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CONGREGAZIONE PER L'EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI

OMELIA DEL CARDINALE CRESCENZIO SEPE

Cattedrale di Rrëshen (Albania)
Sabato, 9 novembre 2002

 

Cari fratelli nell'Episcopato e amati fedeli,

Sono lieto di trovarmi qui, accompagnato dal vostro Pastore, Mons. Cristoforo Palmieri, C.M., per consacrare questa nuova Cattedrale di Rrëshen, dedicata a "Gesù, unico Salvatore del mondo".

Con tale cerimonia, questo tempio diventerà l'abitazione di Dio, il luogo privilegiato dove verremo ad adorare il Dio che vive in mezzo a noi. Qui daremo ospitalità al Signore, ma qui impareremo anche a riconoscerci fratelli, ed a costruire, giorno dopo giorno, una viva e feconda comunità di fede.

È con particolare soddisfazione che vi porto, per questa circostanza speciale, l'abbraccio e la benedizione del Santo Padre. Al caro Mons. Cristoforo Palmieri desidero confermare il mio apprezzamento per l'opera eccezionale che egli ha portato a termine, grazie al generoso sostegno finanziario dell'Arcidiocesi di Bologna (Italia), alla fedele cooperazione della famiglia religiosa dei PP. Lazzaristi, ed a quella, non meno importante, dei Frati Minori. Esprimo pari gratitudine a Don Giovanni Kokona, alle suore, ai catechisti, e ai numerosi collaboratori laici di Rrëshen. Rivolgo, poi, un grato saluto all'Ecc.mo Nunzio Apostolico, Mons. Giovanni Bulaitis, ed ai Vescovi, presenti a questo sacro rito. Ringrazio, pure, i membri di altre Confessioni cristiane e di altre Religioni che manifestano, con la loro partecipazione, propositi di fraterna solidarietà. Saluto, infine, con deferenza, le Autorità locali che hanno voluto, con la loro presenza, assicurare a questa iniziativa l'interesse dell'intero Paese.

Cari fedeli, nel contemplare la bellezza di questo Tempio e nel tentare di coglierne il suo vero significato spirituale, dobbiamo ammettere che esso rappresenta una tappa di maturazione del vostro cammino di fede. Dopo gli anni oscuri della persecuzione, la comunità cattolica di Rrëshen ha finalmente un luogo in cui celebrare i santi misteri che esprimono i momenti più alti della vita cristiana:  dal Battesimo all'Eucaristia, dalla Riconciliazione al Matrimonio, dall'Ordine alla Confermazione e alla consegna dei vostri morti al Dio della  vita.  Ma  in  questo  luogo  santo il  Signore  farà  sosta,  qui  avrà  una casa,  accanto  alle  vostre  case,  per essere "l'Emmanuele, il Dio con noi" (Mt 1, 23).

Ma la liturgia della consacrazione che stiamo per celebrare aiuta anche a riflettere sui valori portanti della fede cristiana. Consacrare significa, infatti, privarsi di qualcosa di importante, per farne dono a Dio. Ma, più in profondità, la consacrazione chiama in causa non tanto le cose, quanto le nostre persone di credenti e il nostro desiderio di appartenere a Dio: "Fratelli miei, anche voi, mediante il corpo di Cristo, siete stati  messi  a  morte  quanto  alla  legge  per  appartenere  ad  un  altro,  cioè a  colui  che  fu  risuscitato dai morti, affinché noi portiamo frutti per Dio" (Rm 7, 4).

In questo luogo e in questo momento avviene, dunque, una sorta di matrimonio tra Dio e la comunità cristiana di Rrëshen. Come già fecero i nostri Padri nella fede, oggi consacriamo tutto e tutti a Dio:  la nostra vita, i nostri bambini, i giovani, le famiglie, gli anziani; il passato, il presente, il futuro.

La prima lettura ci ha ricordato la consacrazione del tempio di Gerusalemme, quando il sacerdote Esdra disse al piccolo "resto di Israele", tornato dall'esilio babilonese: "Fate festa perché questo giorno è consacrato al Signore vostro Dio" (Ne 8, 9). Oggi, consacriamo questa casa di Dio ma, soprattutto, purifichiamo il nostro cuore per essere degni di stare alla sua presenza: "Siate santi perché io, il Signore vostro Dio, sono santo" (Lv 19, 2).

La prima comunità cristiana, erede dell'antico Israele, ebbe viva consapevolezza di essere un popolo consacrato al Signore. Avvertiva di far parte, con la morte e la risurrezione di Gesù, di un'alleanza nuova ed eterna, scritta con il sangue prezioso di Cristo. Oggi, voi fedeli di Rrëshen siete il popolo santo di Dio: "Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa" (1 Pt 2,9). "Siete tempio santo" (1 Cor 3,16). "Siete la sposa dell'Agnello" (Ap 14, 1). Tale coscienza di santità vi impegna a diventare adulti nella fede, a vincere la tendenza al peccato, ed a crescere nell'amore reciproco e nella santità.

Ma come è possibile essere santi, se l'essere umano è vestito di fragilità? È possibile perché Cristo ha donato la sua vita per la Chiesa "per farsi comparire davanti una Chiesa gloriosa, senza macchia, né ruga, ma santa e immacolata" (Ef 5, 28).

La Chiesa, dunque, è santa perché è santo il suo Fondatore, quel Signore Gesù che, per santificarla, non ha esitato a lasciarsi mettere in croce. Ma, essa rimane soggetta alla prova ed alle tentazioni, perché la parte umana della Chiesa, che siamo noi, conosce debolezze e peccato.

In questo senso, essa ha continuo bisogno di purificazione. Consacrando questa nuova Cattedrale, Dio consegna a voi la Chiesa, e vi chiede di farla risplendere con la santità della vostra vita!

La santità è, dunque, la meta di ogni cristiano, anche se le vie per raggiungerla sono diverse. Essa non è affidata o limitata solo ad alcuni, ai Religiosi e alle Religiose, ma è impegno quotidiano di ogni battezzato, il quale è chiamato a realizzarla nella quotidianità della sua esistenza. Essa, perciò, va sviluppata là dove si vive, a partire dalla propria vita familiare.

Cari fratelli e sorelle laici, rimanete fedeli agli impegni del matrimonio cristiano, educate i figli mediante la vostra testimonianza esemplare e la parola chiara e coraggiosa. Non abbiate paura di chiedere cose grandi ai vostri figli, perché chi chiede molto, ama molto. E se Dio chiama un vostro figlio, od una vostra figlia, alla vita consacrata, siate riconoscenti, generosi e pronti a collaborare. E dal momento che Dio santifica anche mediante il lavoro, accogliete un tale ambito di vita come il luogo dove potete vivere concretamente il Vangelo di Gesù Cristo. Sappiate, infine, far crescere la vostra società verso una qualità di vita degna di figli di Dio.

Lo Spirito Santo inondi i vostri cuori perché sappiate cogliere il suo invito a rendere visibile, con la vostra vita, il volto santo della Chiesa. Sarete, in tal modo, autentici missionari del Vangelo, icona dell'amore di Dio per tutti i vostri fratelli albanesi.

Con la protezione della Beata Vergine Maria, Regina dell'Albania e la Benedizione del Signore nostro Gesù Cristo, Unico Salvatore del mondo.

 

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