"Vivere in Cristo secondo la forma di vita del Vangelo - Formati alla Vita Consacrata nel cuore della Chiesa e del mondo" Congresso Internazionale - Roma, 7-11 aprile 2015 Programma [Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo] COMUNICATI STAMPA: CONVEGNO FORMATORI: UN MOSAICO MULTICOLORE Città del Vaticano, 12 aprile 2015 «La formazione delle giovani è un compito molto delicato, chiede di rinunciare all’impulsività e di trattarle come “vasi di creta” con tanto amore, attenzione e pazienza. In questa stupenda avventura di fede, mi sono fidata pienamente del Maestro mettendomi umilmente alla sua Scuola» – racconta Sr Celine Mary Selvi, indiana, della Congregazione delle Suore dell’Addolorata Serve di Maria di Pisa, formatrice delle Juniores da dodici anni. Per lei il Convegno: «è stata un’esperienza unica e stupenda, ricca di colori, contenuti e condivisione che ci hanno fatto sentire uniti e arricchiti da mille esperienze. Le relazioni per accompagnare i giovani a rispondere con coerenza alla chiamata del Signore ed assimilare i sentimenti di Gesù sono state molto interessanti. Qui ci siamo sentiti davvero Famiglia di Dio, con una ricca varietà di carismi ed esperienze, che abbiamo potuto condividere e confrontare con tanti formatori di tutto il mondo.». Sr Bindika Jeannie Arlette, del Congo, delle Suore Serve di Cana, maestra delle postulanti e, da quest’anno, delle novizie, racconta: «vivo questa esperienza nell’abbandono al Signore e nell’accoglienza della Sua volontà». Riparte dal Convegno con un nuovo slancio per annunciare Gesù ai giovani. «Questo Convegno è per noi consacrati un segno della Provvidenza. La qualità delle relazioni e le condivisioni nei gruppi mi hanno molto arricchita. La gioia, l’accoglienza, l’apertura gli uni agli altri sono segno di speranza e sono l’unica testimonianza che attualmente la vita consacrata deve offrire al mondo». Comunione e servizio: sono le due parole con cui Sr Maria José Gay Miguel, spagnola, delle Carmelitane Missionarie Teresiane che ha svolto il suo servizio al Convegno come volontaria, ha riassunto la sua esperienza di questi giorni. «Ciò che ha prevalso tra tutti i volontari è stata la gratuità. Non aveva importanza ciò che ciascuno faceva perché tutti ci siano sentiti parte attiva per raggiungere uno stesso obiettivo. Mi sono sentita arricchita dall’incontro con tanti fratelli e sorelle. Tutti siamo chiamati a formare la famiglia dei figli di Dio e partecipiamo alla vita di un Dio che è relazione. La testimonianza della gioia ci ha accompagnato anche nei momenti di stanchezza».
Beati voi formatori e formatrici [Francese, Inglese, Italiano, Spagnolo] Al termine di questo Congresso l’esperienza e la riflessione vissute insieme con profonda e vivace partecipazione ci chiedono di accostare la Parola alla nostra vita di consacrati e consacrate, alle nostre comunità e fraternità, ai nostri istituti, alle nostre culture e terre di provenienza, al nostro servizio nella Chiesa e nel mondo. (Mt 5, 1-10) Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi che, sentendovi poveri di fronte al sublime compito di formare Cristo nei cuori, confidate nell’azione dello Spirito Santo, che mostra Gesù come “il più bello tra i figli dell’uomo”. È lo Spirito che suscita il desiderio di conformarsi a Cristo nella profondità del cuore, che infonde i sentimenti del Figlio e fa nascere le sue emozioni, i suoi affetti, la sua stessa sensibilità; che accende la passione dell’annuncio perché sia visibile nel nostro tempo la forma di vita del Figlio di Dio. Quando questo avviene il Vangelo si rivela in modo nuovo e il Regno di Dio è in mezzo a noi. Beati gli afflitti, perché saranno consolati Beati voi quando sapete condividere con i formandi la fatica della conversione, della difficoltà nel lasciare tutto per seguire Cristo, della risposta generosa. Beati voi, formatori, se siete liberi di accogliere nel vostro cuore le sofferenze dei giovani, se li guardate con empatia, senza riserve, permettendo loro di riversare almeno un po’ della propria pena nel vostro cuore e a voi di accoglierla con la tenerezza e la misericordia del Padre. Beati quei formatori che piangono per le delusioni e i fallimenti che inevitabilmente incontreranno. Siate certi, riceverete consolazione dal Signore: il quale asciugherà ogni lacrima e renderà fecondo il vostro servizio. