Intervista al cardinale arcivescovo Angelo Bagnasco

A Genova lo attende
una comunità accogliente


di Nicola Gori

Una Chiesa viva, vicina alla gente e alla città e radicata nel territorio. È il profilo della Chiesa genovese tratteggiato dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, nell'intervista al nostro giornale. È questa la realtà ecclesiale che Benedetto XVI incontrerà domenica 18 maggio, nel corso della sua visita alla diocesi.

Il Papa a Genova incontrerà una comunità che vive da tempo il profondo contrasto di una città che guarda all'Europa, ma che deve fare i conti con una crisi che sembra lasciare pochi spazi all'ottimismo. Quale è in questo contesto il ruolo della Chiesa?

La Chiesa di Genova nella sua storia è sempre stata molto vicina alla città, attraverso i suoi sacerdoti (in particolare i cappellani del lavoro) e i suoi arcivescovi. Basti pensare al cardinale Siri che per quarantuno anni fu un riferimento per tutti e il cui nome ancor oggi risuona come memoria grata e ammirata per la sua vicinanza reale alle vicende della città. Tale rapporto rispettoso e virtuoso continua nel tempo con fiducia, da parte di tutti.

Porto di mare, dunque città culturalmente aperta agli altri. Ma Genova è realmente una città accogliente?

Certamente Genova è accogliente anche perché sempre memore della propria emigrazione trascorsa alla ricerca della fortuna. È accogliente Genova in forza dello spirito di solidarietà, che è alimentato dal Vangelo. Un ulteriore segno di questa accoglienza nel rispetto della legalità e delle regole è rappresentato dalle numerose parrocchie. Me ne rendo conto in questi mesi che sto compiendo la visita pastorale:  ovunque trovo centri di ascolto, gruppi di volontariato, organizzazioni caritative che si fanno carico delle povertà vecchie e nuove. Tra queste ultime in particolare la comunità cristiana si dedica all'accoglienza dei nuovi arrivati.

Quale realtà ecclesiale il Papa si troverà di fronte?

Il Papa si troverà di fronte una Chiesa molto radicata nel territorio e molto vicina alla gente. I sacerdoti, anche quelli più avanti negli anni, danno un grande esempio di fedeltà ai loro compiti pastorali. E quando ci sono parroci anziani, si coglie nella stessa comunità un sussulto di corresponsabilità da parte di tanti laici che si mettono a collaborare in prima persona. Mi pare di registrare in questo periodo poi una grande attenzione verso il mondo giovanile e dei ragazzi in genere. È necessario perseguire una pastorale vocazionale sempre più incisiva, sia per ringiovanire le comunità cristiane sia per far sì che i giovani stessi siano i primi protagonisti dell'evangelizzazione dei loro stessi coetanei. La Liguria da quel che le statistiche suggeriscono è la regione più vecchia d'Italia. Questo dato non può non riflettersi sulla Chiesa e tuttavia non deve indurre a dimezzare ma semmai a raddoppiare l'impegno educativo per le generazioni che stanno venendo su.

E che cosa ci si attende da questo incontro con il Papa?

Il carisma di Pietro è confermare tutti nella fede autentica all'interno della comunità ecclesiale, che proprio nel Papa ha il suo principio e il suo fondamento visibile. Mi auguro perciò che, come sempre accade per le visite papali, si sviluppi a seguire un'adesione ancor più cordiale alla Chiesa, attraverso un maggior radicamento nelle parrocchie e un più deciso e vigoroso slancio missionario, che nasca da un'identità di fede accolta con gratitudine da Dio.

Benedetto XVI visiterà anche l'ospedale pediatrico Gaslini. Cosa rappresenta per Genova?

Il Gaslini è una grande istituzione, cara a Genova per il suo indubbio valore medico e il suo autentico spirito cristiano. Si tratta di una istituzione pediatrica, frutto della sensibilità del senatore Gerolamo Gaslini, in memoria della figlia Giannina, morta a dodici anni. Il fondatore volle che l'arcivescovo fosse il Presidente della Fondazione per garantirne nel tempo l'ispirazione cristiana. Possiamo definire il Gaslini, per l'amorevolezza delle cure e per l'eccellenza della professionalità, un autentico inno alla vita e un vero santuario della famiglia. A proposito di quest'ultima particolarità, infatti, colpisce sempre l'accoglienza che viene riservata ai genitori dei bambini che, da tutta l'area del Mediterraneo, vengono a Genova con trepidazione e speranza. E le parrocchie, le comunità religiose e i movimenti ecclesiali si mobilitano per garantire accanto ai piccoli la presenza amorevole dei familiari.



(©L'Osservatore Romano 18 maggio 2008)
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