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INTRODUZIONE DELL'ARCIVESCOVO ZENON GROCHOLEWSKI 
ALLA GIORNATA DI STUDIO IN PREPARAZIONE 
ALLA CELEBRAZIONE GIUBILARE DEI DOCENTI UNIVERSITARI

Sabato, 12 Febbraio 2000 

Mi sento in dovere di esprimervi la più profonda gratitudine della Congregazione per l'Educazione Cattolica, per aver accettato l'invito di offrire il vostro specifico contributo di teologi nella preparazione e nello svolgimento del Giubileo dei docenti universitari. Questo vostro contributo è da considerarsi indispensabile affinché, tramite i convegni programmati e le celebrazioni, si possano raggiungere nel miglior modo le finalità del Giubileo.

Il ringraziamento si estende ai referenti e a tutti coloro che offrono con competenza, generosità e sacrifici la loro collaborazione per la buona riuscita del Giubileo dei docenti.

I
Mi sia consentito, in queste mie brevi riflessioni, richiamare alcuni princìpi fondamentali concernenti la specificità del presente Giubileo.

a. Si parla e si scrive dell'anno 2000 come di una data significativa per l'intera umanità e soprattutto si enumerano interrogativi e problemi che il futuro ossia il terzo millennio porterà per l'uomo e per i vari settori della sua attività, per l'economia, per l'educazione, per la famiglia e in genere per la vita sociale, ecc.

Per noi cristiani, il 2000 è l'anniversario della nascita di Cristo:  ci poniamo pieni di stupore e di gratitudine di fronte al mistero dell'Incarnazione, di fronte all'amore del Padre che per la nostra salvezza ci ha mandato suo Figlio con l'unzione dello Spirito Santo. Questo stupore e gratitudine, che abbracciano l'azione salvifica del Signore in questo lasso di due millenni, è anche per noi orientato verso il futuro; è orientato a rinvigorire le nostre forze per poter dare una solida e benefica impronta al terzo millennio.

b. In questa prospettiva, il Giubileo è, in primo luogo, un momento privilegiato per una sincera e gioiosa conversione che implica il rafforzamento della fede e un vero profondo rinnovamento della vita cristiana. La conversione, la penitenza, la riconciliazione sono proprio gli atteggiamenti specifici per esprimere e vivere il significato autentico del Giubileo. L'Anno Santo - come scrive Giovanni Paolo II (Incarnationis mysterium, n. 11) - è "per sua natura un momento di chiamata alla conversione ... L'esame di coscienza è uno dei momenti più qualificati dell'esistenza personale ... L'abbraccio che il Padre riserva a chi, pentito, gli va incontro, sarà la ricompensa per l'umile riconoscimento delle colpe". In un altro luogo nota il Papa:  "La gioia di ogni Giubileo è in particolar modo una gioia per la remissione delle colpe, la gioia della conversione" (Tertio Millennio adveniente, n. 31).

Non soltanto siamo chiamati noi per primi alla conversione; ma dobbiamo anche annunziarla. "L'annunzio della conversione come imprescindibile esigenza dell'amore cristiano - osserva il Santo Padre - è particolarmente importante nella società attuale, in cui spesso sembrano smarriti gli stessi fondamenti di una visione etica dell'esistenza umana" (Tertio Millennio adveniente, n. 50).

c. Questa conversione - ossia questo prendere coscienza più profonda della nostra fede in Cristo e il rinnovamento personale - non possono che condurre a risvegliare e rinvigorire il desiderio di annunziare Cristo a tutti con maggiore forza e coraggio. Pertanto, l'Anno Santo è un tempo che richiede il risveglio dell'evangelizzazione, un anno in cui dobbiamo con gioia e fierezza proclamare a tutti, credenti e non-credenti, che Cristo è l'unico Salvatore degli uomini.

II
Il delineato sfondo e le indicate finalità devono accompagnare anche il Giubileo dei docenti universitari. Altrimenti non si tratterebbe del loro Giubileo ma di una manifestazione accanto.

Anche i docenti universitari cattolici sono pertanto invitati a volgere lo sguardo al mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio, per rendere grazie; e allo stesso tempo, sono sollecitati alla conversione e di conseguenza ad esaminare, rivedere la loro vita e la loro missione alla luce di tale mistero.

1. Il significato del Giubileo per i docenti cattolici

In concreto, in questo clima di conversione, l'Anno Santo si presenta decisivo per stimolare i docenti cattolici a saper realizzare costantemente con serietà e sincerità la sintesi esistenziale tra la fede che essi professano e la scienza che essi promuovono ed insegnano. In questa prospettiva sono tre passi (o tre livelli) da sottolineare: 

a. Il Giubileo per i docenti cattolici dovrà essere un rafforzamento della loro fede in Gesù Cristo, un momento propizio per la conversione a Cristo, un impegno serio e generoso nel professare Cristo con coraggio.

Alle volte si costata che il docente cattolico vive la sua fede fuori dell'università, quasi pensando che la scienza che egli insegna e investiga sia avulsa dalla fede che egli vive.

