The Holy See Search
back
riga

COMMEMORAZIONE DI ABRAMO
"NOSTRO PADRE NELLA FEDE"

Presentazione

Un pellegrinaggio spirituale

1. Nella sua Lettera sul pellegrinaggio ai luoghi legati alla storia della salvezza (29 giugno 1999), il Santo Padre Giovanni Paolo II ha espresso il desiderio di compiere personalmente «uno speciale pellegrinaggio giubilare, sostando in alcuni dei luoghi che sono particolarmente legati all'Incarnazione del Verbo di Dio, evento a cui l'Anno Santo del 2000 direttamente si richiama» (n. l).

Questi luoghi, infatti sono, in modo del tutto speciale, quelli legati alla nascita, vita, predicazione, morte e risurrezione di Cristo. Per cogliere il senso di una storia che viene da lontano nel tempo, ma ha lasciato le sue tracce nella nostra geografia, il Papa stesso ha manifestato il desiderio di «ripercorrere, in occasione del Grande Giubileo del 2000, le tracce della storia della salvezza nella terra in cui essa si è sviluppata». Con un punto di partenza obbligato: alcuni luoghi tipici dell'Antico Testamento, iniziando da quelli legati alla rivelazione e alla promessa fatta ad Abramo (Gn 12; 13; 14; 15).

Il Santo Padre esprimeva il suo ardente desiderio con queste parole: «Desidero in questo modo esprimere la coscienza che la Chiesa ha del suo legame inscindibile con l'antico Popolo dell'Alleanza. Abramo è anche per noi il «padre nella fede» per antonomasia (cfr. Rm 4; Gal 3, 6-9; Eb 11, 8-19). Nel Vangelo si legge la parola che Cristo pronunciò un giorno a proposito di lui: «Abramo esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò» (Gv 8, 56)»(n. 5).

2. Come è noto, non è stato finora possibile al Santo Padre compiere la prima tappa di questo pellegrinaggio che coltivava nel desiderio: recarsi a Ur di Caldei, l'attuale Tal al Muqayyar, nel sud dell'Iraq, luogo da dove è iniziato il grande cammino del Popolo di Dio, quando fedele alle parole del Signore Abràm è partito dal suo paese e dalla sua patria verso la terra promessa (cfr. Gn 12, 13).

Tuttavia, nell'imminenza del viaggio ad un altro luogo della storia della salvezza, l'Egitto, e in particolare il Monte Sinai, luogo della rivelazione di Dio a Mosè, e a un mese di distanza del programmato viaggio in Terra Santa, Giovanni Paolo II non ha voluto tralasciare di far memoria di Abramo «nostro padre nella fede», e con lui dell'inizio della storia sacra, che si richiama ad Abramo.

In tal modo il Papa ha deciso di vivere questo momento del pellegrinaggio giubilare sulle orme di Abramo in una particolare celebrazione, con una appropriata proclamazione della parola, con una intensa meditazione e preghiera. Un momento altamente significativo al quale si unisce il Popolo di Dio nell'Aula Paolo VI.

In questo modo la memoria liturgica permette al Santo Padre, e con lui a tutta la Chiesa che si unisce con il suo Pastore, di ripercorrere spiritualmente questa prima tappa del pellegrinaggio giubilare ai luoghi legati alla storia della salvezza.

Una tappa di forte spessore ecumenico e di chiaro significato interreligioso, dato che, come indica il Papa nella sua Lettera: «Ad Abramo guardano non soltanto quanti vantano una discendenza fisica da lui, ma anche quanti - e sono innumerevoli - si sentono sua discendenza “spirituale”, perché ne condividono la fede e l'abbandono senza riserve all'iniziativa salvifica dell'Onnipotente» (n. 5).

È questo il senso e lo scopo della singolare celebrazione che si vuole vivere in comunione di preghiera con il Santo Padre.

Elementi celebrativi

3. Alcuni elementi celebrativi renderanno più vicino all’assemblea l'ambiente del pellegrinaggio spirituale. Per evocare alcuni luoghi in cui Abramo ha vissuto la sua fede nell'Eterno, saranno messi in rilievo alcuni elementi particolari: la riproduzione, a grandezza naturale, della icona della Trinità di A. Rublëv, i tre Angeli apparsi ad Abramo (cfr. Gen 18), detta l'icona della «Filoxenia» o amore degli ospiti stranieri, oppure, la Trinità dell'Antico Testamento; alcune querce, che ricordano le querce di Mamre e una pietra a ricordo della pietra-altare del sacrificio di Isacco.

