CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE NOTA ESPLICATIVA
1. L’interesse della Chiesa per i poveri La Congregazione della Dottrina della Fede ha il peculiare compito di promuovere e di tutelare la dottrina sulla fede ed i costumi nell’orbe cattolico[1]. In tal modo si intende servire la fede del popolo di Dio ed in particolare di coloro che in esso sono i più semplici ed i più poveri. La preoccupazione per i più semplici ed i più poveri è fin dall’inizio uno dei tratti che qualificano la missione della Chiesa. Se è vero, come ha ricordato anche il S. Padre, che “la prima povertà dei popoli è non conoscere Cristo”[2], ciascun uomo ha diritto di conoscere il Signore Gesù, Colui che è “l’atteso delle genti ed il loro salvatore”. A maggior ragione, ciascun cristiano ha diritto di conoscere in modo adeguato, autentico ed integrale, la verità che la Chiesa confessa ed esprime su di Lui. Tale diritto fonda il corrispettivo dovere del magistero ecclesiale di intervenire tutte le volte che tale verità viene messa in pericolo o negata. La Congregazione si è perciò trovata nella necessità di pubblicare l’annessa Notificazione su alcune opere di P. Jon Sobrino S.I., nelle quali sono state riscontrate diverse proposizioni che possono nuocere ai fedeli, a causa della loro erroneità o pericolosità. P. Sobrino, nelle sue pubblicazioni, manifesta preoccupazione per la situazione dei poveri e degli oppressi, specialmente in America Latina. Questa preoccupazione appartiene senza dubbio alla Chiesa intera. La stessa Congregazione per la Dottrina della Fede, nella sua Istruzione Libertatis conscientia sulla libertà cristiana e la liberazione, indicava che la miseria umana “ha attirato la compassione di Cristo Salvatore, che ha voluto prenderla su di sé, e identificarsi con «i più piccoli tra i fratelli» (Mt 25, 40. 45)” e che “l'opzione preferenziale per i poveri, lungi dall'essere un segno di particolarismo o di settarismo, manifesta l'universalità della natura e della missione della Chiesa. Questa opzione non è esclusiva. È la ragione per cui la Chiesa non può esprimersi a sostegno di categorie sociologiche e ideologiche riduttrici, che farebbero di tale preferenza una scelta faziosa e di natura conflittuale”[3]. Già in precedenza, la stessa Congregazione, nella Istruzione Libertatis nuntius sopra alcuni aspetti della teologia della liberazione, aveva osservato che i richiami circa tale corrente teologica, contenuti nel documento, non potevano essere interpretati come un rimprovero verso coloro che desideravano rimanere fedeli alla “opzione preferenziale per i poveri”, né in alcun modo esser addotti come scusa da coloro che si mostrano indifferenti ai gravissimi problemi della miseria e dell’ingiustizia[4] Tali affermazioni illustrano con chiarezza quale sia la posizione della Chiesa riguardo a questa complessa problematica: “Le inique disuguaglianze e le oppressioni di ogni sorta, che colpiscono oggi milioni di uomini e di donne, sono in aperta contraddizione col Vangelo di Cristo e non possono lasciar tranquilla la coscienza di nessun cristiano. Nella sua docilità allo Spirito, la Chiesa avanza con fedeltà lungo le strade dell'autentica liberazione. I suoi membri hanno coscienza delle proprie manchevolezze e dei ritardi in questa ricerca. Ma una moltitudine di cristiani, fin dal tempo degli Apostoli, ha impegnato le proprie forze e la propria vita per la liberazione da ogni forma di oppressione e per la promozione della dignità umana. L'esperienza dei Santi e l'esempio di tante opere al servizio del prossimo costituiscono uno stimolo e una luce per quelle iniziative liberatrici, che al giorno d'oggi si impongono”[5]. 2. La procedura per l’esame delle dottrine Alla Notificazione di cui sopra si è pervenuti attraverso un attento esame degli scritti di P. Sobrino, seguendo l’apposito regolamento per l’esame delle dottrine. Ecco in sintesi il modo con cui la Congregazione per la Dottrina della Fede procede nel formulare un giudizio su scritti che paiono problematici. Quando la Congregazione ritiene che gli scritti di un autore pongono dei problemi sotto il profilo dottrinale, al punto che ne derivi o possa derivarne un grave danno per i fedeli, si inizia una procedura regolata da una normativa approvata, in data 29 giugno 1997, da Papa Giovanni Paolo II[6]. La procedura ordinaria prevede che si chieda il parere di alcuni esperti nella materia in esame. Tali pareri, insieme a tutte le notizie utili per l’indagine in questione, vengono poi sottoposti all’esame della Consulta, vale a dire a quell’istanza della Congregazione costituita da esperti in varie discipline teologiche. Tutta la documentazione relativa, comprendente il