Franco Scaglia illustra il progetto sugli itinerari di spiritualità

A Gerusalemme
chi non crede ai miracoli
non è realista


di Luca Pellegrini

Radio, televisione e cinema. Soprattutto, letteratura. Franco Scaglia, presidente di Rai Cinema, profondo conoscitore della Terra Santa, deve molto a padre Michele Piccirillo. I quattro dvd riuniti in un cofanetto chiamato Il viaggio, sono un omaggio dell'uomo di lettere alla memoria dell'uomo di fede, ricordo di quel cammino tante volte condiviso tra le tortuose vie di Gerusalemme e le ampie vie della vita. L'idea è nata spontaneamente.
"Padre Michele è un pezzo indimenticabile della mia vita perché è il protagonista, con il nome di padre Matteo, della mia trilogia formata da Il custode dell'acqua, che vinse il Campiello nel 2002, Il gabbiano di sale e L'oro di Mosè, nel 2006 vincitore del Premio internazionale di letteratura religiosa. Capita raramente che una persona vivente diventi protagonista di una serie di romanzi. In quest'ottica, negli anni trascorsi con padre Piccirillo in Terra Santa, stretti da una grande amicizia e da tanti progetti di lavoro, era nata l'idea di fare una serie di documentari proprio sul tema della spiritualità e della pace in Medio Oriente. Diciamo che la primogenitura di questa serie è tutta sua, ma l'idea di riunire i quattro film insieme è venuta soltanto dopo la sua morte, avvenuta, ad appena 63 anni, nella notte tra il 25 e il 26 ottobre del 2008.

Entriamo nel dettaglio del progetto.

Il primo documentario si chiama Il viaggio di Gesù, diretto da Sergio Basso, titolo ripreso dal mio ultimo libro, un viaggio nella Terra Santa che segue il percorso della predicazione di Gesù, esplorando i luoghi citati dal Vangelo per vedere cosa ne è rimasto oggi e far riemergere in ogni luogo il tema di cui il Vangelo parla. Scopriamo che la Terra Santa è sicuramente una terra fertile di idee, cultura e spiritualità, ma anche di paradossi. Due ulteriori documentari sono firmati dallo stesso padre Piccirillo con la regia di Luca Archibugi, fratello della nota regista italiana Francesca. Il primo è Tessere di pace in Medio Oriente, nato come un omaggio all'attività di Michele, grande scopritore di mosaici, che ripercorre le fasi salienti di trent'anni di scavi e restauri da lui compiuti. Attraverso la ricostruzione degli itinerari della cristianità in quelle terre, il film conduce a una necessaria riflessione sul valore dell'intreccio fra fede e testimonianza storica. A dire il vero questo progetto ci ha riservato all'inizio qualche dubbio sulla solidità del prodotto:  come "raccontare" visivamente i mosaici e rendere il racconto interessante? Per intrinseca bellezza e originalità, il film ha vinto il premio "Capitello d'argento" al Festival internazionale del cinema archeologico perché, recitava la motivazione, "riconosce l'instancabile opera di padre Michele Piccirillo, archeologo e uomo di pace, che da oltre trent'anni testimonia come l'archeologia possa diventare strumento di comunicazione e convivenza fra i popoli". Ma padre Michele aveva in mente da sempre un progetto al quale teneva moltissimo:  raccontare il Santo Sepolcro dal suo interno, collocandolo nella storia del cristianesimo e della Terra Santa, mettendolo a raffronto con le tante riproduzioni che troviamo in Italia e i modellini di incommensurabile valore appartenenti ad alcune collezioni private. Purtroppo non è riuscito a vedere il film ultimato, ha scritto l'ultima parte della sceneggiatura esattamente tre giorni prima di morire. Verso il Santo Sepolcro è, per questo motivo, particolarmente commovente:  contiene l'audio registrato della sua ultima lezione tenuta nel 2007 all'interno del Santo Sepolcro.

Il viaggio non si conclude in Terra Santa...

A conclusione di questa quadrilogia sulla spiritualità abbiamo ritenuto opportuno inserire un film di Giorgio Montefoschi e Gianni Barcelloni Corte, La grazia della parola, un documentario sui camaldolesi dell'eremo di Fonte Avellana alla scoperta delle loro vite, anche private. Mi sembrava la conclusione giusta di un itinerario sulla spiritualità iniziato con alcuni film sulla Terra Santa:  un percorso di pace che nasce nella terra in cui è nato Gesù "Principe della Pace" e si conclude in uno dei luoghi rappresentativi del raggiungimento della pace interiore, il monastero camaldolese, proprio per vedere e riconoscere a cosa può portare nell'uomo la ricerca di una vita spirituale interiore che scaturisce dal Vangelo e dai luoghi nel quale è stato predicato.

Padre Piccirillo, però, è entrato in sintonia con la sua vita non soltanto perché ha ispirato un personaggio della letteratura.

Prima di tutto è stato il sacerdote che ha celebrato il mio matrimonio, sul Monte Nebo. Mi ha insegnato veramente il valore della preghiera, del raccoglimento, la semplicità della fede. Una volta stavamo al Monte Nebo, era un tardo pomeriggio. A un certo punto lui, in cucina, distende una tovaglia sul tavolo dove solitamente si cenava, dicendo:  "Adesso celebro la messa per noi". Questo per dire che il mistero eucaristico poteva essere celebrato in ogni luogo, in ogni momento della vita. Mi ha insegnato questa semplicità della fede. È una persona in cui si sono uniti in modo mirabile il grande uomo di scienza e il grande uomo di fede. Da questo punto di vista è stato un esempio importante nella nostra storia di cristiani, un fulgido esempio vivente di fede e di scienza che insieme coabitano, nell'esistenza di una persona straordinaria.

Nel documentario dedicato al Santo Sepolcro viene citata una sua affermazione che sembra paradossale:  "Chi a Gerusalemme non crede ai miracoli non è realista".

È una battuta che spesso padre Michele mi faceva quando insieme visitavamo la Città Santa. In realtà, proprio credere ai miracoli significa poter sperare in un futuro vero per Gerusalemme, perché solo credendo nella pace, che è un miracolo, possiamo sperare in un futuro per la Terra Santa.

Gerusalemme, Gerusalemme...

È una città che amo e che conosco meglio di qualsiasi altra. Il suo mistero e la sua esistenza sono miracolosi. Rappresenta il luogo dove tutti possono trovare la propria verità, l'unico posto al mondo sacro alle tre religioni monoteistiche. Non esiste altro luogo così simbolico per mistero e per sacralità. Questa sua sacralità condivisa la pone al di sopra di qualsiasi desiderio e della storia stessa. A Gerusalemme si trova la èakhrâ, questa fantastic roccia sulla quale Adamo fu impastato da Dio, sulla quale Caino uccise Abele, sulla quale non si compì il sacrificio di Isacco, sulla quale Salomone costruì il suo tempio, sulla quale Gesù predicò il suo Vangelo, sulla quale Maometto si fermò col suo cavallo mentre compiva il suo viaggio verso il cielo. Su questa roccia è stato costruito il Tempio e la Moschea. Gerusalemme va oltre l'immaginario collettivo, è l'unione meravigliosa di miti e realtà, è un miracolo realizzato.



(©L'Osservatore Romano 4 giugno 2009)
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