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CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA
(DEI SEMINARI E DEGLI ISTITUTI DI STUDI)

Documento informativo

IL PERIODO PROPEDEUTICO

LIBRERIA EDITRICE VATICANA
CITTA DEL VATICANO 1998

 

INTRODUZIONE

Di fronte alla necessità, unanimemente riconosciuta e affermata, di uno speciale periodo orientato a colmare le lacune di ordine spirituale, culturale e umano, spesso presenti nei giovani al loro ingresso nel seminario maggiore, i Padri del Sinodo dei Vescovi del 1990 hanno giudicato opportuno raccomandare alla Congregazione per l'Educazione Cattolica di raccogliere informazioni sulle differenti esperienze messe in atto al riguardo nelle varie Chiese, per offrire ai responsabili della formazione un utile materiale con cui confrontarsi e da cui eventualmente trarre ispirazione.

La richiesta espressa dal Sinodo è stata pienamente recepita dal Santo Padre che, al n. 62 dell'Esortazione apostolica post-sinodale Pastores dabo vobis, ha invitato la Congregazione per l'Educazione Cattolica a raccogliere "tutte le informazioni sulle esperienze iniziali fatte o che si stanno facendo"1 circa il periodo propedeutico e a comunicarle poi alle Conferenze Episcopali. L'Esortazione, allo stesso numero 62, suggeriva che, data la prassi molto differenziata esistente nei diversi paesi, fosse necessario attenersi ancora ad una fase di studio e di sperimentazione, perché si potessero definire in modo più opportuno e significativo i diversi elementi di tale periodo, che peraltro è da coordinarsi con gli anni successivi della formazione nel seminario.

Per dare esecuzione al mandato ricevuto dal Santo Padre, la Congregazione per l'Educazione Cattolica si è premurata di inviare, in data 15 maggio 1992, una Lettera circolare alle Rappresentanze Pontificie, chiedendo loro di interessare al problema e di coinvolgere nella raccolta dei dati le rispettive Conferenze Episcopali. Queste ultime hanno aderito alla richiesta e si sono fatte carico di trasmettere alla Congregazione la documentazione venuta in loro possesso. Tale documentazione, completata con le informazioni tratte dalle Rationes institutionis sacerdotalis nazionali, dalle relazioni delle Visite Apostoliche e da altre fonti, costituisce una base sufficiente per avere un'idea abbastanza precisa di quanto si è fatto finora e si sta facendo nelle varie Chiese particolari per assicurare una preparazione adeguata all'ingresso degli aspiranti nel seminario maggiore.2

La Congregazione per l'Educazione Cattolica, tenendo conto del materiale raccolto, nonché delle informazioni offerte dagli Ecc.mi Vescovi durante le Visite ad limina, ha preparato il presente documento informativo, che ora è lieta di mettere a disposizione dei Vescovi e degli educatori.

I dati danno l'impressione di una grande fluidità, che manifesta caratteristiche ed esigenze tipiche determinate dalle situazioni locali: dalla struttura ed organizzazione complessiva del sistema educativo e dalle sue corrispondenti tradizioni, dall'esistenza o meno del seminario minore e dalla sua efficienza, dalla presenza di seminari speciali per le vocazioni adulte, dall'impostazione della pastorale vocazionale, dal numero e dalla qualità delle vocazioni e dalla disponibilità di formatori e di mezzi finanziari.

Così, in certi paesi dotati di buone strutture scolastiche a livello secondario (seminari minori, scuole cattoliche e civili), si è pensato di poter colmare le eventuali lacune degli aspiranti, specie nella preparazione umana e spirituale, durante il primo anno di seminario, nel quadro del corso introduttivo al mistero di Cristo e alla storia della salvezza.3 Al contrario, in altri paesi, è andata poco a poco affermandosi, fin dai primi anni del post-Concilio, l'idea di speciali periodi, previ al sessennio filosofico-teologico, chiamati più tardi propedeutici. Non è raro neppure il caso in cui la preparazione previa degli aspiranti sia stata affidata prevalentemente agli organismi preposti alla pastorale vocazionale.

E precisamente questa la tipologia che servirà come punto di riferimento per ordinare e classificare in modo analitico i dati raccolti e per trarre alcune conclusioni orientative.

 

I. 
IL CORSO INTRODUTTIVO PREVISTO DAL DECRETO

OPTATAM TOTIUS, N. 14

Varie iniziative registrate dall'inchiesta, finalizzate a dare un migliore avvio all'opera formativa nei seminari maggiori, portano il nome di corso introduttivo, con riferimento esplicito o implicito al n. 14 del decreto Optatam totius.

Dal momento che le finalità di questo corso, specificate nel suddetto paragrafo, variano dall'ambito dottrinale a quello spirituale e vocazionale, cominciarono ben presto a profilarsi, nella sua applicazione concreta, impostazioni di vario tipo e con sfumature diverse. Si imposero a tale riguardo soprattutto due tendenze: una intesa ad accentuare il ruolo che il corso introduttivo deve occupare nel quadro delle discipline filosofiche e teologiche e a valorizzarne i riflessi spirituali; l'altra orientata piuttosto ad aprire il corso alle esigenze specifiche degli aspiranti provenienti dalle professioni civili, dalle scuole di tipo tecnico e da ambienti poco religiosi. Si sono avuti così, sin dal primo post-Concilio, corsi introduttivi più esigenti dal punto di vista accademico ed altri più attenti alle necessità di recupero di varie dimensioni formative e quindi più vicini a quelli che oggi si chiamano periodi propedeutici. All'una e all'altra di queste tendenze è comune il fatto che i corsi introduttivi sono considerati parte integrante del sessennio filosofico-teologico.

In Germania, il corso introduttivo, chiamato Grundkurs (Corso fondamentale), ha un suo posto ben definito nei programmi delle facoltà e delle scuole teologiche. Esso viene svolto di regola durante il primo o i primi due semestri del sessennio, secondo le prescrizioni del decreto Optatam totius, sempre però con una certa libertà riguardo all'impostazione concreta. Il corso è obbligatorio per tutti gli aspiranti, ma non viene classificato negli esami. Per la sua realizzazione, la Ratio tedesca4 raccomanda che si prevedano lezioni, colloqui e contatti personali con i docenti, e insiste perché si curi il legame tra gli studi e la vita spirituale. In alcune diocesi5 sono state inserite nei primi semestri materie aggiuntive come, per esempio, il latino e il greco. Per quanto riguarda il periodo propedeutico, come è inteso al n. 62 della Pastores dabo vobis, nella risposta ricevuta dalla Conferenza Episcopale, si afferma che non se ne sente il bisogno. Si è infatti persuasi che un anno propedeutico simile ad una specie di noviziato non sia in grado di risolvere i problemi di carattere vocazionale, umano ed affettivo degli aspiranti. Al contrario, si ritiene che, per superare tali difficoltà, siano generalmente necessari tempi più lunghi ed interruzioni della vita di seminario a metà o verso la conclusione dell'iter formativo. Invece, per la preparazione immediata dei giovani all'ingresso in seminario ci si avvale di vari servizi della pastorale vocazionale, di gruppi giovanili, della cosiddetta seconda via formativa6 e soprattutto di qualche settimana previa di convivenza che serve per iniziare i nuovi aspiranti alla vita seminaristica. Alla luce della visita apostolica, conclusasi nel 1995, si vede che in quasi tutti i seminari tale periodo di iniziazione si protrae per alcune settimane e comprende, oltre alle tematiche concernenti l'aspetto spirituale, umano, intellettuale e pastorale della formazione, anche lo studio delle lingue. Si motiva tale esperienza dicendo che così, pur senza illudersi di arrivare ad una piena stabilità della vocazione, si ottiene tuttavia una maggiore sensibilizzazione al problema. Questa ragione ha portato ultimamente i responsabili della formazione a concludere che la fase propedeutica dovrebbe essere presa sul serio e venire eventualmente sviluppata.

In Austria viene seguito un sistema simile a quello della Germania, per cui generalmente non vi è grande favore per un periodo propedeutico inteso come una specie di noviziato.7 Si segnala che per la preparazione delle vocazioni adulte a livello ginnasiale presta ottimi servizi il seminario interdiocesano Canisiusheim di Horn (nella diocesi di Sankt Pölten). Per un eventuale completamento della preparazione spirituale ed umana dei candidati provenienti dalle scuole statali si provvede nel quadro della pastorale vocazionale o negli stessi seminari maggiori durante i primi semestri.

Le Diocesi svizzere che fanno capo alle facoltà teologiche di Friburgo e di Lucerna (dioc. di Basilea) sono orientate verso il corso introduttivo, in conformità con i rispettivi ordinamenti accademici. A Lucerna, sono state inserite in tale corso alcune materie teologiche (liturgia, dogmatica, teologia pastorale), per rafforzarne l'aspetto spirituale e dottrinale. All'entrata degli aspiranti in seminario viene inoltre premesso un breve periodo,8 destinato alla presentazione, alla presa di contatto personale e alla riflessione spirituale sulle esigenze del sacerdozio e della vita comunitaria. Le altre diocesi, come si vedrà, sono orientate in senso diverso.

Gli istituti di formazione sacerdotale in Francia si muovevano, nel loro complesso, sulla linea tracciata dalla Ratio nazionale,9 che prescriveva il corso introduttivo ai sensi del decreto Optatam totius, ma raccomandava in pari tempo che i primi due anni del sessennio filosofico-teologico fossero caratterizzati da "una prospettiva di iniziazione".10 La nuova Ratio recentemente approvata distingue invece bene tra l'Introduzione al mistero di Cristo e alla storia della salvezza, che fa parte del I ciclo, e il Periodo preparatorio, che viene curato dal Servizio delle vocazioni. Viene inoltre considerato come auspicabile un Anno propedeutico, a livello diocesano o interdiocesano, per il quale sono stati formulati alcuni orientamenti generali. Per quanto riguarda i requisiti per l'ammissione, i candidati devono manifestare il desiderio di diventare sacerdoti e ricevere dal Servizio delle vocazioni una previa preparazione spirituale e catechetica come presupposto per un primo discernimento vocazionale. Quanto agli obiettivi formativi, si insiste sulla dimensione spirituale, sul completamento della formazione umana, sui contatti con le proprie diocesi e su un certo distacco dalle forme di vita e dagli ambienti abituali, per poter prendere la decisione di entrare in seminario in maniera libera e personale.11

In Irlanda, la Ratio nazionale12 prescrive, insieme con il corso introduttivo al mistero di Cristo e alla storia della salvezza, una specie di tirocinio spirituale, raccomandato dalla Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis,13 per innalzare sin dall'inizio il tono spirituale della formazione. Esso è dedicato alla preghiera e alla riflessione sulla natura del sacerdozio e sulle esigenze della vocazione sacerdotale, con lo scopo di porre una base solida per le ulteriori tappe formative.

