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SACRA CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI

 

RESPONSA AD PROPOSITA DUBIA
DE INTERPRETATIONE DECRETI
« ECCLESIAE PASTORUM »

(cf. AAS 67 [1975], 283) *

 

Publici iuris fiunt epistulae duae, cum adnexis, Em.mo P. D. Silvio S. R. E. Card. Oddi. S. C. pro Clericis Praefecto, et R. P. D. Ioanni Vilnet, episcopo S. Deodati, conferentiae Episcoporum Galliae Praesidi, missae.

Em.mo P. D. Silvio S. R. E. Card. Oddi
S. C. Pro Clericis Praefecto

7 luglio 1983

Signor Cardinale,

Con lettera in data 2 luglio 1982 Ella ha presentato a questa Congregazione cinque quesiti relativi alla interpretazione delle disposizioni del Decreto Ecclesiae Pastorum, art. 4, circa l'approvazione delle opere destinate alla catechesi. Tale problema è stato sottoposto allo studio dei Consultori e degli Em.mi Cardinali Membri di questo Dicastero, i quali lo hanno esaminato nelle loro adunanze del 23 marzo e del 22 giugno u.s. Le decisioni sono state poi approvate dal Santo Padre nelle Udienze del 26 marzo e del 1 luglio u.s. Mi pregio ora rimettere all'Eminenza Vostra le risposte ai cinque quesiti di cotesta S. Congregazione per il Clero, precedute da una premessa, espressamente voluta dagli Em.mi Cardinali, allo scopo di richiamare i principi fondamentali a cui si ispirano dette risposte (cf. Allegato).

Con sensi di distinto ossequio mi confermo

di Vostra Eminenza
dev.mo nel Signore

+ Ioseph Card. Ratzinger,
Prefetto

+ Fr. Girolamo Hamer, O.P.,
Arciv. tit. di Lorium,
Segretario

 

ALLEGATO

Premessa

Le diverse questioni che sono state poste circa la procedura per l'approvazione delle pubblicazioni di catechesi riguardano l'esercizio dell'autorità rispettivamente della Sede Apostolica, dei Vescovi diocesani e delle Conferenze Episcopali. Pertanto, prima di dare le risposte particolari, la SCDF ritiene opportuno indicare i principi generali di ordine dottrinale, giuridico e pastorale che ne sono il fondamento, enunciati in particolare nel Directorium catechisticum generale della S. C. per il Clero dell'11-4-1971, n. 134 (AAS 64 [1972], 173); nel Decr. Ecclesiae Pastorum della S. C. per la Dottrina della Fede del 19-3-1975, a. 4, § 1 (AAS 67 [1975], 283); nella Responsio della S. C. per la Dottrina della Fede del 25-6-1980 (AAS 72 [1980], 756); nel can. 775 del nuovo CIC.

1. « Il Pontefice Romano [...] è per divina istituzione rivestito di un potere supremo, pieno, immediato e universale per il bene delle anime [...]. Essendo stato costituito pastore di tutti i fedeli per promuovere sia il bene comune della Chiesa universale sia il bene delle singole Chiese, detiene il supremo potere ordinario su tutte le Chiese » (Concilio Vaticano II, Decr. Christus Dominus, n. 2; nuovo CIC, can. 331).

In forza di questo titolo, egli stabilisce per la Chiesa universale delle norme in materia di catechesi, che, in applicazione del Concilio Vaticano II, sono state enunciate nel Directorium catechisticum generale (AAS 64 [1972], 97-176) e richiamate in buona parte nell'Esortazione apostolica Catechesi tradendae.

2. « I Vescovi, posti dallo Spirito Santo, succedono agli Apostoli come pastori delle anime e, insieme col Sommo Pontefice e sotto la sua autorità, hanno la missione di perpetuare l'opera di Cristo [...]. Perciò sono divenuti veri e autentici Maestri della fede, Pontefici e Pastori » (Christus Dominus, n. 2; cf. nuovo CIC, can. 375).

Come il Sovrano Pontefice per la Chiesa universale, così ogni Vescovo per la sua Chiesa particolare, esercita immediatamente, in virtù del « ius divinum », il potere d'insegnare (munus docendi). Pertanto egli è, nella sua diocesi, la prima autorità responsabile della catechesi nel rispetto delle norme della Sede Apostolica (cf. can. 775, § 1 del nuovo CIC; cf. anche can. 827, § 1; Catechesi tradendae. n. 63).