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati voi, se sapete attendere con pazienza i tempi di maturazione del buon seme gettato con costanza e fiducia, senza imporre nulla con la forza o l’astuzia, senza pretendere di esser voi a gestire il raccolto. Beati i formatori-seminatori, che continuano a seminare in ogni caso, in ogni momento, in ogni cuore, ben sapendo che il seme ha una sua forza ed efficacia. Beati voi se agite senza mai fare alcuna violenza, sottile e nascosta, nemmeno per ottenere il bene, perché Dio vi darà la terra promessa dei cuori. Beati i formatori che con la loro mitezza ricordano a chi è in formazione che l’unica cosa davvero necessaria è farsi come ciotole di terracotta, in cui altri possano bere a piccoli sorsi il cielo. Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati Beati voi, se portate nel cuore l'intenso desiderio di vedere realizzata la giustizia di Dio, la sua passione per la vita e la fraternità. E cercate il disegno divino in ciascuna persona vocata, anche a costo di non essere compresi; senza imporre i punti di vista personali, o gli interessi di istituto, affinché ognuno sia se stesso secondo il sogno di Dio. Beati voi se farete questo, perché la verità vi darà la libertà di chiedere l'impegno totale a ogni giovane a voi affidato e di essere persuasivi e credibili, senza manipolazioni o forzature. E il Padre esaudirà i santi desideri del vostro cuore. Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia Beati voi formatori e formatrici se avete incontrato il Dio ricco di tenerezza lasciando che la sua misericordia plasmi in voi un cuore di carne, compassionevole, capace di scoprire il fuoco sotto la cenere di chi sembra aver perso ogni speranza. Se saprete ridare forza alla fiamma che sembra spegnersi insegnerete le vie per scendere nelle tante attuali terre del dolore, ed essere consolazione di Dio. Sarete testimoni di Dio che ascolta il grido del povero, vede le miserie umane e si china su di esse con misericordia. I vostri giovani vi seguiranno. Beata la comunità di formazione, piccola “Chiesa in uscita”, “dalle porte aperte”. Fraternità in cui il giovane “si mette mediante opere e gesti, nella vita quotidiana degli altri, accorcia le distanze, si abbassa fino all’umiliazione, se è necessario, e assume la vita umana, toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo” (Francesco, Discorso ai Vescovi della Conferenza Episcopale del Giappone in visita ad limina Apostolorum, 20 marzo 2015). Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio Beati voi se avete un cuore retto e sincero, una vita senza ipocrisia e uno sguardo trasparente. La formazione alla vita consacrata è itinerario di purificazione del cuore perché possa entrare nel mistero dell’eternamente Amante. Guidate i giovani, con impegno costante, a vivere la comunione con Lui senza doppiezze, a gustare la sua intimità e le sue cose (cf Lc 2, 49). Beato quel formatore che trasmette al giovane la bellezza di Dio e la certezza che solo l’Eterno può riempire la sete d’affetto del cuore umano. Beato il formatore innamorato di Dio e appassionato per l’uomo, che sa comunicare, a un tempo, la bellezza di amare Dio con un cuore totalmente umano, e amare la persona con un cuore che sta imparando a voler bene in modo divino. Beati voi formatori se saprete vedere i giovani con gli occhi di Dio, e saprete vedere Dio nel loro cuore! Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio Beati voi formatori, uomini e donne in pace con se stessi, se sarete sensibili al bisogno immenso di pace in un mondo diviso e saprete costruire pace nel cuore dell’altro e nelle relazioni. Beati coloro che educano alla pace e all'unità interiore come fondamento di ogni fraternità. Beati voi se saprete formare alla fraternità ordinata e alla convivialità delle differenze, nella varietà delle culture: lì il Signore abita. Assieme ai vostri giovani, sarete figli di Dio e disarmerete i cuori da ogni aggressività, come terapia di bontà e benedizione per tutti. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli Beati voi quando siete perseguitati a causa della testimonianza che rendete al Signore Gesù, gioia dei vostri occhi, delizia dei vostri cuori. Beati voi formatori dei Paesi ove i cristiani sono perseguitati: vivete nella vostra carne il mistero pasquale. Beati voi che, come il chicco di grano, portate molto frutto. La Chiesa tutta in voi e con voi soffre, alimenta la speranza, invoca la pace e annuncia il regno dei cieli.
