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L’APERTURA DELLA PORTA SANTA
DEL GRANDE GIUBILEO DEL 2000

 

INDICAZIONI RITUALI

 

I. IL SEGNO DELLA PORTA SANTA

Nella Bolla di indizione del Grande Giubileo del 2000 Incarnationis Mysterium (=IM) il Santo Padre ricorda alcuni segni di cui si è arricchito l’istituto del Giubileo nella sua storia. E in particolare si sofferma sul segno della porta santa (IM 8).
Egli aveva già sottolineato nella Tertio Millennio Adveniente (=TMA) la particolare importanza della porta santa nel Giubileo del 2000: "La porta santa del Giubileo del 2000 dovrà essere simbolicamente più grande delle precedenti, perché l’umanità, giunta a quel traguardo, si lascerà alle spalle, non soltanto un secolo, ma un millennio" (TMA 33).
Anche il rito di consegna e di lettura della Bolla di indizione del Grande Giubileo, svoltosi la prima domenica di Avvento 1998 nell’atrio della Basilica Vaticana proprio davanti alla porta santa, ha voluto richiamare l’attenzione su questo segno forte del Giubileo. Il Papa ha sostato in preghiera davanti alla Porta santa, ancora chiusa ma per la circostanza convenientemente ornata, quasi ad indicare a tutti l'atteggiamento di contemplazione e di fattiva speranza con cui la Chiesa da tempo si è preparata varcare la soglia del Grande Giubileo del 2000.
L’importanza del segno della porta nel Giubileo del 2000 sarà espressa anche dal momento rituale: per la prima volta nella storia degli anni santi il Papa aprirà personalmente tutte e quattro le porte delle basiliche romane.

 

II. IL RITO DI APERTURA DELLA PORTA SECONDO LA TRADIZIONE

Secondo la descrizione fatta nel 1450 da un certo Giovanni Rucellai da Viterbo, fu Papa Martino V nel 1423 ad aprire per la prima volta nella storia degli anni giubilari la porta santa nella Basilica di San Giovanni in Laterano. In quel tempo gli anni santi si celebravano ogni 33 anni. Nella Basilica Vaticana l'apertura della porta santa è attestata per la prima volta nel Natale del 1499. In quella occasione Papa Alessandro VI volle che la porta santa venisse aperta non solamente a S. Giovanni in Laterano, ma anche nelle altre basiliche romane: S. Pietro, S. Maria Maggiore e S. Paolo fuori le Mura.
Una piccola porta, probabilmente di servizio, che si trovava nella parte sinistra della facciata della Basilica di S. Pietro, fu allora allargata e trasformata in porta santa, proprio nel luogo in cui si trova ancora oggi. Ciò portò alla distruzione di una cappella adornata di mosaici che si trovava all’interno della basilica e che era stata dedicata da Papa Giovanni VII alla Madre di Dio.
Il Papa inoltre volle che fossero ben definite le norme del Cerimoniale dell’anno santo non ancora precisato dai suoi predecessori e in particolare i riti di apertura e chiusura della porta santa. La composizione dei riti fu affidata dal Papa al famoso Giovanni Burcardo, Maestro delle Cerimonie Pontificie, originario di Strasburgo e Vescovo delle diocesi riunite di Civita Castellana ed Orte. La porta santa dell’anno giubilare del 1500 venne aperta la notte di Natale del 1499 e fu chiusa nella solennità dell’Epifania del 1501. Il Rituale preparato dal Burcardo e approvato dal Papa, salvo alcuni ritocchi introdotti nel 1525 dal Maestro Biagio da Cesena, è stato sostanzialmente seguito in tutti i giubilei che sono seguiti.

 

1. Sequenze rituali nel Cerimoniale del XVI secolo

a) Apertura

- Il Papa si veste in una stanza del Palazzo Apostolico e poi, insieme con i Cardinali, si reca nella Cappella Sistina. Qui ha luogo l’invio dei Cardinali legati per l’apertura delle altre porte e l’adorazione del SS.mo Sacramento.