3. La Conferenza Episcopale è « un'assemblea nella quale i pastori di una nazione o di un territorio esercitano congiuntamente il loro mandato pastorale, per l'incremento del bene che la Chiesa offre agli uomini, in particolare per mezzo di quelle forme e di quei metodi di apostolato, che sono appropriati alle circostanze dei nostri giorni » (Christus Dominus, n. 38; nuovo CIC, can. 447).

Essa detiene i poteri che le sono riconosciuti dal diritto (cf. Christus Dominus. n. 38, § 4; can. 455 del nuovo CIC), e non può delegare il suo potere legislativo alle commissioni o ad altri organismi da essa creati (cf. Risposta della Commissione per l'interpretazione dei Decreti del Concilio Vaticano II, 10 giugno 1966).

Per quello che riguarda la catechesi, restando salvo il diritto proprio di ogni vescovo (cf. can. 775, § 1; can. 827, § 1 del nuovo CIC), è di competenza della Conferenza Episcopale, se ciò appare utile, far pubblicare, con l'approvazione della Sede Apostolica, catechismi per il proprio territorio (cf. can. 775, § 2. del nuovo CIC; Directorium catechisticum generale, nn. 119 e 134).

4. L'azione pastorale catechetica deve realizzarsi in maniera efficace e coordinata, nel quadro di una regione, di una nazione o anche di più nazioni che appartengono ad una medesima zona socio-culturale.

Ciò implica, nel rispetto delle competenze sopra richiamate, una necessaria intesa fra vescovi diocesani, Conferenze Episcopali e Sede Apostolica, in un'azione comune insieme fraterna e rispettosa del principio della collegialità.

 

DUBIA A S. C. PRO CLERICIS PROPOSITA

Q. I. – Dopo il Decreto De Ecclesiae Pastorum vigilantia circa libros (AAS 67 [1975], 283) e la ulteriore precisazione della S. Congregazione per la Dottrina della Fede con la risposta al dubbio in merito all'art. 4 (AAS 72 [1980], p, 756), possono le Conferenze Episcopali nazionali o regionali pubblicare catechismi nazionali o regionali e documenti catechistici, valevoli sul piano extra diocesano, senza la previa approvazione della Santa Sede?

R. Negative.

Osservazioni:

Si rimanda alla risposta della SCDF al dubbio citato nel quesito, in conformità ai nn. 119 e 134 del Directorium catechisticum generale, e soprattutto al canone 775 § 2 del nuovo CIC: « Episcoporum conferentiae est, si utile videatur, curare ut catechismi pro suo territorio, praevia Sedis Apostolicae approbatione, edantur ».

Q. II – Senza la previa approvazione della Santa Sede, possono essere proposti e diffusi dalle Conferenze Episcopali catechismi a livello nazionale, per « la consultazione e la sperimentazione? ».

R. Negative.

Osservazioni:

a) Per quanto riguarda la sperimentazione: non si può ammettere la pubblicazione di catechismi « ad experimentum »: i catechismi destinati ad una intera nazione devono già avere quanto al contenuto e al metodo un valore provato che assicuri l'autorevolezza e la stabilità che si addice alla catechesi. Non si escludono però gli « experimenta particularia » precedenti la pubblicazione, di cui al n. 119, § 2, del Directorium catechisticum generale (AAS 64 [1972], 166).

b) Per quanto riguarda la consultazione: il concetto di catechismi « per consultazione » richiederebbe maggiori precisazioni. Ma se si tratta di un'opera catechetica di consultazione destinata ad una intera nazione e proposta dalla Conferenza episcopale, valgono le norme citate sopra (ad 1).

Q. III – I singoli Ordinari Diocesani che hanno dato parere favorevole per un catechismo nazionale, possono concedere l'Imprimatur a catechismi particolari, quando questi sono sicuri per il contenuto e chiari per l'esposizione?

R. Affirmative.

Q. IV – Una Commissione Episcopale può avere la autorità permanente di approvare o di non approvare catechismi a livello nazionale o per singole diocesi?

