Pubblicato dall'Archivio Segreto Vaticano il primo volume relativo al 1930
dei "fogli di udienza" del cardinale Eugenio Pacelli segretario di Stato di Pio XI

La storia tra gli appunti


di Tarcisio Bertone

Sono lieto di presentare il primo volume di un'opera che offre solide basi documentali agli storici che vorranno avvicinarsi a due personalità di prima grandezza quali furono Pio XI e il suo segretario di Stato, il cardinale Eugenio Pacelli. Lo studio critico, ben documentato e minuzioso, frutto di una collaborazione vaticana fra diverse persone e istituzioni archivistiche, mostra il passo in avanti compiuto, sul piano storiografico, con questa edizione di fonti. La maggior parte di esse proviene dall'ampio fondo archivistico della Segreteria di Stato presso l'Archivio Segreto Vaticano e dalle preziose carte appartenenti all'Archivio Storico della Seconda Sezione della Segreteria di Stato, già Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari.
La mia ammirazione è innanzitutto per il contenuto dell'opera e per il segretario di Stato di Pio XI, autore dei preziosi "fogli di udienza" gelosamente da lui radunati e custoditi come la migliore testimonianza del suo fedele servizio al grande Pontefice e suo predecessore Papa Achille Ratti.
Anche a distanza di molti anni, nelle mutate e forse più assillanti condizioni di lavoro cui deve far fronte ogni giorno la Segreteria di Stato della Santa Sede, raffrontando (con la dovuta e quasi scontata circospezione) gli impegni del segretario di Stato, il cardinale Eugenio Pacelli, e gli attuali ritmi e ambiti di lavoro, si può osservare che, quasi nell'identica struttura del lavoro d'ufficio del segretario di Stato, permane intatta anche oggi l'idealità che si legge ad ogni riga dei "fogli di udienza" qui pubblicati, ovvero lo spirito di fedele servizio del segretario di Stato al Santo Padre, quasi la "venerazione" della sua volontà e dei suoi desideri manifesti, lo sforzo quotidiano di dare attuazione alle direttive che il Romano Pontefice esprime per il governo della Chiesa e per il progresso spirituale dei fedeli, così come per la mutua concordia delle nazioni e per la prosperità sociale dei popoli.
Di tale servizio, praticato per tanti anni dal segretario di Stato Pacelli, sono intrise le carte che egli compilava con la sua inimitabile, minuziosa ed elegante calligrafia. Da queste numerose carte traspaiono, a un tempo, le figure dei due protagonisti dei colloqui svoltisi durante le udienze:  Pio XI e il cardinale segretario di Stato. Una robusta tradizione della Segreteria di Stato, appartenente alla prassi dei segretari "nepoti", o di fiducia, dei Pontefici della Rinascenza, scandiva i ritmi d'ufficio del segretario di Stato Pacelli, come di tanti altri prima e dopo di lui, fino a oggi. Il vasto, non sempre facile e paziente servizio del segretario di Stato di Pio XI viene qui colto a partire dalla immediatezza dei suoi "fogli di udienza", che grazie al lavoro degli editori vede ora la luce relativamente all'anno 1930, il primo degli otto anni pieni e qualche mese del mandato di segretario di Stato.
Mille e mille questioni occuparono il tempo e i pensieri di Pio XI e del cardinale Pacelli lungo tanti anni, come bene testimoniano questi "fogli":  dalle più minute richieste di sussidi (alle quali il Pontefice, come si legge, non restò mai insensibile o esterno) alle rilevanti questioni ecclesiali e politiche, tanto più complicate, quanto più avanzano gli anni che separano le ferite della prima guerra mondiale da quelle della seconda. Si resta ammirati nel vedere la cura che Papa Ratti riservava a ogni questione, all'ascolto di ogni voce, alla discussione dei tanti ricorsi, alla complicatissima rete di accordi e di concordati che cercava di tessere con gli Stati europei e extra-europei. Una cura vigilante, fra le attenzioni diuturne, Pio XI riservò per l'Italia dell'età fascista, la Russia sovietica, la nascente ideologia nazionalsocialista in Germania. Vediamo già nel 1930 alzarsi il livello di guardia della Santa Sede per tali programmi politici e le loro organizzazioni; ma tanto più potremo studiare il crescente distacco e anzi l'aperta disapprovazione di quei governi da parte del Papa e della Santa Sede (com'è ben noto) man mano che procederà l'edizione dei "fogli di udienza" per gli anni successivi al 1930, fino al febbraio del 1939, anzi fino alla vigilia della morte di Pio XI, allorquando iniziavano le pratiche per i funerali del Pontefice e per il conclave, dal quale uscirà eletto Pontefice proprio il cardinale Eugenio Pacelli.
Mi auguro che i meriti del presente lavoro saranno apprezzati dagli storici. Il lettore avrà modo di riconoscere nella scrupolosa e minuziosa spiegazione dei testi, il lungo e apprezzabile lavoro di "scavo", che i curatori hanno voluto compiere per dar compiuta ragione, documenti alla mano, di ogni pur minima annotazione di Eugenio Pacelli. La sua statura umana e cristiana, come diplomatico, segretario di Stato e Pontefice, al di là di coloriture preconcette e distorte, risulta delinearsi sempre meglio con il passare del tempo.
Rivolgo il mio plauso ai curatori della presente edizione, al personale dell'Archivio Segreto Vaticano e dell'Archivio della Seconda Sezione della Segreteria di Stato, a quanti hanno contribuito a far sorgere l'idea della pubblicazione sistematica dei "fogli di udienza" di Pacelli. Edizione che auspico possa proseguire con celerità (compatibilmente con i tempi di lavoro necessari), perché sono certo che la sana curiositas degli storici, stimolata da siffatta impresa, ne esigerà la continuazione, protesa com'è a conoscere quanto si dibatteva nello studio privato del Pontefice e in quello del suo segretario di Stato, negli anni cruciali per la vita ecclesiale e civile del Novecento, come furono quegli anni alla vigilia della seconda guerra e gli ultimi mesi di vita del Papa di Desio.



(©L'Osservatore Romano 29 agosto 2010)
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