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UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE DEL SOMMO PONTEFICE

VIA CRUCIS

VENERDÌ SANTO 1991

 

 

PREGHIERA INIZIALE

Il Santo Padre:

Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo.

R. Amen

Fratelli e sorelle,
nella narrazione evangelica della Passione,
uomini e donne del tempo di Gesù
partecipano con grave responsabilità
alla condanna e alla morte dell'Innocente,
o con amorosa compassione
al dolore e alla sofferenza del Giusto.
 

Il loro comportamento
ispira la nostra meditazione orante
mentre ripercorriamo con il Cristo
il cammino della Croce,
che conduce alla sua morte dolorosa e gloriosa.

Il loro comportamento
ci interpella oggi
di fronte alla passione del Figlio dell'uomo,
che continua nel dolore dell'umanità e di tutta la creazione.

La Croce gloriosa di Cristo
illumini di speranza
il cammino verso la salvezza.

Breve pausa di silenzio.

Preghiamo.

Dirigi, Padre,
con la luce della tua grazia
i nostri passi sulla via della Croce,
perché, camminando sulle orme di Cristo,
giungiamo alla tua dimora di gloria,
dove Egli ha preparato un posto per noi.
A te, Padre,
per Cristo, nello Spirito,
ogni onore e gloria
nei secoli eterni.

R. Amen.

 

PRIMA STAZIONE
Gesù nell'orto degli ulivi

 

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Giunsero a un podere chiamato Getsemani. Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e disse loro: « La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate ». Andato un po' innanzi si gettò a terra e pregava: « Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu » (Mc 14, 32-36).

MEDITAZIONE

Gesù è là, solo,
nel giardino che odora di ulivo.
Si è gettato a terra
e ha allargato le braccia
per unire i due estremi, distanti un abisso,
della disperazione e della speranza.

Getsemani,
ora della paura e dell'angoscia,
della tristezza e del sudore di sangue,
degli amici che si addormentano e non comprendono.

Getsemani,
ora della tentazione suprema:
riprendersi subito la gloria divina di Figlio
e abbandonare la causa dell'uomo.

Getsemani,
ora della preghiera intensa e del dialogo filiale,
dell'accettazione, nell'amore, del calice amaro.

Per l'agonia del Getsemani
si riapre - testimoni gli ulivi -
la porta dell'antico giardino
e trabocca di speranza
il calice della passione dell'uomo.

ORAZIONE

O Amico degli uomini,
che nel giardino degli ulivi
sei la speranza oltre ogni speranza:
a te la nostra riconoscenza e la nostra supplica.

R. Kyrie, eleison.

O Amico degli uomini,
il tuo abbandono alla volontà del Padre
incoraggia le nostre scelte evangeliche
tra le difficoltà della vita.

R. Kyrie, eleison.

O Amico degli uomini,
rendici forti nel cammino di fede,
intrepidi nel donare la vita
per amore della Vita.

R. Kyrie, eleison.

Gloria e lode a te, o Cristo,
fedele nella prova,
sorgente di speranza e di riconciliazione
per ogni vivente.

R. Amen

Tutti:

Pater noster, qui es in cælis:
Sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Stabat Mater dolorosa
iuxta crucem lacrimosa,
dum pendebat Filius.

 

SECONDA STAZIONE
Gesù, tradito da Giuda, è arrestato

 

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Arrivò Giuda e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Gli si accosté dicendo: « Rabbì » e lo baciò. Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono (Mc 14, 13. 45-46).

MEDITAZIONE

Era notte
quando Giuda abbandonò la stanza alta della Cena
e s'immerse nel buio del tradimento.

La violenza di spade e bastoni
e il bacio dell'inganno
avvolgono il Figlio dell'uomo,
il Maestro dell'amore più grande
e della verità che conduce alla vita.

Egli si consegna per adempiere le Scritture;
si consegna per prolungare il dono della Cena.
Nel cuore del tradimento
si rivela il paradosso di Dio,
il disegno supremo del suo amore.
Come sta scritto:
« Forte come la morte è l'amore,
tenace come gli inferi è la passione » (Ct 8, 6).

E quando il nemico e la violenza
sembrano prevalere,
la vita donata per amore
diventa seme di salvezza e di rinnovata speranza.