Dal congresso alla vita: alcune priorità
In tale visione accogliete come attenzione di questo dicastero, alcuni orientamenti, come priorità pedagogico-spirituali per il vostro servizio di formatori. 1. Siate formatori beati, contenti di poter prestare questo servizio. E rendete nota la vostra gioia, per trasmetterla ai vostri giovani. 2. Date attenzione alla formazione del cuore, non solo dei comportamenti, ben ricordando che “cor ad cor loquitur”. È la passione per Gesù che vi rende formatori. 3. Non presumete di voi stessi, curate la vostra formazione continua, siate disposti a imparare ogni giorno l’arte del formare i cuori: imparate da Gesù e dalla sua pedagogia, ma anche dai vostri giovani, dai vostri errori, dalla vita. 4. Non dimenticate che è il Padre che forma in ogni giovane la personalità del Figlio per la potenza dello Spirito: voi siete mediatori di questa azione trinitaria. 5. Siate formatori a tempo pieno e dando il meglio di voi stessi. È il Signore che vi affida i giovani che accompagnate come realtà preziosa ai suoi occhi e che deve divenire tale anche ai vostri stessi occhi. 6. Abbiate un cuore grande per accogliere quanti il Padre vi affida da ogni parte della terra. Valorizzate ogni persona perché la comunità formativa sia espressione dell’unica fede e dello stesso carisma, nella varietà delle culture e delle ricchezze di ognuno. 7. Formate giovani dal cuore innamorato di Dio e appassionato per l’uomo, “cittadini del mondo” in dialogo con ogni cultura; giovani ricchi di misericordia per “i senza dignità”, che imparano a cercare Dio nelle periferie dell’esistenza, liberi di lasciarsi formare dalla vita per tutta la vita. 8. Non pretendete nulla da essi che non sia già vissuto e messo in atto da voi. Senza imporre pesi impossibili e motivando sempre ogni richiesta con la legge della libertà dei figli di Dio, la legge dell’amore. 9. Dedicate il vostro tempo a incontri regolari, col gruppo e soprattutto coi singoli. È la relazione interpersonale tra formatore e formando lo strumento per eccellenza dell’azione educativa. 10. L’equipe formativa, specie nelle comunità educative numerose, esprima le varie competenze pedagogiche, nel rispetto dei ruoli specifici, nella condivisione dello stesso modello formativo e nella convergenza verso il bene dei giovani. La formazione dei formatori è una precisa e inderogabile responsabilità dei superiori con voi promotori di una autentica cultura della formazione continua. 11. Non abbiate paura di accompagnare il giovane e la giovane a scoprire se stessi e la propria verità, con le proprie debolezze, ma fate sentire in quei momenti la vostra vicinanza come sacramento dell’amore del Padre, che guarisce e perdona. In modo particolare fate avvertire la vostra vicinanza a coloro che per vari motivi abbandonano il cammino formativo. 12. Ma non abbiate timore soprattutto di accompagnare i vostri giovani lungo la via della Pasqua di Gesù. A questo deve mirare ogni cammino formativo per tutta la vita, in compagnia di Maria, Discepola e Madre ai piedi della croce. Cari formatori e formatrici, la Chiesa vi ama, vi apprezza e prega per voi. Senza il vostro servizio la vita consacrata non potrebbe esistere, o avrebbe un futuro incerto. Senza la vostra pazienza e il vostro discernimento il popolo di Dio rischierebbe di non veder più quella via luminosa capace di far brillare, in un mondo che passa, il mondo definitivo trasfigurato dalle Beatitudini. Roma, 11 aprile 2015 João Braz Card. de Aviz Prefetto + José Rodríguez Carballo, O.F.M. Arcivescovo Segretario