I seminari maggiori e le facoltà teologiche dell'Italia non sembrano scostarsi molto dalla linea seguita in altri paesi europei. Diminuito in varie regioni l'apporto alla preparazione previa dei seminari minori e dei seminari per le vocazioni adulte, una buona parte dei relativi compiti viene demandata ai primi semestri degli studi filosofici. La Ratio nazionale,14 corredata con il Programma di studi,15 offre utili indicazioni abbastanza particolareggiate per l'organizzazione del corso introduttivo. Tale sistema, anche se completato qua e là con altre iniziative (gruppi giovanili di spiritualità, movimenti ecclesiali, giornate di seminario aperto, ecc.), sta però dimostrando da qualche tempo i suoi limiti, tanto che alcune diocesi si sono già decisamente orientate verso l'organizzazione di periodi propedeutici.

In Polonia, se si prescinde dall'arcidiocesi di Wroclaw, che ha dato vita ad un corso propedeutico nel 1990, la preparazione prossima all'ingresso nel seminario maggiore viene curata nell'ambito dei seminari minori, dei circoli giovanili delle comunità parrocchiali e della pastorale vocazionale, per essere poi approfondita nei primi semestri del sessennio filosofico-teologico, con il corso introduttivo e vari interventi pedagogici occasionali. Molte diocesi però si stanno orientando verso un periodo propedeutico di carattere spirituale.

In un'analoga situazione si trovano i seminari in Slovacchia, dove vari obiettivi ed argomenti attinenti al recupero dei valori religiosi, umani e culturali contrastati ai tempi del regime comunista, vengono concentrati nei primi semestri del curricolo filosofico-teologico. Si danno istruzioni in materie, quali il catechismo, la liturgia, la preghiera, la storia, le lingue classiche e moderne e altri temi di cultura generale.

In America Latina, nel campo dei corsi introduttivi, si è registrata una lunga storia, con una certa varietà di realizzazioni. Con il termine Curso Introductorio vengono però denominati qualche volta anche periodi previ al seminario maggiore i quali, di per sé, dovrebbero chiamarsi corsi propedeutici.

In Messico, si è cominciato subito dopo il Concilio ad organizzare dei corsi introduttivi, ispirati al n. 14 del decreto Optatam totius, ma diversificati secondo le esigenze o le possibilità delle circostanze concrete. La durata variava da un mese ad un anno fino al 1988, quando la Ratio studiorum nazionale16 prescrisse che essa non doveva essere inferiore a sei mesi. Nella recente nuova edizione della Ratio17 si raccomanda che tale durata sia estesa ad un anno. Di fatto, la situazione è ancora molto diversificata, sia quanto ai contenuti che all'impostazione: si hanno corsi introduttivi con una sede propria e altri insediati nell'edificio del seminario maggiore; corsi con sacerdoti dedicati ad essi a tempo pieno o addetti contemporaneamente ad altri incarichi; corsi che funzionano a livello regionale e altri a livello diocesano. La Ratio del 1996 e il relativo Piano di studi offrono indicazioni che vorrebbero rendere la prassi più unitaria. In effetti, la nuova Ratio stabilisce obiettivi comuni per tutte le principali aree formative, sottolinea con maggiore chiarezza l'identità del Curso Introductorio, insiste sulla necessità di privilegiare l'aspetto spirituale della formazione e di prendersi particolare cura del suo livello accademico. Riguardo a quest'ultimo, essa raccomanda di mettere a disposizione degli aspiranti una varietà maggiore di mezzi per conseguire più facilmente il necessario recupero in campo culturale.

Come in Messico, così anche in Colombia, i corsi introduttivi presero avvio sin dai primi anni postconciliari, e ricevettero un grande impulso soprattutto dopo la pubblicazione della Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis nel 1970. Oggi, il Curso Introductorio esiste in tutti i seminari maggiori del clero diocesano e in tutte le case di formazione degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica. Dal momento che nella maggioranza dei casi questo corso coincide con il primo anno del curricolo filosofico, negli ultimi anni si è cominciato a denominarlo dapprima Año Introductorio e poi Año Propedéutico o semplicemente Propedéutico. Come viene riferito dalla Conferenza Episcopale, esso ha per fine di "iniziare i giovani a tutti gli aspetti fondamentali della formazione al presbiterato; portare ad un livello sufficiente e omogeneo la loro preparazione umana, culturale e religiosa; aiutarli ad approfondire il discernimento vocazionale, affinché possano farsi carico delle esigenze della formazione sacerdotale e della vita nel seminario maggiore".18 Grazie alle frequenti consultazioni collegiali dei responsabili della formazione, è stato possibile precisare i seguenti criteri comuni: gli aspiranti possono essere ammessi soltanto dopo un periodo di accompagnamento vocazionale serio; il corso comincia con un periodo (di alcuni giorni o di una settimana) dedicato alla conoscenza del seminario, all'integrazione con i membri della comunità e a momenti forti di iniziazione spirituale; la durata del corso deve protrarsi per un intero anno scolastico; è opportuno avere una certa comunicazione con il seminario maggiore per avere utili occasioni di incontro e di conoscenza; tutta l'équipe educativa del seminario maggiore è responsabile dell'anno introduttivo, anche se deputa un sacerdote a direttore più immediato; la maturità umano-affettiva dei giovani è curata con l'aiuto di un direttore spirituale e di uno psicologo; la vita comunitaria deve essere improntata allo spirito di famiglia e di fratellanza; il livello degli studi da conseguire è quello del baccellierato classico-umanistico; circa la formazione pastorale, gli aspiranti devono conoscere durante il primo semestre le principali aree di apostolato in cui sono presenti i seminaristi del seminario maggiore, mentre nel secondo semestre sono chiamati ad assumersi alcuni impegni apostolici insieme ai seminaristi dei corsi superiori.

La Ratio nazionale del Venezuela19 prescrive per i seminari maggiori un Curso de Iniciación, da tenersi durante il primo anno del curricolo filosofico-teologico. Si tratterebbe quindi di un corso introduttivo ai sensi del decreto Optatam totius, che però in vari casi serve come periodo propedeutico all'ingresso in seminario maggiore. Dopo la visita apostolica eseguita nel 1990, i Vescovi hanno in gran parte convenuto sulla necessità di dare vita al corso introduttivo a motivo dell'insufficiente preparazione spirituale, intellettuale ed umana dei giovani. In pari tempo, molte diocesi, soprattutto quelle all'interno del paese, fanno molto affidamento sulla preparazione garantita dal seminario minore.

La Conferenza Episcopale del Guatemala ha recentemente completato la Ratio nazionale20 con una Ratio studiorum che è molto dettagliata e prevede un regolare corso introduttivo all'inizio degli studi filosofici, con gli obiettivi di "acquisire una visione introduttiva ed in pari tempo sistematica degli elementi di riflessione e di dottrina..., aiutando a rendere omogenea la preparazione immediata agli studi filosofico-teologici ed offrendo una visione sintetica degli aspetti fondamentali connessi con l'esperienza della vocazione sacerdotale".21 La preparazione previa viene quindi assolta dai seminari minori, che sono presenti nella maggior parte delle diocesi. Essi infatti continuano a svolgere un importante ruolo nella cura delle vocazioni, consentendo di andare incontro alle esigenze particolari delle varie culture locali autoctone, che hanno bisogno di propri sacerdoti.

In genere, il settore della preparazione previa al seminario maggiore si presenta nei paesi sopra ricordati abbastanza variegato e suscettibile di ulteriori sviluppi. La formula del corso introduttivo non è né unica né univoca e coesiste con altre iniziative, che poco a poco si fanno strada sotto la pressione delle nuove circostanze pastorali e sociali.

 

II. 
TIPOLOGIA DEL PERIODO PROPEDEUTICO

Ciò che contraddistingue il periodo propedeutico rispetto al corso introduttivo o al tirocinio spirituale, previsti rispettivamente ai numeri 14 e 12 del decreto Optatam totius, sono i suoi obiettivi e soprattutto il suo carattere previo al seminario maggiore. Questa tappa formativa è stata auspicata per la prima volta ufficialmente dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica nel 1980, con la Lettera circolare su alcuni aspetti più urgenti della formazione spirituale nei seminari. Lo scopo dichiarato di questo "periodo di propedeutica" era quello di garantire a chi entrava in seminario una profonda iniziazione spirituale. Nella parte conclusiva della lettera si legge infatti: "L'esperienza dimostra che un periodo di preparazione al seminario, consacrato esclusivamente alla formazione spirituale, non solamente non è superfluo, ma può apportare risultati veramente sorprendenti... Questa preparazione si avvantaggerebbe dal fatto di essere compiuta fuori del seminario stesso, prolungandosi per un certo periodo di tempo. Si otterrebbe così, fin dall'inizio, ciò che si cerca difficilmente di acquisire durante gli anni di seminario quando il lavoro intellettuale, che occupa la maggior parte del tempo, non consente l'opportunità e la libertà di spirito necessarie a una vera iniziazione spirituale".22 Una sollecitudine analoga a quella per la vita spirituale si è poi via via avvertita anche per gli altri aspetti fondamentali della formazione, che presentavano qua e là non pochi problemi.

Di conseguenza, si è cominciato a prestare grande attenzione alla fase preparatoria al seminario maggiore, come è documentato dall'inchiesta eseguita negli anni ottanta dall'Organización de los Seminarios Latinoamericanos (OSLAM),23 o come si può desumere da varie ricerche e verifiche condotte su piano nazionale dalle Commissioni Episcopali per la formazione sacerdotale di diversi paesi.24 Il corso introduttivo ha così gradualmente ceduto il passo a vari tipi di esperienze propedeutiche, la cui diversificata nomenclatura25 è un segno della grande varietà delle formule adottate.

