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MARIA LUDOVICA DE ANGELIS (1880-1962)

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Nata il 24 ottobre 1880 in Italia, a San Gregorio, minuscolo paese dell'Abruzzo, non lontano dalla città di L'Aquila, Suor Maria Ludovica De Angelis, prima di otto figli, aveva colmato di gioia i genitori che nello stesso pomeriggio del giorno della nascita, al fonte battesimale, avevano scelto per lei il nome di Antonina.

Con il trascorrere degli anni, a contatto con la natura e la vita dei campi, la bambina, cresciuta limpida e schietta, aperta e laboriosa, si era trasformata in una giovane forte e ricca di sensibilità, attiva e riservata, come tutta la gente di quella splendida terra.

Il 7 dicembre dello stesso anno della nascita di Antonina, si era spenta a Savona una grande donna che aveva scelto di dare pienezza alla propria vita seguendo le orme di Colui che aveva detto: «Siate misericordiosi...» e «tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli, l'avrete fatto a me...». Era Suor Maria G. Rossello, la quale aveva dato vita, in Savona, nel 1837, all'Istituto delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia: una famiglia religiosa che camminava spedita per le strade del mondo e proponeva con la forza dell'esempio il suo stesso ideale a tante giovani.

Antonina sentiva in cuore che i suoi sogni trovavano eco nei sogni che erano stati della Madre Rossello. Entrata tra le Figlie della Misericordia il 14 novembre 1904, al momento della vestizione religiosa prende il nome di Suor M. Ludovica, e tre anni dopo il suo ingresso, il 14 novembre 1907, salpa alla volta di Buenos Aires, dove approda il 4 dicembre successivo. Da questo momento è un fiorire ininterrotto di umili gesti silenziosi, di una dedizione discreta e intraprendente. Non ha una grande cultura, Suor Ludovica, anzi. Eppure ha dell'incredibile quello che riesce a realizzare sotto gli occhi stupiti di quanti la circondano. E se il suo castigliano è simpaticamente italianizzato con qualche tocco pittoresco di abruzzese, non fatica a comprendere e a farsi comprendere. Non formula programmi e strategie, ma si dona con tutta l'anima.

L'Ospedale dei Bambini, a cui è inviata e che immediatamente adotta come famiglia sua, la vede dapprima sollecita cuciniera, poi, divenuta responsabile della Comunità, infaticabile angelo custode dell'opera che attorno a lei si trasforma gradatamente in famiglia unita da un unico scopo: il bene dei bambini.

Serena, attiva, determinata, audace nelle iniziative, forte nelle prove e nella malattia, con l'inseparabile corona del Rosario tra le mani, lo sguardo e il cuore in Dio e il costante sorriso negli occhi, Suor Ludovica diviene, attraverso la sua sconfinata bontà, instancabile strumento di misericordia, perché a tutti giunga chiaro il messaggio dell'amore di Dio.

Unico programma espressamente formulato è la frase ricorrente: «Fare del bene a tutti, non importa a chi». Si realizzano così, con finanziamenti che solo il Cielo sa come Suor Ludovica riesca ad ottenere, sale operatorie, sale per i piccoli degenti, nuove attrezzature, un edificio a Mar del Plata per la convalescenza dei bimbi, una chiesa oggi parrocchia e una fiorente fattoria a City Bell, perché i suoi protetti abbiano sempre cibo genuino.

Per 54 anni Suor Ludovica sarà amica e confidente, consigliera e madre, guida e conforto per centinaia e centinaia di persone di ogni condizione sociale.

Il 25 febbraio 1962 conclude il suo cammino terreno, ma chi rimane - tutto il personale medico in particolare - non dimentica, e l'Ospedale dei Bambini assume il nome di «Ospedale Superiora Ludovica».

Omelia di Giovanni Paolo II

 

 

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