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Celina Chludzińska v. Borzęcka (1833-1913)

Fondatrice della Congregazione delle
Suore della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo

 

Celina Chludzińska Borzęcka nacque il 29 ottobre 1833 ad Antowil, presso Orsza (allora territorio polacco, odierna Bielorussia) da Ignazio e Petronella Chludzinski, una famiglia di ricchi proprietari terrieri. Crebbe in un ambiente di sane tradizioni cattoliche e patriottiche. L'istruzione le fu data in casa come era costume del tempo e come dettava la posizione sociale dei genitori.

La vita spirituale di Celina cominciò a svilupparsi ben presto e la domanda indirizzata a Dio: "Cosa vuoi che io faccia con la mia vita?" apparve spesso nelle sue preghiere. Dopo un ritiro a Vilnius nel 1853, espresse il desiderio di diventare suora, ma incontrò l'opposizione dei genitori. Obbedendo alla volontà dei genitori e al consiglio del suo confessore, all'età di 20 anni si sposò nella cattedrale di Vilnius con Giuseppe Borzecki, proprietario di una tenuta vicino a Grodno. Comunque, rimase dentro di lei una convinzione interiore che "la sua vita non sarebbe dovuta finire in un modo ordinario".

Celina, profondamente amata dal marito, era anche lei moglie amorosa ed esemplare, che condivideva la responsabilità per la tenuta e dimostrava la sua attenzione ai poveri. Ebbe quattro figli, di cui due morirono nell'infanzia. Celina considerò le due figlie rimaste come dono di Dio, affidato alla sua responsabilità. Nelle sue "Memorie per le mie figlie" rivelò i propri sforzi nello sviluppare la loro relazione con Dio in quanto Creatore e Padre amoroso. Incoraggiava le figlie all'auto-dominio e al servizio del prossimo. Ognuna delle figlie era trattata in maniera unica e individuale e le era lasciata la libertà di scegliere la via della vocazione che voleva seguire.

Quando, nel 1869, Giuseppe Borzecki ebbe un ictus che lo lasciò paralizzato, Celina si trasferì con la famiglia a Vienna per ottenere le migliori cure mediche per lui. Durante la sua sofferenza che durò ben cinque anni, lei era la sorgente del sostegno spirituale e morale per lui e funse da sua sensibile e dedicata infermiera. Simultaneamente continuava a prodigarsi per l'educazione delle figlie.

Dopo la morte del marito, Celina con le figlie andò a Roma nel 1875 per allargare i propri orizzonti spirituali e culturali. Inoltre stava cercando indicazioni riguardo alla volontà di Dio per se stessa e per le figlie. Nella chiesa di San Claudio a Roma incontrò il cofondatore dei Risurrezionisti, Padre Pietro Semenenko, il quale per molti anni desiderava fondare un ramo femminile della Congregazione della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo. Lei divenne una sua penitente. P. Pietro la introdusse alla spiritualità concentrata sul Mistero Pasquale di Cristo. Più tardi lei esprimerà la sua via alla santità nel motto che sarà iscritto sulla croce della professione dei voti perpetui di ogni Suora della Risurrezione: Per crucem et mortem ad resurrectionem et gloriam.

Nel 1882, Celina Borzecka, insieme con la sua figlia più piccola, Edvige, e altre donne cominciò la vita in comunità a Roma, sotto la direzione spirituale di P. Pietro Semenenko. Dopo l'improvvisa morte del Padre, avvenuta nel 1886 a Parigi, Celina dovette affrontare gli intrighi delle persone contrarie alla nuova fondazione e i loro tentativi di unire la nuova comunità a uno degli istituti già esistenti. Celina, sempre più fortemente, sentiva la chiamata a fondare una comunità delle donne dedicate al Mistero della Risurrezione: la vocazione a vivere consapevolmente la propria vita nella sua dimensione personale, comunitaria e apostolica, attraverso la forza che proviene da Gesù Risorto. Lei non volle mai abbandonare lo specifico spirito e stile di vita della sua comunità né il suo nome: Suore della Risurrezione.

Nel 1887, assistita dai fedeli amici, Celina aprì la sua prima scuola pomeridiana per le ragazze, dove Mons. Giacomo Della Chiesa, il futuro Papa Benedetto XV, i cui genitori abitavano nell'appartamento accanto alla scuola, servì da cappellano e catechista.

Dopo anni di prove e sofferenze, Celina Borzecka e sua figlia, Edvige, co-fondatrice, il 6 gennaio 1891 fecero la professione dei voti religiosi in quanto Suore della Risurrezione, alla presenza del Card. Lucido Parocchi, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, dando ufficialmente inizio alla nuova Congregazione. Nell'autunno dello stesso anno, Celina aprì la prima casa in territorio polacco, a Kety, vicino a Wadowice, intesa principalmente come la sede del noviziato. Man mano che cresceva il numero delle suore, la Fondatrice cominciò a mettere in pratica il suo sogno di una Congregazione in grado di contribuire al rinnovamento della società, specialmente tramite l'educazione. Fondò (invitata dai Risurrezionisti) la missione ecumenica a Malko Tirnovo in Bulgaria (allora parte dell'Impero Turco). Poi arrivarono le fondazioni a Czestochowa, a Varsavia (in Polonia) e a Chicago in USA, dove le suore iniziarono il lavoro nelle parrocchie degli emigrati polacchi.

Nel 1904, Madre Celina scelse la zona di Prati a Roma per costruire la Casa-Madre della Congregazione all'ombra del Vaticano. Lavorò duramente, assieme alla figlia, e finalmente nel 1905 si rallegrò per il Decretum Laudis ricevuto dalla sua Congregazione. Dopo la improvvisa scomparsa della figlia, Edvige, all'età di 43 anni, Celina convocò il primo capitolo generale della comunità nel 1911, dove fu eletta superiora generale ad vitam. Spese i suoi ultimi anni di vita nelle frequenti visite alle case della Congregazione e nell'ampia corrispondenza con le consorelle, formandole nello spirito della fondazione.

Pian piano che si avvicinava la morte Celina ripeteva alle suore: "Siate sante". Espresse il dinamismo della sua vita, quando prima di morire, scrisse su un pezzo di carta, non potendo più parlare: "In Dio c'è la felicità in eterno". Madre Celina Borzecka morì il 26 ottobre 1913, in un semplice appartamento a Cracovia, dove si trovava di passaggio durante una visita canonica.

Rispondendo all'incoraggiamento del Papa Pio XII, la sua causa di beatificazione fu aperta a Roma nel 1944. Il Decreto sull'eroicità delle virtù fu promulgato l'11 febbraio 1982 e il miracolo per la beatificazione è stato approvato il 16 dicembre 2007.

La Beata Celina appartenne ad un raro gruppo di donne che sperimentarono diversi stati di vita: moglie, madre, vedova, religiosa e fondatrice. Nonostante molte e varie opere realizzate nella sua vita, lei con tutta semplicità e umiltà, scrisse, dando così una caratteristica alla sua vita spirituale: "Dio non mi ha chiamato a fare le cose straordinarie... forse perché non voleva che diventassi orgogliosa. La mia vocazione è quella di compiere la volontà di Dio fedelmente e con amore".

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