GRAZIE, CARI FORMATORI E FORMATRICI Città del Vaticano, 12 aprile 2015 «Grazie, cari formatori e formatrici, - ha detto il Santo Padre ai formatori nella giornata conclusiva del Convegno svoltosi a Roma - del vostro servizio umile e discreto, del tempo donato all’ascolto – l’apostolato “dell’orecchio”, ascoltare – del tempo dedicato all’accompagnamento e alla cura di ogni vostro giovane». «Voi non siete solo amici e compagni di vita consacrata di coloro che vi sono affidati, ma veri padri, vere madri, capaci di chiedere e di dare loro il massimo». Commozione e gioia hanno caratterizzato l’incontro nell’aula Paolo VI, dove i formatori hanno accolto l’invito del Papa ad essere testimoni con la propria vita, a tornare sempre alla gioia del primo incontro con Dio, ad essere accanto come ‘padri’ e ‘madri’ spirituali, con amore e pazienza. Gratitudine e gioia ha espresso anche il Card. João Braz de Aviz nel corso dell’Omelia della S. Messa nella Basilica Papale di S. Pietro, sottolineando l’importanza dell’abbandono fiducioso nelle mani di Dio Padre soprattutto nei momenti difficili e delicati. «L’esperienza del Convegno è stata meravigliosa e sorprendente e ci fa capire che dobbiamo camminare insieme: così nascerà tanta vita attorno a noi». ‘Unità’ è stata la parola che più volte è risuonata nella giornata. Proprio nella linea dell’unità ha avuto luogo, nel pomeriggio, il forum su 'La formazione nella visione interdicasteriale', cui sono intervenuti S. E. Card. Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero, S.E. José Rodriguez Carballo, OFM, Arcivescovo Segretario CIVCSVA, S.E. A. Vincenzo Zani, Arcivescovo Segretario Congregazione per l’Educazione cattolica. La formazione dei formatori è emersa come esigenza comune. “La formazione è un’arte relazionale, che si fonda su un rapporto e uno scambio tra chi forma e chi è formato” – ha detto S.E. il Cardinale Stella – “esistono due libertà, che si incontrano per concorrere all’unica azione formativa, avendo ovviamente in essa responsabilità e compiti differenti, in ragione di quanto compete a ciascuno”. Nel suo intervento, il Cardinale ha anche sottolineato l’importanza di un giusto discernimento vocazionale e di una formazione che favorisca la maturazione della persona, particolarmente “di una affettività, piena e realizzata, con una perfetta continenza nel celibato”. All’inizio della sua relazione S.E. Mons. Zani ha enumerato le scuole cattoliche e le Facoltà ecclesiastiche, sorte nel mondo grazie ai carismi religiosi finalizzati all’educazione: “di questo prezioso servizio - ha detto - tutta la Chiesa vi è molto riconoscente”. Si è poi soffermato sulle sfide educative: la sfida della comunicazione nel rapporto tra le generazioni, la nuova cultura digitale; l’interculturalità, la necessità di fare incontrare le culture e metterle in dialogo per costruire l’unità nella diversità. S.E. Mons. Carballo, prendendo la parola, ha sottolineato alcune urgenze della formazione: il discernimento vocazionale; la necessità di un incontro personale con Gesù; camminare in profonda comunione con la Chiesa; formarsi e formare a una vita fraterna in comunità che sia umana e umanizzante; curare la “passione” per il Signore e la “passione” per l’umanità specialmente per i più poveri; preparare per la missione propria dell’Istituto; coltivare “un rinnovato amore per l’impegno culturare, una dedizione allo studio come mezzo per la formazione integrale e come cammino ascetico”. “Davanti alla tentazione dello scoraggiamento, - ha concluso -della stanchezza e della delusione a causa delle esigenze attuali della formazione e degli scarsi risultati che si conseguono, dalla mia esperienza di formatore per molti anni non dubito di dire a tutti i formatori: Non abbiate paura”. Al termine del Convegno, è stato consegnato un Messaggio per tutti i formatori e le formatrici: “Beati voi, formatori e formatrici”. Si è concluso l’incontro dando appuntamento a Roma, dal 16 al 18 settembre, per il Convegno delle giovani e dei giovani consacrati.