ORAZIONE

Tu sei, Gesù,
maestro di vita
anche di fronte al tradimento e al sopruso;
maestro di compassione,
sicuro della fedeltà del Padre,
malgrado l'inganno e l'odio umano.
Il getsemani del mondo
si illumina della tua fortezza
e nuovo vigore riprende il cuore pavido e vacillante.

Sostienici con il tuo Spirito:
smaschera il mistero di Giuda
che portiamo nella nostra carne
e perpetuiamo nella nostra storia;
donaci la certezza
che solo amore e gratuità
liberano e salvano.

Tu, Signore Gesù,
vivi e regni nei secoli eterni.

R. Amen

Tutti:

Pater noster, qui es in cælis:
Sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Cuius animam gementem
contristatam et dolentem
pertransivit gladius.

 

TERZA STAZIONE
Gesù è condannato dal sinedrio

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Il sommo sacerdote interrogò Gesù dicendo: « Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto? ». Gesù rispose: « Io lo sono! ». Tutti sentenziarono che era reo di morte (Mc 14, 55.60-61. 62.64).

MEDITAZIONE

Nel sinedrio
- casa del diritto, del sacerdozio, della saggezza -
Gesù è giudicato reo di morte:
offeso il Santo di Dio,
condannato il Giusto.

Gesù,
un innocente condannato:
lungo i secoli
si riconoscono in lui,
interminabile teoria,
le vittime tutte dei tribunali vili e corrotti.

Gesù,
un innocente condannato:
il suo silenzio mite e libero
- « maltrattato non aprì la sua bocca » (Is 53, 7) -
è voce che denuncia ancora le sentenze ingiuste,
il calcolo che soffoca la verità,
l'arbitrio che prevale sull'equità.

Gesù,
un innocente condannato:
in lui e per lui,
nell'abisso dell'ingiustizia,
risplende la superna giustizia:
fare di ogni uomo un figlio del « Dio benedetto »;
e si disvela la vera bestemmia:
profanare la dignità dell'uomo
e attentare alla sua libertà.

ORAZIONE

Gesù,
per la parola violenta che ti ha colpito,
rendi mite e paziente la nostra parola.

R. Kyrie, eleison.

Gesù,
per il grido blasfemo che ti rifiuta,
rendi la nostra parola
strumento di comunione e di concordia.

R. Kyrie, eleison.

Gesù,
per la sentenza iniqua che ti condanna a morte,
donaci di udire, nel giorno della tua gloria,
una sentenza di grazia e di perdono.

R. Kyrie, eleison.

Gloria e lode a te, o Cristo,
venuto non per giudicare ma per salvare:
in te la nostra speranza di vita e di pace.

R. Amen.

Tutti:

Pater noster, qui es in cælis:
Sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

O quam tristis et afflicta
fuit illa benedicta
Mater Unigeniti!

 

QUARTA STAZIONE
Gesù è rinnegato da Pietro

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: « Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte ». E scoppiò in pianto (Mc 14, 72).

MEDITAZIONE

Rinnegato dal discepolo ardente,
rigettato dalla prima pietra
che aveva scelto per edificare la sua Chiesa,
Gesù appare sempre più solo
nel gorgo della violenza e della morte.

Mentre la Verità è proclamata,
nonostante le trame del sinedrio,
si prolunga ad opera dell'apostolo
il rinnegamento dei concittadini,
il rifiuto dei parenti,
l'abbandono dei discepoli.

Pietro,
tu ricordi alle generazioni
la fragilità e la responsabilità
delle creature e delle istituzioni
di fronte alla violenza e al potere dispotico.

Ricordi ancora,
con il tuo pianto segreto,
che Gesù il Nazareno
è più grande di ogni rinnegamento;
il suo sguardo è motivo di speranza
per il cuore che, pentito,
non si chiude nello scoraggiamento
e nella disperazione.

ORAZIONE

Grazie, Gesù,
per lo sguardo che hai rivolto a Pietro
nell'ora oscura del rinnegamento.

Alla luce dell'alba,
per il tuo sguardo,
il volto del pescatore si inonda di pianto:
hai riannodato nel silenzio
il filo spezzato dalla parola spergiura;
hai ridato vigore
alla roccia divenuta fragile;
hai riacceso la fiamma spenta
del discepolo ardente.

