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Ángel Darío Acosta Zurita (1908-1931)

 

Presbitero della Diocesi di Veracruz, don Ángel Darío Acosta Zurita, nacque il 13 dicembre 1908 a Naolinco, Ver.

Fu Assassinato a Veracruz, il 25 giugno 1931, tre mesi dopo la sua ordinazione sacerdotale.
Il suo contesto familiare era cristiano e semplice e la sua infanzia trascorse tranquilla. Fin da bambino conobbe le limitazioni e i sacrifici. Restò orfano di padre e la sua giovane madre dovette far fronte alla situazione di estrema povertà in cui li lasciò. Darío la aiutò nel sostentamento dei suoi quattro fratelli.

Dopo alcune difficoltà, entrò nel seminario e si conquistò la simpatia dei suoi superiori e dei compagni per il carattere equanime e caritatevole, per la sua dedizione allo studio e la sua salda devozione. Aveva fama di essere un eccellente sportivo, gli piaceva molto il calcio e fu capitano della squadra per diversi anni. Aveva un carattere buono e servizievole.

Fu ordinato sacerdote il 25 aprile 1931. Con profonda emozione celebrò la prima Messa il 24 maggio, nella città di Veracruz. Il 26 maggio fu nominato vicario coadiutore della parrocchia dell'Asunción, sempre a Veracruz. Si distinse per il suo fervore e la sua bontà, per la sua preoccupazione per la catechesi infantile e la sua dedizione al sacramento della riconciliazione. Nelle predicazioni giunse a dire:  "La croce è la nostra forza nella vita, la nostra consolazione nella morte, la nostra gloria nell'eternità. Facendo tutto per amore a Cristo crocifisso, tutto sarà per noi più facile. Se Egli ha sofferto tanto per noi, è necessario che anche noi soffriamo per Lui".

Nello Stato di Veracruz fu promulgato il decreto 197 chiamato "Ley Tejeda", sulla riduzione del numero dei sacerdoti nello Stato, per porre fine al "fanatismo del popolo", come disse il Governatore, Adalberto Tejeda, il quale minacciò di morte quanti non lo avessero rispettato. Fu mandata una lettera a ogni sacerdote chiedendogli di adempiere a tale legge. A don Darío corrispose la lettera n. 759, che ricevette il 21 luglio. Il sacerdote era consapevole del pericolo che correva ma dimostrò sempre grande tranquillità e serena allegria.

Sabato 25 luglio 1931 fu la data stabilita dal Governatore per l'entrata in vigore di questa legge iniqua. Era una giornata piovosa e nella parrocchia di Asunción tutto trascorreva normalmente. Le navate della chiesa erano piene di bambini giunti da tutti i centri catechetici e accompagnati dai loro catechisti. Vi erano anche molti adulti, che attendevano di ricevere il sacramento della riconciliazione. Erano le 18.10 del pomeriggio quando diversi uomini vestiti da militari entrarono simultaneamente dalle tre porte della chiesa e senza avviso previo cominciarono a sparare contro i sacerdoti. Padre Landa fu gravemente ferito, e Padre Rosas si salvò miracolosamente, protetto dal pulpito. Regnavano la confusione e il caos, si udivano le grida dei bambini e degli anziani, che cercavano convulsamente di rifugiarsi sotto i banchi o correvano verso le uscite. Padre Darío, che era appena uscito dal battistero, cadde colpito a morte dalle pallottole assassine, riuscendo solo ad esclamare:  "Gesù!".

  

 

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