Tutte queste formule si possono comunque ricondurre a tre tipi fondamentali: i periodi propedeutici autonomi, i periodi propedeutici integrati nel seminario maggiore o minore, i periodi propedeutici collegati con la pastorale vocazionale.

1. Periodi propedeutici autonomi

Il tipo di esperienze propedeutiche autonome ha trovato interessanti realizzazioni in alcuni paesi di missione, anche per merito dell'incoraggiamento della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli che, in una Circolare del 1987, scriveva: "Tenuto conto dell'esperienza di varie Chiese, vengono caldamente incoraggiati il potenziamento o l'istituzione dell'anno di propedeutica, distinta dal corso filosofico, intesa come un periodo prolungato di discernimento vocazionale, di maturazione nella vita spirituale e comunitaria, e anche di eventuale recupero della preparazione culturale in vista della filosofia e teologia".26

La Conferenza Episcopale Interterritoriale di Gambia, Liberia e Sierra Leone ha istituito nel 1976 un anno spirituale, denominato St. Kizito's Spiritual Year, avente come principali obiettivi: completare le scarse conoscenze delle verità di fede, supplire alla mancanza di pratica religiosa negli aspiranti provenienti da famiglie irregolari, rimediare alle lacune presenti nell'educazione scolastica e familiare, soprattutto degli aspiranti i cui genitori non sono cattolici e subiscono l'influsso musulmano. Il programma dell'anno pone l'accento sulla formazione spirituale ed umana, nella convinzione che la sua impostazione debba avvicinarsi a quella del noviziato dei religiosi.

Nella Ratio nazionale di Angola e São Tomé è dedicato un capitolo al Seminário Propedêutico, definito come "un luogo per l'accoglienza, il discernimento e l'accompagnamento vocazionale".27 Esso ospita alunni di età compresa tra i 14 e i 20 anni, provenienti o dai seminari minori o direttamente dalle famiglie. Il Seminário Propedêutico cerca di colmare l'immaturità umana, religioso-spirituale ed intellettuale dei giovani, profondamente segnati dalle condizioni di disagio e di instabilità in cui si trova oggi la società angolana. Si tratta di un'istituzione autonoma, dotata di una propria équipe educativa. Il corso, che è di durata non inferiore ai due anni, prepara al biennio filosofico. Nel caso però in cui un alunno, al termine dell'esperienza, non abbia raggiunto la necessaria maturità vocazionale, non passa al seminario maggiore, ma in un altro ambiente, per un periodo di stage.

In Nigeria, ogni aspirante proveniente dal seminario minore o dalle scuole statali deve fare un anno spirituale prima di poter essere ammesso al seminario maggiore. Nella provincia ecclesiastica di Onitsha, quasi ogni diocesi ha un suo anno spirituale, separato sia dal seminario minore che dal maggiore. Gli alunni provenienti dal minore, prima di esservi ammessi, devono fare un anno di prova in qualche parrocchia (ProbationApostolic Year). Quelli provenienti dalle scuole statali, invece, devono passare un anno nel seminario minore. Nella provincia ecclesiastica di Lagos, dopo la conclusione dell'anno spirituale, ogni alunno deve fare tre mesi di apprendistato presso un sacerdote della sua diocesi prima di essere ammesso al seminario maggiore. Durante l'anno spirituale, agli aspiranti vengono offerte l'introduzione alla preghiera, alla Sacra Scrittura, alla liturgia e una prima presentazione della dottrina sul sacerdozio e sulla Chiesa. Si insegna l'inglese e si assicura l'assistenza psicologica.

In Sud Africa, gli studi filosofici sono preceduti da un anno chiamato Orientation Stage, resosi necessario per supplire alla mancanza di formazione religiosa e alla scarsa conoscenza dell'inglese. Lo stage è situato in una sede distinta dal seminario maggiore; vi si insegna il catechismo, la spiritualità, la liturgia, la Sacra Scrittura e l'inglese. Si sente la necessità di insistere più su una formazione di base spirituale e morale che su materie di carattere culturale. Gli alunni hanno bisogno di assistenza psicologica per risolvere problemi razziali, tribali, politici e culturali.

In Rwanda è stato creato nel 1980 a Rutongo un anno di propedeutica autonoma, dotata di una sede distinta dal seminario filosofico e teologico e di una propria équipe educativa. Il suo indirizzo primario, che è di carattere spirituale, è integrato da una serie di elementi culturali. L'istituto accoglie aspiranti provenienti dai seminari minori e da vari collegi del paese. Essi, per poter esservi ammessi, devono aver concluso con successo i sei anni di scuola secondaria, richiesti per l'accesso agli studi superiori. Esiste un regolamento molto accurato per la vita comunitaria e per tutti gli aspetti della formazione. Nel 1992 è entrata in vigore una nuova Ratio studiorum28 che coordina meglio il periodo propedeutico con i corsi filosofici e teologici. Il capitolo dedicato alla formazione spirituale prescrive lo studio della Bibbia, l'iniziazione alla spiritualità, l'introduzione alla liturgia e al mistero cristiano; il capitolo sulla formazione generale comprende materie come metodologia, introduzione alla filosofia, rapporto tra fede e scienza, cultura greco-romana, lingue.

Nel Ciad, dove gli aspiranti provengono spesso da famiglie non cristiane e quindi senza una sufficiente educazione religiosa, il periodo di preparazione immediata al seminario maggiore dura due anni. Il 1° anno, chiamato Candidatura, è dedicato al completamento degli studi secondari, al discernimento vocazionale, alla dottrina cristiana, alla preghiera e all'introduzione alla prassi liturgica e sacramentale. I giovani devono anche partecipare alla vita parrocchiale come catechisti ed animatori di gruppi, mantenere rapporti regolari con il Vescovo, con un sacerdote, e, alla fine, fare un ritiro spirituale di otto giorni, chiamato Scelta di vita. L'anno della candidatura costituisce l'anno conclusivo di un periodo preparatorio passato in seno ai gruppi vocazionali, dipendenti dal servizio diocesano delle vocazioni. Il 2° anno, denominato Anno propedeutico, coincide con il 1° anno di filosofia e viene compiuto nel seminario maggiore, con un ritmo di vita speciale, distinto dal resto della comunità. La formazione spirituale comprende la preghiera comunitaria e personale, la recita della liturgia delle ore, la messa quotidiana con omelia, due conferenze spirituali ogni settimana e la direzione spirituale. Come materie di studio, si prevede la spiritualità, la liturgia, il mistero cristiano (commento al Credo), la lettura continuata della Bibbia, l'introduzione biblica, corsi di espressione scritta ed orale, l'iniziazione alla filosofia.

Le diocesi dello Zimbabwe dispongono di un Corso di formazione pre-seminaristica (Pre-Seminary Formation Course), situato in una sede distinta dal seminario. Esso dura due semestri e si articola in corsi maggiori, che sono di carattere prevalentemente teologico (Sacra Scrittura, rivelazione, cristologia, temi di mariologia, di pneumatologia, di ecclesiologia, di teologia sacramentale e morale, di spiritualità e di psicologia), e in corsi minori, che sono invece orientati verso la prassi e la vita spirituale (catechetica, prassi pastorale, storia ecclesiastica locale, musica sacra, liturgia, inculturazione...). Dopo il primo semestre, gli aspiranti fanno un ritiro spirituale di 30 giorni e poi ritornano nelle loro diocesi per un mese di esperienza pastorale. Dopo il secondo semestre, essi accedono al primo anno di filosofia nel seminario maggiore.

Nelle Isole Filippine, i giovani non provenienti dal seminario minore devono passare, nella maggioranza dei casi, per il cosiddetto Pre-College Seminary, chiamato in qualche caso anche Institute of Formation. Si tratta di un periodo aggiuntivo, della durata di un anno (qualche volta anche di meno), il quale viene organizzato come un'istituzione autonoma dotata di un proprio corpo direttivo ed insegnante. Suoi obiettivi sono: l'acquisizione dell'habitus della preghiera, l'iniziazione alla dottrina cristiana, la formazione alla vita comunitaria, alla disciplina e al lavoro intellettuale. Si favoriscono contatti frequenti con il direttore spirituale e con gli altri formatori, al fine di promuovere la maturazione umana e il discernimento vocazionale degli aspiranti. Si dà molta importanza allo studio di materie come lo spagnolo, il latino, l'inglese, il catechismo, la spiritualità. Le esperienze pastorali sono ridotte al minimo per salvaguardare il carattere spirituale del corso.

Nello Sri Lanka, si hanno due seminari pre-filosofici (Pre-Philosofate Seminary), i quali offrono la formazione propedeutica in un anno. Essi si ispirano all'esempio della Casa di Nazaret, dove Gesù si preparava alla vita pubblica. I principali obiettivi formativi sono: l'attenzione alla formazione umana, l'iniziazione alla vita spirituale, il discernimento vocazionale, l'acquisizione dello spirito sacerdotale sull'esempio del Beato Joseph Vaz. Il programma contiene inoltre alcune materie pratiche quali lo studio dell'inglese, i mezzi della comunicazione sociale e la musica.

In Thailandia, già da 20 anni, esiste il Seminario Nazionale Intermedio-Propedeutico (IntermediatePropaedeutic Seminary), che serve come una specie di anno di noviziato per l'iniziazione alla vita del seminario maggiore. Nel programma formativo viene posto l'accento sulla vita spirituale e comunitaria e sullo studio di alcune materie preliminari agli studi ecclesiastici, quali il catechismo, la Sacra Scrittura, la spiritualità, i documenti della Chiesa, alcuni elementi di filosofia, l'inglese. Vengono svolte anche alcune attività pastorali di carattere caritativo.

A Taiwan, sotto la spinta della Pastores dabo vobis, è stato istituito un Anno spirituale (Spiritual Year). Provvisoriamente, esso ha trovato sede presso il seminario maggiore di Tainan, mancando un'altra sede più adatta. Il programma di formazione prevede vari esercizi di pietà, l'iniziazione alla vita comunitaria, la cura dello spirito di collaborazione, opere di carità, il lavoro manuale. Si dà molta importanza al discernimento vocazionale, dedicando una particolare attenzione alle vocazioni provenienti da scuole di tipo tecnico-professionale e da famiglie poco praticanti e, in genere, a quegli aspiranti che non hanno fatto l'esperienza del seminario minore.

