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COMUNICATO DELLA SESSIONE PLENARIA
DELLA CONGREGAZIONE
PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA
E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA

 

La maggior parte dei membri della Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica, non vive a Roma. Pur seguendo costantemente la vita e la missione delle persone consacrate, essi hanno l’opportunità di incontrarsi insieme tra di loro in una riunione plenaria. I 36 membri del Dicastero, di nomina pontificia, comprendono 25 cardinali, 7 vescovi, 4 superiori generali. Ad essi è affidata la cura pastorale di diocesi in sparse in tutto il mondo, compiti particolari in diversi ambiti della Santa Sede, o la guida di Istituti.

È stato quindi un momento di particolare gioia la sessione plenaria che li ha riuniti dal 25 al 28 settembre 2001, presso la loro sede vaticana. Non tutti hanno potuto prendervi parte o per ragioni di salute, come nel caso del card. Jaime L. Sin di Manila, o dei due cardinali degli USA, Francis Eugene George, arcivescovo di Chicago e Bernard Francis Law, arcivescovo di Boston, trattenuti da comprensibili motivazioni pastorali a seguito dei tragici fatti che hanno insanguinato la loro terra.

Durante i quattro giorni di assemblea i partecipanti hanno potuto riflettere sulla situazione attuale della vita consacrata portando l’esperienza dei loro contatti con le donne e gli uomini consacrati dei rispettivi Paesi e accogliendo i contributi offerti da persone qualificate invitate alla Plenaria: Sr. Rita Burley, dell’Inghilterra, Superiora generale delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù e presidente dell’UISG, Sr. Lorraine Marie Delaney (India) Superiora generale delle Suore di san Giuseppe di Chambéry, Sr. Adele Brambilla, Superiora generale delle Comboniane, che per anni ha lavorato in Africa; la Sig.na Dora Castenetto, Presidente della Conferenza mondiale degli Istituti Secolari; Fr. Álvaro Rodriguez Echeverría, Superiore Generale dei Fratelli delle Scuole Cristiane e Presidente dell’USG.

I lavori sono stati facilitati da una commissione di esperti che precedentemente aveva preparato un documento di lavoro dal titolo "Ripartire da Cristo. Un rinnovato impegno della vita consacrata nel terzo millennio". Il titolo indica chiaramente la volontà di riflettere sul futuro della vita consacrata a partire dal programma che il Papa ha offerto a tutti i fedeli cristiani con la Lettera apostolica Novo millennio ineunte. Non mancano i documenti autorevoli e le riflessioni teologiche e pastorali sulla vita consacrata, tuttavia, all’inizio del nuovo millennio, anche le persone consacrate sono fortemente interpellate dalle parole di Giovanni Paolo II: "Duc in altum", e si domandano cosa voglia dire concretamente lasciare la sponda delle sicurezze acquisite per andare al largo con tutte le incognite che questo comporta.

Lo studio dell’Instrumentum laboris, presentato dal Cardinale Prefetto e commentato dal card. Francis E. George (che ha inviato il suo testo all’assemblea) e dal p. Peter-Hans Kolvenbach Preposito generale della Compagnia di Gesù, ha posto i membri della Plenaria davanti all’immane lavoro che svolgono nel mondo 1.000.000 di persone consacrate, di cui 700.000 sono donne.

Si tratta il più delle volte di una presenza e di un lavoro nascosto, non sempre adeguatamente riconosciuto ed apprezzato, ma non per questo meno valido e necessario. È stato sottolineata la loro testimonianza di fede e di preghiera, che tiene vivo in tutto il popolo di Dio la dimensione evangelica, profetica ed escatologica della vita cristiana. Indispensabile il lavoro di educazione alla fede, di accompagnamento spirituale, di educazione e catechesi, di pedagogia della preghiera. Il servizio nella missionarietà della Chiesa li porta in ambienti e Paesi a rischio: mai come in questi anni si sono conosciute così tante nuove fondazioni, proprio in momento di difficoltà numerica da parte degli Istituti, segno di una grande generosità e audacia evangelica.

Il servizio della misericordia, della cura ai malati, della promozione della giustizia conosce la "fantasia della carità", porta a vivere nella prossimità alla gente, nel lavoro di "frontiera", fino alla testimonianza del martirio.

Un apporto tutto particolare va riconosciuto alle persone anziane, ammalate e sofferenti, che oltre il servizio già reso e alla saggezza che possono condividere con altri, offrono il proprio prezioso contributo unendosi al Cristo paziente in favore del suo Corpo che è la Chiesa.

I pastori della Chiesa hanno voluto esprimere il senso di apprezzamento, riconoscenza e solidarietà per il molteplice impegno dei consacrati in tutta la vita ecclesiale e durante la loro assemblea hanno pregato per loro.

Lo sguardo realista portato sulla vita consacrata di oggi ha mostrato anche le difficoltà e le prove a cui essa oggi è sottoposta. In queste i Padri della Plenaria hanno visto celarsi un potente appello a qualificare il vissuto della vita consacrata, e l’occasione per un nuovo inizio.

Una prima difficoltà viene dagli stessi consacrati che percepiscono l’incertezza di questo momento di trapasso, toccando talvolta il problema della propria identità. Altri punti critici rilevati nei vari interventi riguardano la scarsità vocazionale nell’Occidente, il funzionalismo apostolico, il bisogno di rafforzare la comunione tra Gerarchia e vita consacrata per un pieno inserimento dell’impegno dei consacrati nella pastorale.

Da dove ripartire, si sono quindi domandati i Padri della Plenaria, per un rilancio della vita consacrata nella prospettiva del nuovo millennio? In continuità con l’Esortazione apostolica post-sinodale Vita consecrata, di cui quest’anno si celebra il quinto anniversario, e dietro indicazione di Novo millennio ineunte, l’accento dovrà essere posto soprattutto sulla spiritualità e sulle indicazioni ad essa collegate.

È questo l’orientamento che il Santo Padre ha indicato anche con il Messaggio rivolto ai membri della Plenaria. In esso, ricordando il primo posto spettante alla vita spirituale, viene evidenziato il ruolo eminentemente pedagogico che i membri degli Istituti di vita consacrata hanno nei confronti di tutta la Chiesa. Si tratta di un ministero che richiede di «sviluppare relazioni spirituali e apostoliche sempre più autentiche all’interno del tessuto ordinario delle Comunità cristiane, condividendo i beni spirituali».

Come frutto di questa Plenaria, così come si è soliti fare al termine di ogni Plenaria, apparirà un documento finale per suggerire alcuni linee su come "Ripartire da Cristo" in una rinnovata comunione con tutti i membri del popolo Dio.

             

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