Guarda anche noi, Gesù,
nell'ora della paura e della fragilità,
perché il pianto del pentimento,
quale battesimo nuovo,
renda nuova la nostra professione di fede,
nuovo il nostro impegno di amore.

Tu, Signore Gesù,
vivi e regni nei secoli eterni.

R. Amen.

Tutti:

Pater noster, qui es in cælis:
Sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Quae maerebat et dolebat,
pia Mater, dum videbat
Nati poenas incliti.

 

QUINTA STAZIONE
Gesù è giudicato da Pilato 

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

La folla gridò più forte: « Crocifiggilo! ». E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegno perché fosse crocifisso (Mc 15, 14-15).

MEDITAZIONE

Gesù è innocente.
Pilato l'ha compreso.
Sa che i sommi sacerdoti lo hanno consegnato per invidia.
Ma non sa spiegarsi in che modo sia re
quell'uomo povero e mite che gli sta davanti.

È pieno di stupore.
Vorrebbe liberare Gesù.
Ma incalza il grido della folla sobillata: « Crocifiggilo! ».
Urlo di tutti i tempi,
in cui ognuno riconosce la propria voce.

Invidia dei sacerdoti,
ostilità del popolo manipolato,
viltà di un politico
che non assume la sua responsabilità:
così Gesù viene consegnato alla morte
e Barabba, l'omicida, è liberato.

Barabba:
la condanna di Gesù vale la sua libertà.
Egli è già frutto della passione di Cristo.

Barabba libero!
Si dilata la passione del « Figlio dell'uomo »,
perché ogni uomo diventi « figlio di Dio »
e, camminando nella speranza, giunga a più alta libertà.

ORAZIONE

Signore Gesù,
che, venuto per salvare e non per condannare,
accetti con amore il giudizio di condanna:
a te la nostra riconoscenza e la nostra supplica.

R. Kyrie, eleison.

Signore Gesù,
la tua mitezza e umiltà
di fronte alla condanna di morte,
conforta il cuore nella persecuzione
sopportata per il tuo nome.

R. Kyrie, eleison.

Signore Gesù,
liberaci dall'infierire contro il figlio dell'uomo;
dal lavarci le mani nella viltà e nell'ipocrisia
di fronte all'innocente e all'indifeso.

R. Kyrie, eleison.

Gloria e lode a te, o Cristo,
giusto tra gli ingiusti,
presenza che riconcilia e conduce a libertà.

R. Amen.

Tutti:

Pater noster, qui es in cælis:
Sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Quis est homo qui non fleret,
Matrem Christi si videret
in tanto supplicio?

 

SESTA STAZIONE
Gesù è flagellato e coronato di spine

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

I soldati, dopo aver intrecciato una corona di spine, la misero sul capo di Gesù. Cominciarono poi a salutarlo: « Salve, re dei Giudei! ». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso (Mc 15, 17-19).

MEDITAZIONE

Incoronato del dolore dell'umanità,
sferzato dal peccato del mondo,
Gesù, silenziosamente, accetta il dileggio e lo scherno.

Nell'incomprensione più assoluta,
egli è re di verità,
quella verità che annulla l'illusione
di un Messia potente e vendicatore
e lo rivela servo della vita,
come sta scritto:
« Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire ...
egli si è caricato delle nostre sofferenze,
e si è addossato i nostri dolori » (Is 53, 3-4).

Re perché serve,
re perché assume il limite della condizione umana
e le infonde un significato di speranza e di salvezza.

In lui,
ciò che il mondo ritiene stolto, debole, ignobile,
non può essere ormai più disprezzato:
è sapienza e potenza di Dio.

ORAZIONE

Salve, Re pacifico,
salve, servitore della vita.
La tua passione
converta, finalmente, i nostri cuori:
doni la forza di spezzare
la catena di complicità
che tutti rende responsabili
del ritardo del Regno.

Illuminati dalla Verità che risplende e libera,
ti chiediamo di riconoscere in ogni uomo il tuo volto
in ogni povero e perseguitato la tua presenza,
in ogni operatore di giustizia e di pace
il fratello chiamato ad essere figlio di Dio.

Tu, Signore Gesù,
vivi e regni nei secoli eterni.

R. Amen.

Tutti:

Pater noster, qui es in cælis:
Sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Quis non posset contristari,
Christi Matrem contemplari,
dolentem cum Filio?