È noto poi che in alcuni contesti culturali essi possono correre il pericolo di sentirsi apertamente emarginati. In tali ambienti, il professarsi cristiano e manifestare il proprio credo in Gesù Cristo potrebbe comportare sacrifici di vario genere. Occorre che questi docenti siano incoraggiati, sostenuti a non spaventarsi di fronte alle difficoltà, che del resto sono connaturali con ogni serio impegno cristiano.

La celebrazione del Giubileo va considerata come un'occasione privilegiata perché anche i docenti universitari prendano coscienza dell'urgenza di far risuonare con forza rinnovata la proclamazione della verità "Ecce natus est nobis Salvator mundi" (Tertio Millennio adveniente, n. 38) nell'ambiente in cui essi lavorano, nei confronti dei loro colleghi anche non-credenti.

b. In questo clima di conversione, l'evento giubilare costituisce per i docenti cattolici un momento importante per fare un ulteriore passo, quello di riflessione circa la loro missione di essere, in quanto cattolici, i primi qualificati nuovi evangelizzatori nel mondo universitario. Ciò comporta anche la testimonianza della vita cristiana quale prima ed insostituibile forma della missione evangelizzatrice.
Tutto ciò esige che il docente sia veramente accademico stimato per la sua competenza e professionalità, e allo stesso tempo fedele, nella sua vita, a Cristo, al suo messaggio. Si tratta di un compito non sempre facile, se si considera che spesso l'ambiente universitario è pervaso da correnti di pensiero contrari al messaggio evangelico.

Il Giubileo perciò deve saper incoraggiare i docenti universitari cattolici a vivere la propria fede in mezzo a queste sfide, e a testimoniarla non soltanto attraverso ciò che dicono, ma anche attraverso ciò che fanno.

c. Il terzo passo della sintesi esistenziale tra la fede che essi professano e la scienza che essi promuovono ed insegnano scaturisce dal fatto che Cristo getta una forte luce alle realtà dell'uomo e del tempo che sono oggetto delle diverse scienze.

Nella bolla d'indizione del Grande Giubileo, Incarnationis mysterium, proprio all'inizio si afferma:  "La storia della salvezza trova in Gesù Cristo il suo punto culminante ed il significato supremo ...

Dinanzi a Lui, infatti, si pone l'intera storia umana:  il nostro oggi e il futuro del mondo sono illuminati dalla sua presenza ... Incontrando Cristo ogni uomo scopre il mistero della propria vita ...

L'incarnazione del Figlio di Dio e la salvezza che egli ha operato con la sua morte e risurrezione sono dunque il vero criterio per giudicare la realtà temporale e ogni progetto che mira a rendere la vita dell'uomo sempre più umana" (n. 1).

Non è difficile scorgere che proprio i docenti cattolici sono ponte privilegiato tra il sapere umano è il progresso scientifico e la Verità rivelata da Cristo.

Questa costatazione deve illuminare e dar senso al motto scelto per il Giubileo dei docenti universitari:  L'università per un nuovo umanesimo. Il Giubileo degli universitari. Itinerario teologico pastorale. Proprio in seno all'università si crea - ossia si dovrebbe creare - un nuovo umanesimo. Esso si compone d'una sapienza che rispecchi l'uomo e i suoi desideri, che prenda in considerazione lo sforzo delle sue potenzialità e del suo genio; però, contemporaneamente, d'una sapienza che viene illuminata dal Figlio di Dio e dalla sua Verità rivelata.

Non c'è e non ci può essere opposizione tra fede e ragione, tra fede e scienza. È missione specifica dei docenti universitari cattolici far comprendere ciò nell'ambito universitario. È loro compito di riconciliare Vangelo e cultura, Vangelo e progresso scientifico. A questo proposito, vale la pena ricordare quanto afferma il Cardinale Newman:  "la conoscenza e la ragione sono fedeli ministre della fede" (John Henry Card. Newman, The Idea of a University, London, 1931, p. XI).

Certamente, la scienza e il sapere umano spaziano nell'ordine della realtà naturale, e la fede illuminata e guidata dallo Spirito riconosce nel messaggio della salvezza la pienezza di grazia e di verità (cfr Gv 1, 14), tuttavia, ogni sforzo del pensiero umano promosso con rettitudine e secondo il metodo proprio ad ogni scienza, non può non aprirsi alla Verità che viene dall'Alto. La fede non teme la ragione, ma la ricerca e in essa confida (cfr Fides et Ratio, n. 34). "Il Dio Creatore è anche il Dio della storia della salvezza. Lo stesso ed identico Dio, che fonda e garantisce l'intelligibilità e la ragionevolezza dell'ordine naturale delle cose, su cui gli scienziati si appoggiano fiduciosi, è il medesimo che si rivela Padre di nostro Signore Gesù Cristo" (Fides et Ratio, n. 34).

Nella visuale cristocentrica e nello stesso tempo trinitaria del Giubileo, i molteplici congressi previsti, in considerazione del loro sforzo di essere sensibili alla ricerca di tutti gli aspetti della verità, devono sentirsi sicuri di essere, in forza dello Spirito Santo, preceduti da Colui che è Via, Verità e Vita (Gv 14, 6). È in questo contesto che prende significato quanto osserva Sant'Agostino:  "intellege ut credas; crede ut intellegas" (Sant'Agostino, Serm. 43, PL 38, 258).

