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Maria Domenica Mantovani (1862-1934)

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La Venerabile Serva di Dio Madre Maria Domenica Mantovani, primogenita di quattro fratelli, nacque a Castelletto di Brenzone (VR) il 12 novembre 1862 da Giovanni Battista Mantovani e Prudenza Zamperini. Fu battezzata il giorno seguente 13 novembre. Ricevette la Cresima il 12 ottobre 1870 e la Prima Comunione il 4 novembre 1874.

Frequentò con singolare profitto la scuola primaria, ma non poté proseguire gli studi a causa della povertà della famiglia. Alla scarsa cultura scolastica supplirono in lei belle doti di intelligenza, di volontà e un grande buon senso pratico. Si dimostrò fin da bambina molto incline alla preghiera e a tutto ciò che riguardava Dio. Alla base di così profonda sensibilità religiosa e cristiana e di tanta ricchezza di grazia, destinata a svilupparsi e ad irradiare vivida luce, c'era la testimonianza dei genitori e dei familiari, gente semplice, laboriosa, onesta e ricca di fede.

Fonte privilegiata, alla quale la Serva di Dio attinse in larga misura la sua formazione cristiana, fu il catechismo che, unito agli insegnamenti della famiglia, concorse a porre solide basi su cui ella, progredendo negli anni, costruì la sua personalità umana e cristiana. Casa, scuola e chiesa furono le palestre che plasmarono il suo carattere fin da bambina e che diedero un preciso orientamento a tutta la sua vita.

Trascorse tutta la giovinezza, fino a trent'anni, in seno alla sua famiglia. Crebbe sana nello spirito e nel corpo, distinguendosi sempre per bontà, docilità, trasparenza di vita e singolare pietà.

Già da ragazza si era fatta apostola delle sue coetanee, che formava alla virtù con buone letture e soprattutto con la testimonianza della sua vita.

La Serva di Dio aveva 15 anni quando il beato Giuseppe Nascimbeni entrò a Castelletto, dapprima come maestro e cooperatore (1877-1885) e in seguito come parroco (1885-1922). Da allora, egli divenne la sua guida spirituale forte ed illuminata ed ella la sua prima generosa collaboratrice nelle molteplici attività parrocchiali: era l'anima della gioventù di tutto il paese ed era amata, ascoltata e stimata da tutti i compaesani.

Si dedicava con zelo all'insegnamento del catechismo ai bambini e si prodigava con evangelica carità nelle visite e nell'assistenza dei poveri e degli ammalati.

Iscritta alla Pia Unione delle Figlie di Maria, fu sempre fedele nell'osservare tutte le prescrizioni del Regolamento, divenendo specchio e modello per le sue compagne alle quali, godendo di un grande ascendente, riusciva a dare efficaci lezioni di vita.

Singolarmente devota della Vergine Immacolata, l'8 dicembre 1886 emise il voto di perpetua verginità nelle mani del suo direttore e parroco don Giuseppe Nascimbeni. La devozione alla Vergine Immacolata fu il respiro della sua anima; l'intimità con Gesù Cristo e la contemplazione della Sacra Famiglia la forza della sua vita.

Desiderosa di consacrarsi al Signore, conobbe il disegno di Dio su di lei tramite il Beato Nascimbeni, che la volle sua collaboratrice nella fondazione della Congregazione delle Piccole Suore della Sacra Famiglia (6 novembre 1892): ne divenne così la Cofondatrice e prima Superiora Generale.

Nelle attività parrocchiali e nel governo dell'Istituto, la Serva di Dio fu di singolare aiuto al Fondatore, al quale rimase sempre devotissima, fedele interprete ed esecutrice dei suoi progetti e desideri.

Ella diede un sostanziale contributo nell'elaborazione delle Costituzioni, ispirate alla regola del Terz'Ordine Regolare di San Francesco e nella formazione delle Suore. La sua collaborazione, unita ad una testimonianza di vita ineccepibile, contribuì in modo determinante allo sviluppo e all'espansione dell'Istituto. La sua opera servì a completare quella del Fondatore, imprimendo nella spiritualità della Famiglia religiosa le note distintive che ne hanno contrassegnato la vita e azione nella Chiesa e nel mondo. L'opera del Fondatore, nel forgiare le prime Suore secondo il carisma ricevuto dallo Spirito Santo, si intrecciava con quello della Cofondatrice e viceversa. Quella del Beato era intensa, forte, energica; quella della Serva di Dio nascosta e delicata, seppur ferma ed esente da debolezze. Era avvalorata da esempi eloquenti e da pazienti attese.

Negli scritti della Serva di Dio emergono chiare le sue qualità di madre amorosa e buona, di maestra saggia e illuminata, zelante e talvolta esigente per il vero bene.

Alla morte del Fondatore ella, ricca di virtù e di grande saggezza e prudenza, continuò a guidare l'Istituto con fortezza d'animo, grande abbandono in Dio e profondo senso di responsabilità, desiderosa di trasmettere alle figlie gli insegnamenti del Fondatore, affinché il genuino spirito delle origini fosse conservato e vissuto integralmente.

Prima di morire ebbe la consolazione di ottenere l'approvazione definitiva delle Costituzioni e, ad septennium, dell'Istituto, nonchè di vedere l'opera continuata da circa 1200 suore, sparse in 150 case filiali dell'Italia e dell'Estero, intente alle più svariate attività apostoliche e caritative.

La Serva di Dio, fino al termine dei suoi giorni, avanzò nella via della santità, dando prova di tutte le virtù, specialmente dell'umiltà. Il 2 febbraio 1934, dopo alcuni giorni di malattia, chiuse la sua luminosa giornata terrena.

Il 24 aprile 2001, il Santo Padre Giovanni Paolo II, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, la dichiarò Venerabile.

Omelia di Giovanni Paolo II

 

 

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