 

SETTIMA STAZIONE
Gesù è caricato della croce

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dopo averlo schernito lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo (Mc 15, 20).

MEDITAZIONE

I soldati si sono presi burla di lui.
Ma ora basta con il gioco.
È
stato condannato a morte:
si esegua la sentenza.
Gli ridanno le vesti,
lo caricano della croce.

Ora Gesù è veramente
il maestro che precede i suoi discepoli,
il sacerdote che sale l'altare del sacrificio,
l'agnello che porta su di sé il peccato del mondo.

Con la croce sulle spalle Gesù va « fuori »:
come proscritto che esce dalle mura della città,
come capro espiatorio allontanato dall'accampamento,
come il figlio della parabola
cacciato fuori dalla vigna e ucciso.

Con la croce, fuori.
Allora, dietro Gesù,
comincia il grande ritorno dell'uomo
nella casa del Padre.

Con la croce, fuori.
Camminando verso il Golgota,
Gesù indica all'uomo smarrito la via della salvezza.

Con la croce, fuori.
Gesù è là,
in attesa dell'ultimo uomo,
per portare con lui il peso della vita.

ORAZIONE

Gesù, maestro di verità,
carico della croce
ascendi il monte della rivelazione superna:
disvela a tutti i popoli il mistero della salvezza.

R. Kyrie, eleison.

Gesù, sacerdote santo,
carico della croce
ascendi il colle del sacrificio:
unisci alla tua oblazione il travaglio di tutte le nazioni.

R. Kyrie, eleison.

Gesù, buon pastore,
carico della croce
ascendi la santa montagna:
raduna tutte le genti presso l'albero della vita.

R. Kyrie, eleison.

Gloria e lode a te, o Cristo:
la tua croce indica il cammino della vita,
segna il traguardo della speranza.

R. Amen.

Tutti:

Pater noster, qui es in cælis:
Sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Pro peccatis suae gentis,
vidit Iesum in tormentis,
et flagellis subditum.

 

OTTAVA STAZIONE
Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la croce

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, a portare la croce (Mc 15, 21).

MEDITAZIONE

Primo di una moltitudine di futuri discepoli,
il Cireneo, uomo straniero,
è costretto a portare la croce di Gesù fino al Golgota.

Silenziosamente entra nel dramma della passione
e diventano vere per lui le parole del Maestro:
« Se qualcuno vuol venire dietro a me
rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua » (Mc 8, 34).

Croce imposta dalla violenza;
croce inflitta dagli avvenimenti;
croce improvvisa che coglie, improvvisamente,
quasi sempre, il cireneo.

Non c'è sicurezza alcuna nel seguire Gesù.
Non si sa quando termina la strada che sale,
via crucis di molteplici incognite.

Unica è la speranza.
Nell'itinerario doloroso,
i cirenei della vita non sono soli:
il Figlio dell'uomo su cui si chinano
o per cui si chinano,
li accompagna verso la redenzione.

ORAZIONE

Gesù,
sulle spalle del Cireneo,
la tua croce;
e sulle tue spalle, ormai libere,
le croci di tutti gli uomini,
di ieri, di oggi, di sempre.

Signore, ti preghiamo:
tu in noi e noi in te;
nella tua croce le nostre croci,
perché uno sia il peso dell'umana fatica,
uno l'amore che lo sostiene;
uno il cammino del dolore
che, nella fede e nella speranza,
diviene, per tua grazia,
sentiero di comunione e di pace.

Tu, Signore Gesù,
vivi e regni nei secoli eterni.

R. Amen.

Tutti:

Pater noster, qui es in cælis:
Sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Tui Nati vulnerati,
tam dignati pro me pati,
poenas mecum divide.

 

NONA STAZIONE
Gesù incontra le donne di Gerusalemme

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Lo seguivano una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù disse: « Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli » (Lc 23, 27-28).

MEDITAZIONE

Sulla via del Calvario
le figlie di Gerusalemme piangono la sorte di Gesù:
sono consapevoli dell'ingiustizia
che si sta compiendo contro il Figlio di Maria.

Si battono il petto e fanno lamento.
Sono sconvolte le loro viscere di madri:
i loro figli hanno condannato il « Figlio dell'uomo ».