2. L'apporto delle autorità ecclesiastiche, dei teologi, dei referenti e del comitato liturgico

L'apporto delle autorità ecclesiastiche, dei teologi, dei referenti e del comitato liturgico dovrà far assicurare il conseguimento delle finalità del Giubileo:  la centralità di Gesù Cristo ossia del mistero dell'Incarnazione, la vera conversione e il risveglio dell'impegno missionario nei docenti universitari, e specificamente riguardo alle relazioni e alle discussioni scientifiche dovrà emergere - nel rispetto del metodo proprio a ciascuna disciplina e tramite una seria ed effettiva interdisciplinarietà - come in realtà solamente nel mistero del Verbo Incarnato trova la vera luce il mistero dell'uomo (cfr Gaudium et spes, n. 22), e come il mistero  dell'Incarnazione  abbraccia, illumina  e  nobilita  tutta  la  realtà:  uomo, cosmo, storia, esperienze di ogni genere.

In virtù dell'Incarnazione, infatti, tutto ha assunto un nuovo senso e un nuovo valore. Se l'amore di Dio ha lo scopo di salvare l'uomo, anche il cosmo è coinvolto in tale progetto, anche la creazione ne risente:  grazie al Verbo, il mondo delle creature si presenta come cosmo, cioè come universo ordinato. È il Verbo che, incarnatosi, rinnova l'ordine cosmico della creazione (cfr Tertio Millennio adveniente, n. 3). Sono commoventi e quanto mai attuali - nella nostra situazione odierna (si pensi ai complessi problemi ecologici) - le parole di Paolo:  la creazione soffre e geme fino alle doglie del parto, aspettando la liberazione (cfr Rom 8, 19-23).

Per un adeguato espletamento del lavoro dei teologi, diventa significativo anche l'apporto benefico della filosofia, e particolarmente della metafisica; ciò al fine di cogliere, al di là del divenire e dei semplici fenomeni, le cause ultime della realtà. In questo ampio contesto, risplenderà la verità su Dio, sull'uomo, sul valore trascendente della persona umana e sul cosmo; risplenderà tutta la ricchezza della sapienza cristiana che spinge a dare il senso vero ad ogni ricerca e fatica dell'intelletto umano.
Sarà compito dei referenti e dello studio dei gruppi di lavoro tracciare quelle piste o orizzonti che possano provocare in ogni congresso la promozione della finalità cristocentrica voluta dal Giubileo. Si tratta di quello sforzo intellettuale che miri ad evidenziare come in Cristo si ricapitola il cosmo, la storia, l'uomo. Il Prologo di Giovanni, la lettera agli Efesini e la lettera ai Colossesi che soggiacciono a vari princìpi sottolineati dalla Lettera Apostolica Tertio Millennio adveniente forse potrebbero illuminare quest'approccio cristocentrico.

3. I non-cristiani

In tale prospettiva cristocentrica, possiamo e dobbiamo dire che i vari congressi debbono essere l'occasione per invitare anche i docenti non-cristiani e non-credenti a gioire della nostra gioia e della nostra grande festa nell'anno della commemorazione del bimillenario della nascita di Cristo (cfr Incarnationis mysterium, n. 6), il quale - per mezzo del suo mistero di morte e risurrezione - è Salvatore di tutta l'umanità. Infatti, "come fratelli dell'unica famiglia umana, varchiamo insieme la soglia di un nuovo millennio che richiederà l'impegno e la responsabilità di tutti" (Incarnationis mysterium, n. 6).

4. Nella potenza del Vangelo

È inoltre da ricordare che tutto il nostro sforzo in questo Giubileo deve basarsi su una fiducia incrollabile nella potenza del Vangelo, il cui cuore è il mistero della morte e della risurrezione di Cristo, mistero che illumina e trasforma la vita dell'uomo.

Non dobbiamo però nasconderci la delicatezza di questo compito, avendo davanti agli occhi Paolo, l'apostolo delle genti. Egli, nell'annunziare Cristo nell'aeropago d'Atene, credette di poter sostenere un discorso di evangelizzazione facendo leva sulla forza della sapienza umana, ma ne dovette sperimentare anche i limiti quando si accinse a parlare della risurrezione. Egli prese coscienza di aver perduto di vista il centro del suo Vangelo:  Cristo morto e risorto. Ecco perché rivolgendosi ai Corinzi, egli sottolinea che il suo annunzio non si basa su sublimità di parole o su discorsi persuasivi di sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. Paolo centralizza il suo messaggio affermando chiaramente:  "Noi predichiamo Cristo crocifisso ... potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini" (1 Cor 1, 23-25).

Conclusione

Mentre di tutto cuore vi auguro un fruttuoso lavoro, faccio voti perché questo comune nostro incontro possa essere l'occasione per illuminare e guidare le attività relative al Giubileo dei docenti universitari in piena sintonia con le finalità specifiche del Giubileo dell'anno 2000.


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