DOMENICA DI PASQUA
PIETRO TESTIMONE DELLA RISURREZIONE Nota storico-liturgica
1. Nel secolo dodicesimo, secondo una antica tradizione, il Vescovo di Roma faceva precedere la processione, che da San Giovanni al Laterano lavrebbe portato a S. Maria Maggiore per cantare la Messa solenne del mattino di Pasqua, da una sosta nellOratorio di S. Lorenzo al Laterano (oggi Santuario della Scala Santa). LOratorio, chiamato ancora oggi comunemente Sancta Sanctorum, era considerato uno dei luoghi più sacri della città di Roma: in esso era venerata una insigne reliquia della S. Croce e si custodiva, come al presente, licona acheropíta (non dipinta da mano duomo) del SS.mo Salvatore. 2. Licona, probabilmente portata a Roma dalloriente, e già ricordata nel Liber Pontificalis nelle note biografiche di Papa Stefano III (752-757), riproduce limmagine completa del Salvatore seduto in trono, dipinta su tela applicata sopra una tavola di legno delle dimensioni di m. 1, 52 per 70 cm. circa. Licona è stata restaurata più volte, lultimo restauro è del 1995-96. Lunica parte del Cristo che oggi si vede è il Volto del Signore dipinto su un velo serico aggiunto sopra loriginale. Tutto il resto è coperto da una lamina dargento. 3. Il culto dellicona del SS.mo Salvatore, a differenza di quello del velo della Veronica, conservato nella Basilica Vaticana, o di altre antiche icone romane, è lunico entrato nelle celebrazioni ufficiali della liturgia romana: lo attestano il Liber Politicus (Ordo Romanus XI) cerimoniale scritto nel 1143-1144 e il Liber Censuum Romanæ Ecclesiæ (Ordo Romanus XII) redatto intorno al 1192 da Cencio Camerario, il futuro Papa Onorio III. Questi cerimoniali non solo attestano la processione dellacheropíta che si svolgeva nella notte dellAssunta, ma anche il culto riservato allicona durante la Settimana Santa. 4. La mattina di Pasqua, il Papa, vestito con abiti pontificali, entrato nel Sancta Sanctorum, venerava e baciava per tre volte i piedi della icona aprendo i piccoli sportelli dargento che li coprivano (gli sportelli sono oggi sigillati), quindi cantava il versetto: Surrexit Dominus de sepulcro, alleluia e lassemblea rispondeva: Qui pro nobis pependit in ligno, alleluia. Veniva portata sullaltare anche la Croce, riposta il Venerdì Santo, che il Papa ugualmente venerava. Dopo il Papa tutti i membri del seguito papale veneravano licona e la Croce e saccostavano quindi al Sommo Pontefice per il bacio di pace. Il Papa augurava la pace dicendo il versetto: Surrexit Dominus vere a cui ciascuno rispondeva: Et apparuit Simoni. Nel frattempo la schola cantava alcune antifone. Terminate queste sequenze rituali si formava il corteo papale lungo via Merulana mentre il Papa veniva informato da un notaio sui battesimi celebrati la notte precedente. Con il trasporto della sede apostolica in Avignone, il rito del Resurrexit decadde. Al ritorno dei papi a Roma, la statio di Pasqua fu trasferita alla Basilica di San Pietro. 5. Le sequenze rituali ora descritte trovano il loro fondamento e il loro autentico significato nel testo del Vangelo di Luca che descrive lo stupore di Pietro nel vedere il sepolcro vuoto e la attestazione degli Undici che il Signore era davvero risorto ed era apparso a Simone (Lc 24, 12. 34; cf. Gv 20, 3-10). Lapparizione del Risorto a Pietro e agli altri testimoni è il fondamento teologico della fede pasquale (cf. At 1, 21-22; 1Cor 15, 3-6). Anche il Vescovo di Roma, successore di Pietro, incontra il Signore risorto nellicona del SS.mo Salvatore e, dopo il solenne annuncio della Pasqua nella notte, diventa, nel giorno di Pasqua, il primo testimone davanti a tutta la Chiesa dellevangelo della risurrezione del Signore. 6. Nella celebrazione della Pasqua del Grande Giubileo del 2000, la Chiesa, mentre ringrazia ed esulta per il bimillenario della Incarnazione del Verbo e per la Redenzione operata da Cristo mediante la sua morte e risurrezione (cf. Incarnationis Mysterium, 6), è confermata dal successore di Pietro nella sua fede nel Signore Risorto. Il Vescovo di Roma, dopo aver proclamato la risurrezione del Signore Gesù nella Veglia Pasquale, la attesta e testimonia di fronte allurbe e allorbe. Nello spirito della Riforma liturgica conciliare, è sembrato bene che lantico rito della testimonianza papale di fronte alla icona del SS.mo Salvatore, opportunamente valorizzato e adattato, potesse rivivere e caratterizzare i riti di introduzione della liturgia festiva del giorno di Pasqua. - Surrexit Dominus vere, alleluia - Et apparuit Simoni, alleluia
Piero Marini
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