COMUNICATO STAMPA DEI CONSACRATI PARTECIPANTI AL CONVEGNO FORMATORI [Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo] Città del Vaticano, 10 aprile 2015 Noi, consacrati e consacrate, partecipanti al Convegno dei Formatori alla vita consacrata celebrato a Roma dal 7 all'11 aprile 2015, sentiamo l'urgenza di denunciare, "con la voce fragile e potente del Vangelo", la persecuzione dei cristiani in diverse parti del mondo. Ci sentiamo particolarmente vicini a quanti soffrono nel mondo a causa della loro fede nel Signore Gesù Cristo e manifestiamo la nostra comunione con tutti i consacrati e le consacrate che nelle diverse periferie del mondo soffrono per la loro condizione di cristiani e consacrati. Mentre li ringraziamo per la loro testimonianza di fedeltà alla loro vocazione/missione di consacrati e perché rimangono accanto a chi soffre, assicuriamo la nostra preghiera. Noi consacrati e consacrate del mondo intero ci uniamo alla preghiera del Santo Padre Francesco e a quella di tutta la Chiesa affinché la pace, dono di Cristo Risorto, possa prevalere sull'odio e sulla violenza e gli uomini si riconoscano tutti fratelli. Preghiamo perché coloro che compiono tali atti di violenza volgano il cuore al Dio misericordioso, autore della vita. Facciamo appello ai governi affinché siano messi in atto concreti interventi di pacificazione tra i popoli e possa cessare la spirale di violenza nella quale sono coinvolti, quali vittime innocenti, particolarmente donne e bambini. Maria, Madre della Chiesa e della Vita consacrata interceda davanti al Suo Figlio perché doni la pace e la concordia al mondo intero. A nome di tutti i consacrati João Braz Card. de Aviz Prefetto + José Rodríguez Carballo Arcivescovo Segretario
FORMARE I FORMATORI Città del Vaticano, 10 aprile 2015 Qual è il segreto per poter vivere l'amore celibe con libertà, con allegria e con passione impegnata? Lola Arrieta, della Congregazione delle Carmelitane di Vedruna, docente presso l’Università Pontificia di Comillas, afferma: «siamo invitati a scoprire con realismo e senza complessi tutta la forza anticulturale che ha oggi l'amore celibe per annunciare la dignità delle persone e denunciare qualsiasi forma di sopruso». Nel corso della relazione vengono date ai formatori alcune chiavi di lettura per comprendere e affrontare con coraggio il proprio mondo affettivo, ‘per non essere ciechi che guidano altri ciechi’. “Sono molte le trappole che rendono difficile vivere l'amore celibe – continua Arrieta - abbiamo bisogno di affrontare ciò che succede e ciò che ci succede - tenendo conto della salute, della fede, della vocazione e della missione - per discernere cosa fare. Le fanno eco le parole di Michael Mc Guire, docente alla Pontificia Università Gregoriana in Roma: “la formazione è un processo integrante: una avventura spirituale, umana e relazionale: conoscenza di sé, corpo, mente, spirito; accettazione di sé, per il dono che uno è: consapevolezza della chiamata, tendenza a superare l’autoreferenzialità”. Viene esaminato il compito dei formatori, le dinamiche interiori, le difficoltà e i punti di forza per ribadire l’importanza della formazione degli stessi formatori. Nel pomeriggio, esperienze a confronto: una tavola rotonda moderata da P. Sebastiano Paciolla, O. Cist, Sottosegretario della Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di vita apostolica, nel corso della quale sei formatori, appartenenti alle diverse forme di Vita consacrata e alle diverse aree geografiche (Repubblica Democratica del Congo, Colombia, India, Italia), hanno condiviso esperienze di vita, attese, speranze. Tra i temi trattati: ‘l’interculturalità, una sfida per la formazione alla vita religiosa africana’; ‘formazione alla vita consacrata e rapporto con la secolarità’; ‘la formazione alla dimensione contemplativa in ambito monastico e il rapporto evangelizzatore nell’oggi’; infine, un’esperienza di formazione nell’ambito ecumenico, presentata Atanasie Rusnac, Vicario Generale della Diocesi Ortodossa Romena d'Italia.