verbale della discussione, la votazione generale ed i pareri dei consultori sull’eventuale esistenza, negli scritti in esame, di errori dottrinali e di opinioni pericolose, viene quindi sottomessa al giudizio della Sessione Ordinaria della Congregazione, composta da Cardinali e Vescovi membri del Dicastero. Essa esamina minuziosamente tutta la questione e decide se merita o meno una contestazione all’autore. Le decisioni della Sessione Ordinaria sono, infine, sottoposte all’approvazione del Sommo Pontefice. Se si decide di procedere alla contestazione, un elenco di proposizioni erronee o pericolose viene trasmesso, attraverso il competente Ordinario, all’autore, il quale dispone di un tempo utile di tre mesi per rispondere. Se la Sessione Ordinaria considera la risposta sufficiente, non si procede ulteriormente. Altrimenti si adottano i provvedimenti del caso: ad es. la pubblicazione di una Notificazione, in cui vengono esposte le proposizioni erronee o pericolose riscontrate negli scritti dell’autore. Nel caso in cui gli scritti esaminati siano ritenuti evidentemente erronei e dalla loro divulgazione deriva o potrebbe derivare un grave danno per i fedeli[7], la procedura viene abbreviata. Si nomina una Commissione di esperti con l’incarico di individuare le proposizioni erronee e pericolose. Il parere della Commissione viene sottoposto al giudizio della Sessione Ordinaria della Congregazione. Se le proposizioni vengono considerate effettivamente erronee e pericolose, dopo l’approvazione del S. Padre, sempre tramite l’Ordinario, esse sono trasmesse all’autore, affinché le corregga in un tempo utile di due mesi. La risposta è esaminata dalla Sessione Ordinaria, che adotta le opportune misure. 3. Il caso particolare di P. Sobrino Nel presente caso, la stessa Notificazione indica i passi seguiti secondo la procedura urgente. Si è optato per questa procedura, fra l’altro, in considerazione della grande diffusione che, soprattutto in America Latina, hanno avuto le opere del P. Jon Sobrino. In esse si rilevarono gravi difetti, sia metodologici che di contenuto. Senza ripetere qui ciò che già espone per esteso la Notificazione, si rileva anzitutto l’affermazione secondo cui “la Chiesa dei poveri” è il luogo ecclesiale della cristologia ed offre ad essa l’orientamento fondamentale. Così dicendo, l’autore dimentica che è la fede apostolica, trasmessa dalla Chiesa a tutte le generazioni, l’unico “luogo ecclesiale” valido per la cristologia e, più in generale, per la teologia. P. Sobrino tende a diminuire il valore normativo delle affermazioni del Nuovo Testamento e dei grandi concili della Chiesa antica. Tali errori, di indole metodologica, conducono a conclusioni non conformi con la fede della Chiesa riguardo a punti cruciali, come la divinità di Gesù Cristo, l’Incarnazione del Figlio di Dio, la relazione di Gesù con il Regno di Dio, la sua autocoscienza ed il valore salvifico della sua morte. A tal proposito, la Congregazione per la Dottrina della Fede già scriveva: “Una riflessione teologica, sviluppata partendo da una particolare esperienza, può costituire un contributo molto positivo, in quanto consente di mettere in evidenza aspetti della Parola di Dio, la cui intera ricchezza non era ancora stata pienamente percepita. Ma affinché tale riflessione sia veramente una lettura della Scrittura, e non già la proiezione sulla Parola di Dio di un significato che non vi è contenuto, il teologo sarà attento a interpretare l'esperienza, da cui parte, alla luce dell'esperienza della Chiesa stessa. Tale esperienza della Chiesa brilla con singolare splendore e in tutta la sua purezza nella vita dei Santi. Spetta ai Pastori della Chiesa, in comunione col Successore di Pietro, discernerne l'autenticità”[8]. Con questa Notificazione si intende perciò offrire ai pastori ed ai fedeli un criterio sicuro, radicato nella dottrina della Chiesa, per valutare correttamente le suddette questioni, assai rilevanti sia sotto il profilo teologico che pastorale. [1] Cf. Giovanni Paolo II, Cost. Apost. Pastor bonus, 48: AAS 80 (1988), 841-934. [2] Benedetto XVI, Messaggio per la Quaresima 2006. [3] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Libertatis conscientia, 68: AAS 79 (1987), 554-599. [4] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Libertatis nuntius, Proemio: AAS 76 (1984), 876-909. [5] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Libertatis conscientia, 57. [6] Cf. Congregazione per la Dottrina della Fede, Agendi ratio in doctrinarum examine: AAS 89 (1997) 830-835. [7] Cf. ibidem, 23. [8] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Libertatis conscientia, 70.
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