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Convegno della Pontificia Università Santa Croce

 

11 aprile 2013

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Fede, evangelizzazione e diritto canonico.

Il compito e l’attività della CDF

di

S. Ecc.za Mons. Gerhard Ludwig Müller

Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede

 

 

«Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato», ha detto ai Suoi il Signore Risorto (cfr. Mc 16, 15-16).

L’evangelizzazione, antica, nuova e sempre da rinnovarsi, richiede di superare ai nostri giorni certi dibattiti intra-ecclesiali in cui, da tanti anni, vengono ripresentati sempre gli stessi temi, e di riproporre invece, con vivo entusiasmo, la fede cristiana nella sua pienezza e perenne novità. Il fondamento della Chiesa è la Parola rivelata di Dio. Il nostro compito essenziale – di tutti i cristiani con la specificità propria ad ognuno affidata e, a maggior ragione, laddove si tratta della Congregazione per la Dottrina della Fede – è perciò quello di risvegliare la comprensione di che cosa significhi essere cattolico, non potendoci limitare agli aspetti disciplinari, e dovendo anzi mostrare che non si tratta di misure disciplinari estrinseche alla persona, bensì di radicamento nel Vangelo, quando ci sono di mezzo l’annuncio e le decisioni pastorali del Papa e dei Vescovi in comunione con lui. Vogliamo rinforzare la consapevolezza che non possiamo semplicemente fare e costruire ciò che ci piace, o ciò che è gradito e bene accetto a una mentalità mondana secolarizzata. Desideriamo invece custodire e comunicare l’aspetto profetico del Vangelo, specialmente laddove la mentalità corrente – caratterizzata dalla ricerca del benessere soggettivo e dall’interesse individuale – entra in rotta di collisione con il Vangelo. Tale stridore tra la Chiesa e il pensiero dominante non è dovuto a un errore di posizionamento della Chiesa, che dovrebbe adattarsi alla mentalità maggioritaria vigente. La Chiesa si presenta in ogni tempo con un annuncio scomodo, perché considera e contempla il bene dell’uomo alla luce di Dio.

«Custodisci il buon deposito con l’aiuto dello Spirito Santo che abita in noi» (2 Tim 1,14). Quest’invito dell’Apostolo Paolo non vale unicamente per il suo discepolo Timoteo: la Chiesa tutta ha ricevuto la missione di custodire il buon deposito della fede, di spiegarlo e annunciarlo agli uomini. Tutti i credenti partecipano di questa missione, ma i successori degli Apostoli, il Papa e i Vescovi in comunione con lui, hanno una responsabilità tutta particolare al riguardo.

Nel corso della storia, il Papa si è avvalso di diversi ordinamenti per custodire la fede cattolica. Uno di questi è la Santa Romana e Universale Inquisizione, eretta nel 1542 da Paolo III, più tardi chiamata Sant’Uffizio. Lo scopo di questa Congregazione consisteva nel proteggere il popolo di Dio dagli errori, dalle eresie e dall’immoralità, assicurando così la pace e l’unità nella fede. Con quest’intento, vennero collocati all’Indice dei libri proibiti scritti dottrinalmente riprovevoli, in modo da respingere idee false e potendo, per esempio, dimettere dal loro ufficio chierici che si fossero impegnati a diffonderle. L’Archivio storico della Congregazione è da alcuni anni accessibile agli studiosi e offre informazioni di prima mano circa il lavoro svolto dal Sant’Uffizio.

Dalla fine del Concilio Vaticano II (1965) ha avuto luogo una riforma radicale della Congregazione: con il Motu proprio Integrae servandae, Paolo VI le ha conferito la denominazione attuale, ha abolito l’Indice dei libri proibiti e ha stabilito che, sul carattere punitivo della condanna, dovesse prevalere quello positivo della correzione degli errori, insieme alla custodia, preservazione e promozione della fede, partendo dal principio che «la fede si difende meglio promuovendo la dottrina». Nella Costituzione Apostolica Pastor bonus, con la quale Giovanni Paolo II decise un riassetto dell’intera Curia Romana, si dice così che «compito proprio della Congregazione per la Dottrina della Fede è di promuovere e di tutelare la dottrina sulla fede e i costumi in tutto l’orbe cattolico» (art. 48). Il centro poggia ora sulla «sana dottrina» (2 Tim 4,3), da promuovere e da esporre in modo intelligibile. In casi specifici, risulterà d’altronde necessario evidenziare anche i limiti o gli eccessi, per confermare tutti i credenti nella fede della Chiesa.

Attualmente, sono membri della Congregazione ventidue Cardinali e cinque Arcivescovi. Al vertice della Congregazione si colloca il Prefetto, coadiuvato dal Segretario, dal Sotto-Segretario e dal Promotore di Giustizia. Il lavoro quotidiano in Congregazione occupa più di cinquanta persone tra Officiali e Ordinanze, provenienti da ogni continente. Circa trenta Consultori, esperti nelle diverse discipline teologiche e appartenenti a scuole teologiche differenziate, corroborano gli studi attraverso pareri autorevoli.

