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CELEBRAZIONE ECUMENICA DELLA PAROLA PRESIEDUTA 
DAL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II

 

PRESENTAZIONE 

I. LA PREGHIERA PER L'UNITA' DEI CRISTIANI
  

Nell'ambito dell'ottavario per l'unità 

L'ottavario di preghiera per l'unità dei cristiani (18-25 gennaio) è pratica annuale ormai consolidata. Le sue tappe ben note rinviano a Ignatius Spencer (1840), alla prima Conferenza di Lambeth (1867), all'incoraggiamento di Papa Leone XIII (1894) sino a Paul Watson, il primo a celebrare una "ottava per l'unità della Chiesa". Il movimento "Fede e Costituzione" ne proporrà le tematiche sin dal 1926 e Paol Couturier tra i cattolici ne sarà il primo tenace diffusore (1935).

Preparata in sinergia, sin dal 1968, dal centro "L'unité Chrétienne" di Lione e dalla Commissione "Fede e Costituzione" del Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC), la settimana, grazie al Concilio Vaticano II e al suo decreto "Unitatis Redintegratio" (1964), a partire dal 1968 è stata proposta con testi elaborati da "Fede e Costituzione" e dal Segretariato per l'Unità dei cristiani" avvalendosi di volta in volta di specifici supporti nazionali. Il tema del 2001, elaborato in Romania, è: "Io sono la Via, la Verità e la Vita".

 

Nella Festa della Conversione di San Paolo 

Il 25 gennaio, memoria della Conversione di San Paolo, è l'ultimo giorno dell'ottavario di preghiera; e pertanto in quel giorno il Santo Padre suole invitare ormai tradizionalmente le Chiese e le Comunità ecclesiali tutte a raccogliersi con lui presso la tomba dell'Apostolo, nella Patriarcale Basilica Ostiense.

A seguito dell’esperienza del 18 gennaio dello scorso anno, "quando per la prima volta nella storia una Porta Santa è stata aperta congiuntamente dal Successore di Pietro, dal Primate Anglicano e da un Metropolita del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, alla presenza di Rappresentanti di Chiese e Comunità ecclesiali di tutto il mondo" (Novo millennio ineunte, n. 12), la celebrazione ecumenica di quest'anno vuole "indicare la volontà dei cristiani di avviarsi nel nuovo millennio con sentimenti di riconciliazione". La memoria dell'Apostolo Paolo, il cui martirio, al pari di quello di Pietro, ha irrorato alle radici la Chiesa di Roma, diviene così l'occasione opportuna per una celebrazione ecumenica della Parola di Dio, durante la quale, nella ardente preghiera perché lo Spirito conceda alla Chiesa di Cristo anche il dono della visibile unità, al Vescovo di Roma si associano i Rappresentanti delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali di Oriente e di Occidente.

Ritrovarsi presso il "trofeo" dell'Apostolo delle genti, provenendo da Chiese e Comunità cristiane di diversa tradizione, motiva suggestivamente la celebrazione odierna.

 

Una celebrazione ecumenica della Parola 

Si tratta innanzitutto e soprattutto di celebrare la Parola di Dio mediante la sua Parola stessa. Ciò che unisce le Chiese e le Comunità è infatti la Parola di Dio, da tutti i Cristiani incondizionatamente accolta e proclamata. Proclamarla sine glossa, senza interferenza di parole umane, è sottolinearne il primato vitale, assumerla e dichiararla quale fonte da cui promana radicalmente il mistero della salvezza.

La Parola di Dio proclamata nella celebrazione odierna è la Parola stessa che Pietro e soprattutto Paolo indirizzano alle Chiese oggetto della loro sollecitudine apostolica. Ed è la Parola trasmessaci nell'Evangelo (Gv 14,6) con la quale Cristo stesso si dichiara “Via, Verità e Vita”.

Prevale soprattutto, lo esige il far memoria presso il trofeo dell'Apostolo, la lettura delle Lettere di Paolo. Questa prevalenza ha pure il senso memoriale della unità delle molteplici Chiese, dall'Apostolo fondate e visitate nell'arco del suo servizio all'Evangelo.

Va altresì avvertito che non solo le letture, ma pure i canti, la supplica e la Benedizione, sono mutuati o ispirati dalle Sante Scritture.