Lo sguardo di Gesù incrocia lo sguardo
delle donne in pianto.
Ad esse egli svela il senso della sua morte:
non devono piangere su di lui,
la sua morte sarà sorgente di vita.

Devono piangere
su loro stesse e sui loro figli.
Devono piangere,
come egli stesso ha pianto, su Gerusalemme,
la città amata, che non ha conosciuto la « via della pace ».

Gesù, figlio della Vergine,
è il legno verde che brucia di amore
perché il legno secco
- i figli delle donne di Gerusalemme -
rifiorisca ammorbidito dalle lacrime del pentimento.

ORAZIONE

O Compassionevole,
che porti su di te il peccato del mondo
e hai compassione delle creature:
a te la nostra riconoscenza e la nostra supplica.

R. Kyrie, eleison.

O Compassionevole,
la tua passione illumina il mistero della vita
e svela agli occhi e al cuore
la passione dell'umanità.

R. Kyrie, eleison.

O Compassionevole,
continua a far risuonare alla nostra coscienza
l'ammonimento rivolto alle donne sulla via dolorosa
perché costruiamo con te la via della pace.

R. Kyrie, eleison.

Gloria e lode a Te, o Cristo,
immagine misericordiosa del Padre,
che porti la vita in abbondanza.

R. Amen.

Tutti:

Pater noster, qui es in cælis:
Sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Eia Mater, fons amoris,
me sentire vim doloris
fac, ut tecum lugeam.

 

DECIMA STAZIONE
Gesù è crocifisso

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere (Mc 15, 24).

MEDITAZIONE

L'ora annunciata e attesa è giunta.
L'ora anticipata per amore a Cana
rivela pienamente il disegno del Padre.

Gesù crocifisso, innalzato tra cielo e terra,
è follia per la ragione umana,
scandalo per la fede antica:
la croce è crudezza ed orrore,
efferatezza e ignominia,
luogo in cui, atrocemente,
muore il Figlio di Dio incarnato.

Nessuno osi violare o velare l'atrocità del dolore.
Luogo in cui si rivela l'amore
e sgorga la vita in abbondanza,
icona della misericordia senza confine,
oltre ogni attesa umana.

O croce di Cristo,
che splendi tragica e pur luminosa
nella notte della passione dell'uomo:
alla tua luce s'illumina ogni cammino oscuro del dolore.

O croce di Cristo,
che t'innalzi sul luogo del cranio
e fecondi le ossa aride dell'umanità decaduta,
tu mostri il più bello tra i figli dell'uomo
che, libero dalle logore vesti tirate a sorte,
riconduce l'uomo allo splendore della prima origine.

O croce di Cristo,
unica speranza,
àncora sicura nei marosi della vita.

ORAZIONE

Cristo Gesù,
nato dalla Vergine Maria,
fratello nostro:
sulla croce ti riconosciamo Figlio di Dio,
ti proclamiamo autore
della riconciliazione fra cielo e terra,
ti invochiamo Salvatore e Redentore.

Ascolta la preghiera della Chiesa
nata dal tuo fianco:
rinnova la sua vita,
feconda la sua missione
perché collabori con te
per annunciare al mondo
la speranza del Regno che viene.

Tu, Signore Gesù,
vivi e regni nei secoli eterni.

R. Amen.

Tutti:

Pater noster, qui es in cælis:
Sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Fac ut ardeat cor meum
in amando Christum Deum,
ut sibi complaceam.

 

UNDICESIMA STAZIONE
Gesù promette il suo regno al buon ladrone

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Uno dei malfattori appesi alla croce insultava Gesù. Ma l'altro lo rimproverava: « Neanche tu hai timore di Dio? ». E aggiunse: « Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno » (Lc 23, 39-40. 42).

MEDITAZIONE

Le mani di Gesù e del ladrone sono inchiodate:
non possono stringersi
in un gesto di amicizia e di pace.

Ma lo sguardo è libero:
il ladrone scopre nel corpo piagato di Gesù
il mistero della sua gloria regale;
Gesù scorge nelle fattezze del malfattore
l'immagine gloriosa del Padre.

E libera è la voce dei due morenti.
Il malfattore supplica:
« Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno »;
Gesù risponde:
« Oggi sarai con me nel paradiso ».