L’ESPERIENZA DEI LABORATORI: FORMATORI A CONFRONTO Città del Vaticano, 9 aprile 2015 «Il laboratorio è uno spazio dinamico in cui cercheremo di integrare i nostri saperi e le nostre prassi operative su un tema specifico» - ha spiegato Sr Nicla Spezzati, ASC; Sottosegretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, presentando l’esperienza dei laboratori - «Il laboratorio, infatti, consente di classificare e di valutare le esperienze che i partecipanti portano con sé come bagaglio prezioso». Cinquantadue i ‘laboratori’ che si sono formati nel pomeriggio, numerose le tematiche affrontate: ‘i giovani aspiranti alla vita consacrata’, ‘la formazione alla comunicazione nell’era digitale’, ‘i poveri agenti della formazione’, ‘complementarietà e reciprocità femminile-maschile nella Vita consacrata’, ‘il dialogo con le culture e inculturazione nella formazione’... Sui tanti argomenti proposti i formatori si sono confrontati, hanno condiviso esperienze per cercare di interpretare il vissuto formativo, di ricavarne linee di chiarimento, di discernimento e di ispirazione verso il futuro. L’esperienza ha voluto offrire uno sguardo di osservazione e di interpretazione delle questioni proposte, essere «un punto di incontro e di raccordo riflessivo tra teoria e pratica, tra verifica di sé come formatore e verifica dei risultati di formazione circa il tema». Nel mettere in comune le esperienze, le problematiche, le provocazioni presenti nei cammini formativi, è risuonato l’invito alla speranza: «cerchiamo – ha ribadito Sr Nicla - di riconoscere nei cammini quotidiani, inevitabilmente angusti e grigi, tessuti di problemi, Colui in cui abbiamo posto la nostra speranza e che compie la nostra gioia “Dove ci sono i consacrati sempre c’è gioia”, dice il Santo Padre Francesco, ossia ci sono uomini e donne che nella storia riconoscono il Vivente».
FORMATORI ALLA SCUOLA DEL VANGELO Città del Vaticano, 9 aprile 2015 «È urgente una pedagogia formativa che consideri la formazione come un unico progetto che deve guidare la formazione iniziale e permanente, in cui nella prima formazione inizia a maturare la “docibilitas” per trovarci con un soggetto docibile (disponibile) a lasciarsi formare sempre, nella continuità di un processo di formazione iniziale e permanente» ha detto Claudia Peña y Lillo, delle Figlie di San Paolo e docente presso l'università Diego Portales di Santiago, parlando della pedagogia della formazione. È fondamentale acquisire la capacità di costruire e ricostruire la propria vita attorno ad un 'centro vitale' che, per il credente, "è il mistero pasquale, la croce del Figlio che, elevato da terra, attrae tutti a sé". Fare esegesi della propria vita: così sintetizza l'itinerario formativo P. Riccardo Volo, missionario clarettiano, docente presso la Pontificia Università Lateranense e l'Istituto di Teologia della Vita consacrata Claretianum in Roma. Leggere la vita in modo 'sapienziale', cercare di trarre profitto e insegnamento dalle esperienze del quotidiano per maturare come persone e figli di Dio. Imparare da Gesù-formatore, dalla sua pedagogia, dalla sua testimonianza: Gesù è modello di misericordia, si commuove davanti alle folle che non hanno cibo, si lascia interpellare dalle necessità dei poveri, li fa «uscire dalle loro sicurezze interne, dai loro pregiudizi, dalla loro ristrettezza di vedute, dalle loro intolleranze personali, culturali e religiose... Nel modello di formazione impostato da Gesù, i poveri, nel contesto delle loro situazioni umane e spirituali, sono 'formatori' dei discepoli». Gesù ha un modo di formare diverso con ciascuno: segue il cammino di maturazione di Pietro, segnato da forti contrasti; fa una chiamata personale ai discepoli, li chiama a vivere con lui ed a partecipare alla sua missione. Quando il discepoli tornano, dialoga con loro, ascolta i dubbi, i malintesi, i timori e li aiuta a discernere la realtà, a comprenderla, a "contemplare la vita attraverso gli occhi della fede e della grazia". L'esegesi biblica - conclude Volo - deve diventare esegesi vitale. L'invito che il Risorto fa di "ritornare in Galilea" per annunciare la Buona Notizia è rivolto ai discepoli e a tutti i formatori. «È un invito a “camminare” con altri ... per riprendere il cammino, aiutando altri, consigliando, correggendo, esortando, insegnando... Ma soprattutto, istruendo con la testimonianza della loro vita. Rivelando la propria passione per colui che seguono, il Signore». Nel pomeriggio si svolgeranno le attività dei 52 laboratori: i partecipanti al convegno, divisi in gruppi tematici e linguistici, potranno confrontarsi su argomenti di grande attualità per la formazione alla vita consacrata oggi.