  •  La processione si dirige alla porta santa al canto del Iubilate Deo o del Veni Creator Spiritus.

  •  Il Papa dice l’orazione Deus qui per Moysem.

  •  Poi riceve il martello, dice i versetti Aperite mihi portas iustitiæ e percuote tre volte il muro della porta santa.

  •  Il Papa ritorna alla sede e dice l’orazione Actiones nostras.

  •  I muratori proseguono l’opera di apertura mentre si canta il Salmo Iubilate Deo omnis terra.

  •  Il Pontefice genuflette sulla soglia della porta.

  •  Il Papa passa per primo per la porta santa mentre il coro canta il Te Deum laudamus.

  •  La processione si dirige verso l’altare per la celebrazione dei Vespri.

b) Chiusura

  •  Il Papa entra processionalmente nella basilica attraverso la porta santa e presiede i Vespri nella basilica.

  •  Il Pontefice invia quindi i Cardinali legati per la chiusura delle porte delle altre basiliche.

  •  Segue la processione prima verso le reliquie e poi verso la porta santa mentre si eseguono canti adatti.

  •  Si compie l'ostensione e adorazione delle reliquie del Sudario e della Lancia.

  •  Il Papa esce per ultimo dalla porta santa.

  •  Poi benedice le pietre e i mattoni.

  •  Il Pontefice con la cazzuola spalma la calce sulla soglia della Porta Santa e vi mette sopra tre mattoni e alcune monete d’oro e d’argento.

  •  Vengono quindi messi altri mattoni e poi i muratori, fuori e dentro la basilica, concludono l’opera di chiusura mentre il coro canta l’inno Cælestis Urbs Ierusalem.

  •  Il Papa dice la preghiera Deus qui in omni loco e sale alla Loggia delle benedizioni per impartire la solenne Benedizione Apostolica.

 

2. Elementi caratteristici del Cerimoniale tradizionale

Dal giubileo del 1500 al giubileo del 1950 i riti concernenti la porta santa sono rimasti pressoché identici. Tali riti erano caratterizzati da alcuni elementi particolari.

Il muro

Dal 1500 fino al 1975 la porta santa delle quattro basiliche romane era chiusa all’esterno da un muro e non da una porta. Al momento dell’apertura non venivano quindi aperte le valve di una porta, ma si abbatteva un muro: il Papa ne abbatteva una parte e i muratori completavano poi l’opera di demolizione. É ancora vivo il ricordo e l’apprensione avuta per i calcinacci caduti a pochi centimetri dal Papa Paolo VI al momento dell’apertura della porta santa nella Notte di Natale del 1974.

Il martello

Il Papa già nel Natale del 1499 usò il martello per battere tre colpi contro il muro che chiudeva la porta santa. Inizialmente veniva usato il martello dei muratori e i colpi dati non erano del tutto simbolici. Quasi subito però il martello divenne un oggetto artistico e prezioso. Nel 1525 il martello usato era d’oro e nel 1575 d’argento dorato con il manico di ebano.

La cazzuola

La cazzuola veniva usata dal Papa nel rito di chiusura. L’uso è attestato a partire del Natale del 1525. L’ultimo Papa che ne ha fatto uso è stato Pio XII nel rito di chiusura dell’anno santo del 1950 (cfr. L’Osservatore Romano, 26-27 dic. 1950).

I mattoni

L’uso di alcuni mattoni nel rito di chiusura della porta santa è attestato a partire dal Giubileo del 1500. Il cronista del Giubileo del 1423 scrive che "è tanta la devozione che le persone hanno nei mattoni e calcinacci, che subito quando la porta è smurata, a furia di popolo sono portati via e gli oltremontani se ne portano a casa come reliquie sante" (L. Bargellini, L’Anno Santo, 66). Il rito di chiusura della porta redatto dal Burcardo per l’Epifania del 1501 prevede che due cardinali depongano nel muro due piccoli mattoni: uno d’oro e uno d’argento.