Si vuole che la celebrazione della memoria di «Abramo nostro padre nella fede» sia costituita, fondamentalmente della Parola di Dio dell'Antico e del Nuovo Testamento. Ad essa faranno eco la preghiera dell'assemblea e alcuni segni e gesti quali la processione con il Libro dei Vangeli e l'offerta dell'incenso all'icona della Trinità.

Alcuni momenti di meditazione dopo la proclamazione della prima lettura e dopo l'omelia del Santo Padre avranno il suggestivo aiuto offerto dalle immagini di Ur dei Caldei e di altri luoghi in cui Abramo ha vissuto e dalle raffigurazioni della vita di Abramo espresse nell'arte, dalle catacombe all'epoca moderna. Le immagini, oltre che dalle parole della Scrittura, saranno tratte anche da testi della tradizione spirituale ebraica ed islamica.

Struttura della celebrazione

4. La celebrazione si svolgerà secondo la struttura di una Liturgia della Parola.

I riti iniziali, costituiti dalla processione con il Libro dei Vangeli, simbolo guida del cammino della Chiesa nell'Anno Santo; dall'invocazione trinitaria del Santo Padre e dalla monizione introduttiva, creeranno il clima celebrativo.

Nella proclamazione della Parola si ripercorrerà il mistero di Abramo attraverso le pagine dell'Antico e del Nuovo Testamento con un'ampia e articolata lettura di testi biblici.

La prima lettura, a tre voci, è stata scelta da tre brani della Genesi: la genealogia di Abramo (Gen 11, 27-32), la vocazione di Abramo (Gen 12, 1-9) e l'alleanza di Abramo (Gen 15, 1-19).

Alla lettura farà seguito un momento di meditazione guidato da immagini dei luoghi in cui Abramo è vissuto.

La seconda lettura, tratta anch’essa dalla Genesi, farà memoria dell'offerta che Abramo fece al Signore del suo unico figlio Isacco (Gen 22, 1-18).

Il suggestivo canto interlezionale, ispirato alla lettera agli Ebrei (Eb 11, 8-10; 11-12; 17-18), ricorderà la fede di Abramo.

La terza lettura, tratta dalla lettera ai Romani (4,13.16-25), ricorderà la fede di Abramo nel contesto della fede del popolo della nuova Alleanza.

II canto al Vangelo con l'Alleluia si ispirerà alle parole della Vergine Maria nel suo "Magnificat": «L'onnipotente si è ricordato della sua misericordia...come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre» (Lc 1, 54b-55).

Al culmine della Liturgia della Parola ecco la proclamazione del Vangelo di Giovanni (8, 51-58): «Abramo esultò nella speranza di vedere il mio giorno».

Corollario ed esplicitazione per l’oggi della Parola sarà l'omelia del Santo Padre cui farà seguito un prolungato momento di meditazione attraverso immagini dell'arte rappresentanti la vita e il cammino di fede di Abramo: affreschi delle Catacombe romane, i mosaici di San Vitale a Ravenna, l'icona della Trinità A. Rublëv (sec. XV), e la ceramica del pittore ebreo contemporaneo M. Chagall.

La preghiera di lode e di intercessione alla Santissima Trinità sarà simbolicamente accompagnata dall'offerta dell'incenso sulla pietra-altare, preludio alla conclusione con la benedizione del Santo Padre.

Un compagno di viaggio

5. La commemorazione di Abramo «nostro padre nella fede» diventerà, in conclusione, invito rivolto a noi e a tutta la Chiesa a sperimentare ciò che il Santo Padre scrive nella Lettera sul pellegrinaggio ai luoghi legati alla storia della salvezza: «Recarci in spirito di preghiera da un luogo a un altro, da una città all'altra, nello spazio particolarmente segnato dall'intervento di Dio, ci aiuta non soltanto a vivere la nostra vita come un cammino, ma ci dà plasticamente l'idea di un Dio che ci ha anticipati e ci precede, che si è messo Egli stesso in cammino sulle strade dell'uomo, un Dio che non ci guarda dall'alto, ma si è fatto nostro compagno di viaggio» (n. 10).

Città del Vaticano, 8 febbraio 2000

 

† PieroMarini
Vescovo tit. di Martirano
Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie

    

top