FORMATORI: EDUCARE ALLA LIBERTÀ Città del Vaticano, 8 aprile 2015 Formare persone libere e responsabili: questo il fine della formazione. Formare persone docili, che si lascino formare dagli eventi della vita, che imparino a cercare la volontà di Dio in ogni situazione, in ogni persona che incontrano, nei poveri e nei deboli e da essi si lascino ammaestrare. Cosa si intende quando si parla di formazione? P. Amedeo Cencini, religioso canossiano, docente presso la Pontificia Università Gregoriana e la Pontificia Università Salesiana in Roma, spiega: «la formazione è azione del Padre che mira a formare in noi i sentimenti e la sensibilità del Figlio». Una formazione che abbia questo obiettivo non può che durare tutta la vita: è l'idea di formazione continua. «La formazione continua non è qualcosa che viene dopo, dopo la formazione vera e propria, quella cosiddetta istituzionale, come se il cammino formativo lungo la vita fosse qualcosa di meno vero ed efficace. Al contrario, la formazione continua è ciò che viene prima, ovvero è la premessa e il fondamento di tutto l’itinerario formativo». Scopo della formazione iniziale è, quindi, formare la disponibilità a lasciarsi plasmare dalla vita (docibilitas), cioè la disponibilità di “imparare ad imparare”, a lasciarsi mettere in crisi dalla vita stessa, in tutte le sue stagioni. «Ma occorre preparare a questo - ribadisce P. Cencini - togliere tutte quelle paure, rigidità, sospetti, resistenze con cui siamo soliti difenderci dalla realtà, dagli altri, finendo per non percepire più nella realtà stessa la mediazione dell’azione formativa del Padre». Un breve tempo di riflessione segue la relazione, si da’ modo ai partecipanti, divisi in gruppi, di mettere a confronto esperienze e considerazioni e di porre domande ai relatori. La preghiera conclude la giornata: Sr Anna Nobili, della Congregazione delle Operaie della Sacra Famiglia di Nazareth, esprime con una danza la gioia dell’incontro di Maria Maddalena con Gesù Risorto.
CONVEGNO FORMATORI: CONSACRATI NEL CUORE DELLA CHIESA E DEL MONDO Città del Vaticano, 8 aprile 2015 «Sentiamo oggi l’appello dei nuovi contesti geografici e culturali che si manifesta in modo intenso» - ha detto questa mattina del Card. João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica nel suo intervento di apertura del Convegno dei Formatori - «infatti i contesti sono cambiati e siamo spaesati nella nostra identità. Un nuovo impegno di approfondimento ci è richiesto». In una società in continuo divenire i consacrati sono chiamati ad essere profeti di un nuovo modo di vivere le relazioni umane, i rapporti fraterni, di essere presenti in mezzo alle differenze, alle tensioni, per essere costruttori di unità: «In una società dello scontro, della difficile convivenza tra culture diverse, della sopraffazione sui più deboli, delle disuguaglianze, siamo chiamati ad offrire un modello concreto di comunità che, attraverso il riconoscimento della dignità di ogni persona e della condivisione del dono di cui ognuno è portatore, permetta di vivere rapporti fraterni». È attraverso la qualità delle relazioni che passa la profezia della vita consacrata. «La relazione uomo-donna nella diversità sessuale - afferma Michelina Tenace docente presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma nel corso del secondo intervento della giornata - la relazione di origine da una famiglia nella complessità della storia, la relazione di amicizia, nello specifico della vita spirituale, sono proposti come esempi di quella profezia che oggi è pressante». Per raggiungere questo obiettivo la formazione integrale deve essere attenta a tutte le dimensioni (intellettuale ed emotiva, individuale e comunitaria, personale e sociale, affettiva e sessuale) e deve mirare alla conformazione ai sentimenti di Cristo. Infatti, conclude Michelina Tenace: «La vocazione è alla santità. La formazione non ha altro fondamento: fare splendere nell’umano la vita divina come santità, formazione allo stesso sentire di Cristo Gesù».