R. Negative.

Osservazioni:

La responsabilità di curare ut catechismi pro suo territorio, praevia Sedis Apostolicae approbatione, edantur spetta collegialmente alla Conferenza episcopale. Una commissione episcopale può essere incaricata anche stabilmente di preparare il materiale catechistico, salvo sempre il diritto della Conferenza episcopale nel suo insieme, di decidere se accettarlo o meno e, per quanto riguarda i catechismi nazionali, se presentarli o meno alla approvazione della S. Sede.

Tale decisione che riguarda la « institutio catechetica », posta dal nuovo Codex opportunamente nel libro II « De munere docendi », rientra nel potere legislativo della Conferenza episcopale e in quanto tale deve essere presa con una maggioranza qualificata, a norma del can. 455, § 2 e non può essere delegata (cf. Risposta « ad dubium » della Pontificia Commissione per l'interpretazione dei Decreti del Concilio Vaticano II, del 25 maggio 1966: AAS 60 [1968], 361). D'altra parte i « decreta generalia » secondo il can. 29 « proprie sunt leges ».

Q. V – Oltre al catechismo ufficiale, possono essere usati altri catechismi debitamente approvati dalla Autorità ecclesiastica?

R. Affirmative iuxta mentem:

1) per la catechesi fatta sotto l'autorità del vescovo nelle parrocchie e nelle scuole, si devono usare i catechismi approvati e adottati come testi ufficiali dal vescovo stesso o dalla Conferenza Episcopale.

2) Altri catechismi approvati dall'autorità ecclesiastica possono essere adoperati come mezzi sussidiari.

* * *

R. P. D. Ioanni Vilnet

Conferentiae Episcoporum Galliae Praesidi

7 juillet 1983

Excellence,

Par lettre en date du 3 août 1982, vous avez soumis officiellement à notre Congrégation une demande relative à l'interprétation des dispositions sur l'Imprimatur des ouvrages de catéchèse, énoncées par l'article 4 du décret Ecclesiae pastorum. Cette question a été soumise à l'examen des Consulteurs et Cardinaux Membres de notre Dicastère, qui l'ont traitée respectivement lors de leurs réunions des 23 mars et 22 juin derniers. L'approbation des décisions a été donnée par le Saint Père au cours des audiences des 26 mars et 1er juillet. Je suis maintenant en mesure de vous communiquer la réponse à la question posée (cf. Annexe). Comme vous le verrez, elle est précédée d'un préambule, expressément voulu par les Em.mes Cardinaux, qui rappelle les principes fondamentaux dont elle découle.

Veuillez agréer, Excellence, l'expression de mes sentiments de très res- pectueux dévouement dans le Seigneur.

 

+ Joseph Card. Ratzinger, Préfet

+ Fr. Jérôme Hamer, O.P., Archevêque tit. de Lorium, Secrétaire

 

ANNEXE

Note préliminaire

Avant de répondre à la question posée, la S. Congrégation pour la Doctrine de la Foi estime opportun d'indiquer les principes généraux d'ordre doctrinal, juridique et pastoral énoncés notamment dans le Directorium catechisticum generale de la S. C. pour le Clergé, du 11 avril 1971, n. 134 (AAS 64 [1972], 173); dans le décret Ecclesiae pastorum de la S. C. pour la Doctrine de la Foi, du 19 mars 1975, art. 4, § 1 (AAS 67 [1975], 283); et dans la Responsio de la S. C. pour la Doctrine de la Foi, du 215 juin 1980 (AAS 72 [1980], 756); dans le can. 775 du nouveau CIC.

1. « Le Pontife Romain jouit, par institution divine, du pouvoir suprême, plénier, immédiat, universel pour la charge des âmes [...]. En sa qualité de pasteur de tous les fidèles envoyé pour assurer le bien commun de l'Église universelle et le bien de chacune des Églises, il possède sur toutes les Églises la primauté du pouvoir ordinaire » (Concile Vatican II, décret Christus Dominus, 11. 2; nouveau CIC, can. 331).

A ce titre, il détermine pour l'Église universelle des normes en matière de catéchèse qui, en application du Concile Vatican II, ont été énoncées dans le Directorium catechisticum generale (AAS 64 [1972], 97-176) et rappelées pour une bonne part dans l'exhortation apostolique Catechesi tradendae.

2. « Les Evêques, établis par le Saint-Esprit, succèdent aux Apôtres comme pasteurs des âmes; ils ont été envoyés pour assurer, en union avec le Pontife Romain et sous son autorité, la pérennité de l'œuvre du Christ... Aussi ont-ils été constitués de vrais et authentiques maîtres de la foi, pontifes et pasteurs » (Christus Dominus, n. 2; cf. nouveau CIC, can. 375).