Le monete

Anche l’uso di includere alcune monete nel muro della porta santa è attestato fin dal Giubileo del 1500. Inizialmente le monete erano semplicemente murate nella calce. A partire del 1575 esse vennero inserite in una cassetta metallica. Questo uso è tuttora in vigore.

L’acqua benedetta

L’uso dell’acqua benedetta è già previsto nel Rituale del 1525 per benedire le pietre e i mattoni che servono per la chiusura della porta santa.
Successivamente se ne introduce l’uso anche per l’apertura della porta: i Penitenzieri, dopo l’abbattimento del muro, passano dei panni imbevuti di acqua benedetta sia sugli stipiti che sulla soglia. Tale rito è rimasto in vigore fino all’ultimo anno santo.

La porta di legno

All’esterno della basilica la porta santa era chiusa da un muro, mentre all’interno il muro era coperto da una semplice porta di legno. La porta veniva tolta prima dell’abbattimento del muro e rimessa subito dopo in quanto serviva da chiusura notturna quando non erano più consentite le visite dei pellegrini. Le semplici e disadorne porte di legno che vediamo ancora oggi chiudere dall’esterno le porte sante di S. Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e S. Paolo, erano le vecchie porte che fino al Giubileo del 1975 si trovavano davanti alla porta santa all’interno della basilica.
Nella Basilica di S. Pietro invece l’ultima porta di legno, inaugurata da Papa Benedetto XIV nel 1748, venne sostituita, il 24 dicembre 1949, da una porta di bronzo benedetta da Papa Pio XII subito dopo l’apertura della porta santa.

 

III. IL CAMBIAMENTO DEL 1975

Nel Natale del 1975 il rito di chiusura della porta santa venne modificato. Il Papa non usò più la cazzuola e i mattoni per dare inizio alla ricostruzione del muro ma chiuse semplicemente i battenti della porta di bronzo del 1950. La porta, che fino ad allora era stata all’interno della basilica, si venne così a trovare all’esterno come la vediamo ancora oggi. Il muro che chiudeva la porta all’esterno venne successivamente costruito all’interno della basilica e il 27 febbraio dello stesso anno vi venne murata la tradizionale cassetta con le monete e la pergamena che ne attestava la chiusura.

 

IV. IL RITUALE PREVISTO PER IL GRANDE GIUBILEO DEL 2000

1. La "Recognitio" delle porte

L’apertura della porta santa è preceduta, secondo la tradizione, dal rito della "Recognitio". Si tratta di predisporre tutto ciò che è necessario affinché la porta santa possa essere aperta dal Santo Padre. In particolare viene tolto il muro di mattoni che chiude la porta santa all’interno della basilica prelevando la cassetta che vi era stata murata.

a) Al rito, guidato dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, prendono parte: l’Arciprete della basilica, una rappresentanza del Capitolo e un Cerimoniere Pontificio. Si prevede il seguente svolgimento:

  •  momento di preghiera davanti al muro che chiude la porta santa all’interno della basilica;

  •  estrazione della cassetta ivi murata alla fine del precedente anno giubilare, con susseguente demolizione del muro stesso e prelevamento dei mattoni;

  •  preghiera davanti all’altare della Confessione;

  • esame del contenuto della cassetta e redazione dell’apposito verbale nella Sagrestia della basilica.

b) La "Recognitio" avrà luogo nelle seguenti date:

Basilica di S. Pietro: mercoledì 15 dicembre 1999, ore16.30;
Basilica di S. Giovanni in Laterano: giovedì 16 dicembre, ore 16.30;
Basilica di S. Maria Maggiore: venerdì 17 dicembre, ore 16.30;
Basilica di S. Paolo: martedì 21 dicembre, ore 16.00.

c) Dopo la "Recognitio" il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie provvederà a presentare al Santo Padre quanto contenuto nelle cassette.

