della santità e della perfezione divina, come nel caso della costruzione dell’Arca dell’Alleanza e del Tabernacolo (cf. Es 25, 10-22), dove rappresenta il meglio che si potesse offrire a Dio per creare la degna dimora della Presenza Divina.

Se la Gerusalemme celeste descritta nel libro dell’Apocalisse (21, 21) ha le strade lastricate d’oro, a indicare che la perfezione e la gloria del Regno dei Cieli superano di gran lunga ogni splendore terreno, l’oro si ritrova tra i doni portati dai Magi, quale simbolo della regalità di Cristo (cf. Mt 2, 11).

Nel Parato “Giubileo della Speranza” l’oro richiama dunque la presenza di Dio nella liturgia e il suo Regno eterno, a cui i cristiani sono chiamati a partecipare attraverso il cammino di fede e di conversione che il Giubileo invita a vivere.

L’oro è quindi un segno del sovrano dominio di Cristo sulla storia e sull’umanità, che si fa presente nella liturgia come luce e speranza per tutti, dato che esso non serve a glorificare il metallo in sé, ma piuttosto a indicare valori più alti ed eterni.

Il Verde come simbolo di Vita

Il filo verde, con cui sono realizzati i ricami secondari, simboleggia la speranza, la vita e la rinascita ed è strettamente legato al messaggio centrale del Giubileo: un tempo di rinnovamento spirituale in Cristo. Esso richiama anche l’idea del “pellegrinaggio” della nostra vita che conduce all’eternità, un “pellegrinaggio di speranza” che come tale deve essere coltivato con perseveranza e fede.

Il Giubileo del 2025 è infatti un’occasione per riscoprire la speranza cristiana, una speranza che, radicata nella Pasqua di Cristo, non delude mai, ma si mantiene sempre verde come le piante create da Dio per nutrire e sostenere la vita sulla terra (cf. Gn 1, 30).

Se il verde ci ricorda che tutto ciò che è buono proviene dalla mano sempre amorevole del nostro Creatore, tanto che il Salmista dichiara che, nel cammino della vita, il nostro Pastore su «pascoli erbosi ci fa riposare» (cf. Sal 23, 2), alludendo proprio al nutrimento spirituale che Egli ci fornisce in abbondanza; al contempo al verde degli alberi alludono i profeti Ezechiele (17, 24) e Geremia (17, 8) per indicare il potere vivificante dell’Eterno Creatore. Proprio mantenendo viva la speranza nel Suo amore potremo portare frutto per il Regno dei Cieli.

Il Viola come simbolo di Penitenza

Il tessuto viola che fa da sfondo alle immagini dei Principi degli Apostoli e alle àncore esprime per tradizione sia la penitenza che la preparazione, richiamando il processo di conversione che il Giubileo propone come via di salvezza.

In un tempo di penitenza, il cristiano è invitato a rivedere la propria vita, a riconciliarsi con Dio e a rinnovare la propria fedeltà al Vangelo. La tensione tra il verde della speranza e il viola della penitenza diventa il terreno in cui può germogliare una nuova vita spirituale, segnata dal perdono e dalla misericordia.

Se il colore viola ci ricorda che bisogna avvicinarci a Dio con riverenza e umiltà, riconoscendo sempre che i suoi pensieri sono più alti dei nostri (cf. Is 55, 9), al contempo esso è in tutto l’Antico Testamento associato alla regalità e all’autorità divina tanto che, per la costruzione del Tabernacolo e per le vesti del sommo sacerdote, Dio ordinò a Mosè di usare filati di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto (cf. Es 26, 1).

Ritroviamo il richiamo alla natura sacra del viola e la sua associazione alla “presenza” di Dio anche nel Nuovo Testamento, dove Cristo, «Re dei re e Signore dei signori» (Ap 19,16), all’inizio della sua passione viene vestito proprio con una tunica di porpora dai soldati che lo deridevano (cf. Mc 15, 17-20). Una crudele quanto struggente ironia offerta a Cristo, Sommo Sacerdote per eccellenza, per sottolineare la contrastante differenza tra la percezione umana del potere e la vera natura della sua regalità, fatta di umiltà e amore.

È proprio questo il motivo per cui nella tradizione liturgica questo colore è associato alla penitenza e alla preparazione, ma anche alla purificazione e alla ricerca del perdono.

San Pietro e San Paolo: Apostoli della Chiesa di Roma

Le figure di San Pietro e San Paolo, ricamate con cura e devozione, sono immagine del fondamento della Chiesa Cattolica. Pietro, con le chiavi, rappresenta l’autorità e la guida del Papato, mentre Paolo, con la spada, simboleggia il martirio e la predicazione del Vangelo fino agli estremi confini del mondo conosciuto.

Questi due apostoli, che hanno dato la vita per la Chiesa, sono portatori di un messaggio universale di fede e testimonianza. Essi sono un richiamo costante all’unità della comunità cristiana, che, pur nella sua diversità, è però radicata nella stessa fede apostolica e come tale deve mantenere costante il cammino ecumenico.

Nel contesto del Giubileo le loro immagini non solo celebrano la fedeltà a Cristo, ma ci invitano anche a riscoprire la nostra missione di testimonianza nel mondo, poiché siamo tutti chiamati a vivere la fede con la stessa dedizione.

