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UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE
Dove celebrare? (CCC 1179-1186)
Nel suo esistere, luomo è individuato da due coordinate fondamentali: lo spazio e il tempo, due realtà che non si costruisce, ma che gli sono date. Luomo è legato allo spazio e al tempo, e lo è anche la sua preghiera a Dio. Mentre la preghiera in quanto semplice atto religioso si può fare dappertutto, la liturgia, invece, in quanto atto di culto pubblico e ordinato, richiede un luogo, di norma un edificio, dove si può realizzare come rito sacro. Ledificio di culto cristiano non è il corrispettivo del tempio pagano, dove la cella con leffigie della divinità era anche considerata in qualche modo labitazione di questultima. Come dice San Paolo agli ateniesi, Dio non abita in templi costruiti dalluomo (Atti degli Apostoli 17,24). Cè invece un rapporto più stretto con la Tenda del convegno, eretta nel deserto secondo le istruzioni di Dio stesso, dove la gloria del Signore (shekinah) si rendeva manifesta (Esodo 25,22; 40,34). Tuttavia, Salomone, dopo aver costruito il Tempio di Gerusalemme, edificio che prese il posto della Tenda del convegno, esclama, Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco i cieli, e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruita! (1 Re 8,27). Nella storia del popolo dIsraele avviene una spiritualizzazione, che porta al famoso passo dal libro del profeta Isaia: Tutta la terra è piena della sua gloria (Isaia 6,3; cf. Geremia 23,24; Salmi 139,1-18; Sapienza 1,7), testo poi passato nel Sanctus della Liturgia Eucaristica. Tutta la terra è santa e affidata ai figli degli uomini (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1179). Una tappa ulteriore è presente nel Vangelo secondo Giovanni, quando Cristo dichiara, durante il suo incontro con la donna samaritana, che è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità (Giovanni 4,23). Ciò non significa che, alla luce del Vangelo, non ci dovrebbe essere alcun culto pubblico o edificio sacro. Il Signore non dice che non ci dovrebbero essere luoghi per il culto nella Nuova Alleanza; allo stesso modo, nella profezia sulla distruzione del Tempio, Egli non afferma che non ci debba essere più alcun edificio costruito in onore di Dio, ma piuttosto che non ci debba essere un solo luogo esclusivo. Cristo stesso, il suo corpo vivo, risorto e glorificato, è il nuovo tempio dove Dio dimora e dove si svolge il suo culto universale in spirito e verità (cf. J. Ratzinger, Introduzione allo spirito della liturgia, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001, pp. 39-40). Come scrive San Paolo: È in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità e voi avete in lui parte alla sua pienezza (Colossesi 2,9-10). Per partecipazione, in forza del Battesimo, anche il corpo del cristiano diventa tempio di Dio (1 Corinzi 3,16-17; 6,19; Efesini 2,22). Utilizzando una frase molto cara a SantAgostino, Christus totus, il Cristo interoè il vero luogo di culto cristiano, cioè Cristo in quanto Capo e i cristiani in quanto membra del suo Corpo Mistico. I fedeli che si riuniscono in uno stesso luogo per il culto divino costituiscono le pietre vive, messe insieme per la costruzione di un edificio spirituale (1 Pietro 2,4-5). Infatti, è significativo che la parola che prima indicava lazione del riunirsi dei cristiani, cioè ekklesia Chiesa , sia passata a indicare il luogo stesso in cui la riunione si realizza. Il Catechismo della Chiesa Cattolica insiste sul fatto che le chiese (come edifici) nonsono semplici luoghi di riunione, ma significano e manifestano la Chiesa che vive in quel luogo, dimora di Dio con gli uomini riconciliati e uniti in Cristo (n. 1180). In epoca paleocristiana, forma tipica delledificio chiesa è diventata la basilica con grande navata centrale rettangolare, che termina in unabside semicircolare. Tale tipo di edificio corrispondeva alle esigenze della liturgia cristiana e, allo stesso tempo, lasciava grande libertà ai costruttori, per la scelta dei singoli elementi architettonici ed artistici. La basilica esprime anche un orientamento assiale, che apre lassemblea alle dimensioni trascendente ed escatologica dellazione liturgica. Nella tradizione latina, la disposizione dello spazio liturgico con lorientamento assiale è rimasta normativa e si ritiene che anche oggi sia la più adatta, perché esprime il dinamismo di una comunità in cammino verso il Signore. Come afferma Benedetto XVI, la natura del tempio cristiano è definita dallazione liturgica stessa (Sacramentum Caritatis, n. 41). Per questo, anche la progettazione degli arredi sacri (altare, tabernacolo, sede, ambone, battistero, luogo della penitenza) non può seguire soltanto criteri funzionali. Larchitettura e larte non sono elementi estrinseci alla liturgia e neppure hanno una funzione puramente decorativa. Perciò, limpegno di costruire o adeguare le chiese deve essere permeato dallo spirito e dalle norme dalla liturgia della Chiesa, ossia da quella lex orandi che esprime la lex credendi, e da questo risulta la grande responsabilità sia dei progettisti che dei committenti.
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