 

2. Il Rito di apertura

In occasione del Grande Giubileo del 2000 il Santo Padre procederà alla apertura della porta santa di tutte e quattro le basiliche romane: la notte di Natale la porta santa della basilica di San Pietro; il giorno di Natale, in concomitanza con l’inizio dell’anno santo nelle chiese particolari, quella di San Giovanni in Laterano, cattedrale di Roma; il primo gennaio, solennità della Madre di Dio, quella di Santa Maria Maggiore; il 18 gennaio, inizio della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, quella di San Paolo fuori le mura.
L’apertura di due delle porte sante avrà luogo all’inizio della celebrazione eucaristica (San Pietro e Santa Maria Maggiore), una (San Giovanni) all’inizio della solenne celebrazione dei Vespri, l’ultima (San Paolo) all’inizio della celebrazione di un’Ora della Liturgia delle Ore. La celebrazione in San Paolo avrà carattere ecumenico.
Nello spirito e secondo la tradizione del Giubileo, ribaditi dalle indicazioni per il Rito di apertura del Grande Giubileo nelle Chiese particolari, l’apertura della porta santa è opportunamente preceduta da una "statio" seguita da una processione.
Nelle basiliche di S. Pietro in Vaticano, di S. Giovanni e di S. Maria Maggiore, la liturgia della "statio" ha luogo davanti alla porta santa stessa.
A S. Paolo la "statio" avrà luogo nel porticato antistante la basilica e sarà quindi seguita da un cammino processionale verso la porta santa.
Alcuni testi e sequenze rituali saranno proprie dell’apertura della prima porta, quella di San Pietro, e non avranno quindi luogo nella apertura della porta delle altre basiliche. Si tratta: della proclamazione del Vangelo di Luca 4, 14-21, della presenza di elementi rituali e di alcuni fedeli provenienti da diversi Continenti, (cfr. TMA 21), della ostensione alla chiesa e al mondo del Libro dei Vangeli dalla soglia della porta santa (IM 8) e del canto del testo di proclamazione del Grande Giubileo.

 