IN 1200 ALLA VEGLIA DI PREGHIERA AL VIA IL CONVEGNO DEI FORMATORI Città del Vaticano, 7 aprile 2015 Inizia questa sera, con la veglia di preghiera che si svolgerà presso la parrocchia di S. Gregorio VII a Roma, il Convegno dei Formatori e Formatrici alla Vita consacrata promosso dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le società di vita apostolica. Obiettivo del congresso internazionale, che vedrà insieme 1200 formatori provenienti da tutto il mondo, convocare le diverse culture a confronto per riflettere sui fondamenti dell'identità della vita consacrata nella Chiesa e nel mondo e sulle esigenze formative nei contesti contemporanei. Alla liturgia, che avrà inizio alle 20:30 e vedrà la partecipazione anche dei 40 volontari che presteranno il loro servizio durante il Congresso, sarà presente il Card. João Braz de Aviz, Prefetto della CIVCSVA e a presiedere il rito sarà Mons. José Rodríguez Carballo, ofm, Arcivescovo Segretario della Congregazione. Tre i momenti principali: La Parola è luce: una processione di 50 consacrati e consacrate che porterà, nella Chiesa in penombra, una lampada accesa al cero pasquale, per sottolineare la necessità di lasciarsi illuminare da Dio nel difficile compito di formatori. La Parola è gioia: dopo l’ascolto delle letture dell’Antico e Nuovo Testamento, proclamate in diverse lingue, l'intronizzazione del libro dei Vangeli, con lampade e incenso, portati con movimenti di danza da alcune religiose africane appartenenti a diverse Congregazioni in segno di venerazione della Parola. La Parola ci ammaestra: sottolineando il compito del formatore nel ruolo di ‘ponte’ tra la libertà dell’uomo e la libertà di Dio e la formazione che deve toccare intelligenza, cuore e mani, perché diventi vita quotidiana, per una autentica sequela Christi e un Vangelo che sia forma vitae. «Un appuntamento prezioso per conoscere le diverse prospettive della formazione ed un momento di riflessione e crescita su come affrontare le nuove sfide nel momento presente» sottolinea tra i partecipanti P. Noel Rosas, 45 anni, Carmelitano, attualmente segretario amministrativo per la formazione presso la Curia Generalizia del suo Ordine, dal 2000 al 2014, formatore nelle Filippine. «Una esperienza di comunione tra tutti gli Istituti di Vita consacrata, di preghiera e approfondimento» aggiunge Rita Refalo membro dell’Istituto Secolare delle Oblate Apostoliche, maltese, che da 15 anni vive la missionarietà in Lettonia e prenderà parte all'incontro insieme ad un’altra consacrata, delegata della Conferenza Lettone della Vita consacrata. «C’è tanta differenza, tra Est e Ovest, Sud e Nord dell’Europa e ancora più se si cambia continente! Attraverso le differenze che sono un arricchimento, è necessario cogliere insieme i bisogni fondamentali della persona nel mondo di oggi, in riferimento alla formazione iniziale delle persone e poi a quella specifica nei diversi Istituti» nella convinzione che «essere consacrati oggi è andare contro corrente, recuperando nella testimonianza profezia e gioia vera». Domani, 8 aprile, presso l’Ergife Palace Hotel, inizieranno i lavori del Convegno con la relazione del Card. João Braz de Aviz, Prefetto della CIVCSVA: “Guardare il passato con gratitudine, vivere il presente con passione, abbracciare il futuro con speranza”. Programma del Convegno e sintesi dei lavori alla pagina: http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccscrlife/anno-vita-consacrata/index_anno-vita-consacrata_it.htm
Convegno dei formatori a Roma Città del Vaticano, 31 marzo 2015 Dall'8 all'11 aprile si svolgerà a Roma, presso l'Ergife Palace Hotel, il Convegno dei formatori e formatrici alla Vita consacrata. L'evento, che si colloca all'interno dell'Anno della Vita Consacrata, vedrà riuniti circa 1.200 formatori e formatrici provenienti da ogni parte del mondo che si confronteranno sui fondamenti dell'identità della Vita consacrata e sulle esigenze formative nel mondo contemporaneo. Oltre alle relazioni, più di 50 saranno i 'laboratori' in cui si affronteranno tematiche di grande attualità per la Vita consacrata. Chiuderà il Convegno un forum su 'La formazione nella visione interdicasteriale', cui parteciperanno S. E. Card. Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero, S.E. José Rodriguez Carballo, OFM, Arcivescovo Segretario CIVCSVA, S.E. A. Vincenzo Zani, Arcivescovo Segretario Congregazione per l’Educazione cattolica. Formarsi, cioè prendere la 'forma' di vita del Vangelo, per essere uomini e donne veramente liberi; maturare la propria identità per poter dialogare con tutte le culture e divenire, nell'oggi dei flussi migratori, segno profetico di accoglienza e di comunione. L'evento sarà preceduto da una veglia di preghiera, cui tutti potranno partecipare, martedì 7 aprile alle ore 20.30 nella parrocchia di S. Gregorio VII. Sabato 11 aprile alle ore 9.30, sarà possibile partecipare alla Celebrazione eucaristica nella Basilica Papale di S. Pietro presieduta dal Cardinale João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.
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