A colloquio con padre Marko Ivan Rupnik

La «Redemptoris Mater»
mosaico dello spirito

di Giampaolo Mattei

"Quando si entra nella cappella Redemptoris Mater si è come ridotti al silenzio. Fulmina e sconvolge". Nell'esperienza del teologo ortodosso Olivier Clément si riconosce l'essenza stessa degli esercizi spirituali:  la bellezza della fede che richiede silenzio e cambia, "fulmina e sconvolge" la vita. I mosaici con cui padre Marko Ivan Rupnik ha rivestito le pareti della cappella costituiscono di per sé un corso di esercizi:  non a caso sono i colorati rivestimenti del luogo dove gli esercizi vengono predicati al Papa. Gesuita sloveno, direttore del Centro Aletti, padre Rupnik nell'intervista propone una visita spirituale alla Redemptoris Mater.

Nella cappella è visibile l'incontro tra Oriente e Occidente. Significativa presenza della tradizione orientale in Vaticano, è un luogo, dice Clément, che riduce al silenzio.

Clément è rimasto colpito da una cosa che io stesso ho tanto a cuore. Quando con padre Spidlík abbiamo elaborato il progetto iconografico della Redemptoris Mater, l'idea era che la cappella non dovesse avere un insieme di immagini l'una staccata dall'altra, ma che dovesse essere l'insieme stesso a costituire una grande immagine. Questo per far sì che, anche quando si entra e non c'è la liturgia, non ci sono le persone, la cappella non sia vuota, ma popolata. C'è una cascata di luce, una dinamica. Lo spazio della cappella è condiviso da chi guarda ed è guardato, che sono, a turno, l'osservatore e i personaggi raffigurati.

Nella Chiesa non siamo mai soli.

La cappella induce al rispetto e alla considerazione che nella Chiesa non siamo mai soli, ma siamo presi in una comunione che si dilata, oltre l'assemblea che celebra, al resto della comunione dei santi rappresentata sui muri e a tutti coloro che in tutti i tempi appartengono al Signore. Varcando la soglia della cappella si sperimenta di far parte di questa comunione e di partecipare alla convocazione universale dei salvati che avviene specialmente attraverso l'Eucaristia.

Come si pensa l'iconografia di una chiesa?

Non va mai pensata in sé, ma guardando alla comunità che lì celebra la sua liturgia. Quindi come lo spazio aperto al Signore che viene, vivo nella misura in cui ospita la vita per cui è stato creato. L'iconografia aiuta la persona a incontrare e accogliere Colui che è venuto a celebrare.

I mosaici della Redemptoris Mater sono un corso di esercizi spirituali.

Sono un percorso di tutta la storia della salvezza in chiave artistico-teologica, dove il linguaggio artistico, cioè i colori, i movimenti, le immagini, la materia, diventano luogo di vita spirituale e di teologia. La parete che si ha di fronte appena si entra, dietro l'altare, mosaicata dall'artista russo Kornooukhov, raffigura la Gerusalemme celeste. I santi d'Oriente e d'Occidente sono seduti a gruppi di tre, come espressione dell'amore trinitario, con al centro la Redemptoris Mater:  se nella sua vita terrena ha tenuto tra le braccia il Cristo storico, ora è il centro della Chiesa, di tutti coloro che partecipano alla vita della Trinità. La Trinità discende sulla terra attraverso la venuta del Figlio e, in qualche modo, c'è anche un suo ritorno attraverso la Chiesa, che diventa la sua immagine. Questo vuol dire che l'uomo vive la sua verità come immagine e somiglianza di Dio attraverso la sua dimensione ecclesiale, ossia attraverso la capacità della comunione e della convivenza nella carità di Cristo.

Nella parete a sinistra è raffigurata la discesa del Verbo.

Sì, l'uomo non può incontrare Dio solo per i suoi sforzi, ma perché Dio stesso è sceso verso l'uomo. Qui sono raffigurati tre momenti fondamentali della discesa di Cristo:  la natività, il battesimo e la discesa agli inferi. Cristo viene a tirarci fuori dalla morte, cioè dal peccato divenendo la vittima del peccato, assorbendo il male del peccato. Si incarna attraverso l'opera dello Spirito Santo e conclude l'arco della sua vita terrena dando lo Spirito. Sulla parete di fronte, l'ascensione di Cristo e la discesa dello Spirito Santo richiamano il mistero della divinizzazione dell'uomo e il suo ritorno al Padre. L'uomo torna al Padre in Cristo, ma in forza dello Spirito Santo che ci dona l'amore. È proprio l'amore a renderci simili a Dio e a essere l'ambito del nostro ritorno al Padre. Perciò sono rappresentate quattro forme dell'amore nella Chiesa:  il martirio, la carità, il matrimonio e il monachesimo.

Infine sulla parete di ingresso è raffigurata la parusia.

È la seconda venuta di Cristo:  scende dall'alto per prendere il suo posto all'altare come eterno Sacerdote che celebra la liturgia celeste, la sua Pasqua eterna, dove si verifica una trasfigurazione del mondo e della storia. Nella discesa di Cristo apparirà con Lui tutta la storia dell'umanità con le donne, gli uomini, i bambini che hanno accolto il suo amore salvifico, si sono consumati in questo amore e sono diventati chicco di grano che muore nella terra e germoglia per la risurrezione. Il giudizio universale è allora come un'eterna anamnesi, una memoria eterna dell'amore di Dio.

Qual è oggi il senso autentico degli esercizi spirituali, visti da un teologico e artista che ha a cuore la tradizione orientale?

Il senso autentico è giungere a una conoscenza esperienziale-razionale allo stesso tempo, cioè personale e integra, di Dio nella mia vita, nella vita della Chiesa e della storia, come anche di me, della mia storia, e anche della grande storia, in Dio. Cioè la conoscenza del senso di ciò che succede in Dio. La grande arte degli esercizi consiste nell'accompagnare le persone al discernimento per potersi capire con Dio, per sapere come parla Dio, come si può comprendere e accogliere Dio.

Qual è l'essenza degli esercizi spirituali che sta vivendo in questo tempo?


Oggi è di particolare importanza aiutare le persone a giungere a un incontro reale con Dio. Questo vuol dire superare approcci puramente teorici, psicologici, moralistici per arrivare a una certa oggettività della conoscenza di Cristo, cioè a un superamento di un clima soggettivista e superficiale. E siccome l'esperienza più sicura di Dio avviene nel perdono del peccato, perché solo Dio perdona i peccati, è di estrema importanza accompagnare le persone a una profonda riconciliazione con Dio, a una purificazione del pensiero, dei sensi, dei sentimenti per giungere così a un fondamento sul quale poi si può costruire. Chi ha sperimentato di essere salvato aderisce con convinzione a Cristo e alla vita nuova.



(©L'Osservatore Romano 16 febbraio 2008)
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