Nel Medio Oriente si registrano due esperienze di propedeutica in Libano. Nel Seminario Maggiore Patriarcale dei greco-melchiti a Raboué è stato introdotto un anno supplementare di iniziazione (L'année supplémentaire d'initiation) con un programma culturale e spirituale per i numerosi aspiranti provenienti da altri paesi della zona senza un'adeguata conoscenza del francese e di altre lingue necessarie per affrontare gli studi. In particolare, viene offerto ai giovani un itinerario di introduzione alla preghiera e alla vita sacramentale e liturgica insieme con l'istruzione sulle qualità e le virtù che si richiedono per il seminario e il ministero sacerdotale. Anche il Seminario Maggiore Patriarcale Maronita di Ghazir si trova nella necessità di affrontare analoghe difficoltà. Il generale abbassamento della tensione spirituale e culturale dei giovani, dovuto ai noti rivolgimenti politici e sociali avvenuti nel paese, ha reso necessaria l'organizzazione di un particolare anno preparatorio (L'année préparatoire). Esso è obbligatorio per tutti i nuovi alunni, compresi anche quelli che sono muniti del diploma di maturità. Tra le finalità perseguite, figura, oltre al discernimento vocazionale, l'approfondimento della formazione religiosa e spirituale sotto forma di una grande catechesi che assicuri i presupposti necessari per gli studi filosofici e teologici. Il programma per la vita spirituale e per gli studi è ricco ed impegnativo. Sono previste complessivamente 27 ore settimanali di scuola per le seguenti discipline: introduzione alla spiritualità, introduzione alla Sacra Scrittura, grande catechesi, lingua liturgica (siriaca), francese, arabo, tecnica dell'espressione, metodologia, canto liturgico, solfeggio.

In America Latina, l'arcidiocesi di Buenos Aires ha istituito fin dal 1968 l'Instituto Vocacional San José, concepito come un vero e proprio seminario propedeutico. Il suo scopo consiste non tanto nel supplire alle deficienze formative del seminario minore, quanto piuttosto "nel disporre i candidati provenienti da diversi ambienti pastorali della diocesi a una vita nuova, che esige una rottura radicale con il passato ed un'immersione in un ambiente riservato, esclusivo ed esigente, in cui i giovani possano sperimentare durante un intero anno scolastico un clima di grazia con un appropriato accompagnamento personalizzato a livello spirituale ed umano".29

Il Curso Introductorio prescritto dalla Ratio dell'Argentina30 è un periodo propedeutico, previo ai corsi di filosofia. Esso prevede la durata minima di un anno; è obbligatorio per tutti gli aspiranti, a meno che il Vescovo non disponga diversamente in casi particolari. La sua finalità è principalmente spirituale, e perciò esso è organizzato preferibilmente in un luogo distinto dal seminario, che garantisca un ambiente di maggiore raccoglimento. Oltre alle finalità previste nel n. 14 del decreto Optatam totius, si insiste sull'iniziazione alla vita comunitaria e sulla conoscenza della storia della Chiesa locale. Il programma degli studi prevede varie introduzioni (alla Sacra Scrittura, alla vita spirituale, al mistero cristiano, alla liturgia, al sacerdozio), metodologia, storia diocesana, cultura generale, musica.

Nella nuova Ratio del Brasile31 è stato tracciato un programma volto ad unificare le varie iniziative in questo settore. Si prescrive un periodo propedeutico concepito come un'"istituzione autonoma, distinta e coordinata con altre tappe formative".32 Si tratta di un corso con una residenza propria, con una programmazione specifica, che deve avere una durata non inferiore ad un anno ed essere compiuto dopo la conclusione degli studi secondari, sotto la guida di formatori ben scelti. La sua obbligatorietà si estende anche agli alunni provenienti dai seminari minori e dai gruppi vocazionali. Tra i suoi principali obiettivi, vengono menzionati i seguenti: discernimento vocazionale, maturazione umano-affettiva, formazione spirituale con un'esperienza viva di Dio alimentata dalle letture bibliche, dall'orazione e dalla liturgia. Il corso deve provvedere inoltre al completamento della formazione intellettuale, all'iniziazione alla vita comunitaria, ad una comprensione più approfondita della Chiesa, del sacerdozio e del ministero presbiterale. Per ognuna delle principali dimensioni formative (umana, spirituale, intellettuale e pastorale) vengono impartite direttive particolareggiate.

In Bolivia, si è cominciato con la propedeutica nel Seminario Maggiore Nazionale di Cochabamba nel 1978, quando si diede inizio ad un Año Propedéutico. Nel 1981, gli aspiranti di tutte le diocesi boliviane furono concentrati nel Seminario di Sucre, il quale era stato destinato esclusivamente a tale scopo. Questo sistema funzionò fino al 1992, quando i giovani furono richiamati nelle rispettive diocesi di origine, per ricevere una formazione più adatta alle condizioni locali. Tra le finalità principali e comuni a tutte le diocesi, figurano il discernimento vocazionale e il superamento delle varie lacune umane, religiose e scolastiche presenti nei giovani, che provengono da diverse zone etniche e culturali e che quindi presentano presupposti molto diversi per la formazione. Quanto ai contenuti, si dà grande importanza alla formazione umana e comunitaria, all'iniziazione alla dottrina della fede, alla preghiera, alla vita liturgica e sacramentale, alla cultura generale, con particolare attenzione all'apprendimento delle lingue ed ai problemi connessi con l'espressione scritta e orale. Nei week-ends viene riservato uno spazio di tempo a moderate attività pastorali e al lavoro manuale. Si può dire che l'anno propedeutico stia contribuendo a promuovere la vita di famiglia nei seminari, ad intensificare la vita spirituale, a svegliare l'interesse per lo studio ed il lavoro manuale, ad armonizzare meglio tra di loro i singoli aspetti formativi.

Le diocesi del Cile hanno avviato un Año Propedéutico, inteso come "una tappa introduttiva che costituisce un ponte tra la vita laicale e la nuova vita di seminario. Essa deve permettere ai candidati di acquisire i presupposti necessari per poter affrontare con fiducia e maturità il periodo di vera e propria formazione sacerdotale".33 Dove è stato possibile, le diocesi hanno predisposto sedi riservate esclusivamente al periodo propedeutico;34 altre volte, si è riservata ad essa una parte separata del seminario. In genere, si dà molta importanza alla formazione spirituale ed alla presenza di un direttore spirituale. Il primo semestre s'inizia di solito con i fondamenti della vita e della prassi religiosa e con l'insegnamento di alcune discipline più elementari, mentre il secondo è più impegnativo sia dal punto di vista spirituale che intellettuale. A differenza di altri paesi, la formazione sembra essere moderatamente aperta anche ad attività esterne caritative e culturali.35

In Costa Rica esiste un Curso Introductorio che ha già una sua certa tradizione e dispone di un programma molto particolareggiato. Si insiste sull'unità di questo corso con il resto della formazione e gli aspiranti vengono considerati espressamente seminaristi. D'altra parte, viene sottolineata anche la sua separazione logistica dal seminario maggiore ed il suo carattere preminentemente spirituale. In questo senso, quindi, il Curso Introductorio è da considerarsi piuttosto come corso propedeutico, rispondente agli orientamenti contenuti nella Circolare emanata nel 1980 dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica. Oltre alle indicazioni generali concernenti le ragioni d'essere, la definizione, gli obiettivi e l'organizzazione interna del corso, sono stati redatti programmi particolareggiati per le seguenti materie: introduzione al mistero di Cristo, formazione religiosa di base, orientamento vocazionale, liturgia fondamentale e vita spirituale, storia della cultura, introduzione alla filosofia, castellano, dinamica di gruppo. La durata del corso introduttivo è di un anno, diviso in due semestri. Per la valutazione definitiva degli aspiranti in vista dell'ammissione al primo anno di filosofia, è stato compilato un elenco delle qualità richieste, dal titolo Perfil del seminarista al final del Introductorio. In esso, vengono specificate le caratteristiche di una persona equilibrata e matura sotto l'aspetto umano e cristiano, preoccupata di scoprire e soddisfare alle esigenze della vocazione sacerdotale.

In Ecuador, dove in varie zone interne si richiede un maggiore adattamento alle condizioni culturali locali, la nuova Ratio prevede, oltre ad un regolare corso introduttivo, anche un periodo propedeutico, in linea con il n. 62 della Pastores dabo vobis. Esso è pensato "per curare nei candidati alcune qualità, quali la retta intenzione, un grado sufficiente di maturità umana, una conoscenza abbastanza ampia della dottrina della fede, qualche introduzione ai metodi di orazione e ai costumi conformi alla tradizione cristiana, tenendo conto delle culture proprie delle regioni, mediante le quali si esprime lo sforzo per incontrare Dio e per vivere la fede".36 Vi sono però delle diocesi che considerano sufficiente per l'ingresso al seminario maggiore la formazione ricevuta nei seminari minori.

Ad Haiti, il Seminario Maggiore Nazionale è affiancato da tre istituti di carattere propedeutico, situati a Port-au Prince, a Hinche e a Les Cayes. Con essi si cerca di rimediare alle deficienze delle scuole primarie e secondarie pubbliche e dei seminari minori. Gli obiettivi di questi periodi propedeutici, della durata di un anno, mirano soprattutto a migliorare la selezione vocazionale, come anche ad innalzare il livello umano, religioso-spirituale e culturale degli aspiranti.

Le diocesi dell'Honduras e del Nicaragua preparano gli aspiranti per l'ammissione al seminario maggiore soprattutto nei seminari minori. Si sente però la necessità di un peculiare periodo propedeutico che, in Honduras, ha già cominciato a funzionare a partire dal 1994.