Comme le Souverain Pontife pour l'Église universelle, chaque Evêque pour son Eglise particulière exerce immédiatement, en vertu du ius divinum, le pouvoir d'enseigner (munus docendi). Aussi est-il, dans son diocèse, la première autorité responsable de la catéchèse dans le respect des prescriptions du Siège Apostolique (cf. can. 775, § 1 du nouveau CIC; cf. également can. 827, § 1; Catechesi tradendae, n. 63).

3. La Conférence épiscopale est « une assemblée dans laquelle les prélats d'une nation ou d'un territoire exercent conjointement leur charge pastorale en vue de promouvoir davantage le bien que l'Église offre aux hommes, en particulier par des formes et des méthodes d'apostolat convenablement adaptées aux circonstances » (Christus Dominus, n. 38; nouveau CIC, can. 447).

Elle détient les pouvoirs qui lui sont reconnus par le droit (cf. Christus Dominus, n. 38, § 4; can. 455 du nouveau CIC), et ne peut déléguer son pouvoir législatif aux commissions ou autres organismes créés par elle (cf. réponse de la Commission d'interprétation des décrets du Concile Vatican II, 10 juin 1966).

En ce qui concerne la catéchèse, demeurant sauf le droit propre de chaque Evêque (cf. can. 775, § 1; 827, § 1 du nouveau CIC), il est de la compétence de la Conférence épiscopale, si cela semble utile, de faire éditer, avec l'approbation du Siège Apostolique, des catéchismes pour son propre territoire (cf. can. 775, § 2 du nouveau CIC; Directorium catechisticum generale », nn. 119 et 131).

4. L'action pastorale catéchétique doit se réaliser d'une manière efficace et coordonnée, dans le cadre d'une région, d'une nation ou même de plusieurs nations qui appartiennent à une même zone socio-culturelle.

Ceci implique — dans le respect des compétences précédemment rappelées — une nécessaire entente entre Evêques diocésains, Conférence épiscopale et Siège Apostolique, dans une action commune à la fois fraternelle et respectueuse du principe de la collégialité.

 

DUBIUM A CONFERENTIA EPISCOPORUM
GALLIAE PROPOSITUM

L'article 4, § 1 du décret Ecclesiae pastorum implique-t-il que l'Ordinaire du lieu ou la Conférence épiscopale doivent tenir compte qu'un livre est destiné à usage catéchétique lorsqu'ils sont sollicités de lui donner l'approbation prévue par ce décret?

En effet, certains auteurs ou éditeurs qui préparent des livres à contenu et destination de « catéchismes » arguent de l'article 1 du décret Ecclesiae pastorum pour urger de l'Evêque compétent l'« approbation » prévue en cet article, si les livres en question ne contiennent rien de contraire à la foi et aux mœurs, indépendamment de toute appréciation de la valeur de son contenu pour usage catéchétique. Ils estiment que la concession de l'imprimatur même pour des livres à contenu catéchétique et destinés à cet usage est un « droit » de l'impétrant et conséquemment un « devoir » de la part de l'Evêque concerné.

R. Affirmative iuxta mentem, à savoir:

a) si l'approbation est demandée pour la seule publication d'un caté- chisme, sans qu'elle signifie l'adoption du livre comme texte officiel pour la catéchèse diocésaine, elle doit être donnée selon les critères qui règlent d'une manière générale la censure préalable des livres à soumettre au jugement de l'Ordinaire, c'est-à-dire en tenant compte avant tout de l'orthodoxie du contenu et des normes ecclésiastiques universelles concernant la catéchèse (nouveau CIC, can. 823, § 1; 830 § 2 Directorium catechisticum generale, 11. 119; proœmium § 6).

b) Si l'approbation est demandée pour des catéchismes destinés à la catéchèse officielle du diocèse, en plus de l'orthodoxie du contenu et des normes universelles de la catéchèse, l'Ordinaire tiendra compte également des règles particulières édictées par lui-même en fonction des besoins concrets du diocèse (nouveau CIC, can. 775, § 1) et des normes fixées par la Conférence épiscopale et approuvées par le Saint-Siège (Directorium catechisticum generale, n. 134).

 

 

* AAS 76 (1984), 45-52.

 

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