 

*** 

II. INDICAZIONI RITUALI 
 

Riti iniziali 

Sulla soglia della Basilica, prima ancora di dare inizio alla processione d’ingresso, il Santo Padre dopo aver incontrato privatamente i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali, indirizza all'assemblea il suo saluto con le parole che Pietro rivolge ai fedeli tutti dell'ecumene cristiana (2 Pt 1,2- 3,18). Quindi invita alla preghiera e, a nome di tutta l'assemblea, implora la grazia di Dio per potere prestare attento ascolto alla sua Parola e cantare la sua lode.

       La solenne processione d'ingresso con la Croce ed il Libro dei Vangeli, è scandito dal salmo 18, inno al Signore sole di giustizia. Il versetto, 5 ripreso anche nella lettera ai Romani 10,18, ne costituisce l'antifona: "Per tutta la terra si è diffusa la voce degli Apostoli, è arrivata ai confini del mondo la loro parola". 

Segue l'intronizzazione dell'Evangeliario e la sua solenne incensazione come segno di venerazione di Cristo presente nella sua Parola.
  

Proclamazione della Parola di Dio 

Il Santo Padre con una monizione invita all'ascolto della Parola di Dio in una serie articolata di letture tratte dalle lettere dell'Apostolo Paolo.

La prima (Gal 1, 11-24) propone la testimonianza stessa di Paolo circa la sua conversione. Segue un canto in memoria dell'Apostolo delle genti.

Seguono ancora tre letture tratte dalle lettere paoline:

- 2 Cor 1,1-2; 5, 17-21; 13,11-13: La riconciliazione in Cristo.

- Ef 1,1-2; 2, 13-22; 5,23-24: Concittadini dei santi e familiari di Dio.

- Col 1, 1-2; 3, 9b-17; 4,18: La carità vincolo della perfezione.

Esse vengono proclamate da tre componenti le Delegazioni.

Da ciascuna di esse ascoltiamo, con l'indirizzo e la dossologia, il brano centrale che si riferisce al desiderio di unità che deve animare i cristiani all'alba del terzo millennio.

Questo anelito all'unità nella carità è anche affidato all'antico canto delle riunioni ecclesiali Ubi charitas, le cui strofe scandiscono le lettere paoline.

In ossequio al tema della settimana, il versetto al Vangelo ripropone il testo di Gv 14, 6. Il Diacono proclama quindi per intero il testo di Gv 14,1-6, sul quale sono state modulate le preghiere di tutti i cristiani durante l'intera settimana.

         Il Santo Padre tiene l'omelia.

Segue la professione di fede battesimale secondo il testo del credo apostolico.

 

Segno di pace e inno alla carità 

Celebrare la Parola di Dio con la sua Parola stessa caratterizza anche lo scambio del segno di pace mediante il canto in sei riprese dell'inno paolino alla carità (1 Cor 13,1-8) intercalato dall'antifona "Maior est caritas" ( cfr. 1 Cor 13,13).
 

Preghiera al Padre per la comunione nell'unità 

Ancora dalla Parola evangelica (Gv 17,1-25) è tratta la supplica del Santo Padre e dei Membri delle Delegazioni Ecclesiali che l'assemblea riprende con il suo ripetuto Kyrie, eleison. La preghiera di supplica si conclude con il canto del Pater noster.

 

Riti conclusivi 

La celebrazione ecumenica si conclude con la Benedizione del Santo Padre (formula cosiddetta di Aronne, Nm 6,24-26).

 

***

 

La celebrazione ecumenica della Parola di Dio all'alba del nuovo millennio è motivo di speranza. I cristiani siano testimoni del Vangelo di Cristo nel percorrere sentieri di unità, obbedienti alla volontà del Padre, alla luce della sua parola di verità e di vita, nell'umile e perseverante preghiera sotto l'azione dello Spirito Santo. 

"Il cammino ecumenico resta certo faticoso, forse lungo, ma - come il Santo Padre ha scritto nella Lettera Novo millennio ineunte - ci anima la speranza di essere guidati dalla presenza del Risorto e dalla forza inesauribile del suo Spirito, capace di sorprese sempre nuove" (n. l2).

 

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