a) La Basilica di S. Pietro

I riti previsti per l'apertura della porta santa nella Basilica di San Pietro sono i seguenti.
Troveranno posto nell’atrio della basilica, prima dell’inizio della processione di ingresso: i Vescovi in abito corale, il Decano del Tribunale della Rota Romana, una rappresentanza dei Canonici e dei Penitenzieri, i Capi di Stato, il Decano del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede, la Cappella Musicale Pontificia.
Il Santo Padre indossa come di abitudine le vesti sacre nell’apposita Sagrestia della basilica. I chierici ministranti, alcuni laici provenienti dai cinque Continenti, i diaconi e i Cardinali concelebranti si riuniscono nel Braccio di Costantino, da dove alle ore 23 inizia la processione verso la porta santa. Il Santo Padre si unisce alla processione uscendo dalla propria sagrestia. Durante la processione d’ingresso la "schola cantorum" canta il salmo 121 (122) con l’antifona Lætatus sum in his quæ dicta sunt mihi. Tutti prendono posto nelle sedi predisposte nell’atrio della basilica, davanti alla porta santa.
Il Santo Padre giunto alla Cattedra inizia la celebrazione con il segno della croce, una invocazione trinitaria, il saluto liturgico e una monizione. Segue una orazione. La "schola" e l’assemblea cantano l’Alleluia, e quindi ha luogo la proclamazione del Vangelo (Lc 4, 14-21) in lingua italiana. Al termine della proclamazione del Vangelo non si ripete l’Alleluia.
Il Santo Padre si avvia quindi in silenzio verso la porta santa. Giunto davanti alla porta canta il versetto: Haec porta Domini, e tutti rispondono: Iusti intrabunt in eam (Ps 117, 20).
Il Santo Padre continua: Introibo in domum tuam, Domine; e tutti rispondono: Adorabo ad templum sanctum tuum (Ps 5, 8). Il Santo Padre infine dice: Aperite mihi portas iustitiæ, e tutti rispondono: Ingressus in eas, confitebor Domino (Ps 117, 19).
Quindi il Santo Padre in silenzio sale i gradini e apre la porta spingendo le valve con le due mani. Dall’interno della basilica due sampietrini provvederanno ad aprire completamente la porta.
Appena la porta è stata aperta l’interno della Basilica viene illuminato completamente e il Santo Padre si inginocchia sulla soglia e vi rimane per alcuni momenti in silenzio.
Quindi il coro canta l’acclamazione Christus heri et hodie, Finis et Principium; Christus Alpha et Omega, Ipsi gloria in sæcula!
Dopo l’acclamazione il Santo Padre ritorna alla Cattedra. Alcuni fedeli provenienti dall’Asia e dall’Oceania ornano con fiori gli stipiti della porta e spandono profumi mentre si esegue una musica adatta alla cultura orientale. Il Santo Padre quindi ritorna davanti alla porta, sale i gradini e, sulla soglia, riceve il Libro dei Vangeli e lo mostra in silenzio prima ai fedeli che si trovano nell’atrio e poi a quelli che si trovano all’interno della basilica. Il Santo Padre quindi entra nella basilica, riconsegna il Libro dei Vangeli al diacono e si porta alla sede posta davanti alla statua della pietà mentre alcuni fedeli provenienti dall’Africa in segno di gioia suonano i corni. Subito dopo la "schola" inizia il canto che accompagna l’ingresso della processione nella basilica.
La processione entra in basilica e procede verso l’altare nel seguente ordine: croce, candelieri, ministranti, laici, Autorità civili, Vescovi, Cardinali concelebranti, diacono con il Libro dei Vangeli attorniato da alcuni laici dell’America e dell’Europa con lampade e fiori, il Santo Padre.
Quando la processione giunge davanti all’altare ha luogo l’intronizzazione del Libro dei Vangeli. Il diacono colloca il Libro sull’apposito tronetto. Alcuni laici depongono le lampade e i fiori davanti al Libro dei Vangeli e quindi il Santo Padre incensa il Libro.
Appena il Santo Padre giunge alla Cattedra ha luogo il canto del testo di Proclamazione del Grande Giubileo. Al termine della Proclamazione la "schola" e l’assemblea cantano l’inno Gloria in excelsis Deo.
Il Vangelo, secondo la tradizione seguita nelle solenni celebrazioni papali, viene proclamato in latino e in greco.
La celebrazione della Santa Messa quindi prosegue come di consueto.
Al termine della celebrazione il Santo Padre si reca direttamente in sagrestia.

 

b) Le altre Basiliche

Il rito di apertura della porta santa nelle altre basiliche prevede il seguente ordine di svolgimento: segno di croce, saluto liturgico e monizione introduttiva da parte del Santo Padre, orazione, versetti cantati dal Papa davanti alla porta santa, apertura della porta, sosta in preghiera sulla soglia, ingresso in basilica e celebrazione liturgica prevista.
Nella basilica di San Paolo, come accennato, la "statio" avrà luogo nel portico antistante la basilica e quindi la processione si avvierà verso la porta santa. Qui il Santo Padre canterà i versetti previsti e quindi procederà ad aprire la porta.

 

3. L’apertura della porta santa del Grande Giubileo del 2000 nella Basilica Vaticana: significato ed elementi particolari

