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Il Collegio Cardinalizio

Cenni biografici

[Aggiornamento: 22.02.2014]

 


Avviso: i cenni biografici sono soltanto uno strumento di lavoro ad uso giornalistico.


 

YEOM SOO-JUNG  Card. Andrew

 

Ha antenati martiri il terzo porporato della storia della Chiesa in Corea. Dopo i suoi predecessori sulla cattedra di Seoul, Stephen Kim Sou-hwan, morto nel 2009, e Nicholas Cheong Jin-suk, arcivescovo emerito, entra nel collegio cardinalizio anche l’attuale pastore della capitale Andrew Yeom Soo-jung.

Il Cardinale Andrew Yeom Soo-jung, Arcivescovo di Seoul (Corea), è nato il 5 dicembre 1943 ad Ansong, diocesi di Suwon, nella provincia di Gyeonggi-do, la più popolosa del Paese asiatico. È il quarto dei sei figli di Yeom Han-jin (1908-1983) e di Baek Geum-waul (1908-1995). La sua è una famiglia cattolica da cinque generazioni, da quando cioè il trisavolo Joseph Yeom Deuk-soon (1768-1827) fu tra i primi battezzati in Corea. Anche il bisnonno, Pietro Yeom Seok-tae (1794-1850), divenne un fervente cattolico, e con sua moglie Mary Kim fu vittima delle persecuzioni che infuriarono in ondate successive dal 1839 al 1867.

Cresciuto in un ambiente di profonda fede e devozione, grazie alla madre che insegnava ai figli la Bibbia e pregava per la loro vocazione, entra nel seminario di Seoul. Nella capitale riceve l’ordinazione sacerdotale dal cardinale Kim Sou-hwan l’8 dicembre 1970. Poco dopo anche i suoi due fratelli più giovani, Yeom Soo-wan e Yeom Soo-ee, seguono le sue orme diventando preti.

All’inizio del suo ministero è vice-parroco a Bulgwang e a Dangsan (1971-1973), professore e preside alla Sungshin High School, seminario minore dell’arcidiocesi (1973-1977), e per dieci anni parroco a Itaewon, Jangwi e Yeongdeungpo (1977-1987). Divenuto procuratore del seminario maggiore della capitale coreana (1987-1992), è poi cancelliere della curia arcidiocesana (1992-1998), parroco a Mok e vicario foraneo (1998-2001) e membro del consiglio presbiterale.

Il 12 dicembre 2001 è nominato vescovo titolare di Tibiuca e ausiliare di Seoul, e il 25 gennaio 2002 riceve l’ordinazione episcopale dall’arcivescovo Cheong Jin-suk. Durante i dieci anni in cui è ausiliare ricopre diversi incarichi nell’arcidiocesi — tra i quali vicario episcopale per la pastorale e l’apostolato dei mass media — fino a divenirne vicario generale.

Presiede inoltre per un determinato periodo la Caritas diocesana, la Seoul catholic youth foundation e il movimento One body one spirit, che attraverso l’omonima fondazione raccoglie l’eredità spirituale del cardinale Kim Soo-hwan distribuendo anche borse di studio. Per un tempo più lungo presiede anche la Pyeonghwa broadcasting & news (2002-2013) — un’emittente televisiva e una radio cattoliche impegnate nella promozione dei valori della pace e della dignità dell’uomo — e il Comitato per la vita, istituito il 5 ottobre 2005 per organizzare iniziative sociali e accademiche sui temi dell’aborto, della clonazione umana e del suicidio. In seno alla della Conferenza episcopale coreana è membro del consiglio permanente e delle commissioni per le missioni e per la pastorale della salute, oltre che presidente del comitato per l’apostolato dei laici.

Il 10 maggio 2012 Benedetto XVI lo promuove arcivescovo metropolita di Seoul. E poiché contestualmente diviene anche amministratore apostolico di Pyongyang, in Corea del Nord, sceglie simbolicamente di celebrare la messa per l’ingresso in diocesi il successivo 25 giugno, nel giorno del 62° anniversario dello scoppio della guerra di Corea.

Pastore particolarmente sensibile alle necessità degli ultimi, il 19 gennaio scorso si è recato in visita pastorale a Eun - Pyong Village, un rifugio per senzatetto gestito dalla Caritas diocesana che ospita novecento persone, tra cui molti disabili. L’attenzione verso i senzatetto risale al tempo in cui era parroco a Yeongdeungpo, dove nel 1986 ha voluto una mensa per loro vicina alla stazione.

Da Papa Francesco creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 22 febbraio 2014, del Titolo di San Crisogono.

[I cenni biografici sono stati curati dalla redazione de L'Osservatore Romano]


 

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