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CELEBRAZIONE EUCARISTICA
IN OCCASIONE DEL RITO DI CONSACRAZIONE
DELLA NUOVA CATTEDRALE DI LEZHË IN ALBANIA

OMELIA DEL CARDINALE GIOVANNI BATTISTA RE

Lezhë, Albania
Domenica, 28 ottobre 2007

 


Con grande gioia sono venuto tra voi per un atto di profondo significato ecclesiale: la consacrazione della vostra cattedrale. Si tratta della chiesa destinata ad essere il centro spirituale ed ecclesiale della diocesi, dove il vescovo ha la sua cattedra e dove presiede le celebrazioni più importanti.

La cattedrale è il punto di riferimento della fede e dell'impegno di vita cristiana di quanti fanno parte della diocesi. È la chiesa madre della diocesi ed espressione dell'unità intorno al vescovo, il quale, in virtù della successione apostolica, ci collega a Cristo.

Non si tratta soltanto di un bel edificio architettonico, ma della casa di Dio piantata in mezzo alle case degli uomini, anche se sappiamo che la immensità e infinità di Dio non può essere racchiusa in limiti di spazio e di tempo.

La cattedrale è anche luogo d'incontro di una comunità che è ad un tempo ecclesiale e civile, unita nelle gioie e nei dolori, nelle speranze e nelle preoccupazioni.

Il primo sentimento che sgorga nell'animo è quello della gratitudine a tutti coloro che in qualche modo hanno collaborato alla costruzione di questa cattedrale, maestosa e funzionale, accogliente e devota.

Rivolgo uno speciale pensiero al vostro caro vescovo, mons. Ottavio Vitale, esprimendo apprezzamento per lo spirito pastorale che lo anima e per la generosità con la quale si prodiga per il bene di questa diocesi.

Con lui saluto il nunzio apostolico, l'ecc.mo monsignor Bulaitis e gli altri vescovi presenti. Saluto il presidente del Parlamento albanese e le autorità che onorano con la loro presenza questa celebrazione.

Saluto i sacerdoti, i religiosi, le religiose.

Saluto tutti voi e le vostre famiglie, per le quali auspico ogni bene.

Dopo i lunghi decenni di persecuzione comunista, la vostra comunità ecclesiale sta vivendo un momento di ricostruzione morale e spirituale. Il comunismo non è riuscito a sradicare Dio dai vostri cuori ed ora state vivendo una ripresa religiosa. Questa nuova cattedrale è simbolo di una rinascita spirituale che merita apprezzamento e incoraggiamento.

Questa cattedrale, come ogni chiesa, è destinata ad essere innanzitutto una casa di preghiera, cioè luogo di elevazione dello spirito e di incontro con Dio. In ogni chiesa si avvera la visione di Giacobbe: sulla scala della nostra preghiera e della nostra partecipazione ai sacramenti noi ci eleviamo verso Dio e Dio scende verso di noi donandoci la sua luce e la sua forza.

Qui si viene per celebrare insieme l'eucaristia, fonte e culmine della vita cristiana.

Qui si viene per conversare nella preghiera con il Signore, che nel tabernacolo ci aspetta. Egli ci ama e conosce i nostri bisogni, i nostri desideri, le nostre aspirazioni; conosce il nostro nome e la nostra storia tutta intera. Qui potrete ascoltarlo e parlare con lui, elevando verso l'alto il vostro spirito.

Dall'incontro con lui e grazie all'aiuto che viene dall'alto sarete incoraggiati all'impegno non solo ecclesiale, ma anche civile e sociale.

Questa cattedrale è poi scuola di verità, luogo di ascolto della parola di Dio e di incontro con Cristo che è la via, la verità e la vita. È lui il verbo di Dio fatto carne nel seno di Maria sempre Vergine. È lui la verità dell'uomo, il Signore della storia e il nostro Dio, l'unico Salvatore dell'uomo, la strada che conduce al Padre celeste.

Lui, il Cristo, è il nostro Redentore che ci tiene per mano e ci accompagna sempre, specialmente nei momenti difficili, e ci guida sui sentieri della verità, cioè della nostra piena realizzazione secondo il suo meraviglioso disegno di amore e di salvezza.