Il cambiamento introdotto nel rito di chiusura dell’anno santo del 1975 ha spostato l’attenzione dal muro alla porta. La porta santa è stata in tal modo arricchita dal profondo senso biblico, teologico, liturgico e pastorale che la porta ha nella storia della salvezza e nella storia della Chiesa, divenendo uno dei segni forti del Giubileo, come ha rilevato il Papa nella TMA (n. 33).
Anche l’aspetto rituale ha dovuto essere modificato. Ad esempio, nel 1975 non si è più usata la cazzuola perché non vi era più un muro da costruire; nel 2000 non si userà più il martello perché non vi è più un muro da abbattere, ma solamente una porta da aprire.
Gli elementi del vecchio rituale caduti in disuso saranno sostituiti da altri più espressivi del significato biblico e liturgico della porta santa. Tali elementi rituali intendono inoltre mettere in luce gli aspetti peculiari che, secondo le indicazioni della TMA, hanno caratterizzato in questi ultimi anni la preparazione al Giubileo da parte di tutta la Chiesa. Essi vengono quindi richiamati e sono in qualche modo presenti nel momento di varcare la porta santa del Giubileo bimillenario della nascita di Cristo.
I momenti rituali più espressivi previsti nel rito di apertura della porta della Basilica Vaticana che segnerà l’inizio del Giubileo, sono i seguenti.

  •  La processione e la "statio" davanti alla porta, con la proclamazione del Vangelo di Luca 4,14-25. L’annuncio di Gesù nella sinagoga Nazaret: "Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha mandato… per predicare un anno di grazia del Signore" – testo così importante nella TMA (n. 11) - ricongiunge l’anno giubilare al mistero di Cristo che si rende presente nel tempo della Chiesa. Con la venuta di Cristo il tempo della Chiesa è sempre tempo di giubileo. Il primo scopo di ogni giubileo è proprio quello di ravvivare questo mistero nella Chiesa.

  • L’acclamazione Christus heri et hodie, Finis et Principium; Christus Alpha et Omega, Ipsi gloria in sæcula! davanti alla porta aperta. Sono parole che il Papa ha proposto come sintesi del Giubileo. Esse indicano nella porta aperta il segno di Cristo, Signore della storia e presente nella sua Chiesa fino alla fine dei tempi (cfr. Eb 13,8).

  •  La presenza di un gruppo peculiare di fedeli provenienti dai vari continenti e di espressioni culturali dei diversi popoli rendono evidente l'universalità della salvezza e della missione della Chiesa che nell'urbe e in tutto l'orbe celebra il Giubileo. Con ciò si vogliono inoltre ricordare in modo visivo anche i Sinodi continentali celebrati in preparazione al giubileo del 2000 (cfr. TMA 21).

  •  L’ornamentazione della porta con fiori e l’uso di profumi, oltre che omaggio al segno di Cristo porta universale della salvezza, esprime il caratteristico aspetto di gioia costituito dall'anno giubilare (cfr. TMA 16; IM 6). La gioia espressa dai fiori e dai profumi con cui è ornata la porta prende il posto dell’aspetto penitenziale dell'acqua lustrale sparsa un tempo sugli stipiti dai penitenzieri della Basilica. Quando il Papa varcherà la soglia sarà un momento di gioia cui prenderà parte tutta la chiesa, la porta infatti è abbellita e profumata dai fedeli che partecipano nella Chiesa al sacerdozio regale di Cristo.

  •  L’ostensione del Libro dei Vangeli da parte del Santo Padre al centro della porta santa sottolinea ancora la centralità di Cristo, Parola del Dio vivente, Vangelo del Padre. L'annunzio della buona novella continuerà ad essere compito della nuova Evangelizzazione nel millennio che viene.

  • Il suono del corno eseguito con strumenti musicali tipici della cultura africana, ricorda la convocazione del Giubileo biblico, ma segna anche l'inizio gioioso dell’anno giubilare per tutto il popolo cristiano e in particolare per le giovani chiese, mai così coinvolte in passato nella celebrazione di un giubileo. Il suono non solo esprime la gioia per la porta aperta, ma è anche invito a tutti i cristiani a varcare nell’anno giubilare la soglia della speranza.

  • Nella processione verso l'altare della Basilica accompagneranno il Libro dei Vangeli anche alcuni laici dell'America e dell'Europa, in rappresentanza di questi due continenti e a ricordo dei recenti Sinodi celebrati in preparazione all'anno 2000.

