Il Poverello d'Assisi nelle vignette di don Marcello Cruciani

E san Francesco ordina
"Fuori i telefonini!"


di Silvia Guidi

Un giro del mondo (francescano) in 60 vignette, allegramente indifferenti alla cronologia, una biografia del Poverello per immagini tratteggiata a colori squillanti e ambientata ai tempi di internet e dei talk show; "si può educare sorridendo e facendo sorridere - scrive Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, presentando l'ultimo libro di Marcello Cruciani (Vita Francisci, Todi, Tau Editrice, pagine 69, euro 7) - in una sequenza di disegni, colori e humour. Una rilettura attualizzante, quella di don Marcello, uno sguardo al passato a partire dall'oggi, dai nostri problemi e dalle nostre sfide".
Proprio le tante licenze poetiche spazio-temporali sono l'elemento che rende più divertente il libro, creando un piacevole effetto di straniamento narrativo; come negli affreschi medievali, il prima e il dopo sono messi sullo stesso piano, affiancati o addirittura mescolati in una stessa sequenza, visto che il tempo è una dimensione unicamente umana e tutta la storia fa parte dell'"oggi eterno" di Dio.
"E adesso datemi i telefonini!", intima Francesco ai suoi frati - che lo guardano sconcertati e perplessi - per invitarli a scoprire cosa significa essere liberi dalle cose, usarle per il loro scopo senza lasciarsi ricattare dalla loro illusoria promessa di felicità; "oltre che con tuo padre ora avremo problemi con la Sovrintendenza, con la Confedilizia, con l'Inail, con il fisco..." sbotta il parroco di San Damiano rispondendo al Poverello - fermamente deciso a restaurare la Chiesa e a "cacciarsi nei guai" per obbedire alla sua vocazione - pensando al lungo iter burocratico e all'infinita serie di seccature che li aspettano; "per quale Asl lavorate?" chiedono i notabili in visita al lebbrosario di Rivotorto, "per quella di Gesù Cristo!" rispondono i frati; "strano, non ha portato nessuna telecamera, non mi tratta come il caso umano che aumenta lo share in seconda serata" si stupisce il malato curato da Francesco.
La modalità della comunicazione è leggera e divertente ma ogni vignetta è pensata per raccontare un episodio realmente tratto della vita del santo. Il fumetto in cui un frate grida "Lasciatemi, non sono un no global, volevo solamente ricordare a Ottone la caducità della vita" illustra un passo preciso delle Fonti francescane:  "Passando un giorno per quelle contrade vicino a Rivotorto con grande pompa e clamore l'imperatore Ottone, che si recava a ricevere la "corona della terra", il santissimo padre non volle neppure uscire dal suo tugurio, che era vicino alla via di transito, né permise che i suoi vi andassero, eccetto uno il quale doveva annunciare con fermezza all'imperatore che quella sua gloria sarebbe durata ben poco".
È facile rendere banale e oleografica la "stridente originalità" dell'alter Christus del Duecento; il "giovin signore" figlio del ricco mercante di stoffe, che disegna personalmente i suoi vestiti inventando raffinati accostamenti patchwork di tessuti preziosi e lana grezza (Cruciani dedica una vignetta a un'ipotetica "Sfilata autunno-inverno 1199" dell'azienda di famiglia, la "Bernardone moda") è lo stesso Francesco che, una volta sposato a Madonna Povertà, non rinuncia alle sue ambizioni - compiere grandi imprese, vivere avventure emozionanti, diventare un cavaliere senza macchia e senza paura, conquistare terre, popoli e castelli, difendere orfani e vedove - ma le ordina e le orienta secondo il suo compito, consapevole che ogni successo umano non riempie il cuore, lascia inquieti e delusi se non vissuto all'interno del rapporto con Dio. Leale con questa scoperta, il giovane aspirante cavaliere di Assisi diventerà il condottiero di un popolo in marcia verso il Paradiso. Un'avventura che da sempre è stata raccontata anche per immagini; dalle miniature ai rotoli di Exultet (illustrati al contrario perché le figure non erano destinate a essere viste dal sacerdote, ma dai fedeli vicini al pulpito) dalle stampe cinquecentesche ai film, l'obiettivo, in fondo, è sempre lo stesso, delectare docendo e lasciarsi contagiare dalla perfetta letizia della santità vissuta.



(©L'Osservatore Romano 12 gennaio 2011)
[Index] [Top] [Home]