Per tutti i credenti questo edificio costruito dalle mani dell'uomo costituisce un permanente invito a stringersi in modo sempre più consapevole attorno a Gesù, pietra angolare, per diventare nella fede e nell'amore a Dio e ai fratelli, pietre vive per la costruzione di un tempio spirituale.

Questa cattedrale è infine palestra di amore fraterno. Qui venite per apprendere la grande legge dell'amore che Gesù ci ha lasciato come comandamento nuovo e come testamento: "Da questo sapranno che siete miei discepoli: se vi amerete gli uni gli altri" (Gv 15, 12; 13, 35).

Apprendendo a riconoscere e a chiamare Dio come Padre, si impara a considerare gli uomini, tutti gli uomini, come fratelli.

Questa bella vostra nuova cattedrale è invito ad aprire i vostri cuori a Dio per essere pietre vive, edificate attorno a Cristo, pietra angolare. Ed è invito ad aprirci al riconoscimento di Dio.

Dio occupa poco posto nelle preoccupazioni degli uomini e delle donne di oggi. Purtroppo, non si sa più riconoscere la mancanza di Dio come... una mancanza. Oggi la grande tentazione è di vivere prescindendo da Dio. Le cose terrene si sono fatte affascinanti. La loro attrattiva è diventata sempre più suggestiva. Molte sono le occupazioni urgenti e che assorbono il nostro tempo.

Se, però, ci rendiamo conto che Dio è il nostro Creatore, che Dio è ciò che esiste di più reale, di più importante e di più grande, sorprende che gli uomini e le donne diano tanta importanza a cose in sé piccole e così poca a Dio.

Certo, l'attenzione a Dio nel mondo contemporaneo non si è spenta. Di Dio si parla anche oggi. Ne parlano la teologia, la filosofia, la letteratura, l'arte: accettandolo o rifiutandolo, ma senza potere mai "disfarsi" di lui.

Ne parlano tanti credenti, che a lui si rivolgono e da lui attingono luce, forza e guida nelle decisioni della vita. Ne parlano tanti che lo cercano e magari credono di non credere. Sì, molti cercano Dio con la mente, col cuore, con tutto il proprio essere, perché il cuore umano - come diceva sant'Agostino - "è inquieto fino a che non riposa in Dio" (Confessioni I, 1).

In pari tempo, dobbiamo riconoscere che per molti Dio è soltanto un'idea astratta, un'ombra, un nome. E, pertanto, molti sono lontani dalla certezza espressa da santa Teresa d'Avila, la quale esclamava "Dio è tutto!" e giungeva a dire: "Niente ti turbi, niente ti spaventi, tutto passa. A chi ha Dio, nulla manca. Dio solo basta".

Dio è il Padre che ci ama, che ci vuol bene, che ci cerca, che ci perdona; e ci perdona perché ci ama. Si lascia anche respingere, perché rispetta la nostra libertà, ma poi ci attende e torna a cercarci.

Dio è indispensabile a noi esseri umani, perché "in lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo", secondo l'espressione di san Paolo. Senza Dio non si può realizzare se stessi, né migliorare l'umanità. Paolo VI, nell'enciclica Populorum progressio, scriveva che l'uomo può costruire questo mondo senza Dio, ma in tal modo finisce per costruirlo contro se stesso, contro il vero bene dell'uomo.

Quando, infatti, l'uomo perde il senso di Dio, perde anche la consapevolezza del suo destino eterno, perde l'aspetto più bello del vivere, perde la ragione più profonda della sua esistenza, perde il significato più grande del suo donarsi.

Dove Dio non c'è, anche l'uomo smarrisce il suo valore e la sua dignità.

Come ha affermato il Santo Padre Benedetto XVI, "dove Dio scompare, l'uomo non diventa più grande; solo se Dio è grande, anche l'uomo è grande".

Collocata nel cuore di questa vostra città, questa cattedrale è un invito a guardare in alto, a guardare oltre il tetto delle case, non per sfuggire alle responsabilità che abbiamo su questa terra, ma per attingere dall'alto luce e forza per i nostri impegni. Il cielo non toglie nulla ai nostri impegni che abbiamo su questa terra, ma infonde vigore e dà animo al nostro operare sulla terra.

    

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