Amico dei pubblicani,
Gesù alloggiava talora presso di loro.
A Zaccheo, uomo di frode, un giorno aveva detto:
« Scendi subito,
perché oggi devo fermarmi a casa tua » (Lc 19, 5).

Ma ora, dove andare?
Quel ladro crocifisso non ha casa
e neppure Gesù ha dove posare il capo,
ma sa da dove è venuto e dove ritorna.
Perciò dice al compagno di condanna:
« Vieni con me, oggi,
nella casa del Padre mio ».

ORAZIONE

Gesù,
è giunta l'ora del segno di contraddizione,
l'ora in cui si disvelano i pensieri del cuore:
del malfattore che ti insulta,
del malfattore che si affida a te.

Con il buon ladrone ti diciamo:
nell'ora dell'angoscia e della tribolazione,
delle tenebre e dell'iniquità:

R. Gesù, ricordati di noi.

Nell'ora delle inutili stragi,
dell'odio e della discordia:

R. Gesù, ricordati di noi.

Nell'ora della menzogna
e del disprezzo della vita,
nell'ora dell'oppressione e della violenza:

R. Gesù, ricordati di noi.

Gloria e lode a te, o Cristo:
per te l'uomo si riconcilia con Dio,
riacquista la sua dignità,
si apre alla speranza.

R. Amen.

Tutti:

Pater noster, qui es in cælis:
Sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Sancta Mater, istud agas,
Crucifixi fige plagas,
cordi meo valide.

 

DODICESIMA STAZIONE
Gesù in croce, la madre e il discepolo

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

In quell'Ora, Gesù vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: « Donna, ecco il tuo figlio! ». Poi disse al discepolo: « Ecco la tua madre ». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa (Gv 19, 26-27).

MEDITAZIONE

Attorno al Crocifisso
si ricompone la comunità dei credenti.
Come nell'ora anticipatrice di Cana,
nell'ora della croce,
quando il Figlio dona lo Spirito dei tempi ultimi,
è presente Maria, la Madre,
e Giovanni, il testimone nei secoli dell'amore.

Dal nuovo albero della vita,
dalla sua linfa di dolore e di sangue,
nasce il popolo nuovo.

Così aveva profetizzato Caifa:
« È meglio che muoia un solo uomo per il popolo ».
Infatti « Gesù doveva morire per la nazione,
e non per la nazione soltanto,
ma anche per riunire insieme i figli di Dio
che erano dispersi » (Gv 11, 50-52).

E sei tu, Madre,
che in Giovanni tutti ci accogli,
e tutti nel dolore ci generi,
i primi e gli ultimi, tutti.

E noi, tuoi figli,
rigenerati dal sangue e dall'acqua,
come Giovanni ti accogliamo:
preziosa eredità nel cammino di fede,
presenza silente, invito a sostare
presso le infinite croci dell'umanità
per recare conforto, speranza di salvezza.

ORAZIONE

Per sempre, Gesù,
sul legno infame e glorioso:
perché l'uomo possa sempre
mangiare dell'albero della vita
e abbeverarsi alla sorgente della salvezza.

Per sempre accanto a te la Donna:
perché nella fede e nel dolore
sia madre di tutti gli uomini,
dal tuo sangue e dallo Spirito generati.

Per sempre accanto a te il Discepolo:
perché la Chiesa ti renda in ogni tempo
testimonianza del suo amore forte e fedele.

Rinnova in noi, Signore, il mistero della croce,
dove tu riveli l'amore infinito del Padre,
elargisci il dono dello Spirito,
unisci per sempre la Madre ai discepoli.

Tu, Signore Gesù,
vivi e regni nei secoli eterni.

R. Amen.

Tutti:

Pater noster, qui es in cælis:
Sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Vidit suum dulcem Natum
moriendo desolatum
dum emisit spiritum.

 

TREDICESIMA STAZIONE
Gesù muore sulla croce

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Alle tre Gesù gridò con voce forte: « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ». Uno corse ad inzuppare di aceto una spugna e gli dava da bere. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò (Mc 15, 34. 36-37).

MEDITAZIONE

Un duplice,
forte grido nella morte di Cristo.
Il primo:
« Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ».
Grido misterioso,
segno della sofferenza atroce,
voce di speranza contro ogni speranza,
canto di vittoria sulle potenze del male.