Le àncore della Speranza: Salvezza e Rinnovamento

Le àncore della speranza sono il simbolo centrale che attraversa sia il Piviale che la Casula, che l’Evangeliario, radicandoli nel tema del Giubileo del 2025: la speranza che rinasce in Cristo crocifisso.

La Croce di Cristo – come ha ribadito più volte Papa Francesco – è il segno della speranza che non delude; e ci dice che nemmeno una lacrima, nemmeno un gemito vanno perduti nel disegno di salvezza di Dio.

L’àncora come allusione alla Croce è infatti un antico simbolo cristiano che si rifà alla Lettera agli Ebrei, che descrive la speranza come «un’àncora sicura e salda per la nostra vita: essa entra fino al di là del velo del santuario, dove Gesù è entrato come precursore per noi, divenuto sommo sacerdote per sempre secondo l’ordine di Melchìsedek» (Eb 6, 19-20).

In tempi di difficoltà, l’àncora è ciò che impedisce alla nave di essere travolta dalle onde tempestose, proprio come la speranza cristiana ci tiene saldi nelle tempeste della vita, promuovendo una sicurezza profonda nella promessa di salvezza che Dio offre a chi confida in Lui. Essa non è solo segno di speranza individuale, ma anche di quella collettiva che unisce la Chiesa in attesa della redenzione finale, quando il nostro Salvatore, tornerà nella gloria.

Per superare le difficoltà e i venti di tempesta di questo mondo, non possiamo non restare ancorati a Colui che è “la roccia”, perché il nostro porto di salvezza è Cristo, che ha vinto la morte di croce ed è risorto. E se dunque è la Croce la nostra àncora di salvezza, dobbiamo mantenere sempre viva la nostra speranza, nella certezza che apparteniamo a un Salvatore vivente.

Anche l’apostolo Pietro ne era certo, tanto che esclamava: «Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un'eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell'ultimo tempo» (1 Pt 1, 3-5).

Le pietre cabochon di àgata verde: stabilità e speranza nel fondamento della Fede

Le pietre di àgata verde naturale a cabochon, incastonate nel Piviale, nella Mitria e nell’Evangeliario, sono simboli di stabilità, forza e speranza. L’àgata è una pietra che, nel suo variegato splendore, rappresenta la solidità della fede cristiana, una fede che non vacilla mai, radicata in Dio come su una roccia sicura.

Essa è infatti presente nel “pettorale del giudizio” che Dio ordina a Mosè per la consacrazione sacerdotale di Aronne (cf. Es 28, 19 – 39, 12).

L’àgata verde, in particolare, è associata alla guarigione e al rinnovamento, temi che risuonano profondamente in un Giubileo. Essa richiama il desiderio di una Chiesa che, pur attraversando le difficoltà del tempo, rimane solida nella sua missione di annunciare il Vangelo e di offrire la speranza della salvezza a ogni uomo.

L’argento dell’Evangeliario: simbolo di purificazione spirituale

Se l’oro nelle Scritture simboleggia la regalità divina e la presenza di Dio, l’argento simboleggia invece la purezza e la raffinatezza. Tant’è che il Salmista dichiara: «Le parole del Signore sono parole pure, come argento raffinato in una fornace sulla terra, purificato sette volte» (Sal 12, 6).

Quale segno della purificazione spirituale che tutti noi dobbiamo subire, l’argento che ricopre l’Evangeliario ci ricorda che se le prove e le tribolazioni possono servire a raffinare la nostra fede e il nostro carattere, al contempo questo processo potrà avvenire solo seguendo gli insegnamenti della Parola di Dio.

Genesi del progetto

Il Parato “Giubileo della Speranza” è stato ideato dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice per il solenne rito di apertura e chiusura dell’anno giubilare nella Basilica di San Pietro in Vaticano.

All’inizio del 2024 è stata infatti costituita una commissione presieduta da Sua Ecc.za Mons. Diego Ravelli, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, che fin dal primo momento ha immaginato questi paramenti come testimonianza visiva di un tempo di grazia che è un’opportunità di rinnovamento spirituale.

Un atelier specializzato è stato quindi incaricato per il suo confezionamento, mentre la minuziosa rifinitura in verde e l’apposizione delle àgate cabochon sono state eseguite dalle suore di un istituto francescano femminile, che hanno offerto tutto il lavoro al Santo Padre in previsione dell’imminente centenario della loro realtà.

Anche l’Evangeliario è stato realizzato con la stessa ricercata artigianalità, incaricando appositamente sia un cesellatore di lunga tradizione che un bravo rilegatore.

A tutte queste maestranze è stato quindi affidato il progetto che la commissione ha strutturato ispirandosi alla Bolla Pontificia di indizione del Giubileo, consegnata nella solennità dell’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo dell’anno 2024, dodicesimo di pontificato di Papa Francesco.

Diffondere la luce della speranza cristiana e testimoniare l’amore di Dio in tutto il mondo: sono queste le intenzioni spirituali contenute nella bolla Spes non confundit. Ricevendo l’indulgenza nel corso del Giubileo del 2025 si potrà sperimentare pienamente l’amore di Dio e la speranza certa della salvezza in Cristo.

Sandro Barbagallo
Consulente dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche
del Sommo Pontefice