A Panamà, il tempo dedicato agli studi filosofici e alle scienze affini è di tre anni. Di questi, il primo anno avrà un carattere prevalentemente propedeutico, di modo che durante il suo svolgimento si possano porre le basi solide e necessarie per l'intera attività intellettuale degli anni seguenti, mediante l'acquisto di un buon metodo di studio e di investigazione e di una seria fondazione dei principi fondamentali nel campo filosofico, liturgico, scritturistico, ecc.

Per le diocesi del Paraguay è stato creato nel 1988 un Año Introductorio decentralizzato in quattro sedi (Asunción, Villarica, San Pedro e Encarnación) che nell'anno successivo sono state ridotte a due: Asunción e Villarica. Nel 1995 è stato varato un nuovo progetto, secondo il quale il periodo preparatorio al seminario maggiore è stato esteso a due anni, denominati Propedéutico I e Propedéutico II, situati rispettivamente a Villarica e a Caacupé. Nel Propedéutico I si dà molta importanza alla formazione umana, comunitaria e spirituale e non si prevede l'inserimento degli alunni in attività pastorali. Le materie previste sono: comunicazione, latino, mistero di Cristo, spiritualità, vocazione, liturgia, metodologia, educazione civica, interpretazione ed analisi di testi, oratoria. Nel Propedéutico II (che equivale al primo anno di filosofia) si insegna: mistero di Cristo, storia, latino, comunicazione, logica, storia della filosofia, introduzione alla sociologia, guaranì, musica, metodologia catechetica.

Nelle diocesi del Perú, le condizioni in cui si trova il sistema scolastico civile, come anche lo scarso numero di seminari minori veramente efficienti, hanno reso necessaria l'istituzione di corsi di recupero chiamati pre-seminari. Si tratta di una realtà molto diversificata, la cui durata varia da un mese a due anni. In alcuni casi, questi pre-seminari funzionano su base interdiocesana, come per esempio nelle aree di Trujillo, Puno e Huaraz. Dove essi non possono erigersi, vengono offerti agli aspiranti sprovvisti di un'adeguata preparazione culturale i cosiddetti Cursos de apoyo in varie materie. L'arcidiocesi di Lima ha organizzato un suo pre-seminario, chiamato Casa di Nazaret. Esso è dotato di un ottimo programma con indicazioni particolareggiate per i vari aspetti della formazione. Gli alunni dedicano molto tempo agli studi e alle pratiche di pietà e riservano il sabato ad attività pastorali nella metropoli. L'arcidiocesi di Puno e le prelature di Juli, Sicuani e Ayaviri della regione andina hanno dato vita nel 1979 a Juliaca ad un pre-seminario per gli aspiranti dell'intera regione. Il corso, esteso recentemente da uno a due anni, si prefigge i seguenti obiettivi: colmare le deficienze dell'educazione familiare e scolastica, confermare i giovani nella sequela di Gesù, approfondire il loro impegno battesimale, sviluppare le capacità di discernimento vocazionale come anche il senso della vita comunitaria, curare lo sviluppo della maturità umana ed affettiva. Tra le materie di insegnamento sono previste: castellano, metodologia, introduzione alla Sacra Scrittura, storia del Perú, religiosità andina, introduzione alla pratica pastorale.

Nella Repubblica Dominicana, l'organizzazione del periodo propedeutico ha registrato in questi ultimi quindici anni notevoli progressi. L'Año Introductorio o Propedéutico, aperto nel 1979 nella diocesi di La Vega, è diventato nel 1983 nazionale per decisione della Conferenza Episcopale. Nel 1991, è stato deciso di dotarlo di una sede nuova e più spaziosa e di chiamarlo Prefilosofado. Esso è stato reso obbligatorio per tutti gli aspiranti, compresi quelli provenienti dal seminario minore. Le ragioni che hanno determinato questa decisione sono state: l'intento di far conseguire ai seminaristi una maggiore maturità umana, spirituale e vocazionale, il desiderio di colmare le lacune nello spagnolo e nella formazione religioso-catechetica, la necessità di migliorare la selezione dei giovani prima della loro ammissione al seminario maggiore. Il Prefilosofado è dotato di un direttorio e di un cronogramma che contengono indicazioni precise circa le tematiche da trattare e gli obiettivi da raggiungere nelle singole aree e fasi formative.

In Uruguay, l'ingresso in seminario maggiore è preceduto dall'Etapa de formación introductoria, della durata di un anno. Essa serve per il completamento della formazione culturale, spirituale, umana e per il discernimento vocazionale. Prima del suo inizio, hanno luogo vari incontri tra i formatori ed i candidati ed una convivenza di una settimana, dedicata al ritiro spirituale ed alla mutua conoscenza. Il gruppo degli aspiranti, anche se gode di una certa autonomia, mantiene tuttavia contatti con i seminaristi maggiori. Il programma di questa tappa prevede studi umanistici, ritiri mensili e conferenze formative su vari argomenti, come preghiera, spiritualità ed ascesi sacerdotale, celibato, ecc.

Periodi propedeutici autonomi sono stati organizzati anche in vari paesi europei. In Francia, l'arcidiocesi di Parigi ha aperto nel 1984 la Maison Saint-Augustin, consacrata all'accoglienza, al discernimento e alla prima formazione dei futuri sacerdoti diocesani. Suoi fini sono: offrire i mezzi per un solido radicamento spirituale; rafforzare, sin dall'inizio, i legami con il Vescovo e il presbiterio diocesano; rendere più viva la coscienza di appartenenza alla diocesi. Si tratta di un periodo propedeutico della durata di un anno, obbligatorio per tutti i candidati al sacerdozio dell'arcidiocesi parigina. Esso, dal 1996, fa parte integrante del seminario maggiore di Parigi. La comunità è ospitata in una sede distinta dal seminario ed è affidata ad un rettore, coadiuvato da alcuni direttori spirituali. Il programma formativo pone l'accento sull'iniziazione alla lettura meditativa della Sacra Scrittura e alla vita liturgica. Esso prevede poi una prima introduzione al mistero cristiano, accompagnata dalla lettura dei principali documenti del Concilio Vaticano II; la presentazione della dottrina sul sacerdozio; la formazione alla preghiera personale; la pratica della direzione spirituale (con incontri settimanali); la frequenza assidua alla confessione sacramentale; visite ad ammalati; riunioni settimanali dell'intera comunità; incontri con sacerdoti diocesani.

In Italia, molte diocesi si sono orientate ad organizzare dei periodi propedeutici autonomi. Tra queste, sono da segnalare quelle facenti capo al Pontificio Seminario Regionale di Bologna, che hanno istituito nel 1995 un Anno propedeutico per preparare all'ingresso in seminario gli aspiranti provenienti dalle scuole statali e dal mondo del lavoro. Esso si propone di verificare l'orientamento spirituale e vocazionale dei giovani, come anche di completare la loro formazione umanistica e culturale. I temi in programma sono: catechismo, le quattro Costituzioni del Concilio Vaticano II, filosofia, latino e greco.

L'arcidiocesi di Lussemburgo ha istituito nel 1992 un Anno propedeutico (Propädeutisches Jahr o Propädeuticum), inteso come parte integrante della formazione sacerdotale a servizio della preparazione umana, cristiana, intellettuale e spirituale al seminario maggiore. Il programma prevede: una prima iniziazione alla Sacra Scrittura, alla vita di preghiera, alla liturgia e allo scambio delle esperienze spirituali; l'introduzione allo studio delle verità fondamentali della fede e alle principali aree filosofiche e teologiche; un contatto con la realtà pastorale della Chiesa locale; la cura della convivenza fraterna degli aspiranti in vista dell'unità del presbiterio diocesano e della collaborazione tra i sacerdoti e i laici.

Nei Paesi Bassi, la diocesi di Roermond, dopo aver aperto nel 1974 il seminario maggiore a Rolduc, ha organizzato un Anno introduttivo previo al curricolo filosofico-teologico con i seguenti obiettivi: formazione alle verità fondamentali della fede, introduzione alla vita liturgica e sacramentale, lettura sapienziale della Sacra Scrittura, conoscenza della storia ecclesiastica contemporanea, approfondimento dei documenti del Concilio Vaticano II, presentazione della spiritualità sacerdotale.

Nella Repubblica Ceca funziona una propedeutica denominata Anno Zero. Essa è previa al curricolo degli studi delle facoltà teologiche e alla vita nel seminario maggiore. Si tratta di un istituto di carattere interdiocesano (nazionale), con una sua propria sede ed un suo proprio corpo dirigente ed insegnante. Esso accoglie aspiranti provenienti dalle scuole civili (prevalentemente di tipo tecnico) o da varie professioni, per completare e approfondire le loro conoscenze religiose, culturali e linguistiche, come anche per introdurli nella vita di preghiera, nella liturgia e nella prassi sacramentale, orientandoli in pari tempo nel discernimento vocazionale. Nel 1996, la Conferenza Episcopale ha sottoposto il programma formativo dell'Anno Zero ad un'accurata valutazione, esprimendosi a favore di una maggiore accentuazione della componente spirituale, religiosa e vocazionale rispetto a quella intellettuale.

La Conferenza Episcopale della Spagna, nella nuova Ratio institutionis sacerdotalis,37 aggiornata alla luce della Pastores dabo vobis, prescrive una tappa preparatoria previa all'ingresso degli aspiranti al seminario maggiore, chiamata Curso Introductorio o Propedéutico. Le principali finalità di questo corso consistono nel chiarire e nel consolidare la vocazione, come anche nel completare le eventuali lacune relative alla conoscenza delle verità di fede e della vita ecclesiale, alla vita cristiana e alla preghiera. Questa tappa può essere di durata e di impostazione diversa, a seconda che si tratti di giovani provenienti dai seminari minori o di aspiranti che desiderano entrare in seminario in età più o meno avanzata. A chi proviene dal seminario minore è offerto l'aiuto per una maggiore maturazione umana e vocazionale e per un'integrazione più facile nella vita seminaristica; agli altri è dedicato un accompagnamento maggiormente personalizzato, al fine di approfondire l'aspetto dottrinale, spirituale, vocazionale, umano e comunitario della preparazione. Il periodo propedeutico viene indicato come il luogo appropriato per l'introduzione al mistero di Cristo e alla storia della salvezza, che offre agli aspiranti una visione globale e coerente dei misteri della fede e mostra loro il ruolo degli studi ecclesiastici nella formazione sacerdotale.