Gesù, il figlio fedele,
schiacciato da angoscia mortale,
tentato di sfiducia,
proclama dalla croce, come già tra gli ulivi,
la sua adesione al progetto salvifico del Padre. 

Il secondo:
« Gesù, dando un forte grido, spirò ».
Grido possente,
invocazione alla vita che gli viene strappata,
gemito di ora di parto,
vagito immenso della nuova creazione
nata dalla morte di Cristo.

Gesù, l'amico fedele,
pur tradito rinnegato deriso,
conferma, come già nell'intimità della Cena,
il suo amore per l'uomo,
perché « nessuno ha un amore più grande di questo:
dare la vita per i propri amici » (Gv 15, 13).

ORAZIONE

Gesù,
nella tua morte hai riconciliato tutte le cose,
hai rappacificato gli esseri della terra e quelli del cielo:
a te la nostra riconoscenza e la nostra supplica.

R. Kyrie, eleison.

Gesù,
il tuo duplice grido ci conforta
di fronte al dolore innocente
e al gemito dell'intera creazione.

R. Kyrie, eleison.

Gesù,
per la tua passione e morte
perdona il nostro peccato
e rinnova con il tuo Spirito la faccia della terra

R. Kyrie, eleison.

Gloria e lode a te, o Cristo,
principio e fine della creazione,
che doni gratuitamente acqua
dalla fonte della vita.

R. Amen.

Tutti:

Pater noster, qui es in cælis:
Sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Fac me tecum pie flere,
Crucifixo condolere,
donec ego vixero.

 

QUATTORDICESIMA STAZIONE
Gesù è deposto nel sepolcro

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Giuseppe d'Arimatea, comprato un lenzuolo, calò il corpo di Gesù giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia (Mc 15, 46).

MEDITAZIONE

Sembra tutto finito.
Il corpo di Gesù è inghiottito nella roccia intatta
e sembra vanificata l'ultima speranza.

È silenzio.

Il cielo, come all'ora sesta, permane buio, impenetrabile.
Riti di morte apprestano le donne
per un mattino che appare senz'alba.

È silenzio di Dio.

Arduo è ricordare:
« Se il chicco di grano caduto in terra non muore,
rimane solo, se invece muore,
produce molto frutto » (Gv 12, 24).

Del silenzio di Dio
risuona la creazione originaria.
Nel silenzio più teso
la Parola si è fatta carne.
Nel silenzio del sepolcro,
l'incontro dell'Amore del Padre con la vita del Figlio
matura la nuova creazione.

Colma di speranza è ormai la Sposa del Cantico.
Come sta scritto:
« Di buon mattino andremo alle vigne;
vedremo se mette gemme la vite,
se sbocciano i fiori,
se fioriscono i melograni ... » (Ct 7, 13).

ORAZIONE

Santa Maria,
Vergine del silenzio
e di misteriosa pace:
addolorata forte fedele,
attendi presso il sepolcro,
dove tace la Parola
e giace il Santo di Dio.

Attendi vigile
che dal buio scaturisca la Luce,
dalla terra germogli la Vita.

Attendi l'alba del giorno senza tramonto,
l'ora del parto dell'umanità nuova.

Attendi di vedere nel Figlio risorto
il volto nuovo dell'uomo redento,
di udire il nuovo saluto di pace,
di cantare il nuovo canto di gloria.

Vergine dello Spirito,
icona della Chiesa,
implora per noi
la tua fede nella Parola,
la tua speranza nel Regno,
il tuo amore per Dio e per l'uomo.

A te, gloriosa Madre di Dio,
beata per la fede,
donna della pietà immensa,
la nostra lode perenne e grata.

R. Amen.

Tutti:

Pater noster, qui es in cælis:
Sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.

Quando corpus morietur
fac ut animae donetur
paradisi gloria. Amen.

 

Il Santo Padre rivolge la sua parola ai presenti.

Al termine del discorso il Santo Padre imparte la Benedizione Apostolica:

V. Dominus vobiscum.
R. Et cum spiritu tuo.

V. Sit nomen Domini benedictum.
R. Ex hoc nunc et usque in sæculum.

V. Adiutorium nostrum in nomine Domini.
R. Qui fecit caelum et terram.

V. Benedicat vos omnipotens Deus:
Pater et Filius et Spiritus Sanctus.

R. Amen.

 

 

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