Città del Vaticano, 18 aprile 1999 | Servizio sperimentale |
dell'uomo crudelmente versato!» Gli interventi di Giovanni Paolo II per la pace nella Regione Balcanica (dal 21 marzo all'11 aprile) 21 marzo, Angelus Domini - «Il precipitare della situazione nel Kosovo mi spinge a chiedere la vostra preghiera, perché il Signore illumini tutti i responsabili del futuro di quella regione. Quelle comunità hanno già percorso una lunga "via crucis", ed attendono soluzioni rispettose della storia e del diritto. Maria, Regina della Pace, infonda nel cuore di chi ha in mano la sorte dei popoli il coraggio di iniziative ispirate al vero bene comune». 24 marzo, Udienza generale - «Vogliamo adesso elevare una speciale preghiera al Padre della Misericordia perché conceda il dono della pace di cui oggi soprattutto il Kosovo e l'Europa hanno tanto bisogno». 25 marzo, ai giovani di Roma - «...È stato ricordato poc'anzi il conflitto che insanguina la Jugoslavia e che desta tanta preoccupazione per le vittime e per le conseguenze che da esso possono derivare per l'Europa e per il mondo intero. Auspico di cuore che quanto prima tacciano le armi e riprendano il dialogo e le trattative, perché si giunga finalmente, con il contributo di tutti, ad una pace giusta e duratura nell'intera Regione balcanica». 28 marzo, Angelus della Domenica delle Palme - «...Possano questi ramoscelli essere il simbolo di quella pace verso la quale anelano le popolazioni della regione balcanica! In questo giorno, preghiamo con fervore il "Principe della Pace", che si presenta a noi così inerme, affinché ispiri tutti coloro che impugnano un'arma! La fraternità e la comprensione prevalgano, anche in quella parte dell'Europa, sulle forze dell'odio! Il Papa sta con il popolo che soffre, e a tutti grida: è sempre l'ora della pace! Non è mai troppo tardi per incontrarsi e negoziare». 30 marzo, lettera al Presidente di "Cor Unum" - «...Ai bambini, alle madri, agli anziani che incontrerà, dica che il Papa è con loro, e sarà sempre con loro finché una pace giusta e duratura non regnerà nelle terre dei Balcani. Troppo sangue e troppe lacrime quelle popolazioni hanno visto scorrere in questo secolo ventesimo. Sorga finalmente il giorno sospirato della pace. Ai profughi, e specialmente ai più provati, rechi la mia confortatrice Benedizione...». 2 aprile, Meditazione alla Via Crucis al Colosseo - «..."Disprezzato e reietto" è Cristo nell'uomo vilipeso ed ucciso nella guerra del Kosovo ed ovunque trionfa la cultura della morte; "schiacciato per le nostre iniquità" è il Messia nelle vittime dell'odio e del male di ogni tempo e di ogni luogo. "Sperduti come un gregge" sembrano talora i popoli divisi e segnati dall'incomprensione e dall'indifferenza. All'orizzonte di questo scenario di sofferenza e di morte, brilla però per l'umanità la speranza: "dopo il suo intimo tormento vedrà la luce... il giusto mio servo giustificherà molti". La Croce, nella notte del dolore e dello smarrimento, è fiaccola che tiene viva l'attesa del giorno nuovo della resurrezione. Alla Croce di Cristo guardiamo con fede, questa sera, mentre per mezzo di essa vogliamo gridare al mondo l'amore misericordioso del Padre per ogni uomo...». 4 aprile, Pasqua di Risurrezione, Messaggio Urbi et Orbi - «..."Haec est dies quam fecit Dominus". Ecco il giorno in cui, come i discepoli, ogni credente è invitato a proclamare la sorprendente novità del Vangelo. Ma come far risuonare questo messaggio di gioia e di speranza, quando tristezza e lacrime inondano non poche regioni del mondo? Come parlare di pace, quando si costringono le popolazioni a fuggire, si dà la caccia agli uomini e se ne incendiano le abitazioni? Quando il cielo è squassato dal boato della guerra, quando sulle case echeggia il sibilo dei proiettili e il fuoco distruttore delle bombe divora città e villaggi? Basta con il sangue dell'uomo crudelmente versato! Quando si spezzerà la diabolica spirale delle vendette e degli assurdi conflitti fratricidi? Dal Signore risorto invoco il dono prezioso della pace anzitutto per la terra martoriata del Kosovo, dove lacrime e sangue continuano a mescolarsi in un drammatico scenario di odio e di violenza. Penso a chi è ucciso, a chi resta senza casa, a chi è strappato ai suoi familiari, a chi è costretto a fuggire lontano. Si mobiliti la solidarietà di tutti, perché tornino finalmente a parlare la fratellanza e la pace! E come rimanere insensibili di fronte alla fiumana dolente di uomini e donne del Kosovo, che bussano alle nostre porte implorando aiuto? In questo giorno santo, io avverto il dovere di rivolgere un accorato appello alle Autorità della Repubblica Federale di Jugoslavia, affinché permettano l'apertura di un corridoio umanitario, che renda possibile portare aiuto alle popolazioni, ammassate sulla frontiera del Kosovo. Per l'opera di solidarietà non possono esistere confini; sono sempre doverosi i corridoi della speranza...». 11 aprile, omelia della Santa Messa nella parrocchia romana di Santa Maria di Loreto a Castelverde - «...Quanto bisogno di autentica pace pervade il mondo in questo ultimo scorcio di millennio: tocca le singole persone, le famiglie, la vita stessa delle Nazioni! Quante situazioni di tensioni e di guerre purtroppo permangono nel mondo, in Europa come in altri continenti! In questi giorni i nostri occhi sono pieni delle immagini di violenza e di morte che provengono dal Kosovo e dai Balcani, dove si combatte un conflitto con drammatiche conseguenze. Nonostante tutto, noi non vogliamo perdere la speranza della pace. Come Tommaso e gli altri Apostoli, siamo chiamati in questo tempo pasquale a rinnovare la nostra fede nel Signore vincitore del peccato e della morte, accogliendo da lui il dono della pace e diffondendolo con ogni mezzo a nostra disposizione...». 11 aprile - Meditazione al Regina Caeli - «...Come non avvertire lo stridente contrasto tra l'invito alla misericordia e al perdono, echeggiante nell'odierna Liturgia, e la violenza dei tragici conflitti che insanguinano la regione dei Balcani? Possa la pace finalmente prevalere! Rinnovo, qui, l'appello dettato non solo dalla fede, ma prima ancora dalla ragione: possano le popolazioni convivere in armonia nelle loro terre, tacciano le armi e riprenda il dialogo! Il mio pensiero è costantemente rivolto a chi soffre le dure conseguenze della guerra e prego il Signore risorto, Principe della pace, perché ci faccia dono della sua pace. Vorrei invitare tutti i credenti ad intensificare la preghiera per la pace, perché quello che talora appare umanamente quasi impossibile, Iddio l'offre a chi intensamente lo chiede come dono della sua misericordia. Invochiamo, per questo, l'intercessione di Maria Santissima. A Lei, Madre della misericordia, si volge la nostra supplica, perché ci aiuti ad imboccare con coraggio la via dell'amore e della pace...». |
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