In Svizzera, la diocesi di Coira ha aperto nel 1991 un istituto di propedeutica autonomo e separato dal seminario maggiore. Esso, denominato Lauretanum, si propone di offrire agli aspiranti un ambiente tranquillo e favorevole al raccoglimento spirituale e agli studi. L'istituto ospita un buon numero di vocazioni adulte bisognose del completamento degli studi secondari, ma è stato reso obbligatorio anche per i candidati muniti del diploma di maturità, al fine di introdurli più profondamente nella conoscenza della dottrina della fede e nella vita spirituale. Esso dispone di una sede propria e di un gruppo di formatori. Il programma prevede un anno di formazione, che però può essere prolungato secondo le necessità individuali. Anche le diocesi di Sion e di Lugano hanno deciso di organizzare un periodo propedeutico adattato alle loro specifiche necessità e circostanze particolari.

Nelle diocesi dell'Ungheria, all'epoca della visita apostolica dei seminari del 1991, erano appena iniziate alcune esperienze di propedeutica, che però erano piuttosto un adattamento del corso introduttivo al mistero di Cristo e alla storia della salvezza.

2. Periodi propedeutici integrati nel seminario maggiore o minore

In Belgio, l'arcidiocesi di Malines-Bruxelles ha istituito nel 1995 un anno propedeutico (L'Année propédeutique), che fa parte del primo ciclo del seminario Giovanni XXIII di Lovanio. Si tratta di un anno aggiuntivo che precede il biennio filosofico. Esso si propone di colmare le lacune presenti negli aspiranti nell'ambito della cultura generale e religiosa, nelle attitudini verso gli studi e nel grado di maturità spirituale. Tra le finalità formative figurano: l'approfondimento della fede e della vita di preghiera, lo sviluppo della maturità umana, l'allargamento della cultura generale, il chiarimento del concetto di sacerdozio e il discernimento vocazionale. Vengono inoltre valorizzati i contatti degli aspiranti con gli studenti dell'Università Cattolica di Lovanio e con i seminaristi frequentanti i corsi filosofici del primo ciclo. Tali contatti vengono favoriti anche con la partecipazione comune alla mensa e alle celebrazioni liturgiche. Questo è il primo periodo propedeutico creato per i candidati di lingua fiamminga. Per la parte francofona del paese è stata aperta già da qualche tempo un periodo propedeutico a Limelette nei pressi dell'Università Cattolica Louvain-La-Neuve. Su piano nazionale, nel progetto della Ratio institutionis sacerdotalis (La formation au ministère presbytéral), viene stabilito che " l'ingresso in formazione può essere preceduto da un tempo più o meno lungo di pre-itinerario in cui i giovani saranno preparati nella prospettiva del seminario".38

Un particolare sistema di propedeutica vige in Corea, dove il Governo prescrive agli studenti di età minore di frequentare le scuole nel luogo di residenza delle loro famiglie e rende di fatto impossibile la costituzione di seminari minori. I Vescovi, per preparare i giovani al seminario maggiore hanno perciò istituito un iter formativo parallelo, chiamato Formation Group of Pre-Seminarians. Si tratta di un periodo propedeutico ben strutturato ed affidato alla responsabilità del direttore vocazionale e dei rispettivi parroci, nel quale i giovani vengono aiutati a maturare la loro personalità e ad approfondire la loro vita di fede mediante l'iniziazione alla preghiera, alla pratica dei sacramenti, alla liturgia e al catechismo. Contemporaneamente, essi continuano gli studi presso i colleges statali, per conseguire il titolo di studio richiesto dallo Stato per l'ammissione agli studi universitari, cui sono equiparati quelli dei seminari maggiori.

In Francia, esistono alcune esperienze propedeutiche integrate, tra le quali la più antica è quella che funziona dal 1970 nel seminario di Paray-Le-Monial, nella diocesi di Autun. Con il progressivo aumento degli alunni, provenienti da varie parti del paese, è stato aggiunto all'originario anno propedeutico il primo e poi il secondo anno di filosofia, arrivando così a costituire un seminario caratterizzato dalla particolare spiritualità del luogo. Tra i principali obiettivi dell'anno propedeutico, sono menzionati i seguenti: l'approfondimento della fede e della vita interiore mediante un'esemplare celebrazione dell'eucaristia, della liturgia delle ore, dei tempi forti e delle principali feste dell'anno liturgico (Natale, Pasqua, Pentecoste); la formazione dottrinale e comunitaria, con un particolare accento sullo spirito di fraternità; una prima iniziazione alla vita pastorale mediante contatti domenicali con le parrocchie. Da notare che gli studi fatti durante l'anno propedeutico non sono soggetti ad esami, in quanto si preferisce dare loro un carattere di gratuità, che consenta ad ogni aspirante di dedicarsi, secondo le proprie necessità, alla preghiera, alla riflessione, alla lettura e allo studio. Il seminario maggiore di Aix-en-Provence, eretto nel 1983, mantiene un anno propedeutico, che è stato sistemato per ragioni pratiche nello stesso seminario, ma con un regime di vita proprio. Esso offre agli alunni un'esperienza di vita spirituale (orazione, lectio divina), un'iniziazione alle attività caritative, un tempo di studio ed una prima presa di contatto con la vita di apostolato. E molto caratteristico di questa esperienza propedeutica il fatto che gli aspiranti passino diversi periodi formativi fuori del seminario. Così, per esempio, essi vanno tre settimane a Notre-Dame de Vie di Venasque per apprendere il metodo della preghiera contemplativa; poi si recano in Bretagna per dedicarsi alla lettura continuata dell'intera Bibbia; mantengono inoltre contatti con l'abbazia di Lérins e con la Visitation di Tarrascon. La spiritualità è fortemente caratterizzata dal movimento Emmanuel e dal Carmelo. Tra le pratiche di pietà, figurano la meditazione e l'eucaristia quotidiana, l'adorazione eucaristica, la liturgia delle ore, di cui una parte (vespri e compieta) viene recitata insieme con i seminaristi. Nella diocesi di Belley-Ars esiste dal 1989 un seminario maggiore che ha iniziato la sua attività con un anno propedeutico aperto agli aspiranti di altre diocesi. Successivamente, si sono aggiunti alla propedeutica i corsi filosofici e teologici. Il periodo propedeutico si configura attualmente come il primo anno del triennio filosofico ed accoglie quei giovani che desiderano formarsi nello spirito sacerdotale del Santo Curato d'Ars. L'intera formazione si ispira pertanto alla spiritualità propria del Santo: l'eucaristia celebrata ed adorata, la povertà, la vita di penitenza, lo zelo per la santificazione dei sacerdoti e dei fedeli. La propedeutica ha quindi un'impostazione molto spirituale, che si riflette anche nel programma degli studi: l'iniziazione al mistero cristiano (articoli del Credo); alcune tematiche scelte di filosofia, come libertà, perdono, sofferenza; le diverse vocazioni nella Chiesa alla luce del Concilio Vaticano II; una prima iniziazione biblica (informazioni sui singoli libri della Bibbia e sui generi letterari); lo studio dei salmi; l'iniziazione alla preghiera meditativa e alla lectio divina; corsi di spiritualità (teologia dell'orazione) e di storia della spiritualità; un corso sul Santo Curato d'Ars (contesto storico e vita); l'iniziazione alla liturgia; la storia della Chiesa nelle sue grandi linee.

Nel Canada francofono non esisteva fino a poco tempo fa nessun corso propedeutico previo all'entrata nel seminario maggiore. Tuttavia, dagli atti della visita apostolica compiuta nel 1993, risulta che attualmente sono allo studio progetti di propedeutica. Essi prevedono, oltre all'aspetto spirituale, umano e vocazionale, anche lo studio della filosofia, il quale è per ora pressoché assente dai programmi dei seminari e delle università.

In Nuova Zelanda è stata creata nel 1993 una Pre-Seminary House, denominata Good Shepherd House, che in due anni prepara gli alunni ai corsi di teologia del seminario maggiore. Si tratta di una propedeutica che però sembra sostituire un regolare biennio filosofico. Da una parte, vengono poste le basi per la vita spirituale, per il chiarimento della vocazione e dell'identità sacerdotale sulla linea della Pastores dabo vobis e, dall'altra, si insiste molto sugli studi, offrendo lezioni sulla filosofia tomistica, sull'introduzione al Catechismo della Chiesa Cattolica, sulla Sacra Scrittura, sulla liturgia e sulla storia ecclesiastica. Dopo la conclusione di questo biennio, gli alunni vengono ammessi ai corsi teologici del seminario maggiore.

In Italia, il Seminario Arcivescovile di Milano aveva già tentato di rispondere, in passato, alle esigenze di quei giovani che iniziavano il cammino seminaristico dopo un'esperienza di lavoro e con gli studi abbandonati al termine della scuola dell'obbligo: per loro era nata la Scuola Vocazioni Adulte (S.V.A.), aggregata alla comunità del liceo del seminario minore. In seguito era stato istituito anche il Corso Propedeutico alla Teologia (Corso P), aggregato alla comunità del primo biennio teologico, per quei giovani che avevano conseguito un diploma di scuola media superiore presso istituti tecnici o commerciali e dovevano integrare i loro studi in vista dell'ammissione alla teologia. Le urgenze, però, non erano solo quelle di natura scolastica e già l'assetto comunitario della S.V.A. e del Corso P tentavano di farsene carico: esse erano l'esigenza di una vita comune, di una proposta spirituale adeguata, di contesti di quotidianità capaci di favorire la conoscenza di sé. La costituzione della Comunità Propedeutica, all'inizio dell'anno accademico 199091, nasce dalla riflessione su altre urgenze, evidenziate dalle condizioni dei giovani che si presentavano al seminario e che richiedevano una maggiore flessibilità e articolazione degli itinerari di verifica vocazionale e di accesso al seminario. Essa, articolata in Comunità residente e in Comunità non residente, dal 1996 è una delle componenti della comunità di liceo del seminario minore.39

In Portogallo, le diocesi più grandi, come Lisbona e Porto, hanno eretto un Seminário intermedio, considerato minore, con un numero ridotto di alunni e un tipo di vita familiare. Esso serve per la preparazione al seminario maggiore degli alunni di età giovane.