Ad ognuno dei suoi livelli, la Congregazione opera collegialmente: questioni correnti trattate dagli Officiali vengono settimanalmente presentate in Congresso, seduta nella quale i Superiori adottano decisioni a riguardo delle tematiche esposte. Pratiche più complesse richiedono la convocazione dei Consultori, a scadenze regolari, per discutere e chiarificare argomenti teologici specifici. L’intera documentazione raccolta nei pareri forniti dai Consultori viene poi fatta pervenire ai Membri della Congregazione, i quali si incontrano almeno una volta al mese nella Sessione Ordinaria, per decidere collegialmente circa le questioni fondamentali pendenti. Il Prefetto discute col Santo Padre delle decisioni prese e delle altre principali linee di lavoro che la Congregazione intende promuovere.

La Congregazione per la Dottrina della Fede è suddivisa in tre sezioni, ciascuna coordinata da un Capo Ufficio: dottrinale, disciplinare e matrimoniale.        

L’Ufficio dottrinale si occupa delle materie che hanno attinenza con la promozione della dottrina della fede e della morale. Vengono qui preparati documenti su temi importanti, anche in rapporto alle sfide contemporanee. Così, ad esempio, si danno pubblicazioni nell’ambito della cristologia e del dialogo con le altre religioni; dell’ecclesiologia e dell’ecumenismo; della sacramentaria, della bioetica o delle altre domande morali fondamentali. Tutti questi documenti, approvati dal Papa e partecipanti perciò del Magistero Ordinario del Successore di Pietro, sono a disposizione sulla pagina web della Santa Sede. Talvolta, vengono pure organizzati simposi, per poter rispondere nella luce delle fede ai nuovi problemi posti dal progresso della ricerca scientifica. A questo riguardo, si pone inoltre l’esigenza di esaminare scritti di carattere teologico, il cui contenuto appare in contraddizione con l’insegnamento del Magistero della Chiesa. Uno specifico Regolamento per l’esame delle dottrine stabilisce per gli Autori oggetto d’indagine il diritto di difesa e programma le tappe di un dialogo serrato, che spesso approda all’auspicata chiarificazione o che, all’occorrenza, termina con una presa di posizione ufficiale in forma di Notificazione. L’Ufficio dottrinale considera inoltre le richieste di Nihil obstat; concede cioè l’autorizzazione a ricevere determinate nomine o titoli onorifici legati a compiti particolari. Infine, i documenti degli altri Dicasteri della Santa Sede vengono esaminati prima della loro pubblicazione, nella misura in cui abbiano implicazioni di carattere dottrinale.

L’Ufficio disciplinare tratta i delitti contro la fede, nonché i delitti più gravi commessi contro la morale e nella celebrazione dei sacramenti. Dal 2001, è competente per l’esame dei casi di abuso sessuale da parte di chierici nei confronti di minori. Col proprio lavoro, ha contribuito in modo sostanziale ad affrontare e a trattare onestamente simile doloroso problema. Le rispettive norme e procedure possono essere consultate sul già citato sito web. L’Ufficio disciplinare esamina anche casi di presunte apparizioni soprannaturali, visioni e messaggi. Esamina le richieste di Nihil obstat per l’erezione di nuovi istituti di vita consacrata. Si occupa delle dispense dalle irregolarità e dagli impedimenti a ricevere gli Ordini sacri, così come delle assoluzioni dalle scomuniche riservate alla Santa Sede.

L’Ufficio matrimoniale esamina le petizioni per lo scioglimento dei matrimoni non sacramentali a favore della fede (privilegium fidei), che a determinate condizioni il Papa concede.

La Congregazione per la Dottrina della Fede collabora con quasi tutti gli altri dicasteri della Curia Romana e rimane in permanente contatto con i Vescovi dei diversi paesi e continenti. In occasione delle visite ad limina, che hanno luogo ogni cinque anni, la Congregazione riceve tutti i membri delle Conferenze Episcopali. Il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede è anche Presidente della Pontificia Commissione Biblica, della Commissione Teologica Internazionale e della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, organismi istituzionalmente collegati alla Congregazione per la Dottrina della Fede. I documenti di tali Commissioni sono pure disponibili sul sito della Santa Sede.

Questa breve panoramica testimonia quanto la Congregazione per la Dottrina della Fede operi in stretta connessione e in dialogo con gli altri Dicasteri della Curia Romana, con i Vescovi e le Conferenze Episcopali, così come con teologi di tutto il mondo. In tal modo, la Congregazione cerca di offrire al Papa un sostegno nel compito da lui ricevuto dal Signore di confermare i fratelli nella fede (cfr. Lc 22,32).

Circa il significato del termine “fede”, il Cardinale Joseph Ratzinger, che guidò come Prefetto la Congregazione per la Dottrina della Fede dal 1981 al 2005, così scrisse nel 2001: «Noi cristiani dovremmo oggi nuovamente credere in modo molto più riconoscente, molto più gioioso, molto più ottimistico: sì, è bello conoscere la volontà di Dio. È bello conoscere Dio ed essere conosciuti da Lui. È bello sapere quale aspetto ha Dio: sul volto di Cristo, che ha amato ciascuno di noi e per noi ha consegnato se stesso alla morte, noi vediamo il volto di Dio stesso. Solo se noi torneremo a percepire dall’interno la preziosità della fede, la sua gioia in modo così autentico, come accadeva nell’antichità pagana da parte dei primi cristiani, solo se torneremo ad essere veramente contenti della fede, vedremo spontaneamente come la cosa più importante sia difendere questa perla preziosa, preoccuparsi del suo splendore e riconosceremo come la priorità più alta della nostra missione l’impegno per questo tesoro» (Congregazione per i Vescovi, Duc in altum, 2001; ripubblicato ne L’Osservatore Romano del 27 maggio 2012).

 

 

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