  •  Il testo di Proclamazione del grande Giubileo è stato preparato appositamente per l’occasione. Il testo, dal tono lirico e gioioso, intrecciato di riferimenti biblici, liturgici e patristici, sarà proclamato da un Diacono e accompagnato da interventi del coro.
    In esso si trovano significative parole che danno senso all'evento della notte santa del Natale di questo anno di grazia:

"Venti secoli sono trascorsi da quel giorno beato,
perciò la Chiesa, memore e grata,
celebra il bimillenario della nascita di Cristo, suo sposo,
con un anno giubilare,
un anno accetto al Signore,
anno di misericordia e di grazia,
anno di riconciliazione e di perdono,
di salvezza e di pace.
Celebriamo dunque il Natale del Signore,
esordio della nostra redenzione.
Celebriamo l'inizio del Grande Giubileo".

 

V. CONCLUSIONE

Le parole del Papa Giovanni Paolo II nella Bolla Incarnationis Mysterium aiutano a comprendere l’importanza della porta santa e del Giubileo del 2000.
Il segno della porta santa, che caratterizza così fortemente il Giubileo del 2000 "evoca il passaggio che ogni cristiano è chiamato a compiere dal peccato alla grazia. Gesù ha detto: "Io sono la porta" (Gv 10, 7), per indicare che nessuno può avere accesso al Padre se non per mezzo suo. Questa designazione che Gesù fa di se stesso attesta che Egli solo è il Salvatore inviato dal Padre. C’è un solo accesso che spalanca l’ingresso nella vita di comunione con Dio: questo accesso è Gesù, unica e assoluta via di salvezza. Solo a lui si può applicare con piena verità la parola del Salmista: "È questa la porta del Signore, per essa entrano i giusti" (Sal 118 [117], 20).
L’indicazione della porta richiama la responsabilità di ogni credente ad attraversarne la soglia. Passare per quella porta significa confessare che Gesù Cristo è il Signore, rinvigorendo la fede in lui per vivere la vita nuova che Egli ci ha donato. È una decisione che suppone la libertà di scegliere ed insieme il coraggio di lasciare qualcosa sapendo che si acquista la vita divina (cfr. Mt 13, 44-46). È con questo spirito che il Papa per primo varcherà la porta santa nella notte tra il 24 ed il 25 dicembre 1999. Attraversandone la soglia mostrerà alla Chiesa e al mondo il Santo Vangelo, fonte di vita e di speranza per il terzo millennio che viene. Attraverso la porta santa, simbolicamente più ampia al termine di un millennio, Cristo ci immetterà più profondamente nella Chiesa, suo Corpo e sua Sposa. Comprendiamo in questo modo quanto ricco di significato sia il richiamo dell’apostolo Pietro quando scrive che, uniti a Cristo, anche noi veniamo impiegati "come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio" (1Pt 2, 5)" (IM 8).
"Gli occhi di tutti erano fissi sopra di Lui" (Lc 4, 20). Così si dice dell'assemblea sinagogale di Nazaret dove Gesù ha letto la profezia di Isaia.
I nostri occhi sono ormai fissi sul Papa e sulla porta santa che si sta per aprire per celebrare nella gioia il Grande Giubileo che ricorda la nascita di Cristo venti secoli or sono.
Tutti sono in attesa di vedere colui che ha iniziato il pontificato con il grido "Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo", aprire lui stesso la porta santa. Tutti sono in attesa di vedere colui che ha scritto Varcare la soglia della speranza, varcare la soglia del Grande Giubileo. Egli varcherà per primo questa soglia per guidare una moltitudine di fedeli ad entrare più profondamente nel mistero della salvezza presente nella Chiesa che celebra con gioia il bimillenario della nascita del suo Sposo e Signore Gesù Cristo.

Città del Vaticano, 1 dicembre 1999.

 

† Piero Marini
Vescovo tit. di Martirano
Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie

 

 

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