Negli Stati Uniti D'America, il forte calo del numero dei seminari minori e dei colleges ha determinato la necessità di creare per gli alunni provenienti da altri tipi di scuole o da varie professioni i cosiddetti Pre-Theology Programs, il cui scopo è quello di rimediare in qualche modo alla mancanza di una sistematica formazione umanistica, religiosa e filosofica, quale si aveva un tempo negli ultimi due anni di college. La nuova Ratio statunitense40 prescrive per tale fase formativa la durata minima di due anni. Il programma comprende un minimo di 24 credits di filosofia e di 12 credits di undergraduate theology. Vengono inoltre studiate questioni di vita spirituale e pastorale, lingue classiche e moderne. Ci si preoccupa anche di formare gli aspiranti alla disciplina negli studi, alla capacità di riflettere e al pensiero critico. Nell'organizzazione pratica di tali programmi pre-teologici viene adottata una certa elasticità, che lascia libertà di combinarli con il primo anno di teologia o con l'ultimo anno di college.

3. Periodi propedeutici collegati con la pastorale vocazionale

In Australia, se si prescinde dal Vianney College della diocesi di Wagga-Wagga, che offre ai nuovi entrati un semestre di spiritualità, la preparazione dei candidati al seminario maggiore viene curata nell'ambito della pastorale vocazionale. E infatti compito del Director of Vocations - aiutato il più delle volte da un team di laici e da un psicologo - provvedere ad un primo discernimento e accompagnamento delle vocazioni sacerdotali, assicurando la possibilità della direzione spirituale, unita all'iniziazione alla preghiera, alla vita liturgica, alla vita sacramentale e all'apostolato. In alcune diocesi, tale attività trova un conveniente appoggio in alcune istituzioni preparatorie,41 che offrono varie opportunità di incontri e di ritiri spirituali.

Nelle Antille, la formazione pre-seminaristica incontra molte difficoltà a causa della vastità del territorio, articolato in numerose isole e sub-culture. Essendo difficile creare un centro preparatorio unitario e comune per tutti, si pensa di creare in ogni diocesi un Pre-Formation Centre, con un programma elementare che offra ai giovani l'aiuto nella vita spirituale e nel discernimento vocazionale. Come punti fermi sono indicati: la partecipazione all'eucaristia quotidiana, la frequente celebrazione del sacramento della penitenza, la direzione spirituale, la maturazione del senso del dovere e la responsabilità personale. Tale iter formativo ha la durata di due anni e prevede la possibilità del lavoro e della frequenza alle scuole pubbliche, affinché i candidati possano conseguire un diploma che li abiliti all'iscrizione all'università.

Nel territorio della Conferenza Episcopale del Pacifico, che comprende una grande varietà di nazioni e di culture, i corsi propedeutici sono di vera necessità, ma di non facile attuazione. Essi, dove esistono, assumono forme molto diverse a seconda delle condizioni sociali e del grado di sviluppo della cultura e dei sistemi scolastici, che differiscono da una regione all'altra. Generalmente, comunque, viene posto un grande accento sulla formazione spirituale e sull'acquisizione di alcune virtù umane fondamentali, come il senso del dovere e di responsabilità.

Tra i paesi europei, bisogna menzionare l'Inghilterra-Galles e la Scozia,42 dove la preparazione previa alla formazione propriamente sacerdotale viene curata in modo individuale nel quadro della pastorale vocazionale. Dal momento che i candidati odierni sono di diversa età e di differente livello culturale e spirituale, si cerca di venire incontro alle loro necessità concrete, tenendo conto della storia personale di ognuno, e cioè degli studi precedenti, della maturità psicologica, umana e cristiana, al fine di stabilire un programma adatto alla situazione personale concreta. Un ottimo aiuto a tal fine viene prestato già da molti anni dalla Campion House di Osterley (arcid. di Westminster), che prepara le vocazioni adulte all'ingresso al seminario maggiore.

In Italia, è stato istituito in alcune diocesi il cosiddetto Anno Zero, inteso come sostegno alla pastorale vocazionale rivolta ai giovani non provenienti dal seminario minore. Esso si articola in incontri mensili dedicati alla catechesi vocazionale, alla scoperta del mistero di Cristo, all'introduzione graduale alla preghiera liturgica e personale. Si dà inoltre molta importanza all'incontro con i sacerdoti dedicati alla pastorale giovanile.

In Portogallo, in quasi tutte le diocesi è operante un'istituzione chiamata Pre-Seminário. Essa dispone di un edificio e di una équipe di sacerdoti, che accoglie giovani con segni di vocazione per riunioni, incontri settimanali e ritiri.

III. 
RIFLESSIONI CONCLUSIVE

Alla luce delle informazioni raccolte, si può affermare che un particolare periodo propedeutico, dedicato alla preparazione umana, spirituale e intellettuale degli aspiranti al seminario maggiore, come viene auspicata al n. 62 della Pastores dabo vobis, è oggi ritenuto quasi dappertutto di vera utilità e, in vari casi, come condicio sine qua non per il miglioramento della formazione sacerdotale. Tale periodo ha trovato, soprattutto a partire dagli anni ottanta, interessanti sviluppi in molte diocesi sia riguardo ai contenuti che agli aspetti organizzativi.

A conclusione del presente documento informativo, si ritiene opportuno segnalare a mo' di riepilogo le linee di tendenza e gli orientamenti più significativi emersi dalla ricerca.

1. Il principale cambiamento che si nota in diversi paesi è lo spostamento progressivo dell'interesse dai corsi introduttivi inseriti nei primi semestri del sessennio filosofico-teologico ai corsi propedeutici previ alla vita di seminario e agli studi propriamente sacerdotali. Ciò è dovuto al fatto che - per varie ragioni - si è acuita la necessità di intensificare la preparazione degli aspiranti al seminario maggiore non solo da un punto di vista intellettuale, ma anche e soprattutto umano e spirituale.

2. In questo processo di trasformazione si avverte qua e là qualche incertezza nella terminologia, che rende difficile l'individuazione precisa dei vari modelli formativi. A tale proposito, sarà bene tenere presente che sia il corso introduttivo che il periodo propedeutico hanno le loro finalità caratteristiche e le loro ragioni d'essere, per cui non devono confondersi o escludersi a vicenda. Il corso introduttivo che, con i suoi obiettivi e le sue tematiche specifiche, costituisce un prezioso frutto del Concilio Vaticano II, continua a conservare la sua validità ed il suo profilo anche quando sia stato introdotto il periodo propedeutico. Esso può essere inserito all'inizio del curricolo filosofico-teologico o anche anticipato durante il periodo propedeutico, purché si realizzino le condizioni per un suo congruo livello spirituale e scientifico.

3. In alcuni paesi, in cui il periodo propedeutico ha avuto una sperimentazione ampia e prolungata, si è potuto procedere ad una prima sistematizzazione dei risultati raggiunti. Così, in alcune Rationes nazionali e in vari Regolamenti particolari, è ormai riscontrabile un certo numero di criteri e di principi comunemente accettati circa la sua impostazione, che riguardano, per esempio, la durata, il carattere più o meno obbligatorio, le condizioni di ammissione, alcune tematiche e prospettive essenziali. Lo spazio di tempo prescritto va da un minimo di sei mesi ad un massimo di due anni. In genere, si opta per una sede separata dal seminario, che permetta una certa autonomia di vita. Inoltre, è da segnalare che alcuni modelli sono caratterizzati dall'interiorità e dal raccoglimento, mentre altri sono moderatamente aperti ad attività esterne di vario tipo.

4. Un punto importante, che ha bisogno di un ulteriore approfondimento e in alcuni casi di una attenta verifica è quello relativo al rapporto del periodo propedeutico con la pastorale vocazionale, con il seminario minore e il seminario maggiore. Circa il primo aspetto, si è in genere d'avviso che i candidati, prima di essere ammessi al periodo propedeutico, debbano essere selezionati ed accompagnati per un congruo spazio di tempo da parte degli operatori della pastorale vocazionale. In questo senso, quindi, il periodo propedeutico va distinto dai servizi per la cura delle vocazioni. Esso, inoltre, è bene sia distinto, in via normale, anche dal seminario minore, costituendo un'istituzione intermedia fra quest'ultimo ed il seminario maggiore. Si tratta infatti di un completamento della formazione a livello secondario, non di un'alternativa o di una sostituzione. Nel rapporto con il seminario maggiore, si registrano talvolta delle difficoltà nel caso di periodi propedeutici integrati con il biennio filosofico (in cui vengono inserite varie materie teologiche). In tale situazione, qualora non venga premesso un anno aggiuntivo riservato alla propedeutica, il biennio corre il pericolo di perdere la sua identità specifica a scapito di una solida formazione filosofica.

5. Dal momento che oggi una buona parte delle vocazioni proviene da vari gruppi e movimenti fortemente legati alle loro comunità di origine e poco radicati nella realtà diocesana, è molto importante che si accentui nella proposta formativa l'aspetto di comunione con il proprio Vescovo, con il presbiterio e con l'intera Chiesa particolare. I periodi propedeutici di carattere diocesano sono quindi di grande utilità e attualità, anche se la loro istituzione non sempre è facile, a causa della scarsità di sedi adatte, di formatori e di mezzi finanziari. In numerosi paesi infatti le circostanze concrete sono tali da rendere indispensabile una cooperazione interdiocesana, per creare delle propedeutiche regionali o nazionali, sotto la responsabilità dei Vescovi delle rispettive regioni o delle Conferenze Episcopali.

6. L'attuale situazione, caratterizzata da riflessioni e ricerche per trovare soluzioni a problemi ancora aperti, rende necessario uno scambio franco e assiduo tra i diversi responsabili della formazione sacerdotale. Occasioni preziose a questo riguardo sono le visite apostoliche compiute nei seminari o le iniziative collegiali che vengono promosse per preparare le nuove edizioni delle Rationes nazionali. Ai responsabili è richiesto di mettere a frutto la loro esperienza e la loro competenza pedagogica per stabilire le regole fondamentali di un serio discernimento vocazionale e per precisare programmi formativi propedeutici che siano ben aggiornati e coordinati con le altre istituzioni di formazione sacerdotale (seminari minori, seminari maggiori, seminari per le vocazioni adulte, facoltà teologiche, istituti di studi teologici...) presenti nelle diocesi, nelle regioni o nel territorio nazionale. In particolare, è urgente assicurare un giusto equilibrio tra la componente umano-spirituale e quella culturale, per evitare un eccessivo moltiplicarsi delle materie di studio, a scapito della formazione propriamente religiosa e sacerdotale.

7. Nonostante i migliori sforzi, le varie istituzioni preparatorie al seminario maggiore hanno mostrato di non essere in grado di risolvere tutti i problemi legati alla maturità umana e al discernimento vocazionale dei giovani che ne usufruiscono. Ecco perché in vari paesi si è introdotta la prassi di interrompere l'iter formativo in seminario, dopo due o tre anni di presenza, con un periodo di stage fuori dal seminario, chiamato Pastoral Internship, Spirituality-Pastoral Year, Freijahr, Externjahr, Año pastoral.

8. A chi si occupa oggi a fondo delle problematiche poste dal periodo propedeutico, certamente non può sfuggire il fatto che "la forte discrepanza" tra lo stile di vita e la formazione di base dei candidati da una parte e lo stile di vita e la proposta formativa del seminario dall'altra,43 non è che uno degli aspetti della crisi dell'educazione familiare e dei sistemi scolastici in vari paesi. Ma essa è indubbiamente anche uno tra i segni più appariscenti delle profonde trasformazioni culturali dovute al progresso scientifico e tecnico, come anche all'oscuramento di certi fondamentali valori spirituali e morali, che viene definito nell'Evangelii nuntiandi "il vero dramma dei nostri tempi" e che consiste nella "rottura tra Vangelo e cultura".44 Pertanto, tutti gli sforzi intrapresi per rafforzare gli studi ecclesiastici e la vita spirituale dei seminari sono da considerarsi nel contesto del grande impegno della Chiesa, da una parte, di conservare la sua identità con il suo specifico patrimonio spirituale e culturale e, dall'altra, di portare avanti la grande opera di aggiornamento conciliare per superare la distanza che la separa dalla società civile e rendersi così più idonea alla sua missione evangelizzatrice. Questa prospettiva ci permette di misurare tutta la delicatezza e la complessità delle problematiche connesse con il tema, in sé circoscritto, del periodo propedeutico, e di renderci conto della loro importanza per il futuro dei seminari nel terzo millennio che si sta avvicinando.

Roma, dal Palazzo delle Congregazioni, nella memoria di S. Giuseppe, il 10 maggio 1998.

 

Pio Card. Laghi
Prefetto

+ José Saraiva Martins
Arciv. tit. di Tuburnica
Segretario

 


INDICE

 

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . .

I. Il corso introduttivo previsto dal decreto Optatam Totius, N. 14 . . . . . .

II. Tipologia del periodo propedeutico . . . . . .

1. Periodi propedeutici autonomi . . . . . . . . .

2. Periodi propedeutici integrati nel seminario maggiore o minore .

3. Periodi propedeutici collegati con la pastorale vocazionale .

III. Riflessioni conclusive . . . . . . . . . . .

 

TIPOGRAFIA VATICANA

(1) Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis (25 marzo 1992), 62:AAS 84 (1992), p. 768.

(2) E comunque possibile che alcuni cambiamenti introdotti in qualche nazione non siano stati segnalati alla Congregazione per la redazione del presente documento.

(3) Cf Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Optatam totius, 14.

(4) Cf Conferenza Episcopale tedesca, Rahmenordnung für die Priesterbildung (1° dicembre 1988), Bonn 1988, nn. 81-84.

(5) Per esempio: Freiburg in Br., Fulda, München, Münster, Rottenburg-Stuttgart.

(6) La seconda via formativa aiuta a conseguire il diploma di maturità con corsi abbreviati.

(7) Cf Conferenza Episcopale austriaca, Rahmenordnung für die Ausbildung von Priestern (15 giugno 1985), n. 3.0.

(8) Il periodo premesso all'ingresso in seminario è a Lucerna di una settimana, a Friburgo di sei settimane.

(9) Cf Conferenza Episcopale francese, La formation au ministère presbytéral. Ratio institutionis. Ratio studiorum (1983), n. 1.4; 1.4.1.

(10) Ibidem, n. 1.4.1.

(11) Cf Conferenza Episcopale francese, La formation des futurs prêtres. Ratio institutionis sacerdotalis. Ratio studiorum (1998), I, n. 211.1; II, n. 2.

(12) Cf Conferenza Episcopale irlandese, Norms for Priestly Training in Ireland (Revised), Maynooth 1984, n. 51.

(13) Cf Congregazione per l'Educazione Cattolica, Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis (19 marzo 1985), Roma 1985, n. 42.

(14) Cf Conferenza Episcopale italiana, La formazione dei presbiteri nella Chiesa italiana (15 maggio 1980), Città del Vaticano 1980, n. 148.

(15) Cf Idem, Regolamento degli studi teologici dei seminari maggiori d'Italia (10 giugno 1984), Città del Vaticano 1984, n. 28.

(16) Cf Conferenza Episcopale messicana, Ordenamiento Básico de los Estudios para la formación sacerdotal en México (15 agosto 1988), México DF 1988, n. 12.

(17) Cf Idem, Normas Básicas y Ordenamiento Básico de los Estudios para la formación sacerdotal en México (12 novembre 1996), México DF 1996, n. 14.

(18) Conferenza Episcopale colombiana, Lettera alla Congregazione per l'Educazione Cattolica circa El Curso Introductorio o Período Propedéutico (14 settembre 1992), p. 1.

(19) Cf Conferenza Episcopale del venezuela, Normas Básicas para la formación sacerdotal (6 maggio 1979), Caracas 1979, n. 67.

(20) Cf Conferenza Episcopale del Guatemala, Normas Básicas para la formación de los Presbíteros en Guatemala (1989), Guatemala 1989.

(21) Idem, Ordenamiento Académico para la formación del Presbítero diocesano secular en Guatemala (maggio 1995), Guatemala 1995, II.1.1.

(22) Congregazione per l'Educazione Cattolica, Lettera circolare su alcuni aspetti più urgenti della formazione spirituale nei seminari (6 gennaio 1980), Roma 1980, III, p. 23.

(23) CELAM, Elementos de un Curso Introductorio para la formación sacerdotal, Bogotá 1989.

(24) Tra le altre, sono da ricordare le Commissioni Episcopali per la formazione sacerdotale di Repubblica Dominicana, Brasile, Cile, Italia, Francia, U.S.A., Colombia, Messico, ecc.

(25) Ecco alcuni esempi: The Pre-Theology Programs, Propaedeutic Year, Spiritual Internship, Introduction to Seminary Life (U.S.A.), Año Propedéutico (vari paesi di lingua spagnola), Prefilosofado (Repubblica Dominicana), Pre-Philosofate Seminary (Sri Lanka), Pre-Seminary House (Nuova Zelanda, Australia), Pre-College Seminary, Institute of Formation (Filippine), Pre-Seminário (Portogallo), Pre-Formation Centre (Antille), Curso de Orientación universitaria (Spagna), IntermediatePropaedeutic Seminary (Thailandia, Myanmar), Formation Group of Pre-Seminarians (Corea), Pre-Seminary Formation Course (Zimbabwe), L'année préparatoire, L'année supplémentaire d'initiation (Libano), Spiritual Year (Nigeria, Liberia, Taiwan), Orientation Stage (Sud Africa), Seminário Propedêutico (Angola, São Tomé), Cursos remediales (Portorico), Cursos de apoyo (Perù ed altri paesi dell'America Latina).

(26) Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, Circolare, 25 aprile 1987.

(27) Conferenza Episcopale di Angola e São Tomé, Normas fundamentais da formação sacerdotal para as dioceses de Angola e São Tomé (1° giugno 1996), Luanda 1996, nn. 28-42.

(28) Conferenza Episcopale del Rwanda, Nouveau programme de formation à la Propédeutique de Rutongo et au Philosophicum de Kabgayi (12 dicembre 1991).

(29) Conferenza Episcopale Argentina, Nota sobre el Informe para presentar a la Congregación para la Educación Católica, Buenos Aires 1992, p. 2.

(30) Cf Idem, La formación para el sacerdocio ministerial (1° maggio 1994), Buenos Aires 1994, n. 220.

(31) Cf Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile, Formação dos presbíteros da Igreja no Brasil (6 giugno 1995), São Paulo 1995.

(32) Ibidem, p. 38.

(33) Conferenza Episcopale cilena, Lettera alla Congregazione per l'Educazione Cattolica circa l'Informe de la Conferencia Episcopal de Chile acerca de El Curso Propedéutico en los seminarios de Chile, Santiago de Chile 1992, p. 2.

(34) Le diocesi che hanno predisposto sedi riservate esclusivamente al propedeutico sono: Santiago, Valparaíso, Concepción, La Serena.

(35) Per esempio, cinema, teatri, musei.

(36) Conferenza Episcopale ecuadoriana, Normas de aplicación en El Ecuador de la Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis y Reglamento de Seminarios (5 agosto 1995), Quito 1995, n. 155.

(37) Cf Conferenza Episcopale spagnola, La formación para el ministerio presbiteral (30 maggio 1996), Madrid 1996, nn. 184-189.

(38) Conferenza Episcopale belga, La formation au ministère presbytéral (1998), n. 311.1.

(39) Cf Seminario Arcivescovile di Milano, Itinerario spirituale. Linee comuni per l'accompagnamento spirituale dei giovani nel periodo di vita e di preparazione all'ingresso in Seminario, Milano 1993.

(40) Conferenza Episcopale degli Stati Uniti D'America, Program of Priestly Formation (16 dicembre 1992), Washington 1992, II.3.

(41) Queste istituzioni preparatorie sono chiamate Vocational Residence (Perth), Formation House (Adelaide), Pre-Seminary House (Sydney).

(42) Cf Conferenza Episcopale scozzese, Norms for Priestly Formation in Scotland (26 maggio 1992), Edinburgh 1992, IV.

(43) Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, 62: l. c., p. 767.

(44) Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi (8 dicembre 1975), 20: AAS